È il momento di tirare le somme anche per il 2021, con i miei personalissimi 5 giochi più apprezzati. A ogni Ferragosto abuso infatti del mio potere di caporedattore per piazzarvi questa classifica, mentre siete al mare sotto all'ombrellone.
Devo dire che è stato un anno ludico positivo, sotto davvero tanti punti di vista.
Siamo tornati a Essen, a Play e un po' in tutti i settori ludici la produzione è stata minore ma più focalizzata sulla qualità.
Per i più piccoli abbiamo intavolato ottime sorprese come Le Cronache di Avel e Wonder Book; per i party games ci sono stati Stella, Last Message ed Ensemble; poi ottimi family e filler come The Crew: Mission Deep Sea, Cascadia e Riftforce; un bel peso medio come Furnace; anche in ambito wargame c'è stata una bella ventata di novità con Atlantic Chase.
Come sempre, però, a mio gusto mi concentro sul versante american ed euro per gamers e sulle loro ibridazioni, per cui ho avuto davvero un bel po' di candidati eccellenti tra cui districarmi.
Oath, l'ultima fatica di Cole Wherle; Pax Viking, un Pax assolutamente apprezzabile ed approcciabile senza impazzire sulle regole; Ankh, il più criptico gioco di Eric Lang, ma anche il suo più profondo e complesso; Bloodborne, una piacevole sorpresa con un sistema di combattimento molto tecnico; Sleeping Gods, la magna opera ludico-narrativa di Ryan Laukat; Chronicles of Drunagor, il dungeon crawler che più mi è piaciuto negli ultimi mesi, col suo particolare sistema di gestione delle azioni e l'evoluzione dei personaggi; Imperial Steam, il german più duro e profondo dell'anno; Ark Nova, il prodotto euro più moderno, spendibile, vario e apprezzabile da tutti.
Non sono ovviamente mancate le delusioni, per prima cosa sul versante euro, in cui stanchezza di design ripetitività si fanno sentire sempre di più, per cui hanno toccato il mio tavolo fugacemente cose dimenticabili come Bitoku o Golem, fino a vere e proprie delusioni come Red Rising.
Anche la squadra american porta a casa le sue belle sconfitte, però, con cose totalmente approssimate come Imperium, o il nuovo Descent, che si è rivelato un luccicante contenitore vuoto.
In mezzo, tanti giochi di buona fattura, anche con belle idee, che però non sono riusciti ad arrivare troppo in alto nelle mie valutazioni, ma che meritano una chance, come Sanctuary, Maglev Metro, Brian Boru.
Ma ora passiamo a chi si è infine guadagnato la top-5 e l'ha spuntata su tutti gli altri.
1°) Ankh: Gods of Egypt
Ebbene sì, alla fine il mio gioco dell'anno 2021 è lui. Proprio il gioco su cui, alle prime partite, nutrivo fortissimi dubbi, quasi fino ad odiarlo. Comprendendolo sempre di più, giocandolo, sperimentando, si è rivelato probabilmente il mio preferito di Eric Lang, tanto da essere l'unico dell'autore ad essere rimasto sugli scaffali di casa.
Non posso dirci che sia facile consigliare Ankh a qualcuno: rischia di essere troppo calcoloso e strategico per chi apprezza le botte senza troppi complimenti, troppo limitato per chi vuole godersi l'ambientazione, troppo interattivo per chi vuole pianificare senza intoppi.
Però, nel suo essere ibrido, Ankh offre una rigiocabilità, una profondità di gioco e una complessità globale che primeggiano nella categoria.
Occorre approcciarlo con una strategia e uno spirito diversi da chi desidera solo menar le mani. In particolare la meccanica del merge - geniale - rischia di rimanere indigesta al tavolo, se non si capisce come sfruttarla, specie da parte di chi lotta nelle posizioni basse della classifica, per la prima metà della partita.
Per approfondire:
Recensione
Dudes on a Map: come orientarsi e quale scegliere tra 8 “Big”
I tre migliori giochi da tavolo di... Eric M. Lang
2°) Oath: Chronicles of Empire and Exile
Se Ankh era un gioco ostico, Oath lo è di più, ma è anche probabilmente la cosa più geniale che abbia visto il mio tavolo, quest'anno. Si tratta di una sorta di wargame, un gioco di alleanze provvisorie, una cronaca visionario di un regno in costante mutamento ed evoluzione. Non ci avete capito nulla? È giusto così. Non si può spiegare Oath in poche parole e probabilmente nemmeno in molte. Sappiate solo che farete tutto quello che normalmente in un gioco di guerra e controllo territorio: arruolare truppe, spostarsi, combattere, conquistare. Però i modi per vincere la partita sono diversi, si può cambiare in corsa, ci si dà continuamente fastidio, in un bash the leader sistemico ed endemico al sistema di gioco.
Ogni partita, poi, lascia la sua eredità alla successiva, con setup e modalità di vittoria ereditate dal precedente vincitore.
Dietro le consuete immagini di animaletti fiabeschi, Wehrle cela la sua opera più ambiziosa e criptica, per i pochi che avranno la pazienza di scalarla.
Lo consiglierei solo a chi ha la curiosità per le novità e il game design e desidera conoscere questa sorta di ibrido da wargame e narrativo.
Per approfondire:
Recensione
I tre migliori giochi da tavolo di... Cole Wehrle
3°) Imperial Steam
Eccolo qui, il german dell'anno. Un terzo posto nella mia lista che vale come un primo, considerata la crisi in cui versa il genere, almeno per chi gioca da anni e di titoli euro ne ha masticati parecchi. Anche in questo caso, un bel gestionale per nulla semplice, che frustrerà chi lo approccia con leggerezza, pensando di prendere risorse e spendere soldi come se nulla fosse. No, Imperial Steam non solo non perdona gli errori, ma richiede costante impegno, programmazione e una visione strategica a lungo termine.
Apprezzabile anche lo sforzo fatto per far apprezzare l'ambientazione, nonché alcune piccole meccaniche che fanno spuntare in positivo anche la voce originalità, cosa non da poco.
Lo consiglierei solo a chi ama i german più tosti e punitivi, alla Brass, Indonesia, Tramways.
Per approfondire:
Recensione
4°) Pax Viking
Un Pax come avevo sempre desiderato. Parliamo di qualcosa che scala fino a 6 giocatori (nominalmente sarebbe 2-6, ma consideratelo un 4-6), con un regolamento lineare e comprensibile, con poche eccezioni alle regole, con una bella varietà strategica, con la rigiocabilità tipica dei Pax, con alta interazione e la necessità di controllare e ostacolare sempre gli altri giocatori.
Insomma, Pax Viking non ha la profondità di un Pax Renaissance, non ha la genialità visionaria di Pax Transhumanity, ma conserva il nocciolo di quel game desing rendendolo più percorribile ed intavolabile. Per me, in questo caso, è stato un pregio non da poco (sì, fa le stesse cose che vuole fare Pax Pamir Seconda Edizione, ma le fa decisamente meglio).
Per approfondire:
Recensione
5°) Insondabili
Devo dire che il quinto posto è stato in bilico per un bel po' tra Sleeping Gods e Chronicles of Drunagor. Ma, alla resa dei conti, pur essendo due ottimi giochi, il primo non è pienamente nelle mie corde, al secondo preferisco comunque altri dungeon crawler. Così, alla fine, mi sono ricordato che, pur essendo sostanzialmente una rivisitazione di Battlestar Galactica, Insondabili mi ha fatto reintavolare uno dei miei giochi preferiti, ne ha migliorato diversi aspetti ed è stato, in conclusione, uno degli acquisti migliori del 2021.
Parliamo di un gioco a squadre, in cui però i cattivi sono celati... spesso anche a se stessi. Un gioco in cui occorre collaborare in modo stretto e coordinato per vincere, ma si deve anche sempre mantenere l'occhio vigile per individuare i traditore ed essere pronti a neutralizzarli. Tutto facile, in teoria, ma in pratica si trasforma in un concentrato di costante tensione e sospetto.
Per approfondire:
Recensione
Top-10: i migliori giochi da tavolo american di sempre (al 2021)
Altri articoli sui migliori giochi del 2021:
I migliori giochi da tavolo tematici del 2021
I migliori giochi da tavolo gestionali del 2021
I migliori giochi da tavolo competitivi del 2021
I migliori giochi da tavolo sociali del 2021
Le Top-5 degli anni scorsi:
Top-5 2020
Top-5 2019
Top-5 2018
Top-5 2017
Top-5 2016
Top-5 2015
Top-5 2014
Top-5 2013
Top-5 2012 e anni precedenti