Mettilo uno splotter, mi raccomando.
Quarto articolo della serie Fantastici 10, per cui mi pare giusto fare un recap di cosa abbiamo visto prima:
- I Fantastici 10: dieci titoli alla base dei gestionali moderni, tutti caratterizzati da un regolamento approcciabile dai più, ma al contempo profondi e soddisfacenti per i gamers incalliti. Sono le colonne portanti del nostro hobby.
- I Fantastici 10... 10 anni dopo: altri dieci giochi gestionali con cui proseguire, usciti nell'ultimo decennio, per continuare nella scia di giochi apprezzati dal grande pubblico di gamers, ma anche validi tecnicamente.
- I Fantastici 10... Level-Up!: dieci giochi gestionali che possono far fare un passo in più verso la complessità e l'impegno, scelti tra i migliori usciti di sempre.
E arriviamo a questi Fantastici 10 Underdogs, ovvero giochi gestionali per lo più conosciuti solo dagli appassionati, da cerchie specifiche, da estimatori del genere.
Sono quelli a cui si arriva per ultimi, ma anche quelli che regalano più soddisfazione, se si passa sopra a produzioni meno luccicanti e orientate alla massa.
Ma se siete arrivati fin qui, ormai dovreste essere corazzati e pronti per proseguire il vostro cammino.
Come nei precedenti articoli, oltre a un breve commento, ogni gioco è corredato dalle seguenti voci:
- Meccaniche: vengono menzionate solo le principali, quelle che caratterizzano fortemente il gioco, in modo che possiate capire già se il gameplay vi attira o meno.
- Difficoltà di apprendimento: questa voce si riferisce alla complicazione del gioco, quindi quanto è ostico il regolamento, quante eccezioni presenta, quanto ci metterete ad entrare nel meccanismo. La voce è espressa in una scala relativa all'interno dei 10 giochi considerati, non in senso assoluto. È espressa con una semplice scala di tre voci (bassa, media, alta), così come per tutte le altre voci a seguire che utilizzano questa comparazione.
- Complessità di gioco: questa voce si riferisce alla complessità del gameplay, quindi quanto è difficile imparare a giocare bene, relativamente alla curva di apprendimento.
- Tattica e Strategia: questa barra si sposta da sinistra a destra a seconda che prevalga l'una o l'altra caratteristica.
- Interazione: il livello di interazione tra giocatori, che sia diretta o indiretta.
- Durata: anche in questo caso la valutazione è relativa ai dieci giochi della lista, non assoluta.
- Numero ideale di giocatori: in quanti dovreste giocarlo per apprezzarlo a pieno, posto che il gioco funziona anche con le altre configurazioni. In poche parole la scalabilità.
- Alternative: qualche titolo da provare se vi piace già quello in questione.
- > Link: un link alle recensioni o agli articoli principali sul gioco
Container
Ristampato nel 2018 tramite Kickstarter con una nuova edizione Jumbo Edition, che inserisce anche una nuova meccanica – la banca – che rende più fluido il gioco.
Container è fondamentalmente un gioco che simula un mercato di domanda e offerta in continuo aggiustamento e adattamento agli scopi finali dei giocatori, per i quali le stesse merci hanno differente valore.
Non ha un costo indifferente, coma la maggior parte i giochi di questo elenco, anche perché la prima versione è introvabile e la seconda è andata presto esaurita.
Essendo parecchio dipendente dai giocatori al tavolo e dalle loro capacità di valutazione, non lo consiglio a tutti, ma solo agli amanti degli azionari e dei giochi di speculazione economica.
Meccaniche: punti azione, speculazione, azionariato
Difficoltà di apprendimento: bassa
Complessità di gioco: alta
Tattica e Strategia: |-------|---|
Interazione: alta
Durata: 90 minuti circa
Numero ideale di giocatori: 4-5
Alternative: Greed Incorporated, Hab&Gut, 1830, Indonesia
> Recensione di Agzaroth
> Recensione della Jumbo Edition
> L'ultimo scaffale in alto a sinistra: Container
Spyrium
Di sicuro, se volete spendere poco in mezzo a questo elenco, Spyrium è il primo titolo che potete cercare.
In un articolo ho tentato di spiegare il perché del suo poco successo commerciale, fatto sta che Spyrium ha dalla sua forse proprio gli aspetti che lo hanno penalizzato col grande pubblico: un flusso di gioco non lineare, alta interazione, difficoltà di gestione e infine un comparto estetico sicuramente penalizzante.
Questo lo rende un gioco di nicchia, ma se state leggendo questo articolo, lo sapete già. Fatto sta che pochi altri giochi offrono nello stesso lasso di tempo altrettanta profondità di scelte.
Spyrium è un vero capolavoro non riconosciuto.
Meccaniche: asta olandese
Difficoltà di apprendimento: bassa
Complessità di gioco: alta
Tattica e Strategia: |-----|-----|
Interazione: alta
Durata: 60 minuti circa
Numero ideale di giocatori: 4-5
Alternative: Heaven & Ale
> Recensione
> La mia meccanica preferita: Spyrium e il timing di gioco
> Spyrium: le ragioni di un insuccesso
> Guida strategica
Tramways
Forse il titolo più noto di questa decina, pur rimanendo un prodotto di nicchia e poco conosciuto tra i giocatori occasionali.
Il designer, Alban Viard, ha disegnato diverse espansioni per Age of Steam e in Tramways fa sua tutta l'esperienza in questo campo, costruendo un gioco di logistica che prevede un deck-building punitivo, un'asta tra le più feroci mai viste in giro e un sistema di costruzione rete e pick-up&deliver tematicamente e meccanicamente collegati.
Come sempre, materiali ed estetica possono non essere all'altezza, ma si scelgono i giochi di questa lista per ben altri motivi.
Meccaniche: costruzione rete, deck-building, pick-up&deliver
Difficoltà di apprendimento: media
Complessità di gioco: alta
Tattica e Strategia: |------|----|
Interazione: alta
Durata: 120 minuti circa
Numero ideale di giocatori: 3-4
Alternative: Brass Lancashire/Birmingham
> Recensione
> Intervista ad Alban Viard per il Goblin Magnifico 2017
> Tutti contro Tutti Magnifico 2017
> Diari d'autore: Tramways
Living Planet
Probabilmente uno dei più ostici della decina. Non per il prezzo, dato che la scatola base (che è ciò che vi serve) è facilmente recuperabile. Ma proprio per lo stile di gioco, che lo rende inviso a chi cerca troppo controllo e ugualmente ostico a chi predilige l'ambientazione.
È un ibrido, Living Planet, ma diversamente da altri che allargano la loro fetta di pubblico da una parte e dall'altra, lui percorre come un funambolo una sottile lama di rasoio.
Potreste però essere il pubblico adatto a Living Planet: nel qual caso, lo adorerete, apprezzandone le idee innovative e il gameplay inusuale.
Meccaniche: gestione mano, speculazione
Difficoltà di apprendimento: media
Complessità di gioco: alta
Tattica e Strategia: |-------|---|
Interazione: alta
Durata: 150-180 minuti
Numero ideale di giocatori: 3-4
Alternative: Archipelago
> Recensione
> I tre migliori giochi da tavolo di... Christophe Boelinger
> La mia meccanica preferita: i dadi che non sono dadi
Bus
Da qui in giù si parte con la Splotter Spellen. Non ho inserito nessuno dei loro giochi nelle liste precedenti perché in quelle tenevo conto anche dell'aspetto commerciale (Food Chain Magnate a parte). Qui però posso agire indisturbato e allora è chiaro che se si parla di giochi gestionali di nicchia per gamer, la casa editrice olandese non ha rivali.
In Bus, ripubblicato recentemente dalla Capstone, troviamo gli albori del piazzamento lavoratori, ma soprattutto altre piccole sottomeccaniche che rendono questo gioco estremamente attuale e diverso da tutto ciò che c'è sul mercato, pur essendo il più vecchio dell'elenco (1999).
Sono proprio le idee uniche ed incisive a caratterizzare il game design del duo olandese composto da Jeroen Doumen e Joris Wiersinga, oltre ai playtest certosini e alla profondità del gameplay.
Meccaniche: piazzamento lavoratori, costruzione rete, pick-up&deliver
Difficoltà di apprendimento: bassa
Complessità di gioco: alta
Tattica e Strategia: |----|------|
Interazione: alta
Durata: 90 minuti circa
Numero ideale di giocatori: 4-5
Alternative: Tramways
> Recensione di Agzaroth
> Recensione di Sargon
> La mia meccanica preferita: Bus e i lavoratori contati
> Bus: l'alba del piazzamento lavoratori
> I tre migliori giochi da tavolo di... Joris Wiersinga e Jeroen Doumen
Indonesia
Probabilmente uno dei giochi più amati da chi apprezza la Splotter Spellen, è però anche uno dei più ostici dal punti di vista ergonomico ed estetico, contendendosi lo scettro con Antiquity.
Indonesia è un gioco ostico in cui occorre fare le giuste valutazioni economiche e di sviluppo industriale per prevalere. Si basa tutto sul controllo dei soldi, dalla spesa e del guadagno, con la chicca di poter soffiare le compagnie agli avversari, al prezzo però di dar loro del contante.
E dato che la partita si vince solo ed esclusivamente con i contanti, ecco che cosa comprare, quando e a quanto non è un aspetto secondario.
Meccaniche: speculazione, asta, pick-up&deliver
Difficoltà di apprendimento: media
Complessità di gioco: alta
Tattica e Strategia: |------|----|
Interazione: alta
Durata: 180 minuti circa
Numero ideale di giocatori: 4-5
Alternative: 18XX
> Recensione di Agzaroth
> Recensione di Sargon
> I tre migliori giochi da tavolo di... Joris Wiersinga e Jeroen Doumen
Antiquity
Probabilmente il più impegnativo tra i proposti in termini di tempo e uno dei più costosi, data la scarsa reperibilità. Sicuramente il più ostico e punitivo, alla prime partita, come gameplay.
In Antiquity si ha l'illusione di partire lenti e distanti, col tempo e la tranquillità per scegliere una strategia (ci sono cinque diversi modi per vincere) e si finisce ingolfati con i compagni di gioco, a rosicchiare ogni centimetro di plancia disponibile, presi a schiaffi dal gioco stesso oltre che dagli avversari.
È però un gioco profondissimo, con un alto livello strategico, che sa regalare grande soddisfazione a chi supera la sua estetica da scuola primaria (o a chi si rassegna a pimparlo, come ho fatto io).
Meccaniche: piazzamento lavoratori, piazzamento tessere, poteri variabili
Difficoltà di apprendimento: media
Complessità di gioco: alta
Tattica e Strategia: |--------|--|
Interazione: alta
Durata: 60 minuti a giocatore
Numero ideale di giocatori: 2-3
Alternative: In the Year of the Dragon
> Recensione di Agzaroth
> Recensione di Sargon
> I tre migliori giochi da tavolo di... Joris Wiersinga e Jeroen Doumen
> Pimp my Antiquity
The Great Zimbabwe
Qui arriviamo al capolavoro della Splotter Spellen. Non che gli altri non lo siano, ma in The Great Zimbabwe trovate la summa del loro game design, con il vantaggio di un'estetica chiara e funzionale, un'ottima scalabilità e un tempo di gioco molto contenuto.
Le idee geniali ci sono tutte: un'asta unica e particolare, poteri speciali che cambiano completamente la partita e le strategie, mosse pesanti come macigni, una topologia protagonista.
Come tutti gli altri loro giochi, anche The Great Zimbabwe non perdona gli errori commessi.
Meccaniche: asta redistributiva, costruzione rete, poteri variabili, pick-up&deliver
Difficoltà di apprendimento: media
Complessità di gioco: alta
Tattica e Strategia: |------|----|
Interazione: alta
Durata: 90 minuti circa
Numero ideale di giocatori: 3-5
Alternative: Food Chain Magnate, Founders of Gloomhaven
> Recensione
> I tre migliori giochi da tavolo di... Joris Wiersinga e Jeroen Doumen
> Guida strategica
> La mia meccanica preferita: l'asta redistributiva di The Great Zimbabwe
Tyrants of the Underdark
Da poco si ha la notizia di una sua riedizione in italiano, finalmente.
Tyrants of the Underdark propone un deck-building che va di pari importanza col controllo territorio, in uno scontro diretto tra giocatori e un twist di gioco per quel che riguarda il punteggio fornito dalle carte stesse.
Come tutti i giochi di scontro e maggioranze, risplende nel numero massimo di partecipanti, ma, grazie alla modulazione della mappa, è abbordabile anche in meno giocatori.
In ogni partita si mescolano solo due dei quattro mazzi forniti nella scatola (+ 2 eventuali dell'espansione), in modo da avere partite sempre diverse.
Per gli amanti del deck-building è un gioiellino da non perdere.
L'ho inserito qui nonostante non sia certo un gestionale puro, quanto piuttosto un ibrido, data la sua forte interazione diretta.
Meccaniche: deck-building, controllo territorio, gestione mano
Difficoltà di apprendimento: media
Complessità di gioco: media
Tattica e Strategia: |---|-------|
Interazione: alta
Durata: bassa
Numero ideale di giocatori: 4
Alternative: Dominion
> Recensione
> La mia meccanica preferita: Dominion e Tyrants of the Underdark - i punti e le carte
Founders of Gloomhaven
Probabilmente il più inaspettato del lotto. Founders of Gloomhaven ha sofferto di alcune criticità dovute al legame con Gloomhaven, ad alcune scelte di produzione poco felici.
Peccato, perché Founders è uno dei giochi più originali e tosti degli ultimi anni e ha un flusso di gioco veramente unico, che partendo al rallentatore, accelera notevolmente nella seconda fase, sbattendo in faccia al giocatore tutte le conseguenze delle sue scelte (e dei suoi errori) dei round precedenti.
È denso di meccaniche, a strati che si sovrappongono, ha un'ergonomia non da Kickstarter, ma rimane uno dei prodotti più sottovalutati degli ultimi anni.
Meccaniche: costruzione rete, pick-up&deliver, hand-building, gestione mano
Difficoltà di apprendimento: alta
Complessità di gioco: alta
Tattica e Strategia: |-------|---|
Interazione: alta
Durata: 120 minuti circa
Numero ideale di giocatori: 3-4
Alternative: The Great Zimbabwe
> Recensione