Con questa prima puntata prende il via una nuova rubrica il cui ispiratore non nascondo sia stato Jamey Stegmaier, l'autore di Scythe.
Lo scopo di questa serie di brevi articoli è quello di illustrare una meccanica particolarmente brillante, in grado di inserire un twist in un gioco, o di limitare un possibile difetto, o ancora di creare un elemento di sensibile originalità.
L'asta del grande Zimbabwe
Reinventare l'asta in qualcosa non solo di originale, ma di profondo e funzionale al gioco che si sta creando? La Splotter Spellen può.
Sulle meccaniche di
The Great Zimbabwe ce ne sarebbero da scrivere tre o quattro di questi articoli – e non è escluso lo faremo –; ma oggi mi accontento di parlarvi della sua particolare asta, di come funziona e soprattutto della sua bellezza.
Beati gli ultimi perché saranno i primi
In una normale asta, che sia pubblica, cieca, a giro, quello che volete, di solito chi vince paga e incassa la posta. In The Great Zimbabwe le particolarità sono invece due: intanto, quando offri qualcosa sai che è impegnato, ovvero non ti potrà tornare indietro, lo pagherai comunque; inoltre le monete del gioco offerte (gli zebù) vengono distribuite una a una sulle placche dei giocatori, inclusa la tua. Le placche sono piazzate in ordine di victory requirement (requisito per la vittoria: un concetto che spiegheremo in un'altra puntata) e quindi le monete offerte vanno in parte agli avversari e solo in minima parte tornano a noi stessi, dato che occorre fare un giro completo di placche per ricominciare da capo.
Specie nei primi round della partita questo sistema comporta che chi ha un victory requirement più basso (a parte il primo), sia portato a passare, per non sprecare preziose mucche. Quindi chi è potenzialmente più avanti si ritrova spesso a giocare dopo quelli più indietro.
Ridistribuzione degli utili
Ma la funzione principale di quest'asta è soprattutto fare in modo che chi offre tanto e ne trae vantaggio, agendo per primo in ordine di turno, compensi questa cosa in pratica sovvenzionando gli altri.
In parole povere chi è più ricco, se davvero vuole trarre vantaggio dalla sua posizione, è costretto ad impoverirsi un po' e ad arricchire chi è più povero, che avrà così
maggiori possibilità di recupero.
Tattica nell'offerta
A tutto si aggiunge il capire quanto e quando offrire. Nelle varie partite fatto mi sono spesso reso conto che molti non fanno troppo caso a questa cosa e commettono diversi errori. Per esempio tendono a fare un “giro” di placche e metterne una in più su se stessi, senza pensare che è sempre meglio che quello zebù in più siano gli altri a dartelo.
Stessa cosa con Shadipini, il dio che aggiunge una placca fissa davanti alle altre. Spesso, se chi lo possiede ha anche la sua placca per seconda, parte nell'asta con due zebù: cosa sbagliata, visto che sarebbe meglio farsela dare dagli altri.
In ogni caso non ci sono regole: a volte val la pena offrire di più, anche molto di più, se il momento è propizio o si deve chiudere. L'importante sempre far bene i conti e pensare che molto di quel che si offre va in mano agli altri; ma una piccola parte ritorna anche a noi, e quella piccola cifra potrebbe essere sufficiente per vincere.