La mia meccanica preferita: "Bus" e i lavoratori contati

La Mia Meccanica Preferita: Bus

Può un gioco del 1999, padre di una meccanica, essere ancora attuale e per certi versi innovativo?

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Come già detto nell'articolo sul piazzamento lavoratori, Keydom e Bus possono essere considerati i padri di tale meccanica (personalmente, per come funziona la cosa, più il secondo che il primo).

In bus hai venti cubi-lavoratore. Ad ogni round i giocatori ne piazzano uno a turno, dal primo in senso orario, sullo spazio azione scelto. È possibile piazzarne da un minimo di due fino a un massimo di quanti si vuole – spazi permettendo – tenendo però presente che, diversamente dagli altri giochi, qui i lavoratori non li riprendi mai. Ogni cubo usato, infatti, è perso per il resto della partita e quelle venti mosse sono le uniche che hai a disposizione per vincere. 

Se un giocatore rimane senza cubi troppo presto, quindi, potrebbe passare uno o più round a vedere gli altri giocare. A meno che non rimanga un singolo avversario con cubi inutilizzati: in quel caso la partita termina comunque alla fine di quel round.
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Il peso delle scelte

In ogni piazzamento lavoratori la singola mossa pesa, in parte perché se ne hanno un numero limitato, in parte perché le caselle sono di solito esclusive. 

Bus sembra fare l'operazione opposta, almeno per il primo punto: ti dà tutto e subito, potenzialmente un potere di azione infinito
È qui però il suo bello: da un grande potere derivano grandi responsabilità e centellinare i cubi-lavoratore sarà proprio l'arte strategica che sarete chiamati a padroneggiare. 

Conservare troppo significa combinare troppo poco e trovarsi magari in fondo da soli con cubi sprecati. Agire con troppa solerzia rischia di farvi arrivare corti in fondo alla partita, quando le risorse disponibili sono di più, perdendo improvvisamente punti vittoria.

Questo gioco di bilanciamento viene fatto con se stessi e con gli altri, valutando sempre il cosa fare in proporzione al quanto fanno gli avversari. 

Perle nascoste

Bus è un'autoproduzione dalla grafica terribile e dal gameplay asciutto, ben lontano dalle produzioni ampollose a cui siamo abituati oggi. Eppure non è solo un precursore, un innovatore, ma ha ancora parecchio da insegnare ai giochi moderni in termini di meccaniche, di profondità, di genialità.

Per dire, non vi ho ancora parlato della sua meccanica dell'orologio; ma, per chi vuole approfondire, c'è la recensione.

Commenti

Perché non hai messo la copertina nuova?

Bravo come sempre!

Avevo fretta e ho trovato solo quella vecchia nell'archivio... (ora l'ho cambiata)

... mercoledì prossimo La Mia Meccanica Preferita ci saluta momentaneamente (fino all'incirca a Giugno) e inizia la rubrica sul progetto editoriale del 2020: non mancate, sarà interessante.

Il mio mentore mi ha promesso di farmelo provare quanto prima. Dopo aver letto questo, credo proprio che sia giunto il momento. :)

Prima o poi riuscirò a metterci le mani sopra..

Articoli sempre interessanti, as usual..

Giusto per non andare a cercare in giro, ma è stato ristampato?

Si, edizione Capstone Games... caruccia ma molto bella

Un must.

L'unico gioco che ho provato finora dove ho visto vincere la partita con meno di 10 punti.

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