Cannes: i primi passi della Splotter Spellen

Cannes: copertina

Uno dei primi lavori del duo olandese, purtroppo non all'altezza della sua fama

Voto recensore:
6,0

Cannes rappresenta uno dei primi tentativi della Splotter Spellen di fare giochi corposi, dopo la prima fase dei “giochi in VHS” (per saperne di più ascoltate questa puntata dedicata loro da Radio Goblin). 
Nel 1999 avevano già prodotto Roads & Boats, un corposissimo gioco di pick-up&deliver, ancora oggi parecchio apprezzato e Bus, considerato da molti il primo effettivo piazzamento lavoratori della storia (si contende la palma con Keydom, vedi l'articolo per saperne di più), destinato a diventare un classico – nonché gioco ancora oggi validissimo – e ristampato dopo vent'anni in edizione deluxe dalla Capstone Games.

Pubblicato nel 2002, per 2-4 giocatori, 60-90 minuti di durata, destinato a un pubblico volendo anche familiare (10+) -  se si supera l'impatto grafico annichilente - si basa su meccaniche di piazzamento tessere, costruzione rete, mappa modulare.
Cannes: albero tecnologico
Cannes: albero tecnologico

Come si gioca a Cannes: Stars, Scripts and Screens

Siamo produttori cinematografici che devono realizzare pellicole di tre generi: fantascienza, romantiche, d'azione.
Per farlo costruiremo un tabellone piazzando esagoni collegati tra loro, che poi collegheremo con i nostri bastoncini a formare una rete produttiva e di conoscenze, aiutandoci anche con i bastoncini a forma di sigaro, che sono neutrali e possono essere usati da tutti quanti i giocatori.

Al proprio turno infatti il giocatore ha solo due possibilità, dopo aver pescato dalla pila coperta tre esagoni terreno:

  • Piazzare due esagoni.
  • Piazzare un solo esagono e attivare il proprio network.

Quando si attiva il network si possono piazzare o spostare due dei propri bastoncini di legno (se ne hanno cinque in tutto), per collegare esagoni adiacenti attraverso un lato in comune. Poi si Il Network non deve avere interruzioni, anche se ci possono essere collegamenti tramite i sigari o altre tessere speciali, come quella “cellulare” che si collega altre tessere identiche.
Il giocatore poi produce tutte le materie prime (fondo giallo) toccate dalla sua rete ed eventualmente le trasforma in più passaggi verso un prodotto sempre più rifinito (fondo verde), fino a consegnare un film completo a una delle tessere Cannes.

Ad esempio un microchip può diventare un PC; il PC + una birra diventa una sceneggiatura; la sceneggiatura + gli effetti speciali creano infine un film di fantascienza.
Ovviamente da un turno all'altro c'è la possibilità di immagazzinare un limitati numero di segnalini, perché non vadano sprecati.

Quando infine il film viene consegnato a Cannes, incassa la cifra segnata sulla relativa traccia e poi arretra su quella traccia di tanti scalini quanti film di quel tipo sono stati appena presentati. Perciò se porto due film d'azione, quotati al momento 13 milioni, ne incasso 26 e poi il valore di tali film scende a 11. Sui vari esagoni che verranno messi in gioco ce ne sono naturalmente alcuni che possono far rialzare il valore di un certo genere, grazie alla pubblicità e alle recensioni positive (letteralmente offrendo birre ai recensori, nel gioco...sapevatelo).

La partita termina quando sono state piazzate tutte le tessere esagonali o tutti i collegamenti neutrali sigaro. Chi ha incassato più soldi è il vincitore.
Cannes: tessere
Cannes: tessere

Considerazioni

I ragazzi della Splotter Spellen fanno le prove per quelli che sarebbero stati i loro capolavori successivi (Antiquity è del 2004, Indonesia del 2005), sulla scia degli ottimi riscontri ottenuti da Roads & Boats e Bus.

In Cannes troviamo due dei loro cavalli di battaglia: la costruzione rete e la trasformazione risorse, quest'ultima velata dal quel tocco di irriverente umorismo che non li lascerà mai e che al giorno d'oggi probabilmente scandalizzerebbe la sensibilità di qualche social justice whiner fino alla denunziaquerelah (emblematico il fatto di poter espandere la rete con i sigari se si portano due ragazze come risorsa al circolo del golf).

Venendo all'artwork, è qualcosa di indescrivibilmente terribile. Chi ha curato grafica e immagini è la stessa Tamara Jannick che fece Bus, ma in questo secondo caso fu per fortuna limitata dalla schematicità del gioco. In Cannes ha potuto invece dare sfogo a tutto il suo estro estetico e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.

Sorvolando quindi sulla parte grafica, passiamo alle meccaniche. 
Cannes prende alcuni concetti semplici e li fonde in un insieme coerente, fatto di decisione rapide e soprattutto di ottimizzazione di ogni proprio turno, dato che la partita si rivela molto più rapida di quel che pare all'inizio, con una sorta di effetto valanga. 

In particolare un giocatore in vantaggio potrebbe tentare di far terminare improvvisamente la partita col piazzamento dei sigari, ben prima che le tessere di gioco siano finite.

La scalabilità è tutto sommato buona, anche perché in quattro, pur essendo meno controllabile, il tabellone si espande anche più rapidamente, dando maggiori possibilità a tutti. 

L'impatto della fortuna nella pesca degli esagoni si fa sentire, ma ugualmente non potrete vincere senza giocare bene, modulando ogni volta in modo ottimale il vostro network.

Da segnalare anche qualche momento di paralisi da analisi, nel momento di ripiazzamento dei collegamenti con la conseguente raccolta e trasformazione delle risorse.

Proprio questa continua rimodulazione del network è forse il tratto più distintivo e peculiare del gioco: data la complessità dell'albero di trasformazione risorse e l'esiguità dei propri bastoncini (oltre all'obbligo di tenerli sempre collegati), non è possibile costruire una rete e mantenerla fissa, ma va continuamente riadattata per nuove trasformazioni e nuove consegne.

Anche la presenza di questa caratteristica non riesce però ad elevare il gioco oltre la sufficienza, mantenendo Cannes molto lontano da quegli altissimi standard di game design a cui ci abitueranno i due della Splotter Spellen negli anni a venire.

Conclusione

Come una bozza della Gioconda fatta a matita su un vecchio quaderno non è la Gioconda, così questo Cannes è interessante solo se siete collezionisti.

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Commenti

Cos'hai estratto dal cilindro Agz! Finezza :D

I loro giochi sono inguardabili, attendo fiducioso una versione "decente" di roads & boats.

themanwhosoldth...

Chissà i sigari che ha offerto al duo S.S. Tamara Jannick per convincerli che fosse lei l'illustratrice adatta per i loro giochi. La grafica più brutta di sempre. Fosse anche un capolavoro, questo Cannes è improponibile...

...e io che credevo che il gioco con la copertina più brutta del mondo fosse Heads of States...

Era la ragazza di uno dei due autori, al tempo.

Effettivamente questo li batte tutti....non conoscevo il gioco.

Bus pero' gli e' venuto bene ultimamente, ma a me piaceva anche la vecchia plancia. Non amo l'arte di Food chain magnate, ma nel gioco ci sta bene. 

Attendo The Great Zimbabwe...e li' l'arte mi piaceva pure! L'ultimo della trilogia Splotter che ho deciso di prendere.

Ciao Agza,

per cominciare a giocare Splotter, cosa consiglieresti? Avevo puntato The Great Zimbabwe, ma ho già venduto un rene per Gloomheaven, e il dottore mi ha detto che senza l'altro non posso vivere....

Se ora non vuoi spendere molto per recuperare roba fuori produzione, Bus è un buon inizio. Poi per me il trittico delle meraviglie rimane TGZ, Indonesia e Antiquity.

magari tra qualche tempo usciranno versioni kickstarter dei loro giochi con materiali decenti

Se avesse illustrato Root non se lo sarebbe comprato nessuno. 

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