I tre migliori giochi da tavolo di... Antoine Bauza

Un autore estremamente prolifico capace di colpire il centro del bersaglio più e più volte

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Antoine Bauza nasce nel 1978, esattamente un mese dopo Louise Brown, la prima bambina concepita in vitro, quindi non deve stupire la sua attenzione per i materiali costosi.

Da adolescente si interessa molto al gioco di ruolo, ma negli anni Ottanta nessuno ha interesse per un moccioso che gioca a Dungeons & Dragons in cantina.

Si appassiona poi ai videogiochi, al punto da volerne fare una carriera; ma desiste per due motivi: intanto perché le aziende del settore hanno la sede in altri continenti e pure col 100% di mappa esplorata Bauza non ha trovato punti di teletrasporto; e poi, parliamoci chiaro: se lavori non hai un cazzo di tempo per giocare.

Alla fine si ritrova a fare l’insegnante, almeno fino a che i dirigenti scolastici francesi non si accorgono che lui non ha mai studiato niente di serio e agli alunni insegna le parole runiche di Diablo 2.

Nel frattempo riallaccia i rapporti con gli amici coi quali passava le sue prime nottate di gioco e nel 2003 decide di proporre il suo primo prototipo, accompagnato da una lettera in cui specifica che “non è come credete”.

Una serie di esperimenti più o meno riusciti lo conduce al 2010, anno in cui riesce a sistemarsi per la vita intera: pubblica infatti sia 7 Wonders, gioco che riscuote da subito un successo clamoroso e negli anni si rivela un vero e proprio classico; e Hanabi, che vince lo Spiel des Jahres, a dimostrazione del fatto che le scelte insensate della giuria tedesca non sono una novità degli ultimi anni.

Negli anni successivi segue qualche altro gioco di grande successo come Takenoko, Tokaido e soprattutto 7 Wonders Duel, variante che molti preferiscono all’originale perché con un avversario solo è più facile capire che qualcuno ti sta fottendo con le carte verdi.

Ai grandi titoli di inizio decennio segue una lunga fase di stasi, in cui si alternano titoli meno riusciti ed espansioni per il suo gioco migliore e nella quale Bauza arriva quasi a decidere di tingersi i lunghi capelli di verde.

Bauza ha contribuito in maniera fondamentale all’affermazione dello stile alla francese, caratterizzato da titoli che, a prescindere dalla qualità, lasciano comunque il segno a livello estetico, avendo sempre meglio qualcosa per cui riescono quantomeno a far parlare di sé: a titolo di esempio, dopo Dixit nel 2008 escono 7 Wonders nel 2010, Seasons nel 2012, La vita di Adele nel 2013.

Da poche settimane Antoine Bauza è entrato nella dirigenza del Milan.

biografia apocrifa a cura del signor Darcy

Antoine Bauza è un nome che avrete sentito spesso, se bazzicate un minimo il mondo del gioco da tavolo.
La sua fama non è legata solo ai giochi che ha creato, di cui parliamo poco sotto, ma anche alla grande prolificità e al fatto di aver fatto parte, fin dagli esordi, di quella scuola francese di game design che ha portato, all'interno dei giochi da tavolo “alla tedesca”, un'attenzione sempre maggiore all'estetica e una cura dei materiali e dell'artwork del prodotto pari a quella riservata alle meccaniche. 
È anche grazie a lui (o per colpa sua, a seconda dei punti di vista) se oggi le produzioni sono sempre più curate e piacevoli all'occhio... ed anche più costose.
Si può tracciare, in questo senso, una linea che parte proprio da 7 Wonders (2010), con le sue splendide illustrazioni, grandi e uniche, passa da Seasons (2012), arriva fino a Splendor (qualcuno ricorda quanto fecero parlare le sue fiches?) e di lì prosegue ininterrotta e sempre più diffusa in tutta la produzione di eurogames.

Ma tornando a Bauza, all'interno della sua vasta produzione, fatta di alti e bassi, possiamo certamente individuare dei picchi, alcuni dei quali lo sono in senso assoluto, ovvero sono diventati dei classici e dei capisaldi del gioco da tavolo moderno.
Last Bastion: partita
Last Bastion: partita

La fama gli arriva già con Ghost Stories. È uno dei primi collaborativi di grande successo, se pensiamo che è del 2008, lo stesso anno di Battlestar Galactica e solo tre anni dopo Shadows over Camelot, altro gioco di scuola francese.
Un tower defense in cui un manipolo di monaci deve respingere un'orda di demoni che assalta il loro monastero. Diverse azioni tra cui scegliere, ma un flusso di gioco rapido e lineare, con un'intelligenza artificiale immediata, imprevedibile e soprattutto difficile da battere. 
Il titolo ha grande successo, tanto da meritare un'espansione l'anno successivo (White Moon) e una riedizione con differente ambientazione (fantasy) nel 2019, ovvero Last Bastion. Quest'ultima è anche la versione che vi consiglio di prendere, nel caso voleste recuperare il gioco, sia perché esteticamente più curata, corredata anche di miniature, sia perché più bilanciata come regole.

Sempre del 2009 è Monster Chase (Scaccia i Mostri), un simpatico gioco per bambini di cui trovate la recensione anche in Tana.

Ma il vero anno d'oro di Bauza (e a onor del vero un anno d'oro per tutto il mondo del gioco da tavolo) è stato il 2010.
Faccio solo due nomi: 7 Wonders e Hanabi.
Possiamo anche metterci Mystery Express, un buon deduttivo investigativo che purtroppo non è mai stato localizzato in italiano.
7 Wonders ha un successo enorme: riesce a far stare sedute allo stesso tavolo fino a sette persone, in un tempo di gioco breve, sfruttando come mai prima di allora le meccaniche di draft e scelte simultanee. L'artwork superlativo è quella spinta in più che gli fa fare il definitivo balzo in avanti e portano il gioco ad essere nominato e a vincere numerosissimi premi.
Hanabi non è da meno e incassa, tra gli altri, il prestigioso Spiel Des Jahres. Viene pubblicato in tanti diversi formati, dal portatile al deluxe, a riprova del successo commerciale oltre che di critica. È un gioco di carte collaborativo puro, in cui la comunicazione tra giocatori è sapientemente limitata ad una serie di indizi codificati, con cui cercare di portare a casa il punteggio più alto possibile.

7 Wonders ha anche numerose espansioni, oltre a una ristampa con materiali e artwork aggiornati nel 2020. Leaders (2011) aggiunge le carte Leader, che si pagano in monete e danno benefici costanti alla propria civiltà; Cities (2012) aggiunge la diplomazia per contrastare la guerra e inserisce diversi elementi di interazione diretta; il Wonder Pack (2013) fornisce molte meraviglie alternative per variare le partite; Babel (2014) introduce un elemento comune da costruire al centro del tavolo; Armada (2018) è la più corposa e inserisce una serie di carte navali, con anche un tracciato apposito sul quale avanzare, prendere bonus e fare punti.
In origine dovevano essere sette, le espansioni, e non è detto che siano finite con Armada, per cui potrebbero mancarne ancora un paio.
Personalmente trovo che le prime tre si inseriscano nel gioco senza appesantirlo ed anzi arricchendolo, anche se vanno inevitabilmente ad annacquare la matematicità della distribuzione delle carte della scatola base.
Babel e Armada sono invece più invasive. In particolare Babel non mi è mai piaciuta molto, perché non porta realmente nulla di nuovo e interessante, mentre ho ancora in sospeso il giudizio su Armada, per le poche partite fatte. 
In ogni caso 7 Wonders, scatola base, è già un gioco ottimamente centrato e realizzato.

Vi sarete accorti però che c'è un buco nella cronologia delle espansioni della gallina dalle uova d'oro. In realtà non è esattamente così, perché, negli anni 2015 e 2016, Bauza pubblica lo spin-off 7 Wonders Duel, versione del gioco per due partecipanti. Il successo è altrettanto immediato e, se possibile, maggiore, dato l'apprezzamento da parte degli esperti di settore per questa nuova versione, che non solo mantiene varietà, rapidità e freschezza del 7 Wonders originale, ma dà condizioni di vittoria alternative e maggiore importanza a tutti gli aspetti del gioco.
Pantheon, che introduce gli dei e i loro favori, è la prima espansione, che si completa, nel 2020, con Agorà, che introduce la politica, con tanto di relativa nuova condizione di vittoria.
Copertina del gioco da tavolo Takenoko
Takenoko

Nel frattempo, però, Bauza non di è adagiato sugli allori del brand 7 Wonders, ma ha tirato fuori altri due giochi di grande successo, sebbene destinati ad un pubblico più occasionale: Takenoko (2011) e Tokaido (2012).
Il primo è un gioco per famiglie che vede i giocatori alle prese con una piantagione di bambù, un panda che se li vuole mangiare e un guardiano che tenta di impedirglielo. Il tema bucolico, le meccaniche semplici, i materiali di prim'ordine ne decretano il successo e la diffusione.
Il secondo è una sorta di corsa estremamente zen, in cui il movimento punto-a-punto su un lungo tracciato si fonde con la collezione set che serve a fare punti vittoria. La grafica pulitissima, rilassante e orientaleggiante lo fa apprezzare in primo luogo per l'aspetto estetico, supplendo, in questo caso, a quello che meccanicamente non è certo un gioco che spicca.

Anche 2013 e 2014 non sono anni in cui il nostro game designer batte la fiacca.
Il Piccolo Principe: Costruiscimi un Pianeta è un piazzamento tessere per famiglie, in una scatolina compatta, che si ispira al famoso personaggio dell'omonimo romanzo, ma è dotato di una interazione e di una cattiveria tali da farlo apprezzare anche da giocatori più esperti.
Samurai Spirit è invece un tower defense in cui un manipolo di samurai affronta un'orda di nemici che assalta un villaggio. Tra diverse azioni, potenziamenti e scelte difficili, è una valida alternativa a Ghost Stories/Last Bastion.

Il 2016 e 2017 vedono un Bauza un po' più “stanco”, con due giochi passati più in sordina: Oceanos e Attack on Titan, quest'ultimo spinto dalla serie animata, ma probabilmente un po' troppo semplice per i gamer. Sono anche gli anni in cui Bauza collabora a un grosso progetto: Conan, della Monolith. Come altri autori francesi è chiamato a realizzare scenari per la scatola base e poi in particolare per l'espansione Khitai, una delle più riuscite.
Vi anticipo già che, seppure lo apprezzi moltissimo, non troverete Conan tra i migliori tre giochi di Bauza, proprio per la sua collaborazione al progetto solo come autore di scenari e playtester.
L'unico altro gioco che mi sento di citare come interessante, negli anni successivi, è Draftosaurus (2019), un semplice gioco per famiglie e novizi, in cui i giocatori passano di mano in mano (draft) dei simpatici meeple a forma di dinosauro. Seguendo il lancio di un dado, ciascuno posiziona, in ogni turno, un dinosauro tra quelli a sua disposizione in una delle gabbie della sua plancia, cercando di rispettarne i requisiti per fare punti vittoria.
Meccaniche semplici, tema e aspetto curato ne fanno un ottimo introduttivo per neofiti.

Infine, il 2021 porta anche uno dei porgetti più ambiziosi di Bauza: Arkeis. Gioco della Matagot, finanziato con buon successo su Kickstarter, è un collaborativo puro a campagna, ambientato in Egitto, con esploratori e tombaroli che si calano in profondità nelle Piramidi per rivelarne i misteri, tra mostri, trappole e maledizioni. Verrà consegnato ai backers nel 2023.
Sempre nel 2021, esce un altro titolo di successo dell'autore: Oltréé. In sostanza è una rivisitazione in chiave campagna di Ghost Stories / Last Bastion, con un sistema di gioco più vario e articolato e che cambia le regole man mano che si procede con i sette scenari inclusi, fino allo scontro finale. Si rivela un ottimo gioco, adatto a tutti, che evolve ulteriormente il tower defense made in Bauza e che è stato a lungo candidato per entrare nei suoi migliori tre giochi.

In definitiva Bauza ha lasciato la sua impronta indelebile nel mondo del gioco da tavolo grazie a un mix di:

  • Sfruttamento ottimale ed esaltazione di meccaniche note, portandole allo stato dell'arte.
  • Flusso di gioco semplice, approcciabile da tutti, con poche azioni chiare e definite, dove la complessità è demandata all'intreccio e allo sviluppo dei tali azioni.
  • Estetica e artwork superlativi, tanto da contribuire direttamente all'imporsi del trend nel mondo degli eurogames.

1°) 7 Wonders: Duel

La versione per due giocatori prende quello che era il multiplayer, ne modifica alcune parti e lo rende non solo un gioco diverso, ma anche migliore, tanto che 7 Wonders Duel è di solito indicato in tutte le varie classifiche dei migliori titoli per coppie.
Il draft è stato modificato piazzando le carte “a scaletta” sul tavolo, con alcune file coperte alternate ad altre scoperte e con ogni fila che blocca la successiva, cosicché non sia possibile prendere una carta fino a che non sono state rimosse tutte le antecedenti.

Inoltre alcuni aspetti, come la guerra e la tecnologia, non danno più freddi punti da calcolare a fine partita, ma portano a condizioni di vittoria istantanea – oltre a vantaggi contingenti – per cui il gioco ne risulta più vario e profondo.

È stato anche accentuato l'effetto corsa alla realizzazione delle meraviglie, dato che, pur avendone quattro a testa, draftate a inizio partita, solamente sette potranno essere edificate nel corso del gioco.

Ci sono due espansioni: Pantheon e Agorà. La prima mette in comune alcune carte divinità, delle quali è possibile reclamare il potere. La seconda introduce il parlamento, all'interno del quale i giocatori piazzano le proprie pedine, per ottenere la maggioranza in vari settori ed introduce anche una nuova condizione di vittoria istantanea: quella politica. 
Sono belle entrambe e probabilmente la cosa migliore è aggiungerle assieme, se ci si è stufati del gioco liscio (che comunque garantisce moltissime partite). Fatto salvo che gli effetti si alcune carte sono troppo invasivi e potenti (quelle che distruggono le meraviglie avversarie) e a mio parere sarebbe meglio rimuoverle dal gioco.

Perché potrebbe fare al caso vostro

Se cercate un gioco vario, teso, profondo, che stia in soli 30 minuti, 7 Wonders Duel ha tutte queste caratteristiche.

Perché potrebbe non piacervi

È un gioco di civilizzazione liofilizzata, che copre un arco temporale ristretto, spesso astratto. L'ambientazione non è il suo forte e in ogni caso siamo di fronte al calcolo tipico dei german puri.
Potrebbe anche non piacervi l'elemento di fortuna che è presente nella scopertura delle carte, a volte inevitabile, che può avvantaggiare l'avversario.
Hanabi deluxe
Hanabi deluxe

2°) Hanabi

È un collaborativo puro in cui da 3 a 5 partecipanti cercano di mettere in una sequenza precisa una serie di carte che rappresentano diversi fuochi d'artificio.
Sebbene, dovendo darvi un consiglio, vi orienterei più su The Crew che non su Hanabi, è innegabile che questo filler ha al suo interno una piccola idea geniale: codificare le informazioni che i giocatori possono scambiarsi e rendere questa informazione “a pagamento”. Non solo, come evidenziato nella guida strategica, occorre che ognuno faccia la sua parte anche nel recepire e comunicare le informazioni nascoste, quelle sottintese, altrimenti diventa impossibile portare a compimento il gioco.

Perché potrebbe fare al caso vostro

Un filler intelligente che potete proporre a chiunque, lasciando quel chiunque a brancolare nel buio sulla mossa giusta da fare, nonostante possa scegliere solo tra tre semplici azioni.

Perché potrebbe non piacervi

Perché nel tempo ha sviluppato una serie di codici impliciti tra giocatori che potrebbero far storcere il naso. 
Arkeis

3°) Arkeis

(scritto da Marhault)
Ci troviamo davanti a un cooperativo puro family+ in salsa antico Egitto steampunk, che punta tutto su meccaniche semplici che lasciano spazio a una narrazione dettagliata, ma concisa (il testo è tutto racchiuso in una contenuta introduzione, sulle carte che riveliamo man mano che andiamo in giro ad interagire con luoghi e cose, e in un breve epilogo coi suoi risvolti negativi o positivi che influenzano il prosieguo dell'avventura). L'area di gioco è composta da "ciotoline" che formano stanze di varie dimensioni, collegate da porte che le tengono unite con lo stesso curioso sistema adottato dal precedente titolo della Ankama: Monster Slaughter. Questo permette di apparecchiare il gioco velocemente e ogni scenario ha i suoi componenti specifici in scatoline da aprire una alla volta, man mano che si dipana la trama della campagna. Miniature molto belle e dettagliate, perfette per chi vuole aggiungere quel tocco in più e dipingerle. È un gioco di esplorazione che premia la narrazione: i combattimenti sono semplicistici e rapidi, controllati da un singolo lancio di dadi speciali, con nemici che ti si "appioppano addosso" e reagiscono alle tue azioni (hanno di fatto eliminato la fase nemico); questo velocizza molto le partite, facendoci cullare dai dettagli delle nostre esplorazioni in questi ambienti sabbiosi dimenticati dal tempo e dall'aria fresca (si esplorano antiche rovine sotto al deserto). È un gioco moderno che introduce le regole mentre si gioca il primo episodio "tutorial" e se ne aggiungono di nuove man mano che si procede nei 10 episodi della campagna (varie espansioni che si integrano nella trama principale portano il totale a 15), permette comodamente di "salvare la partita", ci sono obiettivi secondari, equipaggiamenti, una fase accampamento tra un episodio e l'altro che permette di avere una semplice gestione delle risorse rinvenute durante l'esplorazione, etc. Dipendenza dalla lingua alta con alcuni vocaboli inglesi un po' ricercati (si capisce il contesto, ma si potrebbe perdere qualche aggettivo o dettaglio se non si è pratici). 

Perché potrebbe fare al caso vostro:
- Trama originale e interessante
- Rapidità di esecuzione, ingombro al tavolo contenuto, bookkeeping praticamente inesistente
- Narrazione ricca di dettagli ed appagante

Perché potrebbe non piacervi: 
- Meccaniche semplicistiche
- Nessuna profondità nella differenziazione dei personaggi... 
- ...che non premia la longevità: una volta conclusa la storia, non si ha interesse nel rifare la campagna con un personaggio diverso, cercando di svelare un finale differente. (Esiste una modalità scenario random con regole leggermente differenti stile EUMATE per continuare a giocare one-shot, ma il bello è la trama della campagna).

2007 – Chabyrinthe 
2008 – Ghost Stories
2009 – Ghost Stories: White Moon
2009 – Bakong 
2009 – Monster Chase
2010 – Mystery Express
2010 – 7 Wonders
2010 – Hanabi 
2011 – 7 Wonders: Leaders
2011 – Dojo 
2011 – Takenoko 
2012 – Tokaido 
2012 – 7 Wonders: Cities
2013 – 7 Wonders: Wonder Pack
2013 – The Little Prince: Make me a Planet
2014 – Samurai Spirit
2014 – 7 Wonders: Babel
2015 – 7 Wonders Duel
2016 – 7 Wonders Duel: Pantheon
2016 – Oceanos 
2016 – Conan 
2017 – Conan: Khitai
2017 – Attack on Titan: The Last Stand 
2018 – 7 Wonders: Armada
2018 – Chateau Adventure
2019 – Last Bastion 
2019 – Draftosaurus 
2019 – Ninja Academy
2019 – Super Cats
2019 – Victorian Masterminds
2020 – 7 Wonders Duel: Agorà
2021 – Namiji 
2021 – Oltréé 
2022 – SPECTRE: the Board Game
2022 –Tokaido Duo
2023 – Arkeis 
2023 –Takenokolor
2024 –Dead Cells: The Rogue-Lite Board Game
2024 –The Smurfs: Hidden Village

Commenti

Tra quelli provati:

1. 7 wonders (quello vero);

2. Ghost Stories

3. Hanabi

Personalmente avrei messo Mystery Express al posto di Hanabi, gran bel deduttivo/investigativo. 

di Arkeis ci sono tre espansioni. non se ne parla nello scritto. cambierebbe la recensione sapendo questo ?

Uni dei miei autori preferiti. 

Trovo sempre una grande ergonomia e semplicità nei suo giochi. 

Inoltre 7 wonders non ha ancora un degno sostituto, che regga quel numero di giocatori, con quel tempo di gioco e con, soprattutto, quel senso di crescita era dopo era. 

biofarmspineto scrive:

di Arkeis ci sono tre espansioni. non se ne parla nello scritto. cambierebbe la recensione sapendo questo ?

No, Marhault ha giocato con quelle e danno semplicemente qualche bivio in più

Molto eclettico, con giochi molto interessanti.

Io ho i due 7 wonders (senza espansioni) e mi piacciono molto. Ho anche Oceanos. Comprato perché era in offerta a pochissimi euro, lo trovo molto simpatico e accattivante. Magari non un capolavoro ma ci gioco sempre volentieri. 

Piccolo Principe gioco quasi perfetto nel suo target. Ho apprezzato in passato anche Draftosaurus e Hanabi, ma mi hanno stancato dopo un po' di partite. Takenoko l'ho trovato un gioco disordinato. 7 Wonders Duel lo gioco ancora di tanto in tanto, anche se col tempo si è fatta strada l'impressione che alla base del suo appeal ci sia un "gioco di prestigio" per cui hai l'impressione di fare più scelte di quelle che effettivamente fai, nell'illusione che la partita sia aperta a sviluppi più vari di quelli effettivamente a portata. Questa legnosità ben celata la ritrovo in tanti giochi della "scuola francese" btw, Bruno Cathala in testa, ma pure Faidutti e appunto Bauza non scherzano.

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