Nel 2013 la Stonemaier Games fa il suo esordio su Kickstarter con Viticulture, un piazzamento lavoratori molto semplice e immediato, a tema coltivazione vigne e produzione vino. Lo segue a ruota l'espansione Tuscany, che inserisce diversi moduli per rendere il tutto un pochino più vario e profondo. Infine, nel 2015, Viticulture Essential Edition riunisce il gioco originale ad alcuni dei moduli di Tuscany per lanciare la versione definitiva di Viticulture.
Per 1-6 giocatori (è da un po' che non si vedeva un range simile), durata tra i 45 e i 120 minuti, dedicato teoricamente a giocatori assidui (13+), si basa su meccaniche di piazzamento lavoratori, gestione mano, collezione set, asta per l'ordine di turno.
Due parole sul target del gioco. 13+ indica un gioco per esperti. Per intenderci Caylus è 12+, Agricola idem e Age of Discovery addirittura 10+, giusto per citare i tre giochi che ritengo il gold standard del piazzamento lavoratori.
Forse erano altri tempi e gli editori avevano più fiducia nelle capacità dei giocatori, forse la platea dei giocatori era più ristretta e motivata.
In ogni caso Viticulture ha delle regole davvero base, direi da 10+ come indicazione d'età e magari l'aggiunta delle carte con svariati effetti lo porta a salire... non so, comunque lo definirei un peso medio al massimo, se non un family+, non certo un gioco per esperti.
Come si gioca a Viticulture Essential Edition in breve
Ogni giocatore parte con una tenuta comprendente una piccola cantina, vasche di pigiatura di valore tra uno e nove per uva bianca e rossa e tre vigneti di valore cinque, sei e sette su cui piantare carte Vigna. Inoltre ha diversi spazi edificio costruibile, ciascuno con un costo e la sua bella sagomina in legno: ogni edificio dà un'abilità speciale, una volta edificato. Il mulino, per esempio, fornisce un punto vittoria quando si pianta una vite; le cantine media e grande consentono di immagazzinare vini di valore rispettivamente fino a sei e a nove, oltre a consentire di avere posto per rosé e spumante; il carretto permette di sradicare una vite già piantata o vendemmiare un intero vigneto; ecc.
Ogni round è diviso in quattro stagioni:
- Primavera: in ordine di turno dal primo giocatore (identificato con un segnalino che gira in senso orario), ciascuno piazza il suo segnalino gallo sulla scala dell'ordine di turno per il round corrente. Più tardi si agisce, maggiore sarà il bonus gratuito ottenuto, viceversa si avrà la possibilità di scegliere prima degli altri gli spazi azione.
- Estate: qui si esegue una prima fase di piazzamento lavoratori classica, quindi un piazzamento a testa, a giro, fino a che tutti passano. All'inizio della partita avrete tre lavoratori, ma potrete acquistarne altri tre nel corso del gioco. Uno di quelli iniziali è un lavoratore “grande”, che può andare a eseguire un'azione anche in un qualsiasi spazio già occupato. Lo amerete. Da notare che i lavoratori piazzati nella parte “Estate” della plancia non vengono ripresi se non a fine anno/round, per cui dovete tenerne qualcuno per l'inverno, se volete agire anche in quella stagione.
- Autunno: ciascuno pesca una carta aiutante, estivo o invernale. Sono carte che danno azioni speciali, bonus, ecc. Molto importanti.
- Inverno: con i lavoratori rimasti dall'estate, si esegue ora una seconda fase di piazzamento lavoratori su questa parte della plancia.
In sostanza, le azioni estive (e le carte aiutante estivo) sono più preparatorie: prendi carte vite, pianti le viti, vendi una vigna per incassare contanti, giochi gli aiutanti estivi, costruisci edifici, ecc. Quelle invernali vanno a finalizzare il tuo operato: giochi aiutanti invernali, raccogli l'uva da una vigna, la trasformi in vino, soddisfi con i diversi vini le carte contratto che sono quelle che forniscono la maggior parte dei punti vittoria e una rendita in soldi annua.
Lo scopo del gioco è infatti essere quello con più punti accumulati quando almeno un giocatore raggiunge venti punti vittoria.
Quando si raccoglie l'uva da una vigna, si somma il valore delle viti di tale vigna (bianche e rosse separate) e si piazza l'uva nel corrispettivo valore delle vasche di pigiatura. Quando di qui la si trasforma in vino, la gemma di vetro usata come segnalino si sposta nella cantina, sul valore corrispondente, se lo avete disponibile. Quindi se un contratto vi richiede un rosso di valore 6 e un bianco da 4, dovete spendere due gemme di quel colore e valore (o maggiore).
Alla fine di ogni round, sia il vino ancora in cantina che l'uva (sic.) ancora nelle vasche scorrono di uno spazio, aumentando di uno il loro valore, stagionando.
Materiali: nella botte squadrata
Ha una scatolina bellissima, questo Viticulture Essential Edition. Compatta, più alta che larga, quasi quadrata. Scomoda, ovviamente, ma molto carina. Plance robuste, carte plasticate come non ne vedevo da un po', ammalianti gocce di vetro per uva e vino, infine un inadeguatissimo divisorio interno, soprattutto per le carte grandi, i cui alloggiamenti sono strettissimi e ogni volta, per tirare fuori il mazzo (non imbustato, figuriamoci con le bustine) bisogna far forza con unghie e polpastrelli, rischiando di rovinarlo.
Sul tavolo non occupa nemmeno tanto spazio, perché il tabellone centrale è davvero compatto e anche le plance personali sono delle giusta misura per alloggiare tutto senza congestionare la superficie.
Le illustrazioni sono piacevoli e bucoliche, la grafica intuitiva. C'è comunque una certa dipendenza dalla lingua, specie nelle carte, per cui si consiglia la versione in italiano.
Ambientazione: la Tuscany vista dagli USA
A scanso di equivoci: se state cercando un gioco che tratti della produzione del vino, questo è già più ambientato di Vinhos, per non parlare di altri giochi in cui si produce beveraggio, tipo Heaven & Ale, ancora più astratto.
Però ecco, se in terra di ciechi il monocolo è re, qui non possiamo non notare che le stagioni sono sfalsate di una posizione (si dovrebbe piantare roba in primavera e vendemmiare in autunno, non fare queste cose in estate e in inverno); l'uva stagiona, esattamente come il vino, oltretutto permanendo nelle vasche di pigiatura a oltranza; il rosè pare per gli americani sia più pregiato di bianco e rosso, mentre a casa nostra fa schifo anche al porco; per fare lo spumante si crea una misteriosa mistura alchemica di due parti di uva nera e una di bianca, più adatta a Trismegistus, che non a Viticulture.
Che poi probabilmente siamo solo noi a notare queste cose. In fondo la filiera produttiva fondamentale è rappresentata: si pianta la vite, si vendemmia, si pigia l'uva in vino, si vendono le bottiglie. Vabbè, beviamoci su.
Meccaniche: piazzamento e pesca
Partiamo dagli aspetti riusciti.
L'ordine di turno è una bella chicca, che pone una scelta subito a tutti di non immediata valutazione. Può regalare un'azione più o meno potente e al contempo designa la relativa posizione nel round. Da tre giocatori in su la meccanica inizia a brillare davvero, ma devo dire che pure in due ha il suo perché.
Altro gran pregio è la scalabilità. Raramente ho visto un gioco adattarsi così bene in un range così ampio. Gli spazi scalano in base al numero dei partecipanti (1-2, 3-4, 5-6) e soprattutto anche il tempo di gioco rimane molto compatto, persino in sei.
Pure la versione in solitario, che di solito aborro, qui è estremamente semplice da imparare e costituisce una bella sfida.
Il piazzamento è bello stretto e dà quella piacevole sensazione di urgenza e, a tratti, frustrazione. Alcuni spazi concedono bonus e saranno i più appetibili... ma solo il primo a piazzare ne beneficerà.
Inoltre, il gioco fornisce scappatoie per eseguire le azioni in altro modo: con il carretto, per esempio, che vendemmia come azione personale, ma soprattutto con le carte aiutante gialle e blu (estive e invernali) che danno sovente mosse aggiuntive o combinate per risparmiare tempo e ottimizzare le poche azioni disponibili. Ma anche per giocare tali carte occorre occupare lo spazio azione apposito, quindi la competizione rimane viva.
Qui però arriva anche la parte meno gradevole del gioco. Io non so se gli autori avessero in mente Agricola quando hanno partorito Viticulture. Fatto sta che la combo carte con millemila effetti + piazzamento lavoratori ha nel gioco di Rosenberg il suo punto di riferimento. Lì, però, le carte le hai in mano, fin da subito, tutte. Non solo, ma esegui un draft, per cercare combinazioni migliori. Puoi insomma costruire un'intera strategia prima della partita, sulla base di quello che hai in mano.
In Viticulture non è solo questione di pescare, ma di fare incastrare le pescate di ben quattro mazzi tra loro, di cui due fondamentali per avviare il proprio motore (le viti) e finalizzarlo in punti (i contratti). Non solo, aggiungiamo un'altra aggravante: la rapidità del gioco. Hai davvero pochi round a disposizione (a meno che tutti al tavolo non stiate giocando utilizzando la parte rettile del cervello), per cui una giusta combo può lanciarti velocemente verso i fatidici venti punti, mentre qualche pesca sfortunata ti lascia inesorabilmente, irrimediabilmente e rabbiosamente indietro.
E qui tocca passare al paragrafo successivo.
Dinamiche: ho ribaltato il tavolo
Era tanto che non mi capitava di mollare una partita prima della fine, con la voglia di ribaltare tutto all'aria. Concedere la vittoria anzitempo ha tutto un altro sapore, quando puoi far volare pezzi di gioco ovunque e invocare esseri immaginari.
Come dicevo sopra, sono quattro i mazzi i cui effetti si incastrano tra loro. Possono farlo bene o male. Potete pescare l'aiutante perfetto per la situazione in cui siete, o quello che non userete nemmeno nelle due partite successive. Potete pescare contratti affini o contratti che vanno in direzioni opposte; soprattutto contratti che si combinano bene con le vostre uve. Le uve... quando poi pescate sei bianchi di fila e avete disperatamente bisogno di un nero, probabilmente gli avversari veleggiano già verso i 17-18 punti e voi siete ancora lì a zappare la terra col sudore che vi cola negli occhi.
Ho anche vinto eh, a questo benedetto Viticulture, ma pure in quei casi mi sono ben accorto di non aver poi giocato davvero meglio dei miei avversari, ma solo di aver pescato meglio di loro. Per cui nemmeno la soddisfazione completa di dire “stavolta sono stato davvero bravo”.
Quindi maneggiate questa scatola con le dovute precauzioni: potreste ritrovarla spiacevolmente ammaccata.
Conclusione: il primo in classifica
La Stonemaier Games è da sempre una ditta molto forte nella fidelizzazione della propria clientela, nella comunicazione, nella disponibilità e nella correttezza verso l'utenza. A questo aggiungiamo una cura dei materiali e del prodotto in generale davvero all'avanguardia. Sommiamo pure una capacità di creare hype e aspettative nel cliente e una disponibilità di scatole sempre attenta al mercato, nonché un'ampia rete di localizzazioni efficienti e rapide. Aggiungiamo pure il fascino dell'ambientazione, molto amata dalla maggior parte del pubblico votante di BoardGameGeek.
Ah, ma si parlava di Viticulture. È un buon gioco? In fondo sì. È il miglior piazzamento lavoratori della storia? No, direi che è il piazzamento lavoratori col voto più alto su BGG. Che non è la stessa cosa, neanche lontanamente.
Materiali ***
Grafica/disegni ****
Ergonomia ***
Ambientazione **
Regolamento ****
Scalabilità *****
Rigiocabilità ***
Originalità **
Interazione ***
Profondità *
Strategia **
Tattica **
Eleganza ***
Fluidità ****
Legenda: – (pessimo/assente), * (scarso), ** (sufficiente), *** (buono), **** (ottimo), ***** (eccellente)