I tre migliori giochi da tavolo di... Jamey Stegmaier

Autore ma anche editore, in qualche modo sempre al centro della scena ludica.

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Biografia apocrifa del signor Darcy

- Stretch goal 30 commenti -

Jamey Stegmaier è quello che si può definire un venditore nato, il Mastrota del gioco da Tavolo. Tutto (o quasi) quello che tocca diventa oro e la maggior parte dei suoi giochi, che siano suoi come autore o solo come editore, raggiunge sempre un vasto pubblico e spesso anche ottimi consensi, probabilmente anche oltre i reali meriti.

E pensare che Jamey ha fatto quello che potremmo considerare il percorso inverso, rispetto a buona parte dell'editoria classica: partito da Kickstarter, è passato progressivamente alla sola distribuzione retail.

Kickstarter è infatti il motore che lancia la Stonemaier Games nel mondo del gioco. Jamey ha una visione chiara di come sfruttar tale motore e non esita a metterla per iscritto, prima con vari capitoli sul suo blog, poi riunendoli in un libro*, che sono andato a leggermi, in cui il concetto principale che emerge chiaramente è questo: costruire una propria community di utenti affezionati, che ti seguano e supportino in tutto quello che fai.

E Jamey ci riesce benissimo: è comunicativo, ci mette sempre la faccia, è onesto nei suoi rapporti con i backers, li accontenta quando può e spiega perché quando non può, cura il prodotto al massimo dal punto di vista editoriale, produttivo e distributivo, sa creare hype con un misto di pubblicità, preordini e quantità iniziali limitate del prodotto, sta attento a come agisce sui social, cavalca con successo l'onda mainstream delle ultime tendenze di pensiero e attitudine.

Viticulture è il gioco che lo lancia col grande pubblico di Kickstarter. Si tratta di un gioco a tema bucolico – la coltivazione della vigna e la produzione del vino – ambientato nientemeno che in Toscana. Gli americani difatti ci vanno pazzi, i toscani meno e gli enologi rabbrividiscono per le approssimazioni inserite, tipo l'uva che invecchia di anno in anno.
Al di là di questo, Viticulture si fa conoscere per la sua semplicità, tanto da essere adatto anche a principianti e per la varietà data dai diversi mazzi di carte. Negli anni successivi viene completato e reso un po' più corposo dall'espansione Tuscany e poi vede anche una seconda edizione rivisitata, con ulteriore nuova espansione.

Euphoria è un dignitoso piazzamento lavoratori (rappresentati da dadi che vengono ritirati ogni volta che sono scalzati da uno spazio azione) in cui si evidenziano, ancora più che in Viticulture, gli stilemi con cui Stegmaier produrrà poi tutti gli altri giochi a venire:

  • Ricerca di turni brevi e flusso di gioco rapido. Jamey ha sempre dichiarato di non volere giochi in cui ci sono fasi che interrompono il gameplay e che preferisce giocare spesso e per poco tempo, scegliendo tra poche opzioni, piuttosto che avere turno lunghi ed elaborati (il contrario di Vlaada Chvàtil, per intenderci).
  • Materiali ed estetica superiori alla media. Si va da una grafica molto chiara e pulita a risorse sagomate, a parti di plastica che si integrano col classico legno.

Ma il vero botto, la Stonemaier Games lo fa col gioco successivo: Scythe. Animato dai bellissimi disegni di Jakub Rozalski, trasporta i giocatori in un inizio '900 ucronico, in cui grossi mech proteggono l'espansione dei propri popoli e saltuariamente combattono tra loro per la supremazia.
Anche in questo caso, turni rapidi, solo quattro azioni alla volta tra cui scegliere, nessuna fase di mantenimento ma un flusso di gioco agile e continuo. Non mancano le critiche, soprattutto da chi si aspettava un'interazione più frequente (e che comunque è presente e diretta), ma i consensi sono ampi sia per pubblico che critica. Tanto che escono diverse espansioni più o meno invasive, tra cui anche una campagna Legacy: The Rise of Fenris.

A questo punto Stegmaier sente di avere abbastanza fanbase per correre da solo, senza più l'aiuto del crowdfunding. Dopotutto Kickstarter aiuta a partire chi deve farsi un nome, ma una campagna costa e la percentuale che Kickstarter si prende non è indifferente.
La Stonemaier non ha solo un pubblico affezionato e fedele, pronto al preordine istantaneo, ma anche una rete ormai consolidata di partner commerciali che localizzano i suoi giochi in giro per il mondo.
Charterstone: copertina
Charterstone

E infatti Charterstone parte benissimo, nel senso che c'è grande attesa per il Legacy targato Stonemaier. Oltretutto il volpone di Jamey promette un kit per ripristinare il gioco e ripartire da capo con la campagna. Cosa che in un Legacy ha poco senso, ma che può aiutare a vendere il titolo anche a chi ancora non ha compreso questo concetto base.
Purtroppo però il gioco non rispetta le aspettative. Il gameplay si rivela troppo piatto con giri obbligati, la storia è debole e senza climax.

È probabilmente il primo mezzo passo falso per Stegmaier, ma il secondo è alle porte. Prima, però, Rise of Fenris fa prendere all'autore una parziale rivincita su Chartestone e sul sistema Legacy in generale, dato che chi lo ha provato ne parla molto bene. Probabilmente l'essere legato a Scythe, il suo più grande successo, aiuta.
Tapestry: capitale
Tapestry: capitale

Tapestry è il successivo attesissimo gioco, presentato come un civ-game snello, con materiali di lusso (grossi edifici in plastica precolorati, plance ruvide per non far scivolare i pezzi, risorse sagomate), prezzo alle stelle e tante aspettative. È forse una delusione ancora maggiore di Charterstone: l'aspetto di civilizzazione è confuso e banale, il gameplay eccessivamente lineare, l'opulenza dei materiali fine a sé stessa e soprattutto il bilanciamento tra le fazioni talmente approssimativo che anche un giocatore mediamente esperto se ne rende conto alla prima occasione. Con Plans and Plays, l'espansione dell'anno successivo, Stegmaier tenta di metterci una pezza, ribilanciando un po' a manate le varie fazioni (nel senso che sbatte punti di partenza in più o in meno un po' dappertutto, senza un ribilanciamento fine delle abilità). Ormai però il danno è fatto e tra coloro che non sono fan incondizionati della Stonemaier si inizia a considerare Scythe come un po' un'eccezione positiva nella produzione per il resto mediocre dell'autore. Autore che peraltro non si cruccia più di tanto del flop di Tapestry, coccolato invece nel frattempo dal successo mondiale di Wingspan, non suo autorialmente, ma da lui pubblicato.

Avendo dedicato il 2020 alle espansioni del suddetto Wingspan e alla pubblicazione di Pendulum (anche questo presentato come rivoluzionario da una spinta campagna di marketing e infine rivelatosi un altro clamoroso buco nell'acqua), si passa al 2021 con l'ultima creazione di Stegmaier: Red Rising
È un gioco di carte ispirato a una serie di romanzi. Nel gioco bisogna sostanzialmente affinare la propria mano di carte con l'obiettivo finale di avere una combo che porta più punti degli altri. Ricalcaldo il suo classico stile, la meccanica è semplicissima e rapidissima: si gioca una carta dalla mano su un luogo, attivandone l'effetto, e si preleva una delle carte posizionate su tale luogo in precedenza, aggiungendola alla propria mano.

Andiamo dunque a vedere i migliori tre giochi di questo grande comunicatore che risponde al nome di Jamey Stegmaier.
Scythe particolare
Scythe particolare

Scythe

Considerato il suo capolavoro, è stato molto venduto, votato e premiato nel corso degli anni. Si tratta di un ibrido in cui si può facilmente coltivare il proprio orticello e ricordarsi degli altri solo verso la fine della partita, ma è anche possibile impostare una strategia più aggressiva e con più combattimenti, utili soprattutto se avete la fazione giusta. 
In ogni caso la sua alta accessibilità, l'ottima scalabilità verso l'alto (con la prima espansione regge fino a a ben 7 giocatori in tempi di gioco contenuti) e l'effetto corsa che le sue dinamiche innescano, lo hanno reso apprezzabile da un pubblico vasto ed eterogeneo.
> recensione

Perché dovreste provarlo

Perché è un ottimo esempio di ibrido ben riuscito e perché la parte gestionale, unita all'elemento di corsa nell'innesco del fine partita genera sempre una buona tensione al tavolo da gioco.

Perché potrebbe non fare al caso vostro

Non piace soprattutto agli amanti dell'azione e dello scontro, a chi ha creduto fosse una sorta di wargame o comunque un gioco con la conquista come elemento fondamentale. Invece no: Scythe è un gioco di gestione risorse con la guerra a fare da deterrente, più che da protagonista.

Red Rising

Intendiamoci: per la produzione di Jamey Stegmaier, per me, potete anche fermarvi a Scythe. Metto Red Rising perché ha un target diverso, più casual e perché se è una top-3, altri due li devo trovare per forza.
Si tratta fondamentalmente di un gioco di combo, in cui ogni turno cambierete una carta tra quelle in mano con una di quelle disponibili sul display comune, attivando anche l'effetto del luogo da cui prelevate la nuova carta. Il tutto è finalizzato all'accumulo del maggior numero di punti partita, dati da avanzamenti su vari tracciati sul tabellone (cosa che si ottiene quando appunto si prendono le nuove carte) e dalle molteplici e uniche combinazioni tra ciò che vi rimane in mano alla fine.
Ci sono ben 14 colori/fazioni e ogni carta nel mazzo è unica, cosa che assicura partite sempre varie e diverse.
> recensione

Perché dovreste provarlo

Se vi piacciono i giochi tattici, veloci, immediatamente fruibili, può fare al caso vostro. 

Perché potrebbe non fare al caso vostro

Molto poco controllabile, con un'ambientazione appiccicata, o quantomeno le meccaniche di gioco fanno capire ben poco di cosa ci sia dietro a livello di romanzi. Nonostante il sistema semplicissimo, le tante combinazioni possono dare origine a momenti di pesante paralisi da analisi.
Viticulture: partita
Viticulture: partita

Viticulture Essential + Tuscany

Il fatto che io sia stato costretto a mettere Viticulture come miglior terzo gioco la dice lunga sulla ludografia stegmaieriana. Perché Viticulture è, in tutto e per tutto, un gioco modesto. Badate bene che specifico di prendere l'ultima versione, la Essential, che è almeno stata limata nelle scricchiolanti meccaniche rispetto alla prima, più anche il modulo Tuscany che almeno dà quel poco di profondità tattica in più. Quindi sta a voi decidere se val la pena spendere una cifra ragguardevole per base + espansione per avere poi in libreria... Viticulture.
> recensione

Perché dovreste provarlo

Se amate molto il tema (a rischio licenze poetiche però) e se tutto sommato vi serve qualcosa di poco pretenzioso da proporre ai neofiti come piazzamento lavoratori (facendo finta che non esistano Stone Age o Architetti del Regno Occidentale).

Perché potrebbe non fare al caso vostro

Per un sacco di motivi, tra cui almeno una cinquantina di giochi nella stessa fascia di peso che funzionano meglio. Ha un impatto della fortuna notevole nella pesca delle carte e in questo gioco, di durata peraltro breve, è difficile rimediare a qualcosa di sfortunato.

Giochi principali:
2013 – Viticulture 
2014 – Viticulture: Tuscany – Expand the World of Viticulture
2014 – Euphoria: Build a Better Dystopia
2015 – Viticulture Essential Edition
2016 – Viticulture: Tuscany Essential Edition
2016 – Scythe 
2017 – Charterstone
2018 – Scythe: The Rise of Fenris
2019 – Tapestry 
2021 – Red Rising

* A Crowdfunders Strategy Guide: Build a Better Business by Building Community

Commenti

Che bell'articolo: duro, onesto, basato sui fatti, dalla parte dei giocatori, imparziale. Ce ne fossero di più. 

A mio parere il merito maggiore di Viticulture, quasi mai riportato e motivo che me lo fece acquistare anni fa,  è che è uno dei pochi piazzamento lavoratori che risulta piuttosto piacevole anche in 6 giocatori.

Scythe: tanta roba!!!

Tapestry: per me è un bel gioco; basta partire dal presupposto che non è un gioco di civilizzazione, ma un piazzamento lavoratori...

 

A leggere prima il consiglio di Agzaroth... mi sarei volentieri fermato a Scythe, che per me è un buon titolo, mentre quello che ho provato dopo mi ha deluso: Viticulture + Tuscany e Tapestry. Difficilmente avrò voglia di mettere sul tavolo altro dello stesso autore, con tutto quello che offre il mondo dei giochi da tavolo, sono poco propenso a perdere tempo con l'ennesimo titolo di Jamey Stegmaier (diciamo le sue scelte di game design sono fortemente incompatibili con i miei gusti ludici).

NeuroDave scrive:

A mio parere il merito maggiore di Viticulture, quasi mai riportato e motivo che me lo fece acquistare anni fa,  è che è uno dei pochi piazzamento lavoratori che risulta piuttosto piacevole anche in 6 giocatori.

 

Vero - aggiungo che ha anche delle componenti (specie con le monete) davvero belle. 

Infatti a un certo punto pensavo che la top 3 fosse:

1. Scythe

2. Scythe: The Rise of Fenris

3. Scythe: The Wind Gambit  :-D 

"Gli americani difatti ci vanno pazzi, i toscani meno e gli enologi rabbrividiscono per le approssimazioni inserite, tipo l'uva che invecchia di anno in anno"

Amen

 

Ma quindi... Wingspan no ? Perché ? Mi date un pro/contro ? (non l'ho provato ma il prurito di comprarlo cel'ho). Tks.

GEB scrive:

Ma quindi... Wingspan no ? Perché ? Mi date un pro/contro ? (non l'ho provato ma il prurito di comprarlo cel'ho). Tks.

Perchè non è di Stegmaier, ma di Elizabeth Hargrave. La Stonemaier è la casa editrice, ma il padrone non è entrato nel design del gioco.

Acc... Si in effetti, qui di parla di autore... Sono stato sviato dalla citazione. Sorry 😔

Wingspan, per me è più un successo della grande capacità commerciale della Stonemaier che del game design

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