Versus: Dune Imperium VS Lost Ruins of Arnak VS Lewis & Clark

Tre giochi che utilizzano l'abbinamento deck-building e piazzamento lavoratori.

Approfondimenti
Giochi

Dune: Imperium, di Paul Dennen, per 1-4 giocatori, 60-120 minuti.
> Recensione di Gen0
> Recensione di Agzaroth

Lost Ruins of Arnak, di Min & Elwen, per 1-4 giocatori, 30-120 minuti.
> Recensione di Agzaroth
> Recensione di Mica
> Recensione di Pennuto77

Lewis & Clark, di Cédrick Chaboussit, per 1-5 giocatori, 30-150 minuti.
> Recensione di Agzaroth
> Guida strategica

Tre giochi che richiedono un confronto, due perché usciti a breve distanza l'uno dall'altro e con diversi punti in comune, l'altro, il terzo, perché antesignano delle meccaniche che caratterizzano gli altri.

Al di là di quale sia il gioco migliore tra i tre, evincibile dalle recensioni, cerchiamo di capire meglio a chi siano destinati e le differenze più profonde, che emergono al di là dei punti di contatto evidenti.

Differenze nel genere

Lewis & Clark mappa
Partiamo dal genere: Le prime importanti differenze stanno in questo parametro, ovvero il tipo di pubblico a cui i giochi sono rivolti.
Sia Arnak che Lewis & Clark sono due german, due eurogame con interazione indiretta. Ciò significa che, in ciascuno dei due, il giocatore tenterà di costruire il più efficiente motore di carte e il disturbo dato agli altri sarà essenzialmente nel rubare una carta appetibile dal display o una zona desiderata nel piazzamento lavoratore. In Lewis & Clark, per le sue meccaniche, c'è anche un elemento di possibile “interazione positiva”, dato che si possono raccogliere più risorse sfruttando anche le carte già giocate dai vicini, inoltre la potenza di alcune carte si basa sulle posizioni relative degli esploratori di tutti sul percorso. 
Dune: Imperium ha gli elementi sopra e, in più, un forte elemento di conflitto diretto, dato dalle battaglie risolte con due meccaniche integrate: maggioranza e scelta simultanea (di carte che vanno a influire sulle forze in campo).

Questo secondo elemento, considerata anche la forte casualità e variabilità delle carte pescate, fanno di Dune: Imperium un gioco ibrido, ovvero un titolo potenzialmente appetibile sia da giocatori euro (purché non troppo maniaci del controllo), che american (purché non troppo innamorati dell'ambientazione).

La controllabilità del gioco è un altro elemento che connota come target i tre giochi e si integra col precedente. 
In questo caso, come vedremo poi nella parte meccanica, Lewis & Clark è il più controllabile, quello in cui l'esperienza e la bravura risultano più evidenti, il più premiante verso chi gioca meglio.
Lost Ruins of Arnak e Dune: Imperium hanno entrambi maggiori elementi randomici e, sebbene in Dune: Imperium questi siano più palpabili e subito evidenti (le carte Intrigo con i loro svariati effetti), mi sento di dire che in realtà l'incisività del caso risulta poi subdolamente maggiore in Arnak, probabilmente per la durata minore, per cui c'è meno speranze di recuperare eventi negativi, probabilmente anche per la sua natura di gioco costruito sulle combo, per cui incastrare alcune sequenze fortunate o sfortunate, con le risorse ottenute dai mostri scoperti, diventa puramente casuale.

In questo caso, quindi, l'asticella del genere german pende decisamente più dalla parte di Lewis & Clark. Gli altri due hanno entrambi una maggiore componente aleatoria che però dà una diversa sensazione di gioco:
in Dune: Imperium è funzionale al deck-building e alle battaglie, spingendo dal lato american del titolo;
in Arnak è più finalizzata a un elemento di “leggerezza” del gioco, ovvero al nostro prossimo paragrafo: il target.

Differenze nel target

Dune Imperium
Per target di gioco s'intende il tipo di pubblico per cui è pensato un titolo. 
In questo caso, possiamo ordinare i tre giochi in fila, partendo da Lewis & Clark, che è il più difficile dei tre da padroneggiare, quello con la curva di apprendimento più schiacciata, il più punitivo. La sua difficile ottimizzazione di mano e risorse fa sì che un novizio sia sempre battuto da un esperto e il maggiore controllo che si ha sui meccanismi di gioco non fa che esaltare questo aspetto. Lewis & Clark è un gioco per giocatori esperti.

Dune: Imperium sta nel mezzo, è più opaco rispetto ad Arnak, nel senso che la conversione e l'importanza reciproca tra risorse  e interazioni tra le carte sono aspetti meno immediati e cristallini. Occorre costruirsi meglio non solo un motore, ma in generale un piano per ottenere punti vittoria. 
Dune: Imperium è un gioco per giocatori abituali.

Arnak è il più leggero dei tre, quello che, per le sue stesse meccaniche, dà comunque un contentino sempre, il più “piacione” (pure esteticamente), in cui le correlazioni tra elementi sono immediate e lineari. 
Potete far giocare Lost Ruins of Arnak anche a casual gamers, anche se poi per giocarlo bene serve uno step in più.

Quindi, a seconda del vostro livello di esperienza, la sfida di gioco sarà più adeguata e soddisfacente – o viceversa inadeguata e frustrante – se farete corrispondere tra i tre il gioco più adatto.

Differenze nella meccanica base

Pur essendo apparentemente tre giochi basati sulla stessa combo di meccaniche, anche in questo caso le differenze ci sono. 

  • La prima, macroscopica, è nel controllo

Lewis & Clark è un gioco di hand-building, ovvero quello che si costruisce non è un mazzo in cui poi la pesca è casuale, ma una mano di carte in cui non c'è casualità. La differenza è fondamentale. In Lewis & Clark il gioco è letteralmente in mano al giocatore, sempre, e la costruzione e l'utilizzo delle carte dipendono solo dalle sue scelte.
Quello di Arnak è un deck-building, per cui si costruisce un mazzo da cui si pescheranno poi carte di turno in turno, senza possibilità di conservarne alcuna. Però – ed è la novità introdotta – Arnak obbliga a mettere le carte acquistate dal display (tranne gli artefatti) direttamente sotto al mazzo di pesca, in modo da posizionarle più vicine alla prossima mano pescata, mente gli altri scarti giocati (e gli artefatti acquistati) vengono rimescolati e piazzati poi sempre sotto al mazzo di pesca. In sostanza va ad eliminare il classico mazzo degli scarti, consentendo un utilizzo più sicuro ed immediato delle nuove carte, anche in virtù del fatto di avere solo sei carte come mazzo iniziale. Questo meccanismo è in realtà più evidente e funzionante ad inizio partita, poi si va un po' a perdere, all'aumentare del mazzo.
In Dune: Imperium il deck-building è invece assolutamente classico, per cui si pescano cinque carte, si usano tutte e si scartano, ripescandone di nuove e le carte acquisite finiscono sempre in cima al mazzo degli scarti, che viene rimescolato in un nuovo mazzo di pesca quando il vecchio si esaurisce. Nulla di nuovo sotto il sole, in questo caso.

Tabellone
Al lato pratico, la grossa differenza è percepibile tra Lewis & Clark e gli altri due, piuttosto che tra Arnak e Dune: Imperium.

Qui la sintesi migliore la realizza Dune: Imperium. Ogni carta ha una doppia valenza (tripla, se consideriamo le combo di fazione), per cui può essere usata per piazzare un lavoratore in un determinato luogo e non in altri, e attivare l'abilità nella carta stessa, se presente. Altrimenti può essere rivelata a fine round, attivando però stavolta solo gli effetti nello sfondo blu, che diversamente non sono innescati in fase di piazzamento.
Anche Arnak ha comunque un buon sistema integrato, dato che le carte, se vengono usate per spedire un esploratore in un luogo, devono essere pagate per i loro simboli viaggio e non per gli effetti forniti.
In Lewis & Clark, invece, le due cose sono più slegate ed alternative. Quando si spedisce un indiano al campo sul tabellone, le carte non vengono toccate, se non indirettamente: quando infatti si giocano carte, è possibile potenziarne l'effetto piazzandovi uno o più indiani, a patto di averli disponibili e non già piazzati al villaggio. 

In conclusione, la migliore sintesi, parlando di game-design, la fa Dune: Imperium.

Differenze nella scalabilità e durata

Queste sono due voci che possono influire se avete un gruppo ristretto e fisso di persone, per cui difficilmente adattabile.

Lewis & Clark ha una buona scalabilità, ma quello che lo penalizza è la durata, specie con neofiti, che aumenta molto, per cui il numero ideale di giocatori è 3, anche per sfruttare la meccanica che consente di usufruire dei simboli giocati dal vicino destro e sinistro. 
Si gioca molto bene anche in 2 ed ha un buon solitario. In 4-5 durata e downtime iniziano a farsi sentire, a meno che non siate già tutti molto bravi.

Dune: Imperium funziona invece meglio in 4, giocabile in 3, mentre in 2 o da soli occorre usare un bot. Ecco, il solitario è forse il migliore del terzetto, se proprio vi piace questa modalità. La durata, anche in 4, supera difficilmente le due ore.

Lost Ruins of Arnak è quello più scalabile, funzionando bene da 1 a 4 partecipanti, anche se probabilmente a favore di questa caratteristica gioca il fatto di essere il meno interattivo dei tre. Come durata, però, spesso, anche se i round sono la metà, si ha spesso l'impressione che si trascini di più rispetto a Dune: Imperium.

Concludendo: Arnak è il più versatile da 1 a 4, Dune: Imperium il migliore in 4 e in solitario, Lewis & Clark ottimo in 3, poi scende al calare o al salire dei partecipanti.

Differenze in curva di apprendimento e profondità di gioco

Come abbiamo già accennato, se dobbiamo metterli in ordine per quanto sia difficile imparare a giocare bene e per la profondità di gioco restituita, penso che possiamo disporli in questo modo:

La curva di apprendimento è maggiore in Lewis & Clark, per il quale occorrerà più tempo per diventare bravi. In seconda posizione probabilmente Arnak, perché le combo richieste sono spesso meno immediatamente accessibili delle meccaniche di Dune: Imperium. Questo ha dalla sua una maggiore competizione e quindi la necessità di fare molto più spesso i conti con gli altri e con la riformulazione dei propri piani. Insomma, Dune: Imperium fa in realtà leva su abilità diverse, rispetto a quelle degli altri due, più tattiche che strategiche, più interattive che riflessive.

Dal punto di vista della profondità, anche in questo caso metto Lewis & Clark al primo posto, perché davvero ogni partita è un sottile gioco di corsa e ottimizzazione.
Dune: Imperium stavolta si aggiudica il secondo, perché il suo essere sempre vario e imprevedibile mantiene viva la profondità in ogni partita. 
Lost Ruins of Arnak è quello invece che, una volta padroneggiato, scorre via più lineare ed indisturbato.

In sintesi, Lewis & Clark è il più complesso e profondo, gli altri due se la giocano al secondo posto, privilegiando Dune: Imperium l'aspetto più adattivo, Arnak quello più programmatico.

Altre differenze: materiali e ambientazione

Per chi di voi è particolarmente sensibile ai luccichii dell'estetica, ecco che Arnak è sicuramente il più appetibile, con le risorse sagomate, i diversi materiali, i disegni tutti diversi e intriganti. 
Lewis & Clark e Dune: Imperium sono bene o male appaiati, con il primo che ha un tabellone decisamente più spettacolare, il secondo con le risorse sagomate e la copertina più bella del lotto.

Dal punto di vista dell'ambientazione, nessuno dei tre qui è un campione
Dune: Imperium, che in teoria ha il tema più forte e consolidato alle spalle, riesce nella straordinaria impresa di non far sentire l'ambientazione nemmeno ad un appassionato del libro come me. Lewis & Clark ha una bella storia vera alle spalle, con anche delle note storiche nel manuale, per ogni personaggio presentato, ma in partita non è che questa cosa poi venga fuori molto, lasciando spazio molto più all'effetto gara, che non all'esplorazione vera e propria. 
Arnak è anche qui il più riuscito tra i tre (ma attenzione, in assoluto non lo definirei un gioco molto ambientato), perché molti suoi aspetti sono effettivamente legati allo scoprire tessere e alle difficoltà negli spostamenti.

In conclusione, se questi due aspetti vi preoccupano molto, Arnak in questo caso è il vincitore... ma non scordate che, come dice il detto, “una meccanica è per sempre”.

E il vecchio Dune?
Dune: copertina
Breve digressione per chi fosse così sprovveduto da essere indeciso tra Dune: Imperium e il vecchio Dune della Avalon Hill, da poco ripubblicato da Gale Force Nine.
Non c'entrano nulla l'uno con l'altro, se non per l'ambientazione. Leggendo una qualsiasi recensione dovrebbe essere subito chiaro, ma, azzardo, anche la sola scheda tecnica dei due giochi.
Dune è basato su diplomazia, controllo territorio, conflitto diretto, alleanze e tradimenti. È un gioco american in tutto e per tutto, con le fazioni che partono già molto asimmetriche, si combattono, si aiutano e si pugnalano alle spalle. Occorrono giocatori predisposti a questo, che se ne fanno di tutti i colori in partita, per poi lasciarsi tutto alle spalle a capitolo chiuso. Anche la quantità di regole è superiore, sebbene assolutamente non proibitiva, così come il tempo di gioco, che sfora le tre ore e la scalabilità, essendo un gioco che dà il suo meglio in sei. D'altro canto, il fattore fortuna è veramente basso e anche i combattimenti dipendono per lo più dalle scelte incrociate dei giocatori, che non dal caso.
> Recensione di Dune
> Versus: Dune VS Rex

Commenti

Bella analisi ,sarà che ho adorato ed adoro Lewis & Clark e mi è piaciuto più di Arnak ( una sola partita ed ho pure vinto!) che non mi ha entusiasmato...aspetto di provare Dune anche se sono fan del vecchio Film e spero non abbiano fatto un porcaio col reboot... 

Quando gli anziani fanno ancora da maestri 😌 ..... Ciao anche a te El Grande! 👋🤓

Bella analisi, la attendevo!

Alla fine ho preso Dune (anche se non ancora giocato), e credo che anche leggendo i punti sopra sia quello che fa per me.

Ah, ho anche l'altro Dune, quello bello :-)

Mai giocato arnak.

Due partite a Lewis & Clark che mi hanno annoiato come pochi giochi sono riusciti a fare prima.

Sono a otto/dieci partite a Dune e lo trovo sempre meglio. Un giocone vero che, se l'espansione in uscita manterrà ciò che promette, diventerà un classico intramontabile. 

Lewis&Clark è un gioco che adoro, rimane chiaramente ad un livello diverso rispetto a questi due ma è anche più complesso da intavolare.

Tra gli altri due per ora prediligo arnak che ho giocato solo su BGA, dune lo ho in collezione ma gli do un altro paio di partite di test prima di lanciarlo nel mercatino, per adesso è stato una vera delusione

Grande confronto. A mio parere Dune è più aleatorio di Arnak ma ho fatto solo 3-4 partite ad entrambi per cui non posso dirlo con certezza. Mi pare però che la carta giusta al momento giusto (parlo delle Treachery) può spostare 2-3 punti da un giocatore ad un altro e su 10 punti necessari per vincere per me contano tantissimo. Troppo. Motivo per cui nei miei personali gusti Arnak viene prima di Dune. L&C rimane indiscutibilmente il migliore se non ci si spaventa per la complessità.

Posseggo solo Lewis&Clarke e rimarra' figlio unico

Bell'articolo, bella disamina che mi ha convinto maggiormente nella scelta che farò!
Io sono per "anche l'occhio vuole la sua parte" e devo dire che tra i tre titoli, per i miei gusti, Dune Imperium, illustrazioni delle carte a parte, ha un tabellone con una grafica molto basic che non invoglia molto e dire che avevo molte aspettative su questo titolo, ma poi approfondendo anche le meccaniche e trovandomi a giocare quasi sempre in due, mi indirizzerò senza dubbio su Arnak che ha un comparto grafico di tutto rispetto.
Lewis & Clark probabilmente è un titolo validissimo, forse il migliore dei tre, ma il tema western e l'ambientazione non mi piace per nulla e non faccio fatica a rinunaciarci.

notfound scrive:
Lewis & Clark probabilmente è un titolo validissimo, forse il migliore dei tre, ma il tema western e l'ambientazione non mi piace per nulla e non faccio fatica a rinunaciarci.

Tema western? Sei fuori strada :-)

TigreTN scrive:

 

notfound scrive:Lewis & Clark probabilmente è un titolo validissimo, forse il migliore dei tre, ma il tema western e l'ambientazione non mi piace per nulla e non faccio fatica a rinunaciarci.

 

Tema western? Sei fuori strada :-)

togli "western" dalla frase, tutto il resto non cambia! :-D

 

Su Lewis & Clark non mi posso esprimere perché non l'ho giocato, mentre le rovine perdute di Arnak e Dune si. Al primo ci avrò fatto ormai non so quante partite e sia a me che al gruppo di persone con cui gioco è piaciuto. Dune invece l'avrò giocato 3/4 volte e non mi ha entusiasmato, ha purtroppo dei grossi difetti che indicano poco betatesting, alucni di questi sono:

- solo 3 carte obbiettivo di cui solo due danno punti a fine partita, esse sono in un mazzo che avranno una cinquantina di carte e onestamente non capisco il senso di metterne così poche, a quel punto potevano o metterne in numero maggiore all'interno del mazzo oppure metterne 8 e darne due a ogni giocatore a inizio partita in modo che ne possano completare almeno una. Alla mia prima partita tutte e due le missioni che danno punti sono finite alla stessa persona...

- Perdonatemi ma non mi ricordo il nome della carta ma ce n'è una che è palesemnte sbagliata e può rompere il gioco, praticamente l'effetto ti permette di, se usata come ultima carta, riposizionare il meeple sulla plancia, anche in uno spazio occupato da un altro giocatore, attivarne l'effetto e in più ti fa pure pescare una carta. Praticamente ti puoi ritrovare ad essere l'unico giocatore a poter fare un'azione in più durante la partita... 

- I personaggi non sono proprio bilanciatissimi

- Infine, le monete, arrivi ad un punto della partita, dopo che hai sbloccato lo sconto per l'aquisto delle carte e il meeple aggiuntivo in cui poi non sai davvero che fartene e anche in generale l'area degli spazi verdi diventano meno appetibili rispetto gli altri. 

Con questo non voglio dire che Arnak sia perfetto, anche li ci sono carte più forti di altre e soffre un po' di mancanza di variabilità al setup (almeno finché non uscirà l'espansione che permetterà una maggiore variabilità)  ma non ho trovato quei grossi difetti che mi hanno spinto su dune a non volerlo giocar più. Basti pensare che il proprietario di dune l'ha venduto poco dopo.   

Ho Dune Imperium e Lewis and Clark. Non riesco a intavolarli quanto vorrei. Con Lewis and Clark ho all'attivo circa 5 partite. Con Dune Imperium una decina. Lewis and Clark un ottimo gioco che non trovo così complesso. Complesso da giocare bene sicuramente sì (hard to master), ma a livello di regole e fluidità di gioco lo definirei un peso medio. Ho incontrato cose decisamente più ostiche: si lascia giocare e lo definirei un gioco per giocatori abituali e non necessariamente per esperti. È un gioco con pochissima alea e chi ama il controllo lo amerà. Io gioco a 360 gradi, ma sono cresciuto con Starquest e GDR quindi penso di avere un'anima più American, nonostante alla fine giochi solo quasi eurogame, visto che nel mio gruppo sono per lo più tutti "Germanisti". Per questo al momento, Dune Imperium è forse il mio gioco preferito. Mi stupisce che nella maggior parte dei commenti abbia deluso. Io personalmente sento abbastanza l'ambientazione (mancano i vermi, ma so che in Dune uprising li hanno introdotti), ma mi diverte troppo questo mix tra gestionale e scontro diretto. So che molti considerano le carte intrigo sbilancianti o troppo aleatorie ma secondo me danno il giusto pepe al gioco. Se sta scalando le classifiche di Bgg ci sarà un motivo. 

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