Play Bologna 2025, il report di Pennuto

Pennuto77, TdG

Concludiamo la carrellata dei report da Play Bologna con chi certo non poteva mancare all'appello!

Report
Manifestazioni

Erano anni che non riuscivo a venire alla Play per i soliti motivi: la famiglia esige il suo tributo, specialmente nel fine settimana; spendo già molto per questo hobby tra Essen e la giuria del Goblin Magnifico; le ferie da doversi prendere; eccetera eccetera.

Anche quest’anno infatti non avevo previsto di partecipare.

Poi ci sono delle volte che gli astri si allineano in modo rocambolesco ed incredibile.

Il buon Antonio Mantico della GdT Roma Player, all’evento di ERGO Ludo, mi dice di avere ancora un posto in appartamento a un ottimo prezzo e con eccellente compagnia. Rispondo che sono lusingato ma non posso, non ho preso i biglietti, non mi è semplice organizzare il viaggio in treno ed in macchina, da solo è una traversata lunga e costosa.

Il mercoledì prima della fiera vendo un gioco ad un ragazzo di Fondi che mi dice di poterlo passare a prendere giovedì a pranzo mentre si dirige in macchina alla Play….gli chiedo se per caso ha ancora un posto libero per salire: e c’è!

Faccio una chiamata a Jones (l’esimio presidente della Tana) per sapere se c’è ancora posto tra i dimostratori della Ludoteca, e mi dice che c’è sempre bisogno di dimostratori!

Al lavoro con qualche difficoltà potrei ottenere il venerdì di ferie…

Insomma, tutto si allinea in modo fortunoso, resta solo il permesso del mio capo (NdR mia moglie).
Avendo, per mia enorme fortuna, sposato una santa donna, anche quello arriva senza problemi.
È fatta, si mette lo stretto indispensabile nello zaino e con scarsa preparazione (non sono solito preparare il Listone di Pennuto per la Play…) si parte alla scoperta della nuova edizione bolognese di Play!!

Prima di partire con lo scarno resoconto dei titoli provati (ho passato parecchio tempo in ludoteca a spiegare al pubblico, specialmente il sabato e la domenica), vorrei intanto parlare delle persone con cui ho condiviso questa esperienza:

I compagni di appartamento: Antonio, Francesco ed Emanuele che mi hanno ospitato come se fossimo fratelli, cui aggiungo Michele, che non dormiva con noi ma era come se stesse nella stanza accanto. Grazie ragazzi, sono stato benissimo e spero di non aver disturbato perché per me è stato un piacere ed un onore fare la Play insieme!

I compagni di viaggio: Marco e Gabriele che si sono uniti a noi per il viaggio di andata ed il pranzo della domenica prima del rientro, è stato un piacere conoscervi e chiacchierare con voi. Impossibile poi non ringraziare in modo particolare Luigi che ha guidato per tutta l’andata ed il ritorno. Specialmente al ritorno abbiamo parlato e condiviso opinioni ed esperienze per ore, una persona fantastica con cui abbiamo condiviso un’intesa incredibile, un fratello praticamente! Grazie, è stato davvero un piacere ed un privilegio conoscerti, speriamo di rivederci presto.

Fabio Lopiano spiega Shackleton Base
Fabio Lopiano spiega Shackleton Base
Gli amici della Tana dei Goblin di Genzano: cenare insieme ed incontrarci in fiera mi ha fatto molto piacere, i Castelli Romani ci sono!

I vari content creator con cui ho chiacchierato e giocato: Vincenzo “Il Puzzillo del Sud” che ha giocato con me a Baja Sardinia; Flavio “Il Meeple con la Camicia” con cui questa volta non ho giocato ma con cui chiacchiero sempre volentieri; Ario “ariodb” con cui parlo e condivido pareri ed informazioni per Essen; Devis e Alex i “Double Layer” con cui abbiamo fatto la demo del nuovo "german” della LMS (di cui scriverò più avanti nell’articolo); Marco “PcomePigro” insieme al quale ho provato Blasphemous della LMS, Mosè de “La maschera Riposta” salutato al volo nella folla, alcuni dei “Gioconauti” e del “Dunwich Buyers Club”.

Se ho dimenticato qualcuno chiedo venia.

Bello anche chiacchierare e giocare con autori e sviluppatori vari come Lorenzo e Daniele della ERGO Ludo, Daniele Tascini, Luigi Ferrini, Leonardo ed Emiliano della Ludus Magnus Studio, Nestore Mangone, Fabio Lopiano, Tommaso Battista, Simone Luciani, Phil Eklund, i ragazzi di Weega, tutta la truppa di Ghenos e sicuramente tantissimi altri che ora ho scordato.
Ho rivisto mille amici della Tana, tutti i giurati del Magnifico presenti, gli autori di Hegemony (Vangelis Bagiartakis e Varnavas Timotheou) graditissimi ospiti, tanti amici che ritrovo ad Essen o che vedo spesso dalle mie parti. Impossibile citarli tutti, per cui non nominerò nessuno, sappiate che siete sempre nel mio verde cuore!

La Play non è fatta dei giochi provati, degli acquisti agli stand, delle novità od i prototipi. La Play è fatta delle persone splendide con cui condividi un tavolo, alle volte solo una spiegazione ricevuta o data (e quest’anno ce ne sono state tante), un pasto, un letto, un viaggio, un sorriso, un’informazione, un saluto, due parole…

È come dire che si va a un concerto per sentire le ultime canzoni dell’artista. Per quello ci sono i CD o lo streaming, al concerto è l’atmosfera che conta!

GRAZIE davvero a tutti coloro che hanno reso questa Play bellissima!

Ho giocato poco e spiegato molto (Kutna Hora, Evenfall, Arnak, Chakra, Endeavor Deep Sea…), tuttavia, grazie ad appuntamenti fissati, anteprime da riportare qui e ore libere dai turni qualcosa l’ho provato e voglio riportarvi le mie impressioni. Si tratta di una partita o qualche turno, nulla da prendere come una recensione approfondita. Sono solo primissime impressioni ma come sempre, specie su novità appena uscite o ancora da pubblicare, è sempre meglio di niente.

Baja Sardinia

Baia Sardinia con Vincenzo e Mantico
Baia Sardinia con Vincenzo e Mantico
Appena entrato mi dirigo verso i Goblin ma vengo fermato da Ditadinchiostro che mi comunica esserci un posto libero ad un tavolo di questo gioco in uscita prossimamente per MS/Ergo Ludo. Corro a sedermi insieme a Mantico e niente meno che Vincenzo (il Puzzillo del Sud)! Si tratta del rifacimento (con diverse migliorie) del vecchio titolo Sun Sea & Sand, un gioco del 2010 edito dalla Cwali. Questa nuova versione promette materiali e grafiche davvero notevoli e tanta profondità in più per un titolo di piazzamento lavoratori che rimane di durata contenuta e regolamento piuttosto snello. Ogni giocatore deve gestire un resort nell’omonima baia mirando ad intrattenere al meglio più turisti possibile. Le poche e sudate azioni del gioco vengono impiegate per comprare nuovi alloggi per i numerosi visitatori, costruire attrazioni e divertimenti vari, guadagnare i soldi necessari e mantenere le persone nel proprio resort il più a lungo possibile e accalappiarsi i turisti in arrivo con i traghetti. Le azioni più potenti permettono di costruire nuove strutture e prenotare turisti che arriveranno nei turni successivi. Il costo però è quello di dover attendere anche due turni prima di vedersi tornare il lavoratore piazzato. Ogni turno arrivano nuovi turisti da ottenere prima degli altri piazzandovi il proprio lavoratore, persino prenotando quelli in arrivo nei turni futuri. Tali avventori andranno poi sistemati negli alloggi della propria plancia. Altre azioni permettono di prendere soldi, l’indispensabile valuta del gioco con cui fare tutto il resto; modificare l’ordine di turno; allargare le proprie spiagge per ottenere preziosi turisti bonus in giro con il gommone tra i giocatori; e comprare nuove case e nuove attrazioni. Ci sono quattro tipologie di turisti ed ognuna di esse necessita di attrazioni ed alloggi del medesimo tipo (colore). Al termine del round i turisti si sposteranno da sinistra verso destra sulle plance dei giocatori, e verranno persi nel caso in cui non ci siano le strutture adatte a ospitarli. Viceversa, ogni turista sulla propria plancia darà vantaggi, punti o soldi. Senza soffermarmi oltre sulle meccaniche di gioco posso dire che questo titolo mi ha davvero colpito perché offre una serie di scelte davvero profonde e sofferte in pochissimi turni e necessita di pianificare tutto con estrema cura. Non è un gioco per tutti, perché la gestione dei pochi soldi e dei pochissimi lavoratori a disposizione va fatta con estrema attenzione e con il giusto tempismo andando a dover decidere se ottenere poco e subito o investire in costosi miglioramenti che vedranno tornare il nostro lavoratore dopo parecchio tempo! Un gioco profondo, ambientato e decisamente più complesso e interessante del suo predecessore. Non vedo l’ora che esca.

Quicksand

Giunto in ludoteca ho giocato questo simpatico cooperativo in tempo reale in cui i giocatori dovranno muovere delle clessidre su un percorso di tessere contraddistinte da colori e simboli. A giro si dovrà giocare il simbolo o il colore adatto a muovere una clessidra prima che questa esaurisca la sabbia. Se si riescono a portare le clessidre alla fine del percorso senza esaurirle del tutto si vince, viceversa è possibile riprovare aumentando o diminuendo la difficoltà con diversi accorgimenti (percorso più lungo, più clessidre, clessidre con meno sabbia…). Si tratta di un astratto adrenalinico e carino sebbene non abbia particolari elementi di originalità. La concitazione nel giocare le carte nell’ordine corretto e con il giusto tempismo è divertente e sfidante, sebbene mi dia l’idea di non essere troppo longevo (ma è sempre un problema relativo per un giocatore bulimico come me).

Last Bastion

Altro cooperativo e altra versione più recente di un vecchio titolo. In questo caso si tratta del rifacimento di Ghost Stories, un gioco molto bello e sfidante che nella sua prima versione aveva un’ambientazione orientale. Questa volta vestiamo i panni di avventurieri fantasy che devono proteggere il castello da un’orda di mostri di vario genere. È un tower defense cooperativo in cui si devono ottimizzare le mosse a disposizione su una griglia centrale 3x3 dove i giocatori si muovono per svolgere le azioni atte a difendere il castello che li circonda, assediato sui quattro lati da un massimo di tre creature malvage per parte. Le azioni consentono di attaccare, curare, attivare spostamenti dei mostri, bonus da spendere in battaglia, e tutta una numerosa serie di opzioni a disposizione. I combattimenti, il sistema principale per liberarsi delle scomode creature, sono gestiti con i dadi, che rendono incerto l’esito di qualsiasi strategia, per quanto ottimale essa fosse. I mostri sono di cinque tipi e necessitano di un numero variabile di colpi (facce equivalenti sui dadi) per essere sconfitti. Il mazzo da cui vengono generati contiene ad intervalli regolari un certo numero di Boss (a seconda della difficoltà settata) che stabiliscono la vittoria dei giocatori alla sconfitta dell’ultimo di essi. Conoscevo già questo gioco nella sua precedente incarnazione e mi piaceva molto. Questa nuova versione mantiene altissimo il livello della sfida (ovviamente abbiamo giocato a difficoltà alta) e aggiunge una grafica più moderna e componentistica ricca di miniature e accattivanti materiali.

Space Hulk versione Lego
Space Hulk versione Lego

I Colori delle Emozioni

Si tratta di un gioco per bambini piuttosto piccoli che vede gli infanti destreggiarsi tra le varie emozioni. Dopo essersi spostati tramite il tiro di dadi su un tabellone circolare, ogni bambino dovrà raccontare un episodio vissuto legato all’emozione (colore) della casella raggiunta. Poi ci sarà una parte mnemonica e fortunosa in cui si dovranno posizionare delle tessere, del colore dell’emozione raccontata, nel giusto barattolo. Se si riesce a posizionarle tutte prima di aver aperto il terzo barattolo sbagliato si vince la partita. Ovviamente è un titolo che non è interessante per giocatori adulti ma trovo sia invece ottimo per il suo target di riferimento (dai 3 anni in su). I materiali e le illustrazioni sono bellissimi, la meccanica delle emozioni è divertente e catartica per i giocatori al tavolo e penso abbia avuto un meritato successo (genitori Goblin siete avvertiti).

Mycelia

Gioco competitivo e praticamente astratto in cui i giocatori dovranno liberare dalle gocce di rugiada le proprie plance di gioco prima degli altri. Si parte tutti con un numero ed un posizionamento prestabilito di gocce nella propria plancia giocatore, consistente in una griglia 5x4 di quadrati con una disposizione differente dei quattro tipi di terreno. Solo su uno di questi quadrati c’è una casella speciale dove si devono far finire queste gocce (delle gemmine blu) spostandole tramite l’uso di carte. A ogni turno i giocatori avranno a disposizione una mano di tre carte da poter giocare per svolgere le azioni in esse raffigurate. Tali azioni permettono di guadagnare foglie (la valuta del gioco), spostare o eliminare gocce di rugiada dalla propria plancia. Con le foglie è possibile poi comprare nuove carte da un mercato comune. Chi per primo ripulisce la propria plancia dalla rugiada vince. La meccanica di base è il deck-building ma non essendo disponibile alcuna modalità per pulire il proprio mazzo occorre comprare solo lo stretto indispensabile. Ci sono alcune azioni bonus a pagamento che si possono compiere (massimo una volta per turno) e piccole trovate carine come la ruota della rugiada che a intervalli regolari farà nuovamente posizionare alcune gocce sulle plance di tutti i giocatori. Ho trovato il titolo davvero troppo semplice e poco interessante per essere meritevole di un posto nella, ormai troppo affollata, collezione dei miei giochi. Non è un brutto titolo ma manca di mordente e del guizzo di originalità e interesse che mi farebbero fare altre partite.

Diorama di un megaboss
Diorama di un megaboss

Echoes of Time

Novità assoluta di Play e ultima fatica del rinomato Simone Luciani e di Roberto Pellei, potevo forse esimermi dal provarla? Si tratta di un gioco di carte in cui le stesse fungono sia da valuta del gioco che da motore di azioni e punti. Da due a quattro giocatori si sfideranno, turno dopo turno, potendo scartare carte per calarne altre, attivando poi gli effetti su quante già in gioco. Le carte calate vanno inserite sul giusto settore della propria plancia di gioco e dovranno scorrervi fuori dopo un determinato numero di turni prima di essere effettivamente a disposizione. Le carte permettono poi di attaccare gli altri, ottenere nuove risorse (carte), fare punti o formare un esercito con cui controllare, e poi fortificare, i luoghi inizialmente posti al centro del tavolo. Tali luoghi forniscono forti poteri e punti e saranno oggetto di dispute continue per il loro controllo tra i giocatori, fino a quando qualcuno non riuscirà a fortificarli ottenendoli per il resto della partita. Il meccanismo del "fiume” con cui le carte entrano in gioco è carino ma non originale. I poteri delle carte rendono tutto vario e stimolante, contribuendo a partite sempre diverse. Avendoci fatto solo alcuni turni è difficile dare un giudizio sensato a questo titolo sebbene possa dire che nulla mi è parso davvero nuovo. Tuttavia, sembra essere un gioco pensato e realizzato bene, che va ad inserirsi nella folta schiera dei giochi di carte veloci (intorno ai 60 minuiti) e sfidanti, fatti di combo e ottimizzazioni.

Altered

In un padiglione desolantemente mezzo vuoto c’erano molti tavoli di questo trading card game uscito ormai da un pochino di tempo ed estremamente interessante ed innovativo. Al momento ci sono sei diversi tipi di mazzo, ognuno con le proprie carte e con caratteristiche peculiari. Possono esserci un numero ampio di carte comuni ma sporadicamente si troveranno anche carte uniche, ovvero copie uniche di carte generate in modo casuale da un algoritmo. Trovata una carta unica sarai l’unico al mondo a poterne registrare l’utilizzo e, soprattutto, a poterla vendere! Chiunque ne vorrà una copia potrà acquistarla da te e vedersela stampare e recapitare a casa dall’azienda produttrice! Un’idea interessante e rivoluzionaria che potrebbe davvero dire la sua in questo ormai affollato settore del mercato ludico. Ma veniamo al gioco vero e proprio. Due (o quattro, giocando a coppie) giocatori si sfideranno a chi riuscirà a far incontrare prima il proprio eroe e il suo famiglio, che si muovono, partendo dagli estremi oppostisu una strada formata da carte terreno. Per muovere i propri rappresentanti i giocatori si confronteranno su due campi di scontro, rispettivamente a destra ed a sinistra di questa strada da percorrere. Ogni turno giocando carte e creature varie dovranno prevalere su uno dei tre tipi di terreno su cui ci sarà il conflitto (sia a destra che a sinistra). In caso di vittoria il proprio rappresentate (eroe o famiglio) potrà muoversi in avanti di un passo, viceversa resterà fermo, ritardando l’agognato ricongiungimento con il compagno opposto. Le carte hanno svariati effetti e per essere giocate si dovranno consumare i punti mana rappresentati da carte poste davanti a sé coperte. Le carte spese dovranno provenire dalla propria mano e ogni turno, facoltativamente, se ne potrà inizialmente mettere una ad aumentare il mana a disposizione del giocatore da quel momento in poi. Ci sono tutta una serie di altre meccaniche e ognuno dei sei archetipi di mazzo presenta leader diversi e caratteristiche peculiari che rendono il titolo vario e altamente personalizzabile. Non sono un esperto di questa tipologia di gioco ma devo dire che questo mi è sembrato davvero molto bello e originale oltre che interessante e sfidante. Pur non rientrando nei miei interessi ho davvero fatto fatica a frenarmi dal comprarlo e non escludo di farlo in seguito. Una sorpresa tanto originale quanto inaspettata.

Takoyaki

Giochino di destrezza in cui, per mezzo di bastoncini cinesi con una manina in gomma alle estremità, si dovranno posizionare, in un modo indicato da carte specifiche, le palline da ping-pong della propria scatolina prima che lo facciano gli avversari. Le palline sono di vari colori e non possono essere spostate sollevandole ma solo spingendole tra le fessure della griglia di fondo della vostra scatolina. Un titolo di destrezza che non ci ha colpito e che francamente non so quanto successo potrà riscuotere.

La Via delle Spie

Giochino veloce per 2-4 giocatori che si fronteggiano per raggiungersi l’un l’altro partendo agli opposti di un percorso ad anello. Ogni fazione è rappresentata da una pedina posta su questo percorso il cui movimento è dettato dalle carte giocate a turno dalle due squadre. Al proprio turno si devono scegliere due carte dalla propria mano, da posizionare una coperta ed una scoperta di fronte a sé. L’avversario potrà scegliere e applicare una delle due, rischiando la carta coperta oppure prendendo quella scoperta. Le carte presentano dei valori di movimento (anche all’indietro!) variabili a seconda del numero di carte uguali che già si potrebbero possedere, davanti a sé, perché giocate in precedenza. Il primo che raggiunge (anche se l’altro retrocede fino a dove siamo) l’altra pedina vince la partita. Tenendo conto che ci sono anche due carte in particolare che se possedute in duplice o triplice copia permettono rispettivamente di perdere o vincere istantaneamente la partita. Un gioco veloce e divertente che fa del bluff la sua meccanica principale. Prendo la carta i cui effetti mi sono noti o rischio prendendo quella magari più potente che mi è nascosta? O magari quella nascosta cela una trappola? Insomma, devo dire che questo piccolo giochino di carte è un vero gioiello che sicuramente entrerà nella mia collezione al più presto!

Hispania

Gioco a tema bellico e quasi astratto della Giochix. Si può giocare cooperativo contro il gioco o tutti contro tutti. Si hanno a disposizione sei monete al proprio turno con cui pagare azioni di schieramento truppe, movimento e attacco. La mappa è piccola e suddivisa in regioni e città dove si muovono le truppe dei vari schieramenti lungo linee prestabilite. L’attacco avviene confrontando le forze presenti tra i due schieramenti e sommandoci il risultato del lancio di un dado. Mi è parso un astratto abbastanza scialbo e uguale a tanti altri, però le spiegazioni non sono state particolarmente dettagliate ed esaustive, per cui prendete il mio giudizio con le molle.

Blasphemous

Insieme a VIP come PcomePigro e Gotcha riesco a sedermi al tavolo di Blasphemous, il prototipo della fortunata campagna appena conclusasi di Ludus Magnus Studio. Si tratta di un gioco basato sul famoso e omonimo videogioco, che io non ho mai avuto la fortuna di giocare. L’ambientazione dark e sul filo della blasfemia (guarda caso) mi piace moltissimo e la Ludus ha fatto un grande lavoro nel rendere la grafica pixellosa del videogioco realistica e bellissima al tempo stesso. La miniatura del mostro che tiene una campana sulla testa è una delle più belle che abbia mai visto. La Ludus ci ha già abituato a una cura estetica e grafica che non teme rivali ma devo dire che il loro lavoro è sempre di altissimo livello anche per quanto riguarda l’attenzione per l’ambientazione e la storia. In questo gioco fino a quattro eretici scorrazzeranno per una mappa, che ricorda molto quella del vecchio Arkham Horror, per esplorare, menare le mani, e portate avanti le missioni che l’avventura intrapresa propone sotto forma di libretti con capitoli estratti in maniera casuale, tramite il lancio di dadi. L’intento, secondo me riuscito, degli sviluppatori è stato quello di immergere i giocatori in un’avventura con una buona componente narrativa, tanta esplorazione, e combattimenti necessari ma non preponderanti; che però restasse veloce, accattivante e relativamente semplice.
Al proprio turno le azioni a disposizione sono solo quelle di muoversi, attivare il luogo dove ci si trova, combattere e/o interagire con determinate strutture (gli inginocchiatoi). A fronte di queste semplici possibilità ci si troverà ad affrontare missioni secondarie o principali, a combattere le immonde creature che infestano il mondo e prepararsi ad affrontare l’ineluttabile mostro finale. Fare punti esperienza e potenziare i dadi cambiandone le facce, sono step cruciali per prepararsi ad affrontare e sconfiggere il boss finale che prima o poi diventerà ineluttabile. Tuttavia, pur trattandosi di un competitivo, si potrà richiedere l’aiuto degli altri giocatori offrendo ricompense o dispensando malus a chi non ci verrà in soccorso. Interessante anche la plancia specifica che farà da arena ai terrificanti scontri con i vari boss di fine partita, permettendo anche un minimo di strategie di posizionamento per ottimizzare i danni o minimizzare gli effetti nefasti delle legnate sonore che il mostro ci dispenserà abbondantemente. La parte della storia non abbiamo potuto approfondirla più di tanto a causa del poco tempo a disposizione ma il titolo è sembrato ben fatto e molto curato anche da quel lato. Sicuramente non si tratta di un gioco eccessivamente nelle mie corde ma non mancherà di essere molto apprezzato da quanti giocano abitualmente altri giochi di questa tipologia.

Shackleton Base - Espansione inedita

Grazie a Nestore Mangone e Fabio Lopiano che ho incontrato lì in fiera, organizziamo un tavolo con amici in cui i due autori ci spiegano le 3 nuove corporazioni che faranno parte dell’espansione di Shackleton Base! Io adoro il gioco base ed è stato davvero bello poter provare questa espansione in assoluta anteprima. Dovrebbe uscire appena pronta ma ancora non si sanno i tempi e le modalità Noi abbiamo provato i materiali e la grafica del prototipo auto-costruito da Nestore ma probabilmente, oltre alle tre compagnie, l’espansione conterrà anche altre cose, tra cui una quinta agenzia tra cui scegliere per l’asimmetria tra i giocatori. Le tre Corporazioni, dopo un’ottima spiegazione di Fabio, hanno subito mostrato la loro natura davvero particolare e rivoluzionaria. La prima delle tre permette di costruire basi lunari a più piani, donando forti ricompense di punti e altro a chi innalza la sua base di livello e permettendo anche di ottenere risorse e punti a chi dovesse aver costruito le strutture speciali che tale corporazione mette a disposizione. La seconda corporazione inserita fornisce la possibilità di ottenere nuova popolazione per la base lunare che, al contrario dei turisti di una delle corporazioni del gioco base, faranno scendere sul tracciato della reputazione ma permetteranno di ottenere forti bonus grazie a carte e al posizionamento intorno al cratere. L’ultima, invece di svilupparsi verso l’alto, permette di scavare sotto la superficie lunare e di costruire remunerative stanze sotterranee per ottenere potenti bonus e rendite di fine round. Il prezzo da pagare sarà sempre una diminuzione sul tracciato della reputazione, a causa della fragilità causata alle fondamenta della base. Ovviamente ogni corporazione si porta dietro il suo mazzo di carte che ne esalta le caratteristiche e un criterio di punteggio con gli obiettivi come quelle del gioco base. Ho trovato molto interessanti e creative queste nuove corporazioni, così come ho apprezzato il fatto che tutte rendano più complesso e altalenante il tracciato della reputazione, che acquista quindi un peso maggiore nell’economia della partita, dovendo fare attenzione non più solo a salire prima degli altri ma anche a non scendere troppo perdendo punti preziosi. Trovo questo titolo uno dei migliori german usciti nel 2024 e sapere che ne aumenterà parecchio la longevità con nuove corporazioni, personaggi asimmetrici e forse altro ancora non può che farmi contento. Un grazie speciale ai due autori che ci hanno fatto provare questa anteprima con spiegazione e tutoraggio al tavolo!

Thorgal

Era un po’ di tempo che ero incuriosito dalle peculiari meccaniche di questo cooperativo-narrativo basato su un famoso fumetto. In Thorgal i giocatori impersoneranno i principali personaggi dell’omonima opera che dovranno esplorare uno dei diversi scenari (ora non ricordo esattamente quanti) che si possono affrontare. Un blocco ad anelli aperto al centro del tavolo rappresenta la mappa di gioco, nelle cui aree ci troveremo a spostarci e compiere le diverse attività che i bivi narrativi ci presenteranno. Il sistema di azioni è rappresentato da una fila di carte che potremo attivare attraverso l’uso del singolo gettone azione che ogni personaggio ha a disposizione. Ponendo il gettone su una delle carte faremo l’azione in essa rappresentata, interessante il fatto che molte di queste azioni saranno tanto più potenti quante più carte alla loro sinistra saranno già state attivate (ovviamente l’ordine e la tipologia delle azioni a disposizione è stabilita dallo scenario che si sta affrontando). Ma la vera innovazione che presenta questo titolo è l’utilizzo di una numerosa schiera di polimini per quasi tutte le azioni principali del gioco. Infatti, quando si esplora un territorio dovremo posizionare un polimino su una griglia rappresentata su una o più carte in sequenza che vede al suo interno icone di ricompense o di malus da dover coprire con il suddetto polimino. Nel posizionare questi pezzi dovremo ottenere le cose necessarie al proseguo dell’avventura e minimizzare quelle sfavorevoli, formando un percorso ininterrotto in cui idealmente andremo a muoverci sul territorio. Anche nel combattimento i nemici sono dotati di una griglia in cui vengono distribuiti sia i punti ferita che occorre coprire che i danni che ci infliggeranno. Piazzare nel modo migliore i polimini usciti dai dadi combattimento lanciati (ogni dado ha diversi polimini più o meno grandi a seconda della sua potenza) è cruciale per riuscire a coprire in un solo attacco tutti i punti ferita senza subire troppi danni. Anche i danni sono rappresentati dai soliti polimini che dovremo incastrare all’interno di una griglia di forma irregolare diversa per ogni plancia dei personaggi in gioco. Nel momento in cui non riusciremo a farci entrare uno dei pezzi ottenuti da una ferita il personaggio morirà. Ovviamente sarà possibile curarsi, migliorare il numero e la potenza dei dadi con cui si attacca, ottenere risorse da utilizzare nei diversi compiti da svolgere per lo scenario, eccetera eccetera. Nel complesso l’idea è originale e ben implementata, non lo abbiamo giocato per più di un paio di turni ma penso possa essere un gioco godibile per chi ama questo genere.

Blades for Hire

L'autore spiega Blades for Hire
L'autore spiega Blades for Hire
Incuriositi da questa futura campagna su Gamefound di un gioco german piuttosto corposo di una casa editrice come la Ludus Magnus Studio mi sono seduto al tavolo con l’autore per farmi spiegare come funziona questo titolo cattivo e molto interattivo. Al tavolo con me c’erano addirittura entrambi i “Double Layer”, Alex e Davis, con cui non avevo mai avuto il piacere di giocare al tavolo ma che conoscevo per le tante chiacchierate insieme nelle chat. L’autore si immerge in un’ottima e chiara spiegazione che ci illustra questo titolo, molto german, ma con una buona interazione. Si tratta di assumere e armare un gruppo di tre mercenari al massimo, da potenziare ed equipaggiare in modo sempre più performante per risolvere alcune missioni secondarie o quella centrale, nell’arco di tre round. Ogni arma e merce (cibo, pozioni, materiali vari, ecc) è rappresentata da quadrati e polimini e va posizionata sul proprio carro che presenta un numero di spazi limitato. Caricare molto il carro ci permetterà di acquistare le armi e i mercenari migliori ma limiterà la nostra mobilità, utile a raggiungere i vari luoghi delle missioni. Ogni obiettivo primario o secondario necessita di un valore di forza sufficiente e ci ricompenserà con due diversi tipi di fama, indispensabili per fare i punti derivanti dalle suddette missioni o per risolvere gli obiettivi segreti, ottenuti ad inizio partita. La meccanica principale è quella del piazzamento lavoratori in cui andremo a collocarci nelle varie zone di una scenografica plancia a tre dimensioni raffiguranti le varie botteghe di un villaggio in cui si compiranno le varie azioni. Una volta piazzati i nostri lavoratori si andranno poi a risolvere la azioni partendo da sinistra verso destra e assumendo mercenari (da pagare in soldi e cibo), comprando armi (da pagare con i materiali), commerciando, vendendo equipaggiamenti ormai obsoleti, ottenendo materiali e soldi. I mercenari e le armi vanno accoppiati nel modo migliore per avere bonus e risolvere gli obiettivi segreti a fine partita e vengono presi da un mercato comune che verrà riempito nuovamente solo a fine turno. Il gioco presenta anche una parte narrativa che serve ad ambientare le varie missioni e i diversi capitoli di un’avventura unica divisa in diversi scenari e ambientata nel consueto mondo fantasy creato dalla Ludus per tanti suoi giochi (Nova Aetas et similia). Il titolo non è ancora sviluppato completamente e mi sono permesso di dire che secondo me andrebbe condito con qualche altro elemento più peculiare e magari narrativo, perché allo stadio attuale risulta abbastanza classico per quanto solido e ben fatto. Penso debba essere caratterizzato un pochino di più per non rischiare di spiccare solo per la superba componentistica e la cura grafica (marchio di fabbrica della Ludus ma non sufficiente per far emergere un titolo). Sono sicuro che potranno ancora fare molto per migliorare una base già solida ma che andrebbe condita con più pepe. Per ora rimango attento a monitorare gli sviluppi futuri in attesa della partenza della campagna di raccolta fondi.

Al termine di questa carrellata mi piacerebbe tediarvi ancora qualche minuto parlando della nuova location bolognese della Play che, come tutti sapete, si è trasferita da Modena alla capitale del tortellino. Innanzitutto, anche se venendo in macchina a me è cambiato poco, è un luogo molto più raggiungibile e collegato, treni vicini, aeroporto, mezzi pubblici per chi alloggia più in periferia, parcheggi; insomma, come viabilità siamo davanti ad un deciso miglioramento. Inutile dire che anche la posizione molto centrale della struttura, oltre a renderla comoda da raggiungere, la rende anche molto più adatta a divertimenti per il dopo-fiera. Tanti locali, ristoranti e luoghi da vedere senza doversi necessariamente spostare con la macchina.

Ma veniamo alla vera a propria struttura fieristica. Le dimensioni sono aumentate notevolmente (praticamente i metri quadri erano il doppio) e l’organizzazione dell’evento ha sfruttato gli spazi in modo intelligente permettendo stand più grandi, corridoi larghi e comodi dove passeggiare senza calca, aria ben più respirabile e temperature al di sotto del livello di cottura di un uovo sodo. Le entrate sono comode e ben organizzate, gli stand ampi e con soffitti molto alti. I bagni sono molti di più, mediamente puliti e funzionano!

Peppe74 annuncia il Magnifico 2025
Peppe74 annuncia il Magnifico 2025
Per quanto riguarda gli espositori erano numerosi e ben allocati, avevano disposto i padiglioni secondo una suddivisione per temi (giochi di carte, Tana dei goblin😊, negozi/case editrici, giochi di ruolo, di miniature e per famiglie) che rendeva muoversi tra di essi meno necessario e frequente. C’era una larga maggioranza di case editrici italiane sebbene il fatto che fosse una prima edizione della nuova fiera potesse scoraggiare più di qualcuno. Anche le altre aree erano ottime ma non si può non menzionare il padiglione quasi interamente occupato dalla Tana dei Goblin e gli oltre 300 tavoli dove era possibile provare i giochi della ludoteca, quelli del Magnifico e i grandi Classici (sicuramente dimentico altre zone ma non me le sono andate a rivedere sulla mappa). Un’orda di Goblin gentili e preparati, di cui ho avuto l’onore di fare parte, ha spiegato e fatto giocare a ciclo continuo migliaia di persone. Basti dire che i tavoli sono stati sempre pieni ad eccezione del venerdì e domenica, nelle primissime ore della mattina, come è comprensibile. Un risultato eccezionale se si pensa allo sforzo profuso da tutti in modo assolutamente gratuito e disinteressato!

Veniamo ad i pochi lati negativi:

  • la disposizione in padiglioni su differenti piani era un pochino spaesante (ma ci si abituava presto) e costringeva a fare corridoi e rampe di scale, non è stato un problema ma se dovessero aumentare parecchio le persone (e ce lo auguriamo tutti) potrebbe diventare un problema la presenza di colli di bottiglia dove il passaggio sarebbe per forza di cose meno semplice (mi viene in mente il “tunnel” di Essen…);
  • la segnaletica non era abbastanza numerosa e capillare e più di una volta mi sono trovato a cercare le indicazioni per i padiglioni di mio interesse, nulla di grave ma si può senza dubbio migliorare;
  • la suddivisione in aree ben delineate per tema ha fatto sì che alcuni padiglioni fossero mezzi vuoti (quello dei card game su tutti) mentre altri erano decisamente più affollati;
  • sempre la divisione per aree nei padiglioni non so se possa essere favorevole agli stand presenti per vendere, le persone si muovevano meno, erano meno mescolate tra i generi e gli interessi, e quindi temo abbiano prodotto un numero inferiore di vendite;
  • alcuni punti in cui erano posizionati certi commercianti erano fuori dal flusso di passaggio e credo siano stati molto penalizzati;
  • so che al momento l’organizzazione ha mantenuto gli stessi prezzi della fiera di Modena ma indubbiamente la struttura costerà di più per cui è lecito attendersi un aumento dei canoni di affitto degli spazi o tutta la baracca rischia di non essere economicamente sostenibile, staremo a vedere.

Resta indubbio che tale cambiamento doveva essere fatto dato che le dimensioni ed il successo di Play non erano più sostenibili dalla location modenese. Spero davvero che i numeri e l’economia di questa nuova soluzione possano essere sostenibili e che vedano la Play in grande e continua crescita ancora per molto anni a venire. La presenza di alcuni editori esteri fa accarezzare il sogno di una fiera, che è si in Italia, ma di carattere internazionale come lo è quella di Essen. Capisco le difficoltà e siamo ancora lontani dal poter realizzare una cosa simile, ma sarebbe davvero il salto di qualità che ci vorrebbe per portare numeri ancora più importanti.

Io posso solo aggiungere che spero vivamente di partecipare anche l’anno prossimo, magari con tutta la famiglia!

Grazie davvero a tutti quelli che hanno condiviso con me questa avventura, anche solo per pochi minuti o per un fugace saluto.

Il vostro affezionato Pennuto77 di quartiere 😊

 

Commenti

E grazie Pennuto77 per il solito bellissimo report, per la fortunata occasione di giocare a Baja Sardinia (ero il 4° del gruppo) e la chiacchierata nella rocambolesca cena del giovedì...prenotata da qualcun altro (in ritardo purtroppo causa treno). Ci si vede a Roma!

chobindue scrive:
E grazie Pennuto77 per il solito bellissimo report, per la fortunata occasione di giocare a Baja Sardinia (ero il 4° del gruppo) e la chiacchierata nella rocambolesca cena del giovedì...prenotata da qualcun altro (in ritardo purtroppo causa treno). Ci si vede a Roma!

Grazie, e visto che me ne dai l'occasione: bellissima cena giovedì, in cui abbiamo chiacchierato di un sacco di giochi! Anzi devo provare quello di carte che ci hanno presentato a tavola! Alla prossima occasione con GdT Roma Players!

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