E grazie Pennuto77 per il solito bellissimo report, per la fortunata occasione di giocare a Baja Sardinia (ero il 4° del gruppo) e la chiacchierata nella rocambolesca cena del giovedì...prenotata da qualcun altro (in ritardo purtroppo causa treno). Ci si vede a Roma!
Erano anni che non riuscivo a venire alla Play per i soliti motivi: la famiglia esige il suo tributo, specialmente nel fine settimana; spendo già molto per questo hobby tra Essen e la giuria del Goblin Magnifico; le ferie da doversi prendere; eccetera eccetera.
Anche quest’anno infatti non avevo previsto di partecipare.
Poi ci sono delle volte che gli astri si allineano in modo rocambolesco ed incredibile.
Il buon Antonio Mantico della GdT Roma Player, all’evento di ERGO Ludo, mi dice di avere ancora un posto in appartamento a un ottimo prezzo e con eccellente compagnia. Rispondo che sono lusingato ma non posso, non ho preso i biglietti, non mi è semplice organizzare il viaggio in treno ed in macchina, da solo è una traversata lunga e costosa.
Il mercoledì prima della fiera vendo un gioco ad un ragazzo di Fondi che mi dice di poterlo passare a prendere giovedì a pranzo mentre si dirige in macchina alla Play….gli chiedo se per caso ha ancora un posto libero per salire: e c’è!
Faccio una chiamata a Jones (l’esimio presidente della Tana) per sapere se c’è ancora posto tra i dimostratori della Ludoteca, e mi dice che c’è sempre bisogno di dimostratori!
Al lavoro con qualche difficoltà potrei ottenere il venerdì di ferie…
Insomma, tutto si allinea in modo fortunoso, resta solo il permesso del mio capo (NdR mia moglie).
Avendo, per mia enorme fortuna, sposato una santa donna, anche quello arriva senza problemi.
È fatta, si mette lo stretto indispensabile nello zaino e con scarsa preparazione (non sono solito preparare il Listone di Pennuto per la Play…) si parte alla scoperta della nuova edizione bolognese di Play!!
Prima di partire con lo scarno resoconto dei titoli provati (ho passato parecchio tempo in ludoteca a spiegare al pubblico, specialmente il sabato e la domenica), vorrei intanto parlare delle persone con cui ho condiviso questa esperienza:
I compagni di appartamento: Antonio, Francesco ed Emanuele che mi hanno ospitato come se fossimo fratelli, cui aggiungo Michele, che non dormiva con noi ma era come se stesse nella stanza accanto. Grazie ragazzi, sono stato benissimo e spero di non aver disturbato perché per me è stato un piacere ed un onore fare la Play insieme!
I compagni di viaggio: Marco e Gabriele che si sono uniti a noi per il viaggio di andata ed il pranzo della domenica prima del rientro, è stato un piacere conoscervi e chiacchierare con voi. Impossibile poi non ringraziare in modo particolare Luigi che ha guidato per tutta l’andata ed il ritorno. Specialmente al ritorno abbiamo parlato e condiviso opinioni ed esperienze per ore, una persona fantastica con cui abbiamo condiviso un’intesa incredibile, un fratello praticamente! Grazie, è stato davvero un piacere ed un privilegio conoscerti, speriamo di rivederci presto.

I vari content creator con cui ho chiacchierato e giocato: Vincenzo “Il Puzzillo del Sud” che ha giocato con me a Baja Sardinia; Flavio “Il Meeple con la Camicia” con cui questa volta non ho giocato ma con cui chiacchiero sempre volentieri; Ario “ariodb” con cui parlo e condivido pareri ed informazioni per Essen; Devis e Alex i “Double Layer” con cui abbiamo fatto la demo del nuovo "german” della LMS (di cui scriverò più avanti nell’articolo); Marco “PcomePigro” insieme al quale ho provato Blasphemous della LMS, Mosè de “La maschera Riposta” salutato al volo nella folla, alcuni dei “Gioconauti” e del “Dunwich Buyers Club”.
Se ho dimenticato qualcuno chiedo venia.
Bello anche chiacchierare e giocare con autori e sviluppatori vari come Lorenzo e Daniele della ERGO Ludo, Daniele Tascini, Luigi Ferrini, Leonardo ed Emiliano della Ludus Magnus Studio, Nestore Mangone, Fabio Lopiano, Tommaso Battista, Simone Luciani, Phil Eklund, i ragazzi di Weega, tutta la truppa di Ghenos e sicuramente tantissimi altri che ora ho scordato.
Ho rivisto mille amici della Tana, tutti i giurati del Magnifico presenti, gli autori di Hegemony (Vangelis Bagiartakis e Varnavas Timotheou) graditissimi ospiti, tanti amici che ritrovo ad Essen o che vedo spesso dalle mie parti. Impossibile citarli tutti, per cui non nominerò nessuno, sappiate che siete sempre nel mio verde cuore!
La Play non è fatta dei giochi provati, degli acquisti agli stand, delle novità od i prototipi. La Play è fatta delle persone splendide con cui condividi un tavolo, alle volte solo una spiegazione ricevuta o data (e quest’anno ce ne sono state tante), un pasto, un letto, un viaggio, un sorriso, un’informazione, un saluto, due parole…
È come dire che si va a un concerto per sentire le ultime canzoni dell’artista. Per quello ci sono i CD o lo streaming, al concerto è l’atmosfera che conta!
GRAZIE davvero a tutti coloro che hanno reso questa Play bellissima!
Ho giocato poco e spiegato molto (Kutna Hora, Evenfall, Arnak, Chakra, Endeavor Deep Sea…), tuttavia, grazie ad appuntamenti fissati, anteprime da riportare qui e ore libere dai turni qualcosa l’ho provato e voglio riportarvi le mie impressioni. Si tratta di una partita o qualche turno, nulla da prendere come una recensione approfondita. Sono solo primissime impressioni ma come sempre, specie su novità appena uscite o ancora da pubblicare, è sempre meglio di niente.
Baja Sardinia

Quicksand
Giunto in ludoteca ho giocato questo simpatico cooperativo in tempo reale in cui i giocatori dovranno muovere delle clessidre su un percorso di tessere contraddistinte da colori e simboli. A giro si dovrà giocare il simbolo o il colore adatto a muovere una clessidra prima che questa esaurisca la sabbia. Se si riescono a portare le clessidre alla fine del percorso senza esaurirle del tutto si vince, viceversa è possibile riprovare aumentando o diminuendo la difficoltà con diversi accorgimenti (percorso più lungo, più clessidre, clessidre con meno sabbia…). Si tratta di un astratto adrenalinico e carino sebbene non abbia particolari elementi di originalità. La concitazione nel giocare le carte nell’ordine corretto e con il giusto tempismo è divertente e sfidante, sebbene mi dia l’idea di non essere troppo longevo (ma è sempre un problema relativo per un giocatore bulimico come me).
Last Bastion
Altro cooperativo e altra versione più recente di un vecchio titolo. In questo caso si tratta del rifacimento di Ghost Stories, un gioco molto bello e sfidante che nella sua prima versione aveva un’ambientazione orientale. Questa volta vestiamo i panni di avventurieri fantasy che devono proteggere il castello da un’orda di mostri di vario genere. È un tower defense cooperativo in cui si devono ottimizzare le mosse a disposizione su una griglia centrale 3x3 dove i giocatori si muovono per svolgere le azioni atte a difendere il castello che li circonda, assediato sui quattro lati da un massimo di tre creature malvage per parte. Le azioni consentono di attaccare, curare, attivare spostamenti dei mostri, bonus da spendere in battaglia, e tutta una numerosa serie di opzioni a disposizione. I combattimenti, il sistema principale per liberarsi delle scomode creature, sono gestiti con i dadi, che rendono incerto l’esito di qualsiasi strategia, per quanto ottimale essa fosse. I mostri sono di cinque tipi e necessitano di un numero variabile di colpi (facce equivalenti sui dadi) per essere sconfitti. Il mazzo da cui vengono generati contiene ad intervalli regolari un certo numero di Boss (a seconda della difficoltà settata) che stabiliscono la vittoria dei giocatori alla sconfitta dell’ultimo di essi. Conoscevo già questo gioco nella sua precedente incarnazione e mi piaceva molto. Questa nuova versione mantiene altissimo il livello della sfida (ovviamente abbiamo giocato a difficoltà alta) e aggiunge una grafica più moderna e componentistica ricca di miniature e accattivanti materiali.

I Colori delle Emozioni
Si tratta di un gioco per bambini piuttosto piccoli che vede gli infanti destreggiarsi tra le varie emozioni. Dopo essersi spostati tramite il tiro di dadi su un tabellone circolare, ogni bambino dovrà raccontare un episodio vissuto legato all’emozione (colore) della casella raggiunta. Poi ci sarà una parte mnemonica e fortunosa in cui si dovranno posizionare delle tessere, del colore dell’emozione raccontata, nel giusto barattolo. Se si riesce a posizionarle tutte prima di aver aperto il terzo barattolo sbagliato si vince la partita. Ovviamente è un titolo che non è interessante per giocatori adulti ma trovo sia invece ottimo per il suo target di riferimento (dai 3 anni in su). I materiali e le illustrazioni sono bellissimi, la meccanica delle emozioni è divertente e catartica per i giocatori al tavolo e penso abbia avuto un meritato successo (genitori Goblin siete avvertiti).
Mycelia
Gioco competitivo e praticamente astratto in cui i giocatori dovranno liberare dalle gocce di rugiada le proprie plance di gioco prima degli altri. Si parte tutti con un numero ed un posizionamento prestabilito di gocce nella propria plancia giocatore, consistente in una griglia 5x4 di quadrati con una disposizione differente dei quattro tipi di terreno. Solo su uno di questi quadrati c’è una casella speciale dove si devono far finire queste gocce (delle gemmine blu) spostandole tramite l’uso di carte. A ogni turno i giocatori avranno a disposizione una mano di tre carte da poter giocare per svolgere le azioni in esse raffigurate. Tali azioni permettono di guadagnare foglie (la valuta del gioco), spostare o eliminare gocce di rugiada dalla propria plancia. Con le foglie è possibile poi comprare nuove carte da un mercato comune. Chi per primo ripulisce la propria plancia dalla rugiada vince. La meccanica di base è il deck-building ma non essendo disponibile alcuna modalità per pulire il proprio mazzo occorre comprare solo lo stretto indispensabile. Ci sono alcune azioni bonus a pagamento che si possono compiere (massimo una volta per turno) e piccole trovate carine come la ruota della rugiada che a intervalli regolari farà nuovamente posizionare alcune gocce sulle plance di tutti i giocatori. Ho trovato il titolo davvero troppo semplice e poco interessante per essere meritevole di un posto nella, ormai troppo affollata, collezione dei miei giochi. Non è un brutto titolo ma manca di mordente e del guizzo di originalità e interesse che mi farebbero fare altre partite.

Echoes of Time
Novità assoluta di Play e ultima fatica del rinomato Simone Luciani e di Roberto Pellei, potevo forse esimermi dal provarla? Si tratta di un gioco di carte in cui le stesse fungono sia da valuta del gioco che da motore di azioni e punti. Da due a quattro giocatori si sfideranno, turno dopo turno, potendo scartare carte per calarne altre, attivando poi gli effetti su quante già in gioco. Le carte calate vanno inserite sul giusto settore della propria plancia di gioco e dovranno scorrervi fuori dopo un determinato numero di turni prima di essere effettivamente a disposizione. Le carte permettono poi di attaccare gli altri, ottenere nuove risorse (carte), fare punti o formare un esercito con cui controllare, e poi fortificare, i luoghi inizialmente posti al centro del tavolo. Tali luoghi forniscono forti poteri e punti e saranno oggetto di dispute continue per il loro controllo tra i giocatori, fino a quando qualcuno non riuscirà a fortificarli ottenendoli per il resto della partita. Il meccanismo del "fiume” con cui le carte entrano in gioco è carino ma non originale. I poteri delle carte rendono tutto vario e stimolante, contribuendo a partite sempre diverse. Avendoci fatto solo alcuni turni è difficile dare un giudizio sensato a questo titolo sebbene possa dire che nulla mi è parso davvero nuovo. Tuttavia, sembra essere un gioco pensato e realizzato bene, che va ad inserirsi nella folta schiera dei giochi di carte veloci (intorno ai 60 minuiti) e sfidanti, fatti di combo e ottimizzazioni.
Altered
In un padiglione desolantemente mezzo vuoto c’erano molti tavoli di questo trading card game uscito ormai da un pochino di tempo ed estremamente interessante ed innovativo. Al momento ci sono sei diversi tipi di mazzo, ognuno con le proprie carte e con caratteristiche peculiari. Possono esserci un numero ampio di carte comuni ma sporadicamente si troveranno anche carte uniche, ovvero copie uniche di carte generate in modo casuale da un algoritmo. Trovata una carta unica sarai l’unico al mondo a poterne registrare l’utilizzo e, soprattutto, a poterla vendere! Chiunque ne vorrà una copia potrà acquistarla da te e vedersela stampare e recapitare a casa dall’azienda produttrice! Un’idea interessante e rivoluzionaria che potrebbe davvero dire la sua in questo ormai affollato settore del mercato ludico. Ma veniamo al gioco vero e proprio. Due (o quattro, giocando a coppie) giocatori si sfideranno a chi riuscirà a far incontrare prima il proprio eroe e il suo famiglio, che si muovono, partendo dagli estremi opposti, su una strada formata da carte terreno. Per muovere i propri rappresentanti i giocatori si confronteranno su due campi di scontro, rispettivamente a destra ed a sinistra di questa strada da percorrere. Ogni turno giocando carte e creature varie dovranno prevalere su uno dei tre tipi di terreno su cui ci sarà il conflitto (sia a destra che a sinistra). In caso di vittoria il proprio rappresentate (eroe o famiglio) potrà muoversi in avanti di un passo, viceversa resterà fermo, ritardando l’agognato ricongiungimento con il compagno opposto. Le carte hanno svariati effetti e per essere giocate si dovranno consumare i punti mana rappresentati da carte poste davanti a sé coperte. Le carte spese dovranno provenire dalla propria mano e ogni turno, facoltativamente, se ne potrà inizialmente mettere una ad aumentare il mana a disposizione del giocatore da quel momento in poi. Ci sono tutta una serie di altre meccaniche e ognuno dei sei archetipi di mazzo presenta leader diversi e caratteristiche peculiari che rendono il titolo vario e altamente personalizzabile. Non sono un esperto di questa tipologia di gioco ma devo dire che questo mi è sembrato davvero molto bello e originale oltre che interessante e sfidante. Pur non rientrando nei miei interessi ho davvero fatto fatica a frenarmi dal comprarlo e non escludo di farlo in seguito. Una sorpresa tanto originale quanto inaspettata.
Takoyaki
Giochino di destrezza in cui, per mezzo di bastoncini cinesi con una manina in gomma alle estremità, si dovranno posizionare, in un modo indicato da carte specifiche, le palline da ping-pong della propria scatolina prima che lo facciano gli avversari. Le palline sono di vari colori e non possono essere spostate sollevandole ma solo spingendole tra le fessure della griglia di fondo della vostra scatolina. Un titolo di destrezza che non ci ha colpito e che francamente non so quanto successo potrà riscuotere.
La Via delle Spie

Hispania
Gioco a tema bellico e quasi astratto della Giochix. Si può giocare cooperativo contro il gioco o tutti contro tutti. Si hanno a disposizione sei monete al proprio turno con cui pagare azioni di schieramento truppe, movimento e attacco. La mappa è piccola e suddivisa in regioni e città dove si muovono le truppe dei vari schieramenti lungo linee prestabilite. L’attacco avviene confrontando le forze presenti tra i due schieramenti e sommandoci il risultato del lancio di un dado. Mi è parso un astratto abbastanza scialbo e uguale a tanti altri, però le spiegazioni non sono state particolarmente dettagliate ed esaustive, per cui prendete il mio giudizio con le molle.
Blasphemous


Shackleton Base - Espansione inedita

Thorgal

Blades for Hire

Al termine di questa carrellata mi piacerebbe tediarvi ancora qualche minuto parlando della nuova location bolognese della Play che, come tutti sapete, si è trasferita da Modena alla capitale del tortellino. Innanzitutto, anche se venendo in macchina a me è cambiato poco, è un luogo molto più raggiungibile e collegato, treni vicini, aeroporto, mezzi pubblici per chi alloggia più in periferia, parcheggi; insomma, come viabilità siamo davanti ad un deciso miglioramento. Inutile dire che anche la posizione molto centrale della struttura, oltre a renderla comoda da raggiungere, la rende anche molto più adatta a divertimenti per il dopo-fiera. Tanti locali, ristoranti e luoghi da vedere senza doversi necessariamente spostare con la macchina.
Ma veniamo alla vera a propria struttura fieristica. Le dimensioni sono aumentate notevolmente (praticamente i metri quadri erano il doppio) e l’organizzazione dell’evento ha sfruttato gli spazi in modo intelligente permettendo stand più grandi, corridoi larghi e comodi dove passeggiare senza calca, aria ben più respirabile e temperature al di sotto del livello di cottura di un uovo sodo. Le entrate sono comode e ben organizzate, gli stand ampi e con soffitti molto alti. I bagni sono molti di più, mediamente puliti e funzionano!

Veniamo ad i pochi lati negativi:
- la disposizione in padiglioni su differenti piani era un pochino spaesante (ma ci si abituava presto) e costringeva a fare corridoi e rampe di scale, non è stato un problema ma se dovessero aumentare parecchio le persone (e ce lo auguriamo tutti) potrebbe diventare un problema la presenza di colli di bottiglia dove il passaggio sarebbe per forza di cose meno semplice (mi viene in mente il “tunnel” di Essen…);
- la segnaletica non era abbastanza numerosa e capillare e più di una volta mi sono trovato a cercare le indicazioni per i padiglioni di mio interesse, nulla di grave ma si può senza dubbio migliorare;
- la suddivisione in aree ben delineate per tema ha fatto sì che alcuni padiglioni fossero mezzi vuoti (quello dei card game su tutti) mentre altri erano decisamente più affollati;
- sempre la divisione per aree nei padiglioni non so se possa essere favorevole agli stand presenti per vendere, le persone si muovevano meno, erano meno mescolate tra i generi e gli interessi, e quindi temo abbiano prodotto un numero inferiore di vendite;
- alcuni punti in cui erano posizionati certi commercianti erano fuori dal flusso di passaggio e credo siano stati molto penalizzati;
- so che al momento l’organizzazione ha mantenuto gli stessi prezzi della fiera di Modena ma indubbiamente la struttura costerà di più per cui è lecito attendersi un aumento dei canoni di affitto degli spazi o tutta la baracca rischia di non essere economicamente sostenibile, staremo a vedere.
Resta indubbio che tale cambiamento doveva essere fatto dato che le dimensioni ed il successo di Play non erano più sostenibili dalla location modenese. Spero davvero che i numeri e l’economia di questa nuova soluzione possano essere sostenibili e che vedano la Play in grande e continua crescita ancora per molto anni a venire. La presenza di alcuni editori esteri fa accarezzare il sogno di una fiera, che è si in Italia, ma di carattere internazionale come lo è quella di Essen. Capisco le difficoltà e siamo ancora lontani dal poter realizzare una cosa simile, ma sarebbe davvero il salto di qualità che ci vorrebbe per portare numeri ancora più importanti.
Io posso solo aggiungere che spero vivamente di partecipare anche l’anno prossimo, magari con tutta la famiglia!
Grazie davvero a tutti quelli che hanno condiviso con me questa avventura, anche solo per pochi minuti o per un fugace saluto.
Il vostro affezionato Pennuto77 di quartiere 😊