Scalabilità **
Funziona bene anche in 2 o solo in 4?
Per 1-4 giocatori, 90-120 minuti di durata, destinato ad un pubblico esperto (14+), Barrage si basa su meccaniche di costruzione rete, piazzamento lavoratori, poteri variabili, rotella.
Quattromila sostenitori per più di quattrocentomila euro raccolti in una gloriosa campagna Kickstarter, poi sfociata in mille rivoli polemici sui materiali con cui è stato realizzato il gioco.
Nella recensione mi soffermerò marginalmente su questo aspetto, perché trovate tutto in tana e, per chi se la fosse persa, nella puntata di The Goblin Show dedicata a Cranio Creations.
Vi premetto anche che i materiali hanno ovviamente inciso sul voto, ma dato che qui stiamo giudicando un german per giocatori duri&puri, l'impatto finale è quello di pochi decimali in meno, come sempre ho fatto per giochi di questo tipo e target.
Come si gioca a Barrage, in breve
La mappa ci dice invece quello che dobbiamo fare: costruire dighe, condotte e centrali idroelettriche sui bacini di vari corsi d'acqua per sfruttarne il deflusso delle “gocce” e produrre così energia.
Si può utilizzare qualsiasi goccia trattenuta da una diga propria o neutrale, convogliarla con una condotta propria o di un avversario (pagandolo) a una propria centrale.
L'energia prodotta viene, di turno in turno, azzerandosi al termine dello stesso, registrata su un tracciato in cui guadagneranno ogni volta punti vittoria il primo, il secondo e poi tutti in base a un diverso bonus.
In ogni produzione di energia è anche possibile soddisfare un contratto, che dà punti e altri bonus.
Quando si costruisce uno dei propri elementi, la tesserina azione corrispondente e le risorse impiegate vengono piazzate all'interno di una rotella, facendo poi fare ai raggi della stessa uno spicchio di movimento. Costruendo altre cose o con azioni specifiche sul tabellone, è possibile far girare completamente la ruota in modo tale che, dopo un giro completo, sia la tessere azione che le risorse associate ritornino disponibili.
La partita termina dopo cinque turni con la valutazione di un bonus finale, diversa in ogni partita e qualche altro punticino dato dalle frattaglie avanzate. Chi ha più punti è ovviamente il vincitore.
Novità d'altri tempi
Barrage non perdona gli errori: se sbagliate, pagherete e vi ci vorrà tempo per recuperare, spesso sperando che gli avversari sbaglino tanto da lasciarvi tornare in pista.
In Barrage ci si pesta i piedi, non solo nella selezione delle azioni che ha la spietatezza di un Agricola, ma anche sulla mappa che si presta alla competizione e al “furto” dell'acqua.
Barrage è stretto, tanto che i primi due round vi parrà di non riuscire a fare quasi nulla, di esservi infilati in un vicolo cieco in cui qualsiasi opzione pare al contempo indispensabile e troppo costosa da realizzare. Poi, piano piano, vi dà la possibilità di acquisire i mezzi per potenziare il vostro gioco e avere soddisfazioni, ma non vi regala nulla: dovrete sudarveli e giocare bene, o rimarrete al palo. Barrage non ha azioni d'emergenza, se non la subottimale banca, non ha paracaduti, non ha bonus regalati a ogni angolo, non ha punti vittoria che arrivano a gratificare ogni vostra insignificante mossa.
Eppure in tutto questo introduce degli elementi di gioco che non avevamo mai visto, o, se già visti, ben poco sfruttati e li esalta a protagonisti:
- il movimento dell'acqua diventa fonte vitale del gioco e il suo controllo e flusso importanti attori della partita;
- la ruota ha un suo senso tematico, ma soprattutto vi costringe a pensare le risorse e il loro impiego in modo diverso, strategico, prospettico e non contingente e tattico.
Barrage ha saputo prendere il meglio dei giochi del passato e portarlo nel presente, rinnovandolo.
Un gioco senza fronzoli (o quasi)
Anche tutte le azioni del tabellone e della plancia personale, che a un primo momento lasciano spiazzati, sono tutte orientate a un unico scopo, senza deviazioni o strade accessorie e posticce.
Si costruiscono strutture, si migliorano le tessere azione base, si produce energia, si prendono i contratti da soddisfare con tale produzione, si fanno fare scatti alla rotella, si comprano nuovi macchinari, si aumenta il flusso d'acqua in qualche bacino.
Poi il tocco moderno e – direi – Kickstarteristico, c'è: plance asimmetriche per ogni giocatore e un paio di abilità speciali a testa. Nulla che però, a mio parere, porti sbilanciamenti o vincoli di gioco troppo stretti.
La soddisfazione di giocare e cenni strategici
Tutto vero, ma il punto è: quanto conta tutto questo quando inizio a giocare? Personalmente molto poco. Indipendentemente da Barrage, lo spazio che ha nella mia tabella di valutazione la voce “materiali” per giochi come questo è 0,5. Ovvero mezzo punto. Posso toglierlo, lasciarlo, ma sempre mezzo punto massimo influirà sul voto finale. Fosse un gioco American si arriverebbe al punto intero, in un familiare anche due.
Ma qui quello che valuto è principalmente la giocabilità, in tutte le sue sfaccettature; profondità, strategia, tattica, eleganza, fluidità, eccetera.
A proposito di strategia: quello che io e altri esimi giudici del Magnifico abbiamo notato è che, nonostante il focus dei punti vittoria sia il produrre energia, è altrettanto importante costruire quante più strutture possibili dalla propria plancia, anche trascurando un po' la produzione in prima battuta. Costruire ti permette non solo di avere presenza sulla mappa, ma anche di sbloccare rapidamente bonus fondamentali, nascosti sotto gli edifici. E non scordate che due o tre tessere azioni potenziate, prese al momento giusto, fanno la differenza.
Ma in fondo è giusto così, perché anche qui è tutto collegato: strutture, azioni, produzione, contratti.
Conclusione
Un gioco che è già un classico moderno e che spero verrà valutato per quello che dà e non per come appare.
Materiali ***
Grafica/disegni ****
Ergonomia ***
Ambientazione **
Regolamento ****
Scalabilità **
Rigiocabilità ****
Originalità ****
Interazione *****
Profondità *****
Strategia ****
Tattica ****
Eleganza ***
Fluidità ***Legenda: – (pessimo/assente), * (scarso), ** (sufficiente), *** (buono), **** (ottimo), ***** (eccellente)