RosenMcStern
Saggio
1 anno con i Goblins!
Necroposting
5 anni con i Goblins!
10 anni con i Goblins!
First reaction SHOCK!
Nel thread sui "Giocatori timidi" di Falcon, sono venute fuori delle opinioni molto interessanti sull'argomento "Quanto narrare" e "Perché narrare quello che si fa, da parte del giocatore, migliora il gioco": E' anche venuto fuori l'argomento "tabu", ossia la famigerata "immersione", e la dicotomia tra "vivo" e "narro" (che alcuni vedono e altri no), e ovviamente quella tra gioco skirmish e gioco di narrazione.
Premesso che questo mi ha fatto riflettere sul fatto che forse il gioco di narrazione non coincide perfettamente con il gioco di ruolo, riassumiamo le idee espresse.
- alcuni hanno difficoltà a narrare le azioni che compiono, tendono a agire meccanicamente, e di conseguenza non amano i giochi dove la narrazione fa parte della meccanica di risoluzione dell'azione
- Sid Raphael sostiene però che tra muovere la pedina di 5 caselle e dichiararae di attaccare l'orchetto, e narrare tutte le mosse che fai, non ci sia molta differenza; sostiene anche che il narrare, dato che ti pone in atteggiamento "autoriale", danneggi il senso di immedesimazione;
- Domon invece dice che il ragionamento in termini di caselle finisce per essere una questione di regole e non di personaggio (gamismo), e che non narrare significa non condividere l'esperienza di gioco con gli altri al tavolo, mentre narrare non danneggia affatto l'immersione
- Lord Drachen ha fatto un'interessante excursus sul fatto che il giocatore introverso ama molto il GdR ma ha difficoltà a esprimersi narrando (ricalca un po' l'idea di Domon sopra, ma con meno connotazioni negative)
- a me invece è venuto il dubbio che sia una questione di "tipo di intelligenza" del giocatore, ossia c'è chi ha un'intelligenza di tipo "verbale" che esprime meglio la sua partita narrando, mentre chi ha un'intelligenza di tipo matematico o visuale preferisce esprimere la fiction in termini di numeri o elementi visuali
- ho difficoltà a riassumere il wall of text di Moreno, ma anche quello conteneva degli spunti interessanti sulla diversità delle tipologie di gioco
Mi pare che ci siano molti spunti interessanti da riprendere. Niente fulminatori, però :grin:
Premesso che questo mi ha fatto riflettere sul fatto che forse il gioco di narrazione non coincide perfettamente con il gioco di ruolo, riassumiamo le idee espresse.
- alcuni hanno difficoltà a narrare le azioni che compiono, tendono a agire meccanicamente, e di conseguenza non amano i giochi dove la narrazione fa parte della meccanica di risoluzione dell'azione
- Sid Raphael sostiene però che tra muovere la pedina di 5 caselle e dichiararae di attaccare l'orchetto, e narrare tutte le mosse che fai, non ci sia molta differenza; sostiene anche che il narrare, dato che ti pone in atteggiamento "autoriale", danneggi il senso di immedesimazione;
- Domon invece dice che il ragionamento in termini di caselle finisce per essere una questione di regole e non di personaggio (gamismo), e che non narrare significa non condividere l'esperienza di gioco con gli altri al tavolo, mentre narrare non danneggia affatto l'immersione
- Lord Drachen ha fatto un'interessante excursus sul fatto che il giocatore introverso ama molto il GdR ma ha difficoltà a esprimersi narrando (ricalca un po' l'idea di Domon sopra, ma con meno connotazioni negative)
- a me invece è venuto il dubbio che sia una questione di "tipo di intelligenza" del giocatore, ossia c'è chi ha un'intelligenza di tipo "verbale" che esprime meglio la sua partita narrando, mentre chi ha un'intelligenza di tipo matematico o visuale preferisce esprimere la fiction in termini di numeri o elementi visuali
- ho difficoltà a riassumere il wall of text di Moreno, ma anche quello conteneva degli spunti interessanti sulla diversità delle tipologie di gioco
Mi pare che ci siano molti spunti interessanti da riprendere. Niente fulminatori, però :grin: