RosenMcStern":5fdtyf82 ha scritto:
nakedape":5fdtyf82 ha scritto:
In terzo luogo deve essere verosimile. Non deve assomigliare ad una soap-opera, nè deve riprodurre gli stessi snodi narrativi di un romanzo di appendice o di genere. Non mi interessa raccontare una bella storia. Io voglio vivere una vita alternativa. Interessante certo, e possibilmente tagliando le parti noiose, ma verosimile. Niente feuilletton.
Un po' come "The Sims", che è una grande e realistica simulazione della vita, ma senza una vera trama, e decidi tu che cosa succede senza seguire un canovaccio?
Hai mai giocato a "The Elder Scrolls: Daggerfall", dove ci sono qualche decina di migliaia di locazioni con missioni +/- casuali che è materialmente impossibile esaurire nell'arco della vita di un giocatore?
Sì, più o meno l'idea è quella. Non voglio un arco narrativo prestabilito, come ad esempio in AIPS dove si dice: "Tra poco approfondiamo il personaggio di Ciro, mentre quello di Gregorio se ne sta ai margini." Questo si che mi ammazza l'immedesimazione: gioco il mio PG, ma dentro di me devo ripetermi (non è il tuo momento, non è il tuo momento...).
Ma d'altro canto come ho già tentato di spiegare io non voglio raccontare una serie televisiva, quindi è ovvio che io non debba giocare ad Avventure in Prima Serata. Io voglio l' immedesimazione a piena potenza.
Il che mi porta a spiegare il mio termine metagioco. Per me il gioco di ruolo non è un gioco di narrazione condivisa, il cui scopo principale è raccontare una bella storia, ma è un gioco dove i giocatori giocano ad immedesimarsi in un ruolo mentre il master si occupa di restituire loro un mondo verosimile.
La vita non è un film dice una canzone di un noto cantautore. Per me non lo è nemmeno un gdr. O almeno, per intenderci, io non gioco di ruolo per essere protagonista di una storia. Perchè le storie, a maggior ragione quelle di genere, hanno spesso una serie di canoni che cozzano con la mia idea di vita.
Inoltre nella vita (almeno la mia) io non decido che cosa succede quando fallisco un'azione per tre volte (Trollbabe?), nè vado a plasmare il mondo attorno a me stesso.
Il gdr perfetto io non l' ho ancora trovato, so però che parte comunque dalla seconda edizione di Vampiri. Si tratta di rendere ancora meglio le abilità del personaggio, sia quelle importanti che quelle più prosaiche.
Come ulteriore spiegazione non considero metagioco la spesa di un punto di forza di volontà, perchè non mi pone al di fuori del mio personaggio. Ciò che avviene nel gioco è che il mio personaggio si sforza e si impegna particolarmente in quella specifica azione, il che lo aiuta ma anche lo stanca (guadagna un successo automatico e perde un willpower).
Il gdr perfetto sarà in grado di fornire al master tutti gli strumenti per generare e gestire nel più snello e comodo dei modi un mondo fittizio che sia verosimile e sfidante per chi lo esplora. Forse tra qualche anno potremmo vedere un qualche cosa del genere chissà. Per il momkento tra quello che ho visto non c'è nulla che gli assomigli.