Moreno
Maestro
1 anno con i Goblins!
5 anni con i Goblins!
10 anni con i Goblins!
First reaction SHOCK!
La ricerca di una cosa irraggiungibile ha valore ed è positiva solo se ti porta a migliorare.
Vedo, in molte risposte basate sul "il gdr perfetto non esiste, ma smettere di cercarlo è peggio", una visione del "fare il GM" (perchè di solito si parla di quella, non dell'esperienza di gruppo) simile ad un percorso ascetico, verso la perfezione. Perfezione che, si sa, non si può raggiungere, ma l'atto del cercarla "ti migliora".
Ci sono alcuni assiomi di base, in questa visone, che vengono sottaciuti ma che sono invece importantissimi. E la fanno rovinosamente crollare nel caso dei gdr, trasformando la ricerca della perfezione in una folle corsa da criceto sulla ruota.
1) Si assume per scontato che esista un punto preciso chiamato "perfezione", sia pure all'infinito, e che ci si possa avvicinare continuamente ad esso senza rinunciare ad altre "perfezioni" possibili. (in termini gastronomici: significa credere che si possa mangiare sempre cioccolata, alla ricerca della cioccolata perfetta, senza rinunciare mai nemmeno ad un quarto di pizza o a una patatina fritta o a qualunque altro cibo. Cioè, nel credere che il cibo sia unico, e che avvicinandosi alla cioccolata perfetta ti avvicini alla pizza perfetta)
2) Si assume che il gioco sia ricerca di una propria perfezione personale, migliorabile con la ricerca e l'esercizio, e non il godimento di un bisogno (la differenza è che i bisogni una volta soddisfatti "calano di valore", se hai più sete che fame, dopo aver bevuto hai più fame che sete. L'idea della ricerca ascetica invece presuppone una fame senza fondo, insoddisfabile, e nessuna sete, mai. E allo stesso tempo, prescrive che questa fame insoddisfabile sia soddisfatta sempre di più man mano... ma senza mai essere soddisfatta abbastanza da dire "adesso però vorrei un bicchiere d'acqua".
Paradossale poi che, nel campo dei gdr, questa ricerca ascetica interiore si cerchi di soddisfarla tramite... l'acquisto di prodotti (i gdr)!
Si vede, insomma, che non è altro che il frutto dell'applicazione di un certo ideale (la ricerca della perfezione ideale) applicato ad un contesto completamente diverso ed opposto (il soddisfare bisogni temporanei e "futili" come il gioco). Il cercare insomma di applicare i metodi adatti per cercare la propria moglie, alla scelta del piatto in pizzerie ("dunque, prima bisogna conoscersi bene, frequentarci qualche mese, poi provare a convivere, etc." mentre il cameriere ti guarda esterrefatto di fronte all'idea di convivere con te per qualche anno...)
Non per tornare sempre ai soliti discorsi, ma questa "quest" la ritengo uno dei frutti avvelenati del pensare ad un ipotetico "ideale di gioco ipotizzato" senza osservare l'actual play.
Nella realtà, nel gioco reale, io ho sempre visto quelli che mangiavano un giorno cioccolata e l'altro la pizza, che bevono quando hanno sete e che mangiano quando hanno fame (cioè, che scelgono il gioco in base al momento, alla situazione, e a cosa hanno voglia di giocare in quel momento) si divertono molto, molto, molto di più rispetto a chi cerca un unica cosa che soddisfi ogni sete ed ogni fame, e che non stufi mai anche se mangi solo quella a pranzo, colazione e cena (quelli che cercano il gdr perfetto).
"teoria" contro "pratica di gioco", insomma.
Vedo, in molte risposte basate sul "il gdr perfetto non esiste, ma smettere di cercarlo è peggio", una visione del "fare il GM" (perchè di solito si parla di quella, non dell'esperienza di gruppo) simile ad un percorso ascetico, verso la perfezione. Perfezione che, si sa, non si può raggiungere, ma l'atto del cercarla "ti migliora".
Ci sono alcuni assiomi di base, in questa visone, che vengono sottaciuti ma che sono invece importantissimi. E la fanno rovinosamente crollare nel caso dei gdr, trasformando la ricerca della perfezione in una folle corsa da criceto sulla ruota.
1) Si assume per scontato che esista un punto preciso chiamato "perfezione", sia pure all'infinito, e che ci si possa avvicinare continuamente ad esso senza rinunciare ad altre "perfezioni" possibili. (in termini gastronomici: significa credere che si possa mangiare sempre cioccolata, alla ricerca della cioccolata perfetta, senza rinunciare mai nemmeno ad un quarto di pizza o a una patatina fritta o a qualunque altro cibo. Cioè, nel credere che il cibo sia unico, e che avvicinandosi alla cioccolata perfetta ti avvicini alla pizza perfetta)
2) Si assume che il gioco sia ricerca di una propria perfezione personale, migliorabile con la ricerca e l'esercizio, e non il godimento di un bisogno (la differenza è che i bisogni una volta soddisfatti "calano di valore", se hai più sete che fame, dopo aver bevuto hai più fame che sete. L'idea della ricerca ascetica invece presuppone una fame senza fondo, insoddisfabile, e nessuna sete, mai. E allo stesso tempo, prescrive che questa fame insoddisfabile sia soddisfatta sempre di più man mano... ma senza mai essere soddisfatta abbastanza da dire "adesso però vorrei un bicchiere d'acqua".
Paradossale poi che, nel campo dei gdr, questa ricerca ascetica interiore si cerchi di soddisfarla tramite... l'acquisto di prodotti (i gdr)!
Si vede, insomma, che non è altro che il frutto dell'applicazione di un certo ideale (la ricerca della perfezione ideale) applicato ad un contesto completamente diverso ed opposto (il soddisfare bisogni temporanei e "futili" come il gioco). Il cercare insomma di applicare i metodi adatti per cercare la propria moglie, alla scelta del piatto in pizzerie ("dunque, prima bisogna conoscersi bene, frequentarci qualche mese, poi provare a convivere, etc." mentre il cameriere ti guarda esterrefatto di fronte all'idea di convivere con te per qualche anno...)
Non per tornare sempre ai soliti discorsi, ma questa "quest" la ritengo uno dei frutti avvelenati del pensare ad un ipotetico "ideale di gioco ipotizzato" senza osservare l'actual play.
Nella realtà, nel gioco reale, io ho sempre visto quelli che mangiavano un giorno cioccolata e l'altro la pizza, che bevono quando hanno sete e che mangiano quando hanno fame (cioè, che scelgono il gioco in base al momento, alla situazione, e a cosa hanno voglia di giocare in quel momento) si divertono molto, molto, molto di più rispetto a chi cerca un unica cosa che soddisfi ogni sete ed ogni fame, e che non stufi mai anche se mangi solo quella a pranzo, colazione e cena (quelli che cercano il gdr perfetto).
"teoria" contro "pratica di gioco", insomma.