Moreno":wg0r3aye ha scritto:
Ora, dimmi che per te questo è l'andamento "tipico". Che puoi dire, rimanendo serio, che i tuoi manuali vendono costantemente per sette anni, senza nuovi supplementi nella stessa linea e nuove edizioni. Che D&D vende per 7 anni senza calare (e lì di supplementi ne escono)
Le vendite in realtà non furono costanti, perchè ad un certo punto nel mezzo (se vuoi ti cerco anche quei dati) le vendite di DitV arrivarono sulle 800 copie all'anno. (e anche qui, dmmi se è "normale" per un gdr vendere di più a tre anni dall'uscita che subito)
Si, è normale. Succede quando "acquisti" un nuovo canale di vendite. E' successo anche a me. Nel caso specifico di "Cani", la cosa è legata al "boom" del mercato indie nell suo complesso, che guarda caso fu verso il 2006.
Il "picco" di Dogs in the Vineyard non fu subito, perché nei giochi "indie" all'inizio non ci credevano in tanti. Ma l'andamento è comunque quello: un "picco" di vendite ad un certo punto, e poi va a calare, ma non certo a zero. Tanto di cappello per aver tenuto sul e vendite ad un ritmo comparabile a quello iniziale tra il 2004 e il 2010 - Baker è riuscito in un'impresa non facile - ma si vede che nel 2011 calano al 20% rispetto a un 50-60% del picco che facevano ancora nel 2010. Le "compilation" come la Lumpley library non puoi "pesarle" allo stesso modo, perché probabilmente l'hanno presa molte persone che già avevano "Dogs" e volevano comprarsi Apocalypse World o altro. Quindi nel 2011 (e non nel 2012 come scrivi tu) la flessione arriva. Ripeto, kudos to Vincent per essere sceso solo dopo 7 anni ai livelli a cui i titoli mainstream arrivano in uno, ma la flessione c'è: 180 copie contro le 800 del picco del 2006.
Mi dirai come faccio a sapere che c'entra il fattore "all'inizio non tutti credevano nell'editoria indie"? Facilissimo. Guarda i dati di Apocalypse World, che non sono "falsati" dal famoso boom del Forge Booth del 2006: ora che il mercato "conosce" il valore di un'opera di Vincent Baker, il "grosso" delle vendite avviene subito, e poi si assesta su una frazione (significativa!) delle cifre iniziali. In soli sette mesi nel 2010, AW vende il 15% in più che in TUTTO il 2011 (800 copie contro 685). Avesse iniziato a vendere a gennaio, avrebbe fatto come minimo il 30% in più nel 2010, più probabilmente il 40%.
Chiuso il "momento magico" del 2006, il trend è esattamente quello di un gioco mainstream: picco iniziale, e poi il prodotto "si difende" vendendo una frazione significativa di quanto vendeva inizialmente per un numero di anni proporzionale alla qualità del prodotto. Per prodotti di qualità come quelli di Baker, la frazione può essere tranquillamente il 50% e oltre, ma è sempre una frazione.
Ma sono sopratttuto i grafici, caro Moreno, che parlano chiaro: il "picco" è visibilissimo in tutti i titoli nuovi di Vincent Baker. L'unica anomalia di "Cani", per quel che dici, è che il "picco" non lo ha fatto immediatamente come "Apocalypse" e "Fantasmi".
Dai, dimmi che è l'andamento tipico del mainstream. Cercando di non ridere. 8)
Caro Moreno, tu quanti titoli mainstream hai prodotto o commercializzato?
Io i miei numeri te li ho dati: su uno splatbook che ha fatto intorno alle 800 copie nei suoi primi 12 mesi di vita, nel 2011 facevo ancora 180 copie a 3 anni di distanza (25% circa). Per un caso fortuito, sono esattamente le stesse cifre di "Cani", l'unica differenza è che "Cani" arriva al 20% del picco dopo sei anni e non due (kudos!). Quella che i prodotti mainstream vanno a zero vendite o quasi in tre mesi è una panzana, bella e buona.
Il problema casomai è che le grosse compagnie non "reggono" un andamento calante delle vendite, manco quando non calano a zero. E se vuoi ne parliamo perché è un argomento interessante. Ma prima sgombriamo il campo da questi continui riferimenti a "crolli verticali" delle vendite che non sono assolutamente veritieri.
Edit: crosspost con Massimo Bianchini che smentisce una volta e per tutte le leggende metropolitane.
- non è vero che le vendite dei prodotti mainstream calano necessariamente
- non è vero che gli editori mainstream tengono nascosti i dati.
Grazie dell'assist, Max.
(ah, e i kudos si intendono estesi anche a Leo e Curte)