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AkioSix

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Akio, i ragazzini di colore si danno del N- in continuazione ad ogni piè sospinto, mai stato per strada negli ultimi anni?
Qui e pure in moltissimi contesti in America, da sempre (film, musica e mille altri esempi). La cosa non è minimamente in discussione, è praticamente un intercalare. Quindi, posto che ovviamente se a farlo è un "caucasico" è "inopportuno", rimane il piccolissimo problema dello stabilire qual è il confine: se ho un nonno nigeriano, sono sufficientemente POC per poter chiamare i miei amici POC con la N-word? Non è tanto paradossale come questione, si pone e sempre più spesso visto che la società è sempre più multietnica e multirazziale.
E secondo me chiarisce che non è nè chi lo dice e nemmeno a chi lo dice; sono il contesto e l'intenzione che devono contare, fine. Bandire le parole produce solo danni. Cancel-culture per l'appunto.
Altrimenti come scritto più volte in giro, occorre fare una riunione di programma per stabilire i gradi di purezza della razza. L'hanno già fatto 80 anni fa grosso modo, con risultati noti.
Non mi sembra il caso di riprovarci.
Io forse non riesco a farmi capire, ma il concetto è: perchè sentire il bisogno di usare certi epiteti? Perchè sentire la necessità della propria libertà di espressione nell'usare termini dispregiativi? Pensi di essere divertente? Non lo so, non capisco sinceramente...

Poi il discorso del merdone scoppiato, dell'estremismo americano o di chicchessia, dei pedini di Puerto Rico...è un altro discorso ancora. Ci mancherebbe che fossi d'accordo. Ma oggi, mi sembra che si reclami la libertà d'espressione in ambiti quantomeno dubbi.
 

Badger28

Onnisciente
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Io forse non riesco a farmi capire, ma il concetto è: perchè sentire il bisogno di usare certi epiteti? Perchè sentire la necessità della propria libertà di espressione nell'usare termini dispregiativi? Pensi di essere divertente? Non lo so, non capisco sinceramente...
Non è questo il punto. A me non frega nulla di usare la N-word. Non mi sognerei mai di farlo con una persona palesemente POC e la uso ben poco in generale, non ne avrei motivo.
Ma rileggi il mio esempio di cui sopra: io ho visto realmente situazioni in cui giovani di varie etnie si davano del N tra loro e alcuni erano più chiari di me quando sono abbronzato. Metà erano sicuramente misti italiani. E quindi ti chiedo, va vietato anche a loro (decidendo arbitrariamente in base all'albero genealogico di ciascuno quando siano LORO e quando siano NOI, oltretutto), cioè impedisci alle persone che sono teoriche vittime di tutto ciò di usare le parole che vogliono tra di loro, il che è lievissimamente paradossale, oppure forse ma forse cerchi di capire il contesto in cui vengono usate, ogni singola volta, per stabilire se dietro c'è o non c'è dolo e intenzione di offendere? Io non ho dubbi... e se si fosse fatto così, in 10 secondi netti il Tascini-gate si sarebbe sgonfiato

...e aggiungo: e se Tascini fosse di madre camerunense ma nessuno lo sapesse, sarebbe cambiato qualcosa? MEDITARE prima di rispondere...
 

Jason Myers

Illuminato
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Chiamare un amico di colore, chiamare un amico gay, chiamare un amico con menomazioni fisiche o mentali, tutto quello che volete, con appellativi riconosciuti come dispregiativi NON è divertente. Se l'amico lo consente, ancora peggio, non è socialmente accettabile qui, in America, in nessuna parte del mondo.
Akio, guarda non sono d'accordissimo con te.
Ho un amico di un'altra religione, e quando gli faccio gli auguri di Natale aggiungo sempre "anche se tu sei di un'altra parrocchia" (non intendendo l'orientamento sessuale :p).
Altri amici di altra religione se non cacciano i soldi si dicono tra loro "ma nun fa l'e...": e ci ridono su. Ci scherzano su. Mai si sono sentiti minimamente offesi pure se glie lo dico io.
E la cosa è reciproca: sono per 1/8 "nero" ma se i miei amici mi chiamano "negro" (come a volte avvenuto a causa della mia facilità abbronzante, tiè!) ma figurati se mi offendo.
"Perchè sentire la necessità della propria libertà di espressione nell'usare termini dispregiativi?" Ti rispondo: per sdrammatizzare. Per dissacrare. Perché a volte l'ironia può aiutarci a superare di tutto. E' terapeutico come distruggere nemici in un FPS. L'autoironia è importante.
Per dirne una: Annalisa Minetti soleva scherzare sulla propria condizione, dicendo ad es. ai suoi amici "non ci vedo più dalla fame" o cose simili. (Intervista sua, trovatela).
 

AkioSix

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Non è questo il punto. A me non frega nulla di usare la N-word. Non mi sognerei mai di farlo con una persona palesemente POC e la uso ben poco in generale, non ne avrei motivo.
Ma rileggi il mio esempio di cui sopra: io ho visto realmente situazioni in cui giovani di varie etnie si davano del N tra loro e alcuni erano più chiari di me quando sono abbronzato. Metà erano sicuramente misti italiani. E quindi ti chiedo, va vietato anche a loro (decidendo arbitrariamente in base all'albero genealogico di ciascuno quando siano LORO e quando siano NOI, oltretutto), cioè impedisci alle persone che sono teoriche vittime di tutto ciò di usare le parole che vogliono tra di loro, il che è lievissimamente paradossale, oppure forse ma forse cerchi di capire il contesto in cui vengono usate, ogni singola volta, per stabilire se dietro c'è o non c'è dolo e intenzione di offendere? Io non ho dubbi... e se si fosse fatto così, in 10 secondi netti il Tascini-gate si sarebbe sgonfiato

Akio, guarda non sono d'accordissimo con te.
Ho un amico di un'altra religione, e quando gli faccio gli auguri di Natale aggiungo sempre "anche se tu sei di un'altra parrocchia" (non intendendo l'orientamento sessuale :p).
Altri amici di altra religione se non cacciano i soldi si dicono tra loro "ma nun fa l'e...": e ci ridono su. Ci scherzano su. Mai si sono sentiti minimamente offesi pure se glie lo dico io.
E la cosa è reciproca: sono per 1/8 "nero" ma se i miei amici mi chiamano "negro" (come a volte avvenuto a causa della mia facilità abbronzante, tiè!) ma figurati se mi offendo.
"Perchè sentire la necessità della propria libertà di espressione nell'usare termini dispregiativi?" Ti rispondo: per sdrammatizzare. Per dissacrare. Perché a volte l'ironia può aiutarci a superare di tutto. E' terapeutico come distruggere nemici in un FPS. L'autoironia è importante.
Per dirne una: Annalisa Minetti soleva scherzare sulla propria condizione, dicendo ad es. ai suoi amici "non ci vedo più dalla fame" o cose simili. (Intervista sua, trovatela).

Personalmente posso comprendere due POC che si scambiano tali insulti, fa parte di un passato disastroso che può appartenergli (che poi lo facciano perchè sdoganato dai film/serie tv è un'altra cosa) ed è come scacciare un passato che fortunatamente è passato, come scherzare sulla morte. Se tu "bianco" lo fai, ha un significato totalmente diverso, amico o no che sia, lo stai insultando e lui sta accettando l'insulto.

All'amico ebreo puoi anche fare la battuta se hai una certa intimità, ma non credo tu gliela faresti sulle docce......o sbaglio? Ci sono un sacco di sfumature, ma io credo che qui tutti siamo in grado di capire su cosa sia meglio sentire liberi di esprimere e quando sarebbe meglio stare zitti invece di fare inutili sparate da bomber
 

Jason Myers

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Akio: Su questo ti dò ragione. Sto citando questi esempi SOLO perché è scoppiato il Tascini-gate. Effettivamente riconosco che la sfera intima (che comprende anche le amicizie) dovrebbe rimanere privata a meno di contesti ben delineati. E certo a metterla poi in pubblico si rischia.
 

Badger28

Onnisciente
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Scusate, ma quanti di voi sanno che Daniele ha da anni una compagna di colore?
(almeno dall'ultima volta che l'ho incontrato)
Ma è quello che ha scritto nel suo post originale... la cosa è passato completamente sotto silenzio!
 

Badger28

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Personalmente posso comprendere due POC che si scambiano tali insulti, fa parte di un passato disastroso che può appartenergli (che poi lo facciano perchè sdoganato dai film/serie tv è un'altra cosa) ed è come scacciare un passato che fortunatamente è passato, come scherzare sulla morte. Se tu "bianco" lo fai, ha un significato totalmente diverso, amico o no che sia, lo stai insultando e lui sta accettando l'insulto.

All'amico ebreo puoi anche fare la battuta se hai una certa intimità, ma non credo tu gliela faresti sulle docce......o sbaglio? Ci sono un sacco di sfumature, ma io credo che qui tutti siamo in grado di capire su cosa sia meglio sentire liberi di esprimere e quando sarebbe meglio stare zitti invece di fare inutili sparate da bomber
Sì ma ti ripeto il punto focale: chi è che stabilisce se io sono bianco o nero? E se sono nero e la uso posso; quindi non è una parola vietata, è vietata ai bianchi. Che vanno definiti scientificamente però. E torniamo alla questione delle regole di determinazione razziale. Non se ne esce, te lo garantisco
 

AkioSix

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Sì ma ti ripeto il punto focale: chi è che stabilisce se io sono bianco o nero? E se sono nero e la uso posso; quindi non è una parola vietata, è vietata ai bianchi. Che vanno definiti scientificamente però. E torniamo alla questione delle regole di determinazione razziale. Non se ne esce, te lo garantisco
Il buon senso....non dovrebbe esserci bisogno d'altro.
 

faro59

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Dal paese più democratico (e idiota) del mondo arriva una nuova polemica:

 

Aristeos

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Una cosa che mi lascia perplesso è come questa fase storica di transizione verso l'inclusività sia "pompata" oltre misura. Personalmente sono quasi dieci anni che non riesco più a fruire di un prodotto culturale (sia film, libro, ecc....) senza farmi continuamente domande se dietro ci siano dei riferimenti o sottotesti "politically correct".
Negli anni '90 e 2000 ricordo tante serie televisive/film/libri/videogiochi che avevano personaggi femminili di spicco (penso a una Lara Croft ma anche negli anni '80 c'era la Ripley di Alien), personaggi omosessuali (Philadelphia, Dawson creek) o di colore (i film con Eddie Murphy o Denzel Washington) ma non ricordo questa sovraesposizione e sottolineatura dei temi sociali (giusto forse con Philadelphia)....mai una volta ho pensato di cambiare canale.
Oggi invece molti prodotti pensati apposta in questa nuova ottica falliscono miseramente (penso al remake femminile di Ghostbuster).
Come si dice, "a ogni azione corrisponde una reazione", non vorrei che spingere su certi temi possa paradossalmente portare a nuove forme di odio nei confronti del "diverso".
 

lushipur

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Che poi ognuno è il terrone di qualcuno più a nord di lui e il polentone di qualcuno più a sud di lui... te lo dice un talebano :)
No no, più a sud di me e dovevano chiamarmi africano ?
Chiamare un amico di colore, chiamare un amico gay, chiamare un amico con menomazioni fisiche o mentali, tutto quello che volete, con appellativi riconosciuti come dispregiativi NON è divertente. Se l'amico lo consente, ancora peggio, non è socialmente accettabile qui, in America, in nessuna parte del mondo.
c’è gente che si diverte a tirarsi mazzate. C’è gente che si diverte con lo humor nero. C’è gente che si diverte con pratiche sessuali estreme.

fintanto che c’è un consenso REALE da ambo le parti, credo proprio siano fatti miei come mi diverto.

questo finché si resta in un ambito ristretto. Insomma a casa mia son fatti miei.
L’errore di Tascini è stato esternare con leggerezza, pensando di essere a casa sua.
 

Jibril

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Sì ma ti ripeto il punto focale: chi è che stabilisce se io sono bianco o nero? E se sono nero e la uso posso; quindi non è una parola vietata, è vietata ai bianchi. Che vanno definiti scientificamente però. E torniamo alla questione delle regole di determinazione razziale. Non se ne esce, te lo garantisco
Semplice, non dire quella parola e si risolve il problema alla radice. Avere amici o compagni di colore non dà il diritto di usare quella parola. Se una persona evidentemente nera la usa, è lui che ha diritto di scelta se usarla o meno. I bianchi hanno sempre usato quella parola come dispregiativo, disumanizzante, questo la rende vietata.
Inoltre, se vogliamo parlare del sistema americano, l'essere bianchi o neri non è solo riferito al colore della pelle, ma anche al quartiere dove vivi e chi frequenti.
Ricordo un sondaggio su Twitter qualche anno fa che classificava noi italiani come neri agli occhi degli americani.

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lushipur

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Una cosa che mi lascia perplesso è come questa fase storica di transizione verso l'inclusività sia "pompata" oltre misura. Personalmente sono quasi dieci anni che non riesco più a fruire di un prodotto culturale (sia film, libro, ecc....) senza farmi continuamente domande se dietro ci siano dei riferimenti o sottotesti "politically correct".
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Oggi invece molti prodotti pensati apposta in questa nuova ottica falliscono miseramente (penso al remake femminile di Ghostbuster).
Come si dice, "a ogni azione corrisponde una reazione", non vorrei che spingere su certi temi possa paradossalmente portare a nuove forme di odio nei confronti del "diverso".
Guarda, sabato ho visto un episodio di arrow ultima stagione.
Ad un certo punto, completamente fuori contesto, un personaggio dice al padre: sono gay.

Ora, io posso capire tante cose ma, vi giuro, la scena avrebbe avuto lo stesso significato se avesse detto: mi piace la frutta candita.

Assolutamente senza senso. Gratuita mossa per dire: siamo inclusivi.

non dico che non debbano esserci personaggi lgbdt+ ma almeno che abbiano un minimo contesto nella storia. Un motivo per dirci che è gay.

e son pure d’accordo che non ci debba essere un motivo per inserire personaggi gay. Ma se sprechi 5 minuti su 30 per questa battuta. Almeno abbia un senso più ampio.

altrimenti è solo una marchetta.
 

LeonardoM

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Semplice, non dire quella parola e si risolve il problema alla radice. Avere amici o compagni di colore non dà il diritto di usare quella parola. Se una persona evidentemente nera la usa, è lui che ha diritto di scelta se usarla o meno. I bianchi hanno sempre usato quella parola come dispregiativo, disumanizzante, questo la rende vietata.
Inoltre, se vogliamo parlare del sistema americano, l'essere bianchi o neri non è solo riferito al colore della pelle, ma anche al quartiere dove vivi e chi frequenti.
Ricordo un sondaggio su Twitter qualche anno fa che classificava noi italiani come neri agli occhi degli americani.
Ma quindi se ai loro occhi noi italiani siamo neri e i neri possono usarla il caso si sgonfia da solo. ?

Comunque questo parlare di neri e bianchi, dire cosa possono fare i neri, cosa possono fare i bianchi, cosa non possono fare i neri, cosa non possono fare i bianchi, a me sembra razzista: adesso una persona può fare o non fare delle cose o dire o non dire delle cose a seconda del colore della pelle? Si è talmente estremizzata la faccenda che si è fatto il giro dall'altra parte.
 

Jason Myers

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Oggi invece molti prodotti pensati apposta in questa nuova ottica falliscono miseramente (penso al remake femminile di Ghostbuster).
Come si dice, "a ogni azione corrisponde una reazione", non vorrei che spingere su certi temi possa paradossalmente portare a nuove forme di odio nei confronti del "diverso".
E ti sei scordato della mitica Sarah Connor :) che ancora adesso si difende in Terminator Destino Oscuro!
Effettivamente ora ho un odio non certo nei confronti del "diverso": però nei confronti dell'inclusività-sennò-sei-razzista-omofobo-etcetc- provo un certo fastidio.
Oramai se vuoi fare un film negli USA devi fare le quote tipo lottizzazione RAI: ci deve essere nel cast minimo una donna di un certo spessore e che magari sia la protagonista e meni come e più di un uomo, poi un ner... scusate, afroamericano, poi un cin... scusate, un orientale, poi un/una ga... scusate, diversamente eterosessuale e FORSE - dico FORSE - non si incazzano tutti gli altri gruppi di pressione (ma arriveranno).
Lasciamo stare poi se il cast è tutto al femminile, quello mi annoia e basta, però esser maschilisti sciovinisti non è (ancora) un reato (ma lo diventerà presto) e posso scriverlo (fino ad oggi).
Solo il cinema del Far East può permettersi di essere ancora politically uncorrect e fottersene di tutto, infatti poi magari vince pure un Oscar (Parasite).
 
T

themanwhosoldthewhole

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C'è una cosa che non ho capito: ma Tascini rispondeva in una conversazione privata o come mi è parso di capire in una discussione pubblica?
 

Andrea_81

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Andrea_81
E ti sei scordato della mitica Sarah Connor :) che ancora adesso si difende in Terminator Destino Oscuro!
Effettivamente ora ho un odio non certo nei confronti del "diverso": però nei confronti dell'inclusività-sennò-sei-razzista-omofobo-etcetc- provo un certo fastidio.
Oramai se vuoi fare un film negli USA devi fare le quote tipo lottizzazione RAI: ci deve essere nel cast minimo una donna di un certo spessore e che magari sia la protagonista e meni come e più di un uomo, poi un ner... scusate, afroamericano, poi un cin... scusate, un orientale, poi un/una ga... scusate, diversamente eterosessuale e FORSE - dico FORSE - non si incazzano tutti gli altri gruppi di pressione (ma arriveranno).
Lasciamo stare poi se il cast è tutto al femminile, quello mi annoia e basta, però esser maschilisti sciovinisti non è (ancora) un reato (ma lo diventerà presto) e posso scriverlo (fino ad oggi).
Solo il cinema del Far East può permettersi di essere ancora politically uncorrect e fottersene di tutto, infatti poi magari vince pure un Oscar (Parasite).
Guarda, mi riaggancio anche al post precedente, in cui giustamente si sottolineava come l'estremizzazione del concetto di lotta al razzismo non fa altro ormai che sortire l'effetto opposto.
Se per me siamo tutti uguali, il grafico a torta su quanti uomini/donne, bianchi/neri ci sono nei reparti delle aziende io neanche lo faccio.

Trovo il tutto molto ipocrita e noioso.
 
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