Avventura Rebel Crown, Campagna.

[LorenZo-M]

(tiro su Sway +2, con l'aiuto di Triade e mi stresso per un totale di 4d6, ottengo 5 successo ad un costo... se fossi seduto ad un tavolo vedrei il Master avanzare un clock con un'espressione malevola...)

"Il fiore degli abissi" mai nome fu più appropriato per una topaia come quella... Se mai un fiore potrebbe sbocciare nelle nere profondità di un mare senza fondo, avrebbe sicuramente questo stesso aspetto scialbo e squallido, privo di speranza.
Abigail squadra l'uomo con cui ha bisogno di parlare e gli si avvicina con passo sicuro. Vede l'avidità nei suoi occhi e sa che può usarla a suo vantaggio.
"Buonasera, buon uomo... ci dicono che lei sia proprio l'uomo che cerchiamo e che lei disponga della mercanzia di cui abbiamo bisogno" dice Abigail fingendo di nascondere un sorriso affilato dietro alle buone maniere "Vorremmo acquistare qualche sua ragazza per diciamo darle la possibilità di riscattarsi... dar loro l'opportunità di diventare ancora più popolari di quanto non siano ora per i marinai di questo porto... Se ci siamo capiti!..." Dice illuminando il suo viso con il migliore dei suoi acidi sorrisi.

 

[Krell]

Abigail e Doirin escono dal "Fiore degli Abissi" soddisfatti dell'accordo e raggiungono Halvard rimasto all'ingresso con il resto degli uomini. Lo scout sta parlando con un uomo che dice di essere un messaggero di Caitir.
Nel mezzo della tormenta di neve, il servitore conduce l'erede e i suoi compagni ad una taverna vicino al centro città. Guardinghi Halvard, Doirin e Abigail, entrano. Nervi a fior di pelle e pronti a tutto, quando dal retro appare Caitir.

"Amici, sarete stanchi e immagino vorrete andare a riposare, prometto di non rubarvi molto tempo", dice il capo della Gilda dei Mercanti. "Venite".
Il mercante porta Doirin e i suoi sul retro, mentre il resto dei compagni rimane di guardia alla porta.
La stanza è piccola e spoglia, al centro un tavolo e alcune sedie.
Caitir si sistema su una sedia come se fosse lo scranno più scomodo del mondo. In mano ha un paio di pergamene: lettere e messaggi da uomini fidati.
"Amici miei, ieri è arrivata una carovana da Bell Heather. L'affiliato mi ha portato la notizia che Lord Sgain è caduto in un'imboscata mentre pattugliava con i suoi uomini i boschi a nord est alla ricerca di spettri. Gli Sgain hanno perso molti uomini tuttavia Lord Sgain, non si sa come, ha portato a casa la pellaccia e ora si sta riorganizzando. Questa volta fanno sul serio: hanno inviato messaggeri a Fort Bracken e a Port Marram. Vogliono coinvolgere i Tarbh. Se riuscirà a convincere Lord Tarbh a prestargli aiuto, marcerà su Castel Primula e sarà guerra con i Gearr".

 

[s83m]

E' stata una lunga e fredda notte. Gli uomini han lavorato come muli nel tagliare tronchi, legare corde e nascondere le trappole lungo la strada sterrata.

Halvard non da meno, si è spaccato la schiena nel preparare l'imboscata.
Un piccolo fossato per bloccare la carovana e poi l'inferno per la compagine di guardia.

Lo aveva fatto già altre volte, nella sua vita precendente, per assaltare i mercanti del nord. Una vita che ormai risultava un vago ricordo, quasi estraneo. Di un giovane dei territori interni, che amava l'avventura e ogni giorno poteva l'inizio di qualcosa di interessante.
Ora invece c'è un uomo stanco, infreddolito, che deve trovare la forza di tenere insieme questi uomini, con la consapevolezza che ogni giorno può essere la fine di questa lotta di potere, in cui lui è una fedele pedina.

(tiro su Hunt +2, con stress, aiuto e uso di abilità Sapper. 5 dadi il cui miglior risultato è un 4)

L'attesa. Questa è la parte più difficile di un'imboscata, non la preparazione o l'attacco. Quelle sono facili, quasi meccaniche. Ma l'attesa dell'imboscata è la parte più dura, è lì che si vede uno esperto dal novellino. Quel tempo infinito che ti logora la mente e i nervi. Attimi che sembrano eterni in attesa di un segnale...che poi all'improvviso arriva sempre troppo presto, nonostante le innumerevoli ore passate.
E il momento viene annunciato da rumore di zoccoli di cavalli. Halvard alza il braccio e nel momento in cui lo cala una valanga di tronchi e frecce si scaglia sulle povere guardie di turno che non fanno in tempo a capire cosa sia quel rumore prima di finire dilaniati da dardi che arrivano da dietro cespugli, dagli alberi, o colpiti da enormi tronchi rotolanti

 

[Krell]

Mentre Halvard guarda sorridente i due sopravvissuti fuggire tra i boschi innevati, gli altri uomini si aggirano tra i feriti ponendo fine alle sofferenze degli sconfitti. L'esploratore si volta verso i suoi e vede Doirin, in piedi, sporco di sangue e spada in mano.
Il ragazzo ha avuto il fegato, o l'avventatezza, di voler riprendersi il trono e troppo spesso, negli ultimi tempi, Halvard si è chiesto se è stata la scelta giusta. Il padre di Doirin era un grande guerriero ma un pessimo Re. Cosa sarà Doirin? Chi sarà? Tutti aspettano una svolta decisiva dell'impresa e questa volta sembra proprio che qualcosa sia destinato a cambiare.
E i cambiamenti spesso richiedono sangue, Halvard lo sa fin troppo bene, non si fa illusioni.
Improvvisamente un brivido scuote il capo degli esploratori.
"Ce l'abbiamo fatta, Halvard", esulta Doirin mentre il fiato gli si condensa davanti alla faccia.
"Già", risponde Halvard distratto da un uomo che ora sta ridendo di qualcosa.
"Ehi guardate qui!", dice ad alta voce quell'uomo ridendo e mostrando ai suoi commilitoni un fiotto di acqua ghiacciata attaccato al suo otre. Alcuni ridono, altri rabbrividiscono.
Il sorriso di Halvard si spegne e un altro brivido lo assale. Doirin si volta verso Halvard: "Fa sempre più freddo..."
"Troppo freddo" pensa Halvard.
La temperatura cala rapidamente, il sole viene oscurato da un'ombra scura, innaturale.
"Spettri!" urla qualcuno.

(la posizione dei PG è scesa a Risky)

 

[s83m]

(doppio tiro di Halvard su command per coordinare la fuga degli uomini e tiro su Skirmish per combattere contro gli spettri. Entrambi con 6)

Il freddo cominciò ad entrare nelle ossa e negli animi degli uomini. Improvvisamente il buio si fece pesante e tangibile, come pece, come nero fumo di un altra dimensione. Da quell'oscurità, strazianti lamenti cominciarono a farsi strada. Dalla boscaglia, un manipolo di quel che furono i soldati Sgainn dell'ultima battaglia combattuta. Nelle loro eteree armature, i morti urlavano bramando la vita degli uomini di Halvard, rimasti letteralmente agghiacciati dallo spettrale spettacolo apparso.
Il capo degli esploratori, per loro fortuna, sembrò trovare una sovrannaturale lucidità in quel momento di folle orrore. "ASCOLTATE! ASCOLTATE SOLO LA MIA VOCE SE NON VOLETE FARE QUELLA FINE!"
Urlò con quanto fiato avesse in corpo, nonostante il freddo stesse mozzando il respiro. "Fuggite per il sentiero a sud! PRESTO!" Rivolgendosi al suo signore
"Presto Doirin schiena contro schiena, questa potrebbe essere la tua ultima occasione per dimostrare ai tuoi uomini che han riposto bene le loro speranze" disse sguainando una logora spada d'argento.
I due combatterono non per la loro vita, ma per quella dei loro uomini, nonostante le loro spade si facessero sempre più fredde ad ogni fendente inferto a quelle mortali illusioni. Fendente su fendente fino a quando i lamenti cessarono, così come il gelo. Mai nottata d'inverno fu più calda...

@Tullaris sappi che a breve te tocca

 

[Triade]

L'inverno è impietoso in queste lande. La neve sferza l'aria e il cielo è grigio.
Nell'accampamento di Doirin il morale è bassissimo, ma le provviste rincuorano le truppe e le pulzelle stanno per arrivare.
Il principe però è irrequieto. Aveva pensato che la sua scesa fosse più veloce.
"Pensieri da stupido fanno l'uomo stupido" gli ripetevano. Lui non era stupido e non voleva passare per stupido.
Doirin esce nel freddo del mattino e si incammina verso la cella dei prigionieri. Vede Halvard vicino a una cassa di provviste, sta distribuendo i viveri.
L'uomo lo saluta facendo una reverenza e mostrando il cibo. Doirin ricambia il saluto alzando la mano e sorridendo. Quell'uomo ha le palle.
L'avventura vissuta fianco a fianco con gli spettri ha fatto salire il morale a tutti nell'accampamento. Doirin si aspetta che verranno narrate storie. Ma Halvard è uno di quegli uomini che non si possono lasciare andare. Doirin già pensa che quando sarà Re, quell'uomo, assieme ai suoi amici, avrà un posto speciale.

La stanza puzza i piscio ed escrementi. 2 guardie sono di guardia. Si sentono mugugni e pianti provenire dalle celle.
"Mio signore!" un soldato di nome Albert, preposto alla guardia dei prigionieri si inchina alla vista di Doirin.
"Trovami uno Sgain di alto rango tra questi. Preferibilmente morto o moribondo. Dobbiamo fare un regalo."
"Subito mio signore."

Doirin esce e vede Halvard davanti alla porta.
"Che intenzioni avete?"
"Andremo dai Gearr, porteremo la prova che gli Sgain si stanno muovendo contro i Gearr. Voglio avere un supporto esterno e magari la possibilità di avere un terreno per noi."
"Farsi vedere dagli Gearr non è molto salutare per Lei."
"No, infatti. Per questo mi servi, mio nuovo ambasciatore."
Halvard rimane interdetto. "Io sarò con te, tranquillo. Saremo tutti assieme a te."

Detto questo Doirin si dirige alla cappella "Prepara tutto Halvard, tra poco si parte. Ora devo pregare, ne ho bisogno."
Una ventata fredda fa alzare il mantello del principe. La neve ha smesso di cadere. Buon segno.

 

[Krell]

(Per il tiro di engagement ho tirato 2d6, 1d6 di pura fortuna +1d6 di pianificazione +1d6 per il piano coraggioso -1d6 per il tier del nemico. Sono usciti un paio di 3: la sortita vera e propria comincia in salita)
10 giorni dopo.


Il viaggio, con le strade innevate e infestate da spettri, è stato lungo e faticoso ma finalmente Primerose Estate si profila all'orizzonte. La fortezza del ramo minore dei Gearr svetta con i suoi vessilli al vento e i suoi muri ricoperti di rami di edera. Attorno al castello, la capitale della provincia di WhiteBeam con le sue strade tortuose e rumorose e i tetti imbiancati dalla neve.

La compagine di Doirin si avvicina seguendo il percorso tracciato dalla Strada del Re che dai Mercati Meridionali delle Sedgelend porta a Primerose Estate e oltre, risalendo fino ad Avens famosa per i suoi arceri. Avvicinandosi Doirin non può far a meno di notare i vessilli con la lepre saltellante dei Gearr.

Quando ormai manca poco alla città, una compagnia di cavalieri esce fuori dalle mura, diretta verso il gruppo dell'Erede, inutile correre nella neve: sarebbero tutti prede facili. Poco dopo i cavalieri in cotta di maglia circondano Doirin e i suoi, puntandogli contro le lance affilate. Nessuno si muove.
Poi uno dei cavalieri, l'unico in armatura pesante, alza la celata e guarda la compagnia, sul suo scudo è dipinta una ghianda.

"Chi siete e perchè vi state avvicinando in armi a Primerose Town? Disperdetevi e tornate alle vostre case!", li apostrofa severo.

 

[Krell]

(il 5 ottenuto sulla prova di Command fa sì che Halvard riesca a farsi portare al cospetto di Lady Gearr. Come conseguenza, i suoi compagni vengono imprigionati).

Primerose Estate.

Le guardie portano a braccio Halvard Svenson in una stanza del castello dove ad attenderlo ci sono altre due guardie. Nella stanza ci sono un paio di cassapanche e un arazzo raffigurante una scena di caccia, sulla parete opposta una stretta finestra a losanga rappresenta l'unica fonte di luce.
Halvard si sente nudo, vulnerabile ma si fa forza. I suoi compagni sono stati tutti portati nelle segrete, il loro destino è nelle sue mani. Una mossa sbagliata, una parola sbagliata, uno sguardo improvvido e...no, non ci vuole pensare. Improvvisamente una porta si apre ed entra il cavaliere incontrano lungo la strada accompagnando una donna in età, vestita con abiti di velluto. Un coniglio in corsa è ricamato sul suo corsetto.
Il cavaliere, invece, è ora senza corazza; indossa un farsetto di cuoio e i suoi capelli sudati sono schiacciati sulla fronte.
"Ser Alpin, chi abbiamo qui?", domanda la donna scrutando attentamente Halvard.
"Forse un brigante, forse uno Sgain. Avevano con loro un prigioniero e ha voluto conferire con voi, mia signora. Mi sono preso la libertà di tenere sotto custodia i suoi compari"
"Avete fatto bene, Ser Alpin", risponde la donna con un lieve sorriso. Poi si volta verso Halvard "Quindi, straniero, cos'hai da dirmi?"

 

[s83m]

"Solo buone notizie mia signora" risponde Halvard
"Ovviamente non siamo venuti qui per attaccare, solo uno sciocco si presenterebbe contro una fortezza con una piccola guarnigione, in piena vista e senza esser pronto al combattimento" dice guardando il cavaliere. La dama si gira anch'essa verso Ser Alpin che goffamente cerca di nascondere un po' di imbarazzo
"Siamo venuti per offrivi il nostro aiuto, per l'imminente tempesta che vi sta per travolgere, portando come dono una delle nostre prede. Se gli uomini del Ser osservassero bene, i miei compagni hanno portato uno degli Sgainn come dono e dimostrazione di buona volontà. Abbiamo notizie importanti e abbiamo già agito nei confronti dei vostri avversari fiaccandoli. Vogliamo quindi aiutarvi ancora colpendo gli Sgainn a casa loro, in cambio chiediamo di instaurare una proficua alleanza e il castello che conquisteremo non appena ci avrete liberati"
Con uno sguardo impassibile aggiunge "ne abbiamo solo da guadagnare entrambi, altrimenti voi ci ucciderete e oltre a degli spettri con cui avere a che fare, avrete solo importanti informazioni e un alleato in meno" conclude Halvard rilassandosi sullo schienale della sedia

 

[Krell]

(Halvard ha tirato un 4, successo ma. Il "ma.." è differito ad un secondo momento.)

Lady Brianag Gearr resta in silenzio per quasi un minuto, i suoi occhi castani fissi sull'impudente Halvard Svensson. Le guardie immobili, pronte a colpire al minimo cenno della loro signora.
"Va bene, accetto il vostro patto", dice Lady Gearr zittendo con un veloce gesto Sir Alpin in procinto di protestare.
"Liberate i suoi compagni e accompagnatelo alle porte della città. Aspetterò un messaggio da voi e spero sia un messaggio con buone notizie, messer Halvard. Siete congedato".

Le guardie conducono il capo degli esploratori nel cortile del castello dove viene raggiunto dai suoi amici.

Dalla finestra della torre di Primerose Estate, Lady Brianag Gearr guarda gli stranieri allontanarsi. "Mia signora, non vorrei essere presuntuoso ma..", dice Ser Alpin Caraid.
"Silenzio cavaliere, non avete nulla di cui preoccuparvi. Io e Lord Ubhal abbiamo pensato a tutto. E in tutto questo avete un ruolo molto importante da giocare, mio caro Ser. Ripongo molta fiducia in voi".
Il cavaliere si mette sull'attenti "Certo mia signora, non vi deluderò".
"Ne sono certa, Ser Alpin, ne sono certa.".

 

[Krell]

(La sortita diplomatica ha avuto successo e il gruppo guadagna un po' di reputazione/renown e coin accumulando però un po' di unrest. La provincia ora comincia ad essere instabile. Dopo le ormai consuete operazioni di downtime, destress e allenamenti vari, Halvard fa scendere un po' l'unrest utilizzando il suo command e Abigail si dedica al reclutamento di un unita militare. In tutto questo, l'alleanza con i banditi di Drostan è cosa fatta mentre il morale guadagna qualche punto rimanendo ancora un fattore con cui fare i conti. ).

Primavera dell'anno 423.

Le nevi che avevano ricoperto la provincia si stanno piano piano sciogliendo lasciando strade fangose e campi in attesa di essere seminati. L'aria è ancora gelida sebbene le giornate si siano allungate il ricordo dell'inverno, con i suoi rigori, è ancora fresco.

L'accampamento di Doirin è in subbuglio, i preparativi per l'attacco a Castel Sgain a Bell Heather sono in corso e gli uomini di Doirin si stanno ormai preparando da alcune settimane insieme alle Lance Dorate, una compagnia mercenaria assoldata da Abigail.
Il loro capo, Halfdan Denterotto, mantiene una solida disciplina ed è ammirato dai suoi uomini per il suo coraggio, e per le sue due asce che è solito portare in combattimento.

Nel frattempo sono giunte notizie di alcune scaramucce tra milizie Sgain e Gearr al confine mentre le intenzioni degli altri lord del regno rimangono ignote. Doirin non si fa illusioni e sa che le voci del suo sbarco ormai sono qualcosa di più di semplici pettegolezzi.
Tuttavia con l'arrivo della primavera, le cose si muoveranno più velocemente, nel bene e nel male.

Abigail, nel frattempo si è data da fare e nota con piacere come le ragazze che ha portato si stiano dando da fare, riuscendo a fare discreti affari tra la truppa migliorandone un poco il morale.

Ad un tratto, un corno avvisa che le porte dell'accampamento stanno per aprirsi e Doirin si precipita fuori dalla sua capanna: Halvard è tornato con gli uomini di Drostan. La sua missione l'ha costretto diverse settimane in giro per le Sedgeland e dopo aver sedate alcuni tafferugli ai Mercati Meridionali ha raggiunto i banditi al loro nascondiglio segreto. Occorreva verificare definitivamente se il lungo lavoro diplomatico di Doirin era stato tempo ben speso.

Di fianco al capo degli esploratori cavalca un uomo grande e grosso vestito con i resti di un saio e una lunga spada d'argento legata sulla schiena: Fratello Fior.
L'ex monaco scende da cavallo e si avvicina a Doirin. "Principe Doirin, in qualità di capo dei miei uomini, accetto il patto di Alleanza. I vostri amici, sono i nostri amici, i vostri nemici, i nostri."
Subito dopo i due vengono raggiunti da un Halvard stranamente sorridente. Accanto a lui, Isbeil, la selvaggia ragazza tanto bella quanto spietata in battaglia. Un tempo era il braccio destro di Drostan.
"Dimmi, Fratello Fior, che ne è stato del "Principe Drostan"?", chiede l'Erede.
"Del Principe non dovete più preoccuparvene, Principe Doirin: non sarà più un problema", ammicca l'omone.

 

[Triade]

Primavera dell'anno 423.

Doirin guarda il forte dove gli uomini si muovono come formiche operaie. Il malcontento è quasi sparito grazie alle donzelle portate da Abigail.
Halvard sta allenando delle truppe nel piazzale, Doirin gli fa un cenno e lui prontamente si ferma e lo raggiunge.
"Chiamami Fratello Fior, dobbiamo parlare con lui. Devi esserci anche tu. Chiama anche Abigail."
L'uomo fa un cenno di assenso e si incammina.

Lo stanzone dove Doirin sta aspettando ha un focolare al centro. La temperatura, lontano dal sole è ancora rigida e il principe ravviva il fuoco.
I tre entrano e chiudono la porta. "Mi avete fatto chiamare?" dice Fratello Fior facendo sedere Abigail per prima.
"Si Fratello Fior, ci server il vostro consiglio"
Padre Fior si siede con la sua mole imponente vicino a Abigail e stringe le mani sulla pancia tenendo un simbolo sacro.
"Cosa vi serve esattamente?"
"Ci serve un prete. Epuratore."
Fratello Fior rimane interdetto "Non ci sono spettri qui."
"No, ma dove andremo, ne verranno parecchi."
"Oh..." sospira il prete avendo capito dove il principe vuole andare a parare.
"Ho proprio un fratello che fa per voi signore..."

 

[s83m]

Halvard era celatamente preoccupato, ma non per il futuro, per i preparativi dell'assalto alla fortezza Sgainn. No, quello non lo impensieriva, come sempre era sereno su un altro combattimento, la serenità di chi sa benissimo che potrebbe essere il suo ultimo scontro. Quello che lo lasciava pensieroso era il modo in cui si era conclusa la trattativa con Lady Gearr per il rilascio dei suoi uomini. Sapeva benissimo di non essere un grande oratore, un gran condottiero sì, aveva tirato fuori i suoi uomini nelle situazioni peggiori, ma a palazzo ci sono altre regole, bisogna sapere pesare i sorrisi e gli inchini, e in quello lui era veramente una schiappa. Il fatto che una lady di quella casata, anche se di un ramo cadetto, avesse ceduto così facilmente alle sue richieste, lasciava il capo degli esploratori molto preoccupato.
Per stare più sereno, fece quello che sapeva fare meglio...prepararsi al peggio

(azione preparatoria - Halvard prepara difese e trappole nascoste intorno all'accampamento)

 

[Krell]

Fratello Fior si accarezza il mento pensieroso.
"Per quello che so, ci sono diverse opzioni. A qualche giorno di viaggio, tra i Mercati Meridionali e Bell Heather, c'è il Monastero di Rionnag. Sono frati in gamba, adatti ad un compito del genere. Tuttavia, ammetto che non siamo in buoni rapporti a causa di...beh, Drostan non si è mai fatto problemi a assaltare i monaci."
Il cacciatore di spettri trangugia un po' di liquore da una fiaschetta legata alla cinta.
"A nord, nella provincia di Saltcrag, c'è un altro monastero. I monaci di Cyphal sono molto legati ai Gearr ma non li conosco personalmente." Fratello Fior si alza, portandosi alla finestra.
Il sguardo sembra vagare per leghe oltre le mura, oltre le finestre, perso in chissà quali pensieri. Poi improvvisamente si volta.
"Altrimenti ci sarebbe una terza opzione. Più rischiosa", la sua voce si è fatta appena udibile.
"Tra le montagne della provincia di Saltcrag", continua, "nascoste in grotte dimenticate, vivono delle streghe. Sono molto potenti ma anche molto pericolose. Inutile dire che le poche streghe scoperte sono state purificate del fuoco. Se vorrete il loro appoggio, preparatevi a fare un patto con loro."

 

[LorenZo-M]

Fa freddo all'accampamento. Le due donne nude si tengono strette mentre guardano il sole levarsi all'orizzonte. E' l'alba.
"Tra le montagne della provincia di Saltcrag" dice Abigail "E' lì che Fratello Fior ha detto che vivono le streghe... potenti e pericolose!
Capisci? E' lì che voglio andare una volta che avremmo soffocato nel sangue gli Sgain! Apprenderò il loro potere, mi insegneranno...
Verrai tu con me, Isbeil?"... Abigail le stringe la mano e guarda la sua selvaggia compagna... nei suoi occhi legge timore, ma anche curiosità e ammirazione.
Fa freddo all'accampamento. Le due donne nude si tengono strette mentre guardano il sole all'orizzonte.

 

[Triade]

Doirin, Fratello Fior e Halvard stanno camminando nel perimetro del forte. Alcuni soltati stanno rinforzando le mura. Halvard ha paura di qualche ritorsione Gearr e sta aumentando sia la sicurezza che la forza del perimetro.

Fratello Fior dispensa saluti e benedizioni alle truppe che stanno lavorando.

"Fior, tu conosci i frati del Monastero di Rionnag. Volevo sapere se avevano alleanze, come dire, sconvenienti verso di noi."
Halvard sta dando ordini ad alcuni soldati ma Doirin nota che il suo orecchio è ben teso a sentire le parole del frate.
"E un'altra cosa: oltre alla morte di Drostan, saremmo propensi a portare qualche dono che li possano portare dalla nostra parte. Hai consigli?"

 

[Krell]

"I monaci vivono isolati tra le loro mura cercando di tenere a bada Spettri e banditi". Fior termina con un sorriso.
"So che sono in buoni rapporti sia con Casa Ubhal, sia con Casa Gearr. Con il ramo minore, sicuramente."
"Credo che come tutti i monaci, apprezzino il luccichìo dell'oro. Ma se hanno qualche altra esigenza particolare, credo che lo scoprirete quando sarete al monastero".

 

[Triade]

Doirin guarda Halvard che subito intuisce "Oro. Faccio preparare l'oro".
Si stacca dagli altri due poi ritorna "Mio signore, forse è meglio che diamo un'occhiata alle strade da percorrere per evitare incontri non voluti"
"Mi sembra un'ottima idea."
"Magari possiamo anche dire in giro che andiamo da tutt'altra parte."
Doirin sorride "Sono felice di averti al mio fianco."
Halvard sorride e va verso il suo lavoro.
Fratello Fior guarda entrambi "Il grande Dio vegli sulle vostre opere."

 

[Krell]

(la parte di preparazione è terminata. La sortita sarà un'azione diplomatica con i monaci del monastero di Rionnag. Tiro 3d6 per stabilire la posizione iniziale, 1d6 standard + 1d6 per l'aiuto di un contatto/amico +1d6 per la preparazione. Tiro, 6. Tutto liscio: si parte da una posizione "controllata").

Il monastero si erge sulla cima di una collina boscosa. Austero nelle forme, assomiglia più ad una fortezza che ad un luogo di culto.
Dopo aver percorso la strada lastricata di mattoni che conduce alla sommità, gli uomini si concedono un piccolo riposo. Tutt'attorno, il bosco sta riprendendo vita dopo il duro inverno e anche se molti alberi sono ancora spogli e l'aria del mattino ancora fredda, tutt'attorno si intuiscono le prime avvisaglie di una primavera che non sta tardando ad arrivare.
"Chi siete, cosa volete?" urla una voce al di là del massiccio portone di quercia rinforzato.
Doirin e i suoi vengono accompagnati nella sala comune dopo aver lasciato le armi all'ingresso. Il monastero, all'interno è, se possibile, ancora più austero. Poco mobilio, poche decorazioni. Solo qualche affresco raffigurante episodi tratti dai libri sacri.
Fratello Sigurd, il capo dei monaci, un uomo piccolo e magro, dai radi capelli grigi ma dalla barba lunga e riccia, accoglie la delegazione con sguardo severo, tuttavia le sue parole non mancano di gentilezza.
"Fratelli, benvenuti al nostro monastero. Possano le vostre ossa riposare, i vostri corpi nutrirsi alla nostra mensa e il vostro cuore nutrirsi dell'amore del nostro dio. Cosa vi porta all'interno della nostra casa?"

 

[Triade]

Doirin si inginocchia "Salve Fratello Sigurd. Sono qui per chiedere il Vostro aiuto."
Il frate gli fa cenno di alzarsi.
"Abbiamo bisogno di voi."
Doirin si toglie il cappuccio e mostra il volto.
"Sono Doirin di Casa Lolaire, legittimo successore del re. Chiedo il vostro supporto per riprendere il posto che mi spetta."
Sigurd rimane basito "Ma sinceramente noi come possiamo.."
"Abbiamo dei progetti Fratello, ma abbiamo bisogno di un feudo." Doirin fa un cenno a Halvard che esce e torna un forziere.
"Questo è un primo pagamento per quello che farete, se accetterete il compito."
Sigurd sbircia il forziere e accenna un sorriso.
"In più, fratelli, vi posso dire che i briganti che vi tediavano d'ora in poi saranno i vostri angeli custodi e non avete più di che preoccuparvene."
Doirin scruta il viso del Frate, sembra ben compiaciuto ma non pienamente convinto.