Sotterraneo
Novizio








Secondo me, ma potrei certo sbagliarmi, il senso del messaggio di Nando è stato equivocato. Il punto credo sia la lenta e inarrestabile erosione della marginalità (o ricarico, differenza, guadagno... chiamatelo come volete
) che intercorre tra chi il gioco lo produce e il gioco lo vende. Al di là delle questioni relative ai prezzi (a me sembra chiaro che in Paesi dove si producono 10mila copie di un gioco o se ne importano altrettante con regole in lingua ci sia un prezzo tot, in un Paese come il nostro in cui se ne importano probabilmente un ventesimo il prezzo sia nettamente maggiore), questo credo sia il succo della questione. Se il ricarico diventa troppo basso, il negozio e il distributore o chiudono i battenti oppure si mettono a vendere altro oppure alzano il prezzo di loro sponte per sopravvivere. Mi chiedo: tutti coloro che hanno una attività o sono dipendenti come se la sentirebbero se ogni anno venissero messi sotto pressione da un aumento dei costi e da una compressione dei margini? Secondo me, non bene ("Sai, per essere competitivi siamo costretto a tagliarti lo stipendio del 10%" oppure "Dato l'aumento dei costi la tua sezione viene chiiusa e dobbiamo licenziarti" e non sono esempi campati in aria purtroppo...). Come se si sentirebbero se spuntassero fuori concorrenti che mettono in difficoltà loro e la loro impresa perché con quello che fanno loro non devono camparci o hanno costi molto diversi ("So che lei è un professionista del web design ma ci sono questi due ragazzotti universitari che mi fanno il lavoro alla metà di quello che chiede lei..." oppure "La sua ditta mi fa i pezzi a 50 centesimi, ma in Cina me ne bastano 15..."e anche questi non sono esempi campati a caso)? Secondo me malissimo. Se non c'è un margine adeguato, non si può sopravvivere nel commercio. Poi è chiaro che se una persona non ha alcun interesse all'esistenza di una struttura distributiva in Italia (che resta la sola in grado di permettere uscite di giochi in italiano), badando solo al costo del prodotto e tanti saluti, tutto questo dicorso la lascerà del tutto indifferente. Il consumatore ha il diritto di comprare dove gli pare e mai ho detto alcunché di contrario a questa posizione. Invito solo a tenere presente la posizione di chi con i giochi cerca di camparci, come tutti cerchiamo di campare con il nostro mestiere qualsiasi esso sia, senza sparare accuse di essere avidi, scorretti o peggio. Primo e ultimo intervento 8)