Generale Progettare giochi e libertà intellettuale

oracolodidelfi

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Concordo oracolo... poi bisogna accettare che tutta l'attività umana nasce dal conflitto... il blues è nato dallo schiavismo, ad esempio.
Moltissimi artisti, inventori e scienziati erano moralmente riprorevoli anche secondo i canoni dell'epoca. Se elimini il conflitto (non inteso in senso stretto ma ovviamente come differenza di punti di vista o anche una sensazione di malessere e di voler migliorare) e imponi il pensiero unico-narcotico la società si ferma, non essendo più possibile per definizione il dialogo né il libero scambio e la circolazione di idee differenti. Di nuovo Orwell: la distruzione del vocabolario è propedeutica ad eliminare il dissenso nei confronti dell'autorità non essendo possibile pensare diversamente.

Scusami, ma non vedo dove io abbia scritto di essere per il pensiero unico. E' tutto il contrario: per me la vita è confronto (che diventa conflitto in certe situazioni, o scambio in altre). Siamo individui specifici che cambiano nel tempo: io vent'anni fa non è l'io di oggi, o di domani. Figuriamoci allora i 7 Mil di persone che abitano il pianeta che infinità di mondi rappresentano. Nessuno è un isola sperduta, ma galleggia e viene a contatto con gli altri. Ci sarà conflitto? Scambio? Un po' e un po'? E in che senso (unidirezionale o bidirezionale)?

In Europa abbiamo avuto secoli di lotte religiose (con la politica che le fomentava e sfruttava), il nazionalismo/imperialismo ed infine i totalitarismi che ci hanno insegnato a avere un po' più di tolleranza, per il momento (la situazione sta degenerando). Ma vi faccio notare che in Francia, patria delle libertà (così dicono) hanno dei forti segnali di americanizzazione, a causa della grande massa di ragazzi di origine nord-africana di seconda generazione che si sentono degli sradicati (costanti rivolte), a cui si assommano tutte le fasce della media borghesia bianca che sente che il loro tempo è finito e il futuro è un'enorme incognita.

Io affermo solo che la civiltà contemporanea occidentale si fonda sul primato del privato, di cui difende al massimo le libertà, e che per evitare il dolore di interazioni sbagliate, la Società ha fissato delle Leggi. Queste non sono fisse, nel tempo e nello spazio, ma ORA, al momento, dicono che uno è responsabile per quello che dice e che fa, e che se queste azioni sono fatte in modo discriminatorio possono essere soggette a sanzione dalla Autorità.
Ergo Tascini è responsabile di quello che dice. Per me ha detto cose che debbono essere spiegate di persona o con parole chiarissime, per evitare incomprensioni. E non a cazzeggio, con pure una mezza bestemmia annessa, per enfatizzare la stupidità di quelli che lui ritiene he non capiscano la profondità del suo concetto di chiamare "n...o" gli amici suoi.
Sia chiaro che io ho capito il senso generale e lo condivido quasi in toto, ma lui è stato leggerino nelle sue esternazioni

Di converso è data facoltà agli altri esseri umani di agire come ritengono contro il presunto "reo" entro i limiti di legge e, qualora travalicassero, di essere chiamati in giudizio. L'autorità di nessun paese occidentale non ha dato a nessun gruppo sociale il potere di censurare il pensiero degli altri. Non abbiamo guardie Rosse, SS, Polizia segreta, etc. Per cui i gruppi che vanno in giro a dire a destra e a manca di stare zitti, che "questo non si fa", e "quello forse te lo permetto" stanno agendo contro i fondamenti della società.

A scusante di alcuni gruppi, la loro storia e la situazione attuale. Il disagio, lo sconforto e il dolore possono spingere a superare i limiti

Cosa diversa per BGG. Come tutte le attività private hanno la loro politica e i loro termini di servizio. Quando accedi, fai il tuo profilo accetti tutto il cucuzzaro. Loro possono fare quello che vogliono (i mod di BGG). Idem mi meraviglio per chi si meraviglia di Twitter, FB et similia. Io li evito come la peste, sono il Male, ma chi li accetta, poi, non può criticare la loro visione privatistica e capitalistica. Che poi le Autorità debbano intervenire a livello globale, questo è cosa ovvia e sarebbe ora da almeno una decina di anni.

Per finire ed essere chiari: Tascini è fior di professionista e ha una certa attenzione su di lui da parte di chi gira nel mercato dei GdT. Mia madre se ne fregherebbe di quello che dice, ma gli utenti/giocatori sì. Doveva stare più attento nelle sue affermazioni. Una volta fatto il danno, ha fatto bene a scusarsi con chi si è sentito offeso e a cercare di chiarire il contesto e il vero tono delle parole. Il personaggio è colorito, ma questa non è una scusante (sarebbe una trasgressione nell'uguaglianza dei diritti). Per cui qualcuno può liberamente lamentarsi, e noi parimenti lamentarci e chiedere il ban di questi figuri che si lamentano

Male invece BGG che censura, ma può farlo. Boicottiamolo, invece di frignare, e vedrete che forse, come la HiG (fariseo), aprirà gli occhi. Che poi siano Polacchi, Americani conta poco. E' l'occidente che sta diventando intollerante.
In questo caso caso presente l'azione intollerante è quella di un gruppo di facinorosi spalleggiata da alcuni mod di BGG.
 

oracolodidelfi

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Aiutatemi a capire, dato che non possiedo Brass Birmingham ma solo la vecchia edizione di Brass (quando ancora non si chiamava Lancashire): si sostiene che Martin Wallace avrebbe potuto inserire un black engineer. In che senso questo e' funzionale al gioco? Ci sono personaggi in Birmingham? Ricordo il vecchio Brass come un gioco bellissimo ma abbastanza arido e schematico, e l'unico personaggio che ricordo era il tizio sulla copertina, ovviamente bianco.
Il titolo di questo thread e' liberta' intellettuale: puo' l'autore essere libero di scegliere il focus del suo gioco?
Libertà di pensiero può anche essere quella di mettere un uomo di colore sulla copertina di Brass. Questo a discapito del realismo, visto che credo che nell'Inghilterra Vittoriana fossero ben pochi gli imprenditori di colore.
E' un po' come quando per fare i fighi e i moderni, vengono rappresentate le Opere in contesti attuali. Chessò, la Boheme a Los Angeles o l'Aida a La Mecca...

Ritengo che la libertà di pensiero sia diversa dalla creatività o dalla fedeltà storica. Uno può progettare un gioco che è fedele alla Storia (per come scritta in quel momento storico) ed ha meccaniche innovative, ma va sui binari del politicamente corretto del momento, omettendo uno o più fatti/personaggi sconvenienti.
Un autore può anche fare un gioco molto creativo e con grande libertà di pensiero (chessò, tipo uno in cui si deve uccidere Hitler non perchè è giusto, ma per succedergli, oppure per convenienza personale, oppure perchè si ritiene comandante militare inetto), ma non fedele alla Storia
 

Jafar

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Credo che quando si cerca di trovare un significato profondo in un qualcosa che poi troppo profondo non è, si scade nel campo delle "seghe mentali" (scusate il francesismo - non mi riferisco a questo topic ovviamente è un discorso più generale).

Porto il mio esempio per contestualizzare.

Quando gioco a qualsiasi cosa di carattere fantasy (Diablo su PC, D&D, ecc...) non riesco a scegliere personaggi femminili. Semplicemente non mi immergo nell'atmosfera e non mi identifico nel personaggio. Voglio essere un cazzo di guerriero, barbaro, chierico, mago così come sognavo da bambino. Dove va quell'incantatrice in abiti succinti a lanciare palle di fuoco? Ma trovo giusto venga contemplato l'altro sesso qualora qualcuno si identifichi in quel personaggio.

Sono misogino? Macchè, è il mio modo di staccare la testa e divertirmi.

Ad esempio quando giocavo a Street Fighter mi piaceva scegliere Balrog o Sagat, due cazzutissimi fighter di colore. Ma chi sceglieva Vega o Guile era un razzista? Ma dai...

Il processo di osmosi è ridicolo, se Seyfarth in Puerto Rico ha rappresentato i lavoratori col dischetto marrone è un conquistador? In alcuni tipi di società si è perso il contatto con la realtà.

Rappresentare e ricordare gli orrori e gli sbagli è importantissimo, incensarli e mitizzarli è l'errore.

Ma ripeto, ricercare troppo significato in un gioco da tavolo è una sega mentale.

Just my 2 cents
 

Alpha

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Scrivo una piccola nota in merito alla questione, premetto che sono gay e ho moltissimi amici americani, visto che quasi tutte le persone con cui lavoro sono americani, questo non significa che sono un esperto di PR o un consulente di integrazione, ma magari qualcosa di piu' dell'utente medio la conosco e, facendo parte di una minoranza violentemente discriminata, le ho anche vissute.

Prima di tutto su Tascini: lo letto la famosa intervista fino al punto dove si parlava del fatto che le donne non hanno un cervello adatto ai giochi e ho mollato. Congratulazioni a chi e' riuscito ad arrivare fino in fondo perche' ha davvero uno stomaco d'acciaio XD

Questo messaggio e' rivolto di piu' agli utenti del forum, e capire l'ambiente (BGG) in cui scrivono e capire come funzionano le regole di casa loro, ma anche capire perche' in nessun modo e' possibile difendere certe affermazioni o sperare che gli americani abbocchino sul fatto che "negr*" non e' esattamente la traduzione letterale di n****r (lo e'). E notate che gli asterischi sono un riflesso praticamente condizionato.

Prima di tutto noi non siamo neri americani e non siamo in grado di capire cosa prova e come vive un nero americano: la cosa piu' vicina che ho sono degli amici messicani e di porto rico che comunque sperimentano una oppressione meno intensa: ma la storia del pulotto che vede che non sei bianco, chiede ogni sorta di documenti, ti fa scendere e ti perquisisce mentre l'altro ha la mano alla pistola. O quell'altro che per essere entrato in un quartiere bianco viene profilato e si ritrova con una denuncia addosso da combattere in tribunale, letteralmente senza motivo... sono tutte cose che noi non capiamo, non sentiamo e non sperimentiamo (e anche a me, raccontate direttamente dai miei amici sembrano... storie esotiche, avventure Salgariane a Kafkiane). Sono traumi, storie comuni di gente che rischia costantemente la liberta' e la vita. Non e' una questione di gente arrabbiata perche' cento anni ha letto su un libro che i neri erano stati maltrattati, e' una questione che gente a cui la polizia puo' entrare in casa senza motivo, sparare e farla franca, o in cui uno stato che ha bisogno di piu' gente ai lavori forzati fa una retata per micro-crimini che a un bianco non risulterebbero nemmeno in una multa, e racimula un po' di braccia a costo zero. O piu' di recente basta vedere la differente reazione a un gruppo di studenti e neri che protestano per i diritti versus un colpo di stato bianco.

Da qui, la prima primissima regola sull'intervenire nelle questioni razziali negli states e tra americani che discutono, e mi perdonino i mod, ma il turpiloquio qui e' importante: chiudere quella cazzo di bocca.

Non esiste una quantita' sufficiente di carte del ne*ro, giochi con il dizionario, viaggi pindarici con la Treccani, che permettono a un italiano, bianco, europeo, di avere una opinione in qualche modo non completamente inutile e tossica sull'argomento, anche io che sto scrivendo qui millantando una qualche conoscenza non mi permetterei MAI di intervenire pro o contro una discussione razziale negli states. Inoltre se una persona si stente offesa per qualche motivo si chiede scusa; non si puo' giustificate il motivo dell'offesa e pretendere di avere un argomento, non puoi aggiungere contesto e magicamente trasformare uno schiaffo in una carezza,se non chiedi scusa sei solo stronzo, e piu' parli, piu' sei stronzo. Piu' cerchi di difendere l'offensore piu' sei stronzo per associazione. Insomma, gli italiani che sono andati a difesa di certe cose mi hanno fatto vergognare e non poco.

Secondo importantissimo punto e' l'alt-right e il dogwhistling, che e' un motivo per cui magari innocentemente, rischiate di passare per neonazisti ed essere cancellati o banditi da qualsiasi luogo di discussione civile. Negli anni in america si e' sviluppata una corrente, specialmente tra i nerd di neonazisti e suprematisti bianchi, questa penso sia conoscenza comune e non serve presentarli qui. Negli ambienti un po' nerd o geek la presenza dell'alt right ha portato, specie intorno agli anni 2010-2020 a forme organizzate di mobbing online, la cui espressione piu' famosa e' Gamersgate. Essenzialmente una campagna di oppressione e stalking ai limiti del terrorismo contro le donne, le persone queer e le persone di colore interessati al video gaming.
Gamersgate, come tutto l'alt-right ha sviluppato un gergo unico (come del resto qualsiasi forum o gruppo di discussione molto compatto ha i suoi memi, come la scimmia da kickstarter qui sulla tana!), e soprattutto un doppio canale di comunicazione, uno di superficie pubblico, e uno privato a minatorio. Spesso i criminali che partecipano a questi movimenti nel tantativo di supportarsi a vicenda dentro luoghi "sicuri" dove la moderazione e' forte e non sarebbe possibile scrivere direttamente messaggi misogini o omofobi usano certe parole e argomenti che ai loro degni compari risultano familiari (appunto, richiami, dogwhistle). Un dogwhistle famoso, tanto che ormai e' quasi la parodia di un dogwhistle, e' appunto parlare di "mancanza di etica" nell'industria del giornalismo videoludico, che e' un argomento che per i fan dei videogames sembra superficialmente colpire fenomeni di corruzione ovvi (in questi giorni, i voti stratosferici a Cyberpunk 2077 per esempio) ma che dentro l'ambiente alt-right e' un reminder diretto alle campagne contro alcune figure critiche, in particolare donne e queer, come Anita Sarkeesian e Zoe Quinn vittime di campagne di mobbing cosi' estreme da diventare simboli del movimento di rigetto contro la radicalizzazione dei videogiocatori.

Molti degli argomenti di Tascini, che lui lo voglia o no, sono dogwhistle. Ovvero scuse, e parole che l'alt-right ha usato in passato per difendere tentativi di soppressione della libera espressione dei creatori di (video) giochi. Uno dei dogwhistle piu' usati e' quello del "realismo storico".

Questo argomento, soci' come "etica nel giornalismo videoludico" ha due strati, una parte superficiale e' in apparenza inoppugnabile: la storia e' maestri di vita, la storia e' verita', negare la storia e' ignoranza e censura, un gioco che si ispira alla storia non puo' esimersi dal rappresentarla. Perche' mai il piccolo nazista dovrebbe trovare conforto in questo dogwhistle? In fondo la Storia ha sconfitto la confederazione tanto quanto ha torturato gli schiavi nelle tristi vicende che hanno portato alla prima guerra civile americana (e ora, minacciano persino una seconda).

Questo appello al realismo storico e' sempre a discapito delle minoranze nella rappresentazione nei film/giochi. Quante volte avete sentito di gente oggettivamente offesa perche' i Greci non erano bianchi? Quante volta avete sentito parlare della mancanza di realismo in un gioco che ignora completamente il ruolo della donna romana? Quante volte avete sentito onesti rimproveri al fatto che non si puo' parlare di Iliade senza Achille e Patroclo? Di contro quando il realismo storico e' la minimizzazione del ruolo della donna, il ricordo storico della tortura e offesa verso i neri? Mo' so' tutti De Crescenzo!

Questi dog whistle funzionano per un po', poi i moderatori imparano, iniziano a riconoscere, e quindi segano immediatamente la discussione (e i datori di lavoro licenziano, tra l'altro, cosa che qualcuno forse ha imparato a sue spese). Quindi posto che la prima regola dovrebbe aver gia' fatto desistere tutti dal prendere posizioni sull'argomento in un forum americano, la seconda vi dice che, se proprio dovete, dovete imparare anche il lingo della discussione americana. Forse davvero ci tenete che il cubetto che rappresenta lo schiavo sia nero e non siete neonazisti per questo, pero' siete in america, su un forum americano, e dovete imparare gli usi e i costumi del posto dove vi trovate, incluse cose per cui vi sentite "giustificati dall'ignoranza".

Per concludere: e' questa la fine della liberta' nella creazione dei giochi? Non si potra' mai avere un gioco da tavolo dedicato alla tratta degli schiavi, come al massacro di Tulsa, al sud di Jim Crow o altri avvenimenti tragici della storia nera americana? Ma anche allo Stonewall o al movimento per il voto femminile?

Ho una buona e una brutta notizia.

Partiamo dalla brutta brutta notizia: il maschio, bianco, cis, europeo, che sbatte il p*****o sul tavolo e pretende di fare giochi sulla tratta degli schiavi ha i giorni contati. L'hobby si e' sviluppato in una sfera di triste isolamento che ha permesso a prodotti insensibili, per ignoranza o offesa, di diventare "normalizzati", questa e' una situazione destinata a sparire, se non per la virtu' di luoghi come questo che cercano di promuovere una discussione libera, educata, rispettosa e trasparente, se non le associazioni che spingono l'hobby, allora sara' per la banale legge di mercato, perche' non ci si puo' permettere di buttare via una enorme potenziale fetta di pubblico senza nessun motivo logico. Il gioco economico con le aste lo puoi fare su pere e arance se non hai nulla da dire sulla schiavitu', non hai bisogno dei cargo di cadaveri. Infatti il fatto che il tuo gioco non e' esplicitamente focalizzato sulla tragedia, ma usa la tragedia come un banale sistema di punti, e' di per se offensivo. Come troverei schifoso un gioco che usa stragi italiane come parte di una point salad, assieme alla barra dei vestiti Armani e il numero di pizze raccolte.

La buona notizia e' che con l'espansione dell'hobby vedremo sempre piu' designer che non sono bianchi, non sono cis e non sono maschi, queste persone per la natura stessa dell'arte e della creativita' produrranno i giochi su temi a loro cari e vicini, e non saranno prese in giro dove puoi sostituire lo schiavo nero con la cassa di pere, saranno prodotti che colpiscono pesantemente al cuore e non devono trattenere i pugni perche' non devono fare equilibrismo tra libri polverosi (e spesso scritti da maschi cis bianchi e pieni di errori) o collezionare references e leggende urbane, saranno giochi che nascono dalla verita' di chi ha vissuto.

edit: L'ironia di "Piccola" nota con cui ho iniziato 'sto wall of text XD
Tra l'altro ho dimenticato di parlare della nascente industria del minority consulting, che probabilmente e' il modo migliore di cavalcare questo momento di transizione verso il pluralismo nel design ludico!
 
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LeonardoM

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Scrivere Dal Ne*ro è ridicolo e umiliante per l'azienda e la nostra cultura millenaria dove Dal Negro è un cognome diffuso con radici antiche e ovviamente non ha nessuna connotazione razzista.
Lasciamo fuori questa azienda seria dalla questione.
 
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Oracolo: Solo per chiarire che non ti ho accusato di esser per il pensiero unico, la mia era solo un'aggiunta a quanto avevi scritto tu :) del resto, ci chattiamo da poco e certo non ti accuserei di nulla, a parte che son sempre d'accordo con te.
Per rispondere anche a thelawyer e al tizio che voleva un ingegnere nero, qui se cominciamo col garantire tutte le tipologie umane su ogni cosa, non ne usciamo vivi. Come dici tu - e non voglio discriminare non sia mai qua ogni parola pesa come il Titanic - allora vanno inseriti obesi, anoressici, disabilli, bassi, alti, ingegneri non vedenti, autisti non udenti, quelli del terzo sesso che ora non so neanche più come chiamare (perdonatemi), e così via. Questo nei giochi o nei film. Boh, se io dovessi veramente pensare a tutto questo prima di ideare un gioco, mollerei. Troppa fatica, mi dedicherei al giardinaggio.

Ora rispondo ad Alpha: prima di tutto grazie per le interessanti info e complimenti per lo stile e l'esaustività.
La questione non secondaria è che T. non è intervenuto su un "vostro" forum, né ha parlato con un americano di questioni razziali, etc.ha scritto in italiano cose che pensava rispondendo a un tizio e su tutt'altre questioni. In pratica, scusa il francesismo, si stava facendo i caxi suoi.
Quindi, a parte che "chiudere quella caxo di bocca" mi sembra sia contro qualche emendamento della stessa costituzione USA, potrei parimenti rispondere che giudicare un fatto avvenuto in un altro paese e in altra lingua col metro del proprio e della propria lingua potrebbe portare a un italiano di rispondere a un americano nello stesso modo ("chiudi.. .etc."), specie se tale italiano si sta facendo i beati caxi suoi.

Mi spiego: se sento 2 baristi che parlano male degli <mettere minoranza A CASO> delle 2 l'una: o intervengo nella discussione (se mi sta a cuore contribuire e farli ragionare) ma sempre chiedendo se POSSO farlo, o mi faccio i caxi miei. Certo non vado dal padrone del bar a chiedere il loro licenziamento, o tento di fomentare i clienti a linciarli. Diverso sarebbe se i 2 si mettessero a fare volantinaggio razzista, ma anche lì ci andrei coi piedi di piombo, magari avvertirei le autorità ecco, o forse non frequenterei più quel bar. Qui invece qualcuno si è fatto rodere, ha tradotto (male) e postato a chissachi e ma bravo. Poi magari ha aizzato una 10na di amici suoi che non avevano nulla da fare. Poteva rispondere direttamente a T. invece di fare così, ma ognuno è libero di agire come si sente (ecco, io le questioni le affronto di persona). Già questo per me è un vulnus da vigliacchetti. Poi T. si è scusato. non basta. è un dog-whistler. (confesso che non ci ho capito molto). Si riscuserà. E' un alt-right. Non basta. Si taglierà le vene. E' un cis. Non basta.
Io dico che già la vita è abbastanza complicata, ma se in USA hanno tutti questi problemi, queste sigle, questi caxi, e lo dico senza ironia, poveracci loro.

Comunque sia, anche se T. avesse tagliato la gola a un <mettere minoranza a caso> davanti a 200 testimoni o gassato l'intera popolazione del Boputhatswana, avrebbe diritto prima di tutto a un processo equo (difensore e giuria terza, con tre gradi di giudizio). Solo allora, e dopo una condanna, ecco, potrebbe esser tacciato di qualcosa. Qui vige l'innocenza fino a prova contraria. Negli USA non so e non me ne frega neanche tanto, a dire il vero. Ah, qui vige anche la presunzione di buona fede. Ecco, sono sicuro che negli USA col caxo che ce l'hanno. Mi correggo. Ce l'hanno ma sulla carta. Bella, la carta... morbida..

"negr*" non e' esattamente la traduzione letterale di n****r (lo e'): no, non ha la stessa accezione. Ma tanto qui è inutile ribadirlo. Se proprio vogliamo trovare una traduzione di "nig*er", sarebbe "neg*accio"
 
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Elijah

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Prima di tutto noi non siamo neri americani e non siamo in grado di capire cosa prova e come vive un nero americano

Il tuo ragionamento lo trovo interessante, soprattutto se proviamo a ribaltare la situazione:

"Prima di tutto noi non siamo italiani e non siamo in grado di capire cosa prova e come vive un italiano."

Magari su boardgamegeek.com ci fosse questo spirito nell'affrontare la questione.

Magari la presunzione di innocenza fosse il punto di partenza.

Volere venire a fare i giudici di quanto accaduto dalle nostre parti, mentre si scriveva in italiano diverso tempo fa, beh, mi lascia perplesso.

Trovo in definitiva strano che tu giudichi sbagliato intervenire come italiani su un forum americano, mentre va bene intervenire come americani su una questione italiana.
 

LeonardoM

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Il tuo ragionamento lo trovo interessante, soprattutto se proviamo a ribaltare la situazione:

"Prima di tutto noi non siamo italiani e non siamo in grado di capire cosa prova e come vive un italiano."

Magari su boardgamegeek.com ci fosse questo spirito nell'affrontare la questione.

Magari la presunzione di innocenza fosse il punto di partenza.

Volere venire a fare i giudici di quanto accaduto dalle nostre parti, mentre si scriveva in italiano diverso tempo fa, beh, mi lascia perplesso.

Trovo in definitiva strano che tu giudichi sbagliato intervenire come italiani su un forum americano, mentre va bene intervenire come americani su una questione italiana.
 

romendil

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Intanto grazie ad @Alpha per aver contribuito alla discussione con un punto di vista differente e ben argomentato. Chiedo a tutti di mantenere la discussione su toni civili anche se si vuole "contestare" l'opinione altrui (mai sminuirla...)

Riflettevo anche che sicuramente non deve essere facile neanche moderare un forum con visitatori internazionali perché la cultura e la sensibilità di ciascuno è differente. Se si deve applicare una regola, è più facile per loro applicare regole più vicine al loro modo di vedere; per chiunque proporre una visione differente è come sbattere contro un muro di gomma. Non credo che sia il modo giusto ma per certi versi è comprensibile, anche se temo che su un forum come BGG sia davvero difficile mantenere un buon livello di discussione su certi temi (e si perdono molto perché dalle differenze può venire un arricchimento)
 

Elder_Dragon

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Sul fatto che ti sei focalizzato sul presunto fatto che siamo noi a dover comprendere il mondo americano, quando invece si sta solo discutendo su come gli americani abbiano la presunzione loro di giudicare un fatto in terra e in lingua italiana, ti hanno già risposto.

Prima di tutto su Tascini: lo letto la famosa intervista fino al punto dove si parlava del fatto che le donne non hanno un cervello adatto ai giochi e ho mollato. Congratulazioni a chi e' riuscito ad arrivare fino in fondo perche' ha davvero uno stomaco d'acciaio XD

Ma su questo, visto che tu l'italiano lo sai leggere, mi piacerebbe capire dove l'hai dedotto, riportando qui il testo che stai incriminando:

D: Io sono totalmente d’accordo con te e faccio un passo indietro. L’articolo della Hargrave di cui parlavamo in precedenza racconta, tra l’altro, della sua esperienza: lei narra di non essersi sentita accolta quando ha cercato di inserirsi in gruppi di gioco. Io non lo credo possibile. Se le donne vengono viste in un certo modo in ambito ludico e vengono scritte recensioni come quella citata poc’anzi, o si prendono certe direzioni editoriali, è perché le donne statisticamente, in media, sono assimilabili a certe caratteristiche. Le gamer esistono, ne conosco diverse, ma sono una minoranza. La maggior parte delle donne che si approcciano al gioco che incontro sono “la ragazza di”, perché culturalmente, almeno in Italia, ci sono poche donne di per sé giocatrici. Allo stesso tempo, nei casi in cui ci siano, difficilmente penso che verrebbero non accolte dai giocatori, anzi, ne sarebbero felici.
 

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Libertà di pensiero può anche essere quella di mettere un uomo di colore sulla copertina di Brass. Questo a discapito del realismo, visto che credo che nell'Inghilterra Vittoriana fossero ben pochi gli imprenditori di colore.
Si' ma in questo contesto non mi interessa il realismo. Intendo che se un autore ha una propria idea per un gioco, non dovrebbe essere costretto ogni volta a dover fare un'analisi socio-politica!
Poteva essere Brass ma si potrebbe dire lo stesso per Tinner's Trail....lo scopo e' gestire le miniere, il colore della pelle dei minatori e' OT! (mia opinione)
 

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Scusate l'improvvisa scomparsa dal thread, ma i miei impegni mi hanno soverchiato. Leggevo tramite il cellulare, ma non avevo il tempo di pensare ad una risposta meritevole di scrittura, nel senso che il dibattito si è arricchito a bomba, quindi ogni aggiunta avrebbe meritato un po' di riflessione.

Ad ogni modo, ci sono alcuni punti su cui vorrei soffermarmi e li separerò da uno spazio.

Tascini non è andato in America a dirlo e la discussione è nata su un sito italiano, in italiano
Come già detto, il pensiero di Tascini è stato trasposto de plano in un contesto diverso; e peraltro con un'oculata opera di mutilazione che reso impossibile contestualizzarne appieno il suo discorso per via dei vari omissis. Ciò è già di per sé grave e se da un lato è pur vero che internet è un contesto inevitabilmente pubblico, dall'altro è difficile sostenere che un sito prettamente italiano possa essere realmente aperto ad un pubblico internazionale, ancor più laddove il trapianto nel diverso contesto straniero avvenga per il tramite di una traduzione via software. C'è stata evidentemente della malafede (anche se non capisco perché, a chi dovrebbe star così sulle palle Tascini?) e questo è un primo punto indiscutibile.

Un'accusa di razzismo non è una accusa grave, ma gravissima. Perlomeno, dovrebbe esserla. Ad una accusa grave deve corrispondere, giustamente, una reazione inflessibile. Tuttavia, proprio per questo bisogna averne prove inequivocabili. Il problema è: Tascini che cosa ha detto? E soprattutto chi avrebbe offeso?
Possiamo fin da subito escludere che abbia formulato una frase diretta ad insultare in generale la categoria delle persone avanti origini africane. Possiamo anche escludere che abbia inteso offendere qualcuno nello specifico, non avendo in quel contesto interloquito con alcuna persona afferente a quella categoria. Quindi, che rimane?
Beh, rimane che da quella frase può apparire che lui sia abituato ad apostrofare i suoi amici con una parola avente un valore generamente offensivo. Ma è davvero così? A me è parso fin da subito evidente, dal contesto, che lui stesse facendo una mera ipotesi. Certo, manca il "se". Ma quante volte ci siamo accorti di aver lasciato indietro per la fretta una preposizione, un avverbio o un qualunque altro lemma? Di solito, è sufficiente rileggersi il contesto per ricostruire appieno il significato di un refuso o di un'espressione impropria. Ora, io non sembro certo l'unico ad aver avuto immediatamente questa impressione. Anzi, è così parso alla maggior parte degli italiani che hanno commentato su BGG e su Facebook. E su Facebook c'è una traduzione punto per punto offerta da una bravissima donna che si è gentilmente prodigata a smontare la tesi accusatoria con grande pacatezza concordando, tra l'altro, con la mia ricostruzione: e cioè col fatto che si trattava di un exemplum ad absurdum, una boutade, chiamatela come volete. Si era nel campo dell'irrealtà. In nessun mondo una persona può essere condannata per aver espresso un concetto che si colloca o che quanto meno potrebbe collocarsi nel mondo dell'irrealtà. E soprattutto nessuna persona straniera può sentirsi "ferita" od "offesa", come invece vorrebbero sostenere i cari admin di BGG, da una mera ipotesi esemplificativa che ha il sapore del surrealismo e che non era stata diffusa su canali internazionali.

Ultimo punto sulla storia di Tascini: è un professionista e non ragazzino che parla con quelli della cumpa. Non può parlare liberamente, come a casa sua (e anche lì dovrebbe stare attento a come si esprime con ospiti, figli e parenti), sui social e dire quello che gli pare senza un giudizio dell'altro che legge. E' chiaro che prima o poi trovi quello più malizioso o scemo che chiede il tuo ban per concetti al limite. Oltretutto non so come il traduttore amatoriale (quello da cui discende un po' tutto, mi pare) abbia tradotto la mezza bestemmia che Tascini scrive proprio lì accanto. Ha comunque fatto bene a scusarsi.
Vero, vero e ancora vero. Anzi, verissimo.

tutte le attività private hanno la loro politica e i loro termini di servizio. Quando accedi, fai il tuo profilo accetti tutto il cucuzzaro. Loro possono fare quello che vogliono (i mod di BGG). Idem mi meraviglio per chi si meraviglia di Twitter, FB et similia. Io li evito come la peste, sono il Male, ma chi li accetta, poi, non può criticare la loro visione privatistica e capitalistica. Che poi le Autorità debbano intervenire a livello globale, questo è cosa ovvia e sarebbe ora da almeno una decina di anni.
Questo è forse l'unico punto che non condivido, o meglio: quanto detto nell'incipit è una mera descrizione della realtà. Gli spazi di confronto pubblici sono privatizzati e lo sappiamo. Ciò ha già posto diversi problemi e si tratta di un nodo che prima o poi verrà al pettine. D'altra parte, l'idea che il privato possa fare tutto ciò che vuole è quanto si sostiene al di là dell'atlantico (e invero anche della manica). Qua in europa il liberalismo non è rimasto così involuto. Anche i soggetti privati sarebbero tenuti ad osservare i diritti costituzionali (almeno, in teoria...). Comunque l'idea del boicottaggio, secondo me, è impraticabile ed inefficace. Ad un problema collettivo si risponde collettivamente, e coordinare un'azione di boicottaggio a livello collettivo sarebbe piuttosto complesso. Io inizialmente avevo proposto di scrivere un apposito thread su BGG, ma ammetto che a fronte della sfrontatezza degli admin non so più quanto possa servire (o meglio: durare). Forse si potrebbe provare tramite altri social o magari coinvolgere qualche editore nostrano. Ma sono idee a caso e verosimilmente irrealizzabili. Lo ammetto: ad ora non saprei neanch'io su come reagire, vista l'ottusità e la malafede degli admin di BGG. Forse un'altra via c'è, ma in questo momento non mi viene in mente.

In questo caso caso presente l'azione intollerante è quella di un gruppo di facinorosi spalleggiata da alcuni mod di BGG.
Questo, comunque, è il problema principale, soprattutto per via del fatto che la quasi totalità dei commenti bannati sono stati elisi con l'accusa di "difendere il razzismo". Il che, vorrei fosse chiaro, è un'affermazione in re ipsa offensiva e infamante. Come mi auguro tutti voi, ritengo il razzismo una delle peggiori piaghe ereditate dal passato e trovo inaccettabile che mi si muova una simile accusa.

Prima di tutto noi non siamo neri americani e non siamo in grado di capire cosa prova e come vive un nero americano
Scusami, ma per un'accusa così grave non possono rilevare unicamente dei concetti indeterminati e soggettivi come i sentimenti. Sappiamo che c'è un nervo scoperto, sappiamo quanto sia divisa quella società, che ha impiegato più di 150 anni a smettere di considerare gli esseri umani di etnia anche solo parzialmente africana come subumani. Il problema è che Tascini non parlava in un contesto ordinariamente accessibile ad un americano né ha fatto alcuna affermazione "razzista". Il razzismo è altro. Ad esempio, è razzista formulare frasi orripilanti del tipo: "gli africani non sono sufficientemente intelligenti per giocare ai board games". QUESTO è razzismo e state tranquilli che per trovare un subumano capace di simili, deliranti affermazioni non è necessario andare a rimestare nei sobborghi di Montgomery: ne troveremmo a plotoni qui, in Italia. Per cui accostare al razzismo la frase di Tascini è grave non solo per le inaccettabili conseguenze ricadute su di lui, ma anche e soprattutto perché ne va della serietà della lotta al razzismo.

Tra l'altro, come ha giustamente riportato @Jason Myers – che contestualmente ringrazio per le belle parole riservatomi pagine addietro! – Tascini si è già pienamente scusato. Non ha esitato affatto, anzi ha agito da persona accorta che ha compreso appieno la tossicità del contesto e ha voluto immediatamente dissipare ogni polemica pur dando delle scuse a mio parere non dovute per le ragioni dette sopra. Io vi dico: personalmente non l'avrei fatto (e infatti io sono stupido, al contrario di lui). Tuttavia chiedo: è servito? No. Avete letto o no quello che hanno scritto quelli di Board&Dice e quelli di Hans im Glück? Che non si sarebbe scusato "davvero"?

Sta situazione è davvero avvilente. Ed è un peccato perché accade in un hobby che è di per sé allergico alle discriminazioni. Non solo: Tascini ha il merito di aver espresso un importantissimo concetto, in quell'intervista, che è passato in sordina anche perché i nordamericani non sono in grado di capire la ragione delle lacerazioni sociali che vivono: se ci sono pochi giocatori e autori afroamericani (e ancor più afroitaliani, a dire il vero) è perché il gioco implica soldi, tempo libero ed energie. E chi cresce relegato in ghetti, con speranze pressoché nulle di crescita sociale e di benessere, ma con promettenti prospettive di cadere nella criminalità (e a fortiori di subire maltrattamenti da parte della polizia), semplicemente non ha alcun accesso al mondo dei giochi da tavolo. Non ha i soldi per comprarli, non avrebbe tempo per impararli né avrebbe amici con cui intavolarli. Non è il razzismo che allontana certe categorie dal nostro mondo, ma l'esclusione sociale. E il modello sociale nordamericano è una vera e propria piantagione di esclusione sociale (ops... mi sono fatto prendere la mano dai colori degli abiti del vampiro che uso come avatar...).

Ricordiamoci che in tutto questo delirio una persona sta rischiando non solo la carriera, ma pure la reputazione.
 
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oracolodidelfi

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Hai fatto un post interessante, ma sono in difficoltà perchè tiri fuori delle cose che sono fuori contesto (soprattutto nella prima parte), secondo me. In questo thread più o meno abbiamo seguito una linea civile. Tirare fuori gruppi neonazisti, suprematisti o semplicemente dei trollatori di professione è ingeneroso nei confronti di chi ti ha preceduto negli interventi perchè è come associarli. Nessuno ha difeso la schiavitù o attaccato le minoranze. E' ingeneroso quello che scrivi e mi mette a disagio.

NOTA BENE: la formulazione posta quì sopra è il tipico atteggiamento passivo-aggressivo che fa male a tutti noi. Se insistessi, magari troverei qualcuno un pelo esaltato che mi segue su questa china e rilancia e forse riuscirei a fare un gruppo che attacca la tua opinione.
La quale è beninteso legittima e abbastanza informata, ma la cui forma espressiva può essere ritorta contro di te, e si può creare una dinamica di gruppo che ti contesta. Vedi quindi quanto è facile creare un gruppo che ritiene parte della propria essenza attaccata e che attacca a testa bassa,

Modalità passivo-aggressiva off. Ragioniamo serenamente. Mi pare che la linea sia francamente stata per lo più civile nel thread. Ci stiamo scambiando tutti delle opinioni. Degli USA possiamo tutti parlare (anche se poco informati), così come loro di noi, a patto di rispettare l'educazione e cercare di capire l'altro. Se si censura la voce di qualche italiano su BGG, è chiaro che loro non riescono a conoscere il modo di pensare nostro, di un piccolo paese alla periferia dell'Impero (modalità ironia e piagnisteo on). Idem vale per noi, se gridiamo allo scandalo senza leggere bene i loro post, o censurandoli (ma non mi pare che nessuno statunitense scriva quì in Tana)
E' stato chiarito che Tascini parlava a italiani, ma che gli è scivolato il piede dalla frizione, e la terminologia era al limite. Per te era oltre, bene, sei libero di contestarlo, in modo vibrato o meno. Ma la libertà di pensiero fa sì che qualcuno possa pensare che lui abbia ragione, oppure che non meriti di essere messo alla gogna.
E ribadisco che è solo la Legge che emette sentenze, nessuno di noi ha il potere.
Comunque non mi pare di ravvisare nei goblin che hanno scritto su BGG delle idee neonaziste nè suprematiste per cui i mod di BGG sono solo stati zelanti

Il mondo non è nè nero, nè bianco. E' una gradazione senza soluzione di continuità di una scala di grigi. E noi tutti siamo costituiti da una grandissima moltitudine di qualità, cangianti. Chiunque di noi è sempre minoranza, perchè qualunque nostra qualità e attributo è diverso da quello di tutte le altre persone che incontreremo. Saremo sempre "diversi" nei confronti dell'altro. Se ci fossilizziamo solo su un aspetto (sia che siamo i discriminatori che i discriminati) siamo delle persone incompiute, pertanto infelici. Dobbiamo accettare noi stessi e gli altri per quello che siamo e che sono.

Che l'hobby stia cambiando, come gli utenti, è un bene. Era roba da maschi bianchi e ora si sta ampliando? Meglio, avrò più occasioni per giocare e magari avrò della roba diversa, invece che il solito wargame sulla WWII in Russia o un DC con orchi, elfi, etc. Ogni designer porta quello che gli interessa. A me non frega nulla del suo nome, religione, gusti sessuali, origine: a me basta che faccia bene il suo lavoro. Lo stesso vale per la vita quotidiana. Vedo degli esseri umani e tutti tratto allo stesso modo, il che non mi impedisce di avere preferenze se uno si comporta bene: pretendo che lo stesso si faccia nei miei confronti

Ho avuto la mia dose di discriminazioni nella vita che mi ha fatto capire che me ne debbo fregare di quel che pensano gli altri di me, e viceversa non debbo dare troppa importanza alle mie affermazioni. Ecco cosa mi inquieta di questi gruppi radicali, di tutti i tipi (negativi e positivi): essere assertivi, esclusivi e definitivi. Spero che in un tempo rapido (comunque ci vorranno decenni) i processi integrativi possano dirsi conclusi, ma non credo che ci riusciremo mai perchè gli esseri umani sono fragili e spesso definiscono sè stessi solo in confronto/contrasto con il prossimo loro

Si' ma in questo contesto non mi interessa il realismo. Intendo che se un autore ha una propria idea per un gioco, non dovrebbe essere costretto ogni volta a dover fare un'analisi socio-politica!
Poteva essere Brass ma si potrebbe dire lo stesso per Tinner's Trail....lo scopo e' gestire le miniere, il colore della pelle dei minatori e' OT! (mia opinione)
Hai ragione se le scelte del publisher/designer o dell'artista sono dettate dal marketing. Ma lì è facile opporsi: non si compra l'oggetto perchè ritenuto non autentico. La finta Venezia di Las Vegas è interessante, ma è posticcia e tutti preferirebbero vedere quella vera, se potessero (a meno che non vogliano andare solo al casinò). Se invece c'è una scelta dettata dall'originalità o dal semplice gusto, beh, allora va bene. Che puoi dirgli all'autore? Bisogna vedere l'esito. Dubito che nella leggenda originale di Robin Hood ci fosse un saraceno, ma Morgan Freeman nel film di 30 anni fa ci stava bene ed era pure un bel personaggio!
 

TheLawyer

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Non solo: Tascini ha il merito di aver espresso un importantissimo concetto, in quell'intervista, che è passato in sordina anche perché i nordamericani non sono in grado di capire la ragione delle lacerazioni sociali che vivono: se ci sono pochi giocatori e autori afroamericani (e ancor più afroitaliani, a dire il vero) è perché il gioco implica soldi, tempo libero ed energie. E chi cresce relegato in ghetti, con speranze pressoché nulle di crescita sociale e di benessere, ma con promettenti prospettive di cadere nella criminalità (e a fortiori di subire maltrattamenti da parte della polizia), semplicemente non ha alcun accesso al mondo dei giochi da tavolo. Non ha i soldi per comprarli, non avrebbe tempo per impararli né avrebbe amici con cui intavolarli. Non è il razzismo che allontana certe categorie dal nostro mondo, ma l'esclusione sociale.
THIS! Finalmente. Lo stesso anche qui in Inghilterra, secondo la mia modesta esperienza, almeno quassu' da noi al Nord, in Yorkshire. Una sola persona di colore (tra l'altro neanche inglese, ma di origine nigeriana) su un club di giocatori che ha un centinaio di iscritti. Una convention (la Airecon ad Harrogate) con circa 3000 visitatori al giorno per un weekend, e di colore ne avro' visti al massimo una decina. Il problema dell'hobby e' il costo (vedi anche Games Workshop), non l'accoglienza.
 

oracolodidelfi

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Questo appello al realismo storico e' sempre a discapito delle minoranze nella rappresentazione nei film/giochi. Quante volte avete sentito di gente oggettivamente offesa perche' i Greci non erano bianchi? Quante volta avete sentito parlare della mancanza di realismo in un gioco che ignora completamente il ruolo della donna romana? Quante volte avete sentito onesti rimproveri al fatto che non si puo' parlare di Iliade senza Achille e Patroclo? Di contro quando il realismo storico e' la minimizzazione del ruolo della donna, il ricordo storico della tortura e offesa verso i neri? Mo' so' tutti De Crescenzo!
Scusa se torno su questo passo. Hai ragione, le minoranze sono state discriminate nei media nel passato. Piano piano le cose stanno cambiando: cerchiamo tutti di riequilibrare le cose, anche se è difficile per la minor quantità di testimonianze (la storia la fanno i potenti e i vincenti) e per il fatto che l'essere minoranze spesso le relegava in posizione subordinata, e dimenticata dai testi. Ci sono esempi fulgidi, speriamo che gli autori siano in grado di dare risalto non solo a questi, ma anche ai più umili.

Mi fa curiosità la questione dei Greci: a parte il concetto di bianco (che cosa si intende per uomo bianco?), io sapevo che erano un miscuglio di popolazioni diverse che hanno occupato la terraferma e le isole in epoche diverse. Mi pare che le popolazioni dapprima venissero dalla penisola anatolica (micenei, minoici), e poi, in seguito, siano arrivate ondate di indoeuropei. Insomma cosa ti fa dire diversamente? Oltretutto hanno trovato qualche tempo fa le prove del DNA di questa migrazione dalla vicina Asia

La Repubblica e l'Impero di Roma erano posti particolari (anche se forse meno cruenti di altri dell'Europa antica): so abbastanza della donna nel mondo classico grazie a Eva Cantarella. Ma lì non c'è scritto nulla sugli schiavi( belli abbondanti, anche romani per debiti), su liberti, su popolazioni sterminate, sul ruolo del pater familias e del suo potere di vita e di morte sui figli. Credimi, non è benaltrismo, ma credo sia difficile fare un gioco sul ruolo della donna dell'antica Roma, così come di tutte le altre componenti sociali menzionate. Ci sono state grandi donne (mi viene in mente Cornelia), ma la società (e di conseguenza la narrazione) era veramente troppo schiacciata sui capi delle famiglie facoltose. Maschi, ovviamente. Se un autore di giochi riesce nel compito ha il mio plauso.

Si può benissimo parlare dell'Iliade senza parlare (ma quì tu non parli di giochi) del rapporto di Achille e Patroclo, visto che non è centrale nella storia. Se si va, invece, a descrivere il libro in profondità, o si fa un saggio su Achille, è doveroso parlare di Patroclo, del suo rapporto con Achille e anche degli episodi che dipendono dalla sua morte sul campo in sostituzione dell'amato (la vendetta di Achille su Ettore e l'incontro notturno di Priamo con Achille per chiedere indietro il corpo dell'amato figlio). L'Iliade è come GoT, tanti personaggi importanti, per cui è lecito dimenticarsi di Patroclo. Ma se l'argomento è il rapporto omosessuale nell'antichità, beh, ci sono moltissime opere che hanno l'argomento come perno centrale. Ancora mi ricordo di quando il professore di Latino mi beccò a leggere il Satyricon e mi apostrofò con "Ma lo sai che è un libro proibito?!"
 

oracolodidelfi

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THIS! Finalmente. Lo stesso anche qui in Inghilterra, secondo la mia modesta esperienza, almeno quassu' da noi al Nord, in Yorkshire. Una sola persona di colore (tra l'altro neanche inglese, ma di origine nigeriana) su un club di giocatori che ha un centinaio di iscritti. Una convention (la Airecon ad Harrogate) con circa 3000 visitatori al giorno per un weekend, e di colore ne avro' visti al massimo una decina. Il problema dell'hobby e' il costo (vedi anche Games Workshop), non l'accoglienza.
Mi associo in questa valutazione, anche se ci aggiungerei anche un pizzico di abitudine mentale e culturale (in certe culture giocare è per i bimbi, e il gioco da tavola non esiste, se non in certe forme codificate) e la totale mancanza di tempo (soprattutto le donne, a causa del divario di tempo libero, rispetto agli uomini, per le faccende domestiche)
 

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Scusa se torno su questo passo. Hai ragione, le minoranze sono state discriminate nei media nel passato. Piano piano le cose stanno cambiando: cerchiamo tutti di riequilibrare le cose, anche se è difficile per la minor quantità di testimonianze (la storia la fanno i potenti e i vincenti) e per il fatto che l'essere minoranze spesso le relegava in posizione subordinata, e dimenticata dai testi. Ci sono esempi fulgidi, speriamo che gli autori siano in grado di dare risalto non solo a questi, ma anche ai più umili.

Non sai quanto mi piacerebbe intavolare una discussione di approfondimento sui punti che hai esplosto cosi' chiaramente e con tanto impegno, ma letteralmente devo ammettere: sono una capra! XD
Hai sollevato una montagna di punti interessanti su cui purtroppo non riesco a risponderti in maniera esauriente perche' non sono un antropologo o un letterato, e sono un pessimo interlocutore dal punto di vista storico e creativo.

Il mio esempio serviva a spiegare perche' "il realismo storico" e' ormai un dogwhistle che non e' piu' considerato un argomento serio di discussione, sia dalla parte degli americani woke, che dalla parte dei moderatori di un luogo pubblico. Non e' una analisi del fatto che questo o quello siano o meno eventi storici, perche' ad nauseam, l'alt-right ha usato questa scusa per silenziare tramite strenuo attrito la discussione sui problemi di rappresentazione, al punto che ormai e' trolling. Moderatori di luoghi di discussione sono addestrati a eliminare immediatamente questi topic perche' attirano persone tossiche.

Poi i punti che sollevi sono eccellenti motivi di discussione con un art director, o problemi e possibili spunti per design di giochi innovativi e diversi dal mold attuale, che certamente non sono strutturalmente pensati per focalizzarsi sulla famiglia romana o sull'ira di Achille.
 
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Salironth

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Non sai quanto mi piacerebbe intavolare una discussione di approfondimento sui punti che hai esplosto cosi' chiaramente e con tanto impegno, ma letteralmente devo ammettere: sono una capra! XD
Hai sollevato una montagna di punti interessanti su cui purtroppo non riesco a risponderti in maniera esauriente perche' non sono un antropologo o un letterato, e sono un pessimo interlocutore dal punto di vista storico e creativo.

Il mio esempio serviva a spiegare perche' "il realismo storico" e' ormai un dogwhistle che non e' piu' considerato un argomento serio di discussione, sia dalla parte degli americani woke, che dalla parte dei moderatori di un luogo pubblico. Non e' una analisi del fatto che questo o quello siano o meno eventi storici, perche' ad nauseam, l'alt-right ha usato questa scusa per silenziare tramite streanuo attrito la discussione sui problemi di rappresentazione, al punto che ormai e' trolling. Moderatori di luoghi di discussione sono addestrati a eliminare immediatamente questi topic perche' attirano persone tossiche.

Poi i punti che sollevi sono eccellenti motivi di discussione con un art director, o problemi e possibili spunti per design di giochi innovativi e diversi dal mold attuale, che certamente non sono strutturalmente pensati per focalizzarsi sulla famiglia romana o sull'ira di Achille.
Guarda, ti avanzo una piccola critica, che ovviamente vuole essere costruttiva. Molte delle osservazioni che fai sono calate sul contesto americano, da cui però ti consiglierei di stare alla larga perché dal punto di vista intellettuale è a dir poco tossico. Le loro lotte per le minoranze non sono più emancipazione, ma mero riconoscimento. Anziché portare alla composizione dei conflitti, li rendono irrimediabili perché non ne colgono la dimensione storica, sociale ed economica.
La situazione italiana in tema di discriminazioni è complessa, ma molto divergente da quella statunitense. Da loro il razzismo era scritto su carta (giuridica, intendo) fino a non molto tempo fa. La maggior parte di noi non sa manco cosa significhi dogwhistle, e ti posso dire che a prima vista mi pare più una specie di riflesso pavloviano. Il fatto che l'alt-right – che te lo assicuro, è quanto di più lontano vi sia dalle mie posizioni politiche – usi certe argomentazioni non significa che vadano stigmatizzate, sennò non ne usciamo più. Il punto è che a nessuno dovrebbe importare né il colore della pelle né l'orientamento sessuale né nient'altro. Siamo tutti uguali e la cosa bella è che i giochi da tavolo vengono detti "giochi di società" proprio perché danno occasioni di inclusione sociale. Se invece si concepisce il genere, l'orientamento sessuale o il colore della pelle come elementi che necessitano di esplicito riconoscimento nei giochi da tavolo, è finita: ogni categoria cercherà riconoscimento, distinzione. Il che significa che ognuno cercherà di separarsi dall'universale per rintanarsi nel particolare. È una follia argomentativa da cui noi europei dobbiamo stare alla larga, e lo consiglio vivamente anche a te, che mi pari una persona intelligente che ha peraltro il raro pregio dell'umiltà.

Contestualmente, vorrei porre all'attenzione tua e degli altri una frase espressa da Jeremy Howard, che lavora per Man vs Meeple e che proprio non ha capito niente, ma niente di questa storia e ciò nonostante si permette di lanciare accuse e di perpetrare questo linciaggio mediatico. La frase che vorrei porre alla tua e alla vostra attenzione è questa:

Excusing Italian or Italy for their social norms is not how the world works.

Ora, penso che tutti voi siate in grado di comprendere appieno quanto pericolosa sia una simile affermazione. E di fronte ad un tale delirio, è bene ribadire che non siamo noi che dobbiamo capire gli americani, sono loro che devono smetterla ad atteggiarsi a difensori mondiali dei diritti umani, una categoria che sfruttano a loro uso e consumo per giustificare le guerre che le loro classi dirigenti muovono per ragioni imperialiste. Tascini stava parlando in un contesto italiano per italiani. Il che dovrebbe essere sufficiente a dimostrare che non era un contesto a loro accessibile.

Aggiungo che sono altrettanto preoccupanti le argomentazioni mosse da Hans im Glück:

[...] his apology is vindicating instead of showing a real understanding. This is what matters. We want to make clear that a border has been crossed. Tolerance and freedom end where others are hurt and those who do cross this line are against freedom or equality cannot be tolerated. We will not discuss this on a basis that shows no understanding of the underlying, daily white racism.

Ripeto, qui si è passato ogni limite di razionalità e in un tribunale italiano Tascini avrebbe potuto far valere tutti gli estremi per la diffamazione. Specularmente, tuttavia, una così temeraria accusa di razzismo non avrebbe retto nemmeno un secondo, semplicemente perché le sue affermazioni non sono né possono essere razziste sia per via del contesto, dove vi sono frasi che inequivocabilmente escludono qualunque connessione con il razzismo, sia perché difficilmente una fantasticazione iperbolica può connotarsi in senso offensivo, ancor più se afferisce alla sfera intima di una persona. Faccio un esempio che tra l'altro si è posto recentemente su Twitter: alcune donne amano lo slur a letto. Non ne capisco né ne capirò MAI il motivo (personalmente, mi becca malissimo sta cosa). Tuttavia, non mi sognerei mai di muovere accuse di sessismo a carico degli uomini che sono soliti accontentare quelle donne. Sarebbe un'inaccettabile intromissione paternalista che peraltro sortirebbe un effetto deleterio per lo stesso femminismo: la frammentazione di chi lotta per la causa.

Aggiungo poi che una vicenda come questa rischia di tappare la bocca agli autori su qualunque argomento. Non si possono assecondare le paranoie dei nordamericani, che pretendono di andare ad insegnare ad altri come si lotta per l'emancipazione. Ad adiuvandum: il presidente boliviano Evo Morales, tempo fa, fece una dichiarazione in cui diceva in sostanza che sarebbe andato volentieri a letto con una ragazza giovane. Non ricordo bene il contesto, ma si trattava di una dichiarazione obiettivamente ributtante. Le femministe indigine ovviamente sono insorte, ma non appena quelle nordamericane hanno cominciato ad impicciarsi, loro hanno fatto scudo a Morales dicendo di farsi gli affari loro, che non hanno certo bisogno di imparare da altri come lottare per la propria emancipazione (del resto, gli indigeni appoggiavano Morales e quella fu la sola dichiarazione sessista mai pronunciata).

Lungi da me il voler intavolare una discussione politica, per quanto sia inevitabilmente sottesa al nostro topic. Ciò che intendo dimostrare è che ogni cultura dev'essere libera di vivere l'emancipazione come crede. Altrimenti noi italiani dovremmo sentirci legittimati a lanciare una campagna di boicottaggio contro gli autori statunitensi che votano repubblicano, poiché sono a favore di una linea politica intesa a negare un diritto umano, che è quello della salute. È chiaro ora il concetto?

Stiamo parlando di un mondo, quello dei giochi da tavolo, che è predisposto per l'inclusione. Che vi siano ostacoli lo sappiamo bene, ma noi italiani in particolare dovremmo essere ben consci del fatto che si tratta di ostacoli di natura ordine economica e sociale (cfr. art. 3, secondo comma, Cost.).

Da ultimo, ci tengo a precisare che ciò che è assurdo è che si pretende di accusare una persona senza aver voluto capire il suo pensiero, facendo valere una sorta di responsabilità oggettiva che, dal punto di vista giuridico, è qualcosa che abbiamo ereditato dal passato fascista e che sopravvive ancora solo nel campo civile e solo laddove sia rintracciabile un danneggiato. Qui chi sarebbe danneggiato? Gli amici di Tascini? E se non esistessero nemmeno? Facciamo un processo alle idee, ad intenzioni capziosamente ricostruite con volute omissioni? Qualcuno ha notato che nel suo discorso Tascini diceva qualcosa del tipo: perché mai dovrei distinguere uno dal colore della pelle?

Domanda: e se si facesse un apposito articolo in Tana e lo si traducesse in séguito in inglese, per poi farlo girare sui social? Con l'occasione, solleveremmo il problema della censura su BGG che è a dir poco gravissima, visto che ogni messaggio con cui si è esercitata recava un'implicita accusa di razzismo.
 

romendil

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D'accordissimo con quanto scrivi e in particolare con questo passaggio:
Siamo tutti uguali e la cosa bella è che i giochi da tavolo vengono detti "giochi di società" proprio perché danno occasioni di inclusione sociale. Se invece si concepisce il genere, l'orientamento sessuale o il colore della pelle come elementi che necessitano di esplicito riconoscimento nei giochi da tavolo, è finita: ogni categoria cercherà riconoscimento, distinzione. Il che significa che ognuno cercherà di separarsi dall'universale per rintanarsi nel particolare.

Quindi ritorno a questa frase:
e' questa la fine della liberta' nella creazione dei giochi?
Può esserlo.

Secondo me sarebbe molto triste se la libertà creativa fosse così limitata. Il caso Alma Mater è assurdo, ad esempio. Capisco il disgusto verso certi tipi di giochi (per me Squillo per il tema è ingiocabile...) ma estremizzando il discorso qualunque gioco può essere criticato per un particolare motivo (ambientazione/rappresentanza...). Quindi l'effetto di questo movimento iconoclasta è di arrivare alla distruzione di una passione sana. Certo si può sempre giocare a briscola, ma anche lì perché il cavallo vale meno del re?

Insomma, @Alpha converrai con me che il rischio di percorrere questa china è molto maggiore rispetto al rischio di tollerare un gioco che abbia al suo interno un aspetto che ti fa storcere la bocca. Al limite non lo compri ?
 

MMGrizzly

Onnisciente
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Non capisco alcuni giudizi espressi in qualità di "minoranza discriminata" e andando a giudicare chi non fa parte di questa minoranza perché "tanto non capirebbe".
Al di là di ciò credo che @Salironth abbia espresso bene o male tutti i punti.
Quello del costo dell'hobby però credo valga solo in certi contesti. Ci sono francesi, belgi , americani e chi più ne ha ne metta, di origini africane, che sono molto più ricchi di me e molto più "studiati".
In Italia è raro vedere una famiglia africana benestante (e quindi inclusa nell'hobby) perché sono persone che scappano dalla guerra , che sono arrivate da poco e che magari sono costrette ad elemosinare per sopravvivere.
Sono sicuro al 20000% che a loro delle pedine nere di Puerto Rico freghi 0.
Come probabilmente non sanno neanche cosa sia un gioco da tavolo.
Il paragone tra Italia , America e altri paesi non sussiste. Non so se volesse essere un esempio specifico del problema americano però ... Mi scuso in caso avessi capito male
 
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