Provo a tornare sul binario della liberta' intellettuale (dato che mi sono concesso un po' troppi OT in queste discussioni
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Nel vecchio thread su Alma Mater che va avanti da ottobre senza aggiungere granche' di nuovo (salvo darsi ragione a vicenda) c'era questo post oggi credo:
Yes in my opinion, the value in the diversity is higher than the value in historical 'accuracy'. However that's very much in the intent of the developer. What I would say though, is that a board game is only ever an artificial representation of a historical event or setting at best anyway. It's not that deep bro. However when designers make a decision like this, they should be challenged on it.
For example, Brass Birmingham could have been improved by even creating a fictional black engineer, and in the blurb of the manual explaining the historical impact of the industrial revolution and the context of the British Empire, and slavery and oppression. (myself being British, it should be there anytime the 'Empire' is discussed). It wouldn't have cost players anything, and wouldn't have 'taken away' from the game, but if it would make the game more open and accessible, that can only be a good thing, right? The main issue there I guess is if it would be appropriate to even have a fictional black industrialist somehow 'buying into' the industrial revolution and the exploitation behind it, but I would leave that to others to debate, these things are always going to be present when you have historical board games.
Aiutatemi a capire, dato che non possiedo Brass Birmingham ma solo la vecchia edizione di Brass (quando ancora non si chiamava Lancashire): si sostiene che Martin Wallace avrebbe potuto inserire un black engineer. In che senso questo e' funzionale al gioco? Ci sono personaggi in Birmingham? Ricordo il vecchio Brass come un gioco bellissimo ma abbastanza arido e schematico, e l'unico personaggio che ricordo era il tizio sulla copertina, ovviamente bianco.
Il titolo di questo thread e' liberta' intellettuale: puo' l'autore essere libero di scegliere il focus del suo gioco? Se il suo design si concentra solo sulla creazione di un motore economico, produzione e vendita risorse, creazione di una topologia di canali/binari sulla mappa etc., senza personaggi, sara' libero di farlo senza dover assecondare le pressioni degli utenti come questo qui sopra? O deve aggiungere una diversita' posticcia giusto per accontentare tutti?
Aggiungo che io vedo il gioco come evasione: io non voglio giocare un gioco in cui mi identifico; che personaggio dovrei giocare: un obeso 44enne software developer? Sai che allegria di gioco....No, voglio essere un allievo in una scuola di magia in Potion Explotion, o tirare mazzate in King of Tokyo. Non mi interessa che il mio personaggio sia bianco, giallo o nero. Sospensione dell'incredulita'. Ma mi rendo conto che, come mi direbbe qualcuno su BGG, questo e' un mio lusso perche' arrivo da una posizione di privilegio, perche' ho la possibilita' di scegliere, cosa che non avviene per giocatori POC perche' hanno meno scelta. E tuttavia, io ancora non capisco.
Ho presente che il problema della rappresentazione sia importante, ma la discussione su Alma Mater in ottobre mi lascio' solo il sangue amaro (soprattutto la tizia che inizio' il post), mentre l'unica persona da cui ho percepito davvero l'importanza della rappresentazione e' stato un videogame developer di colore nella serie Netflix "High Score": il ragazzo lavorava a John Madden's Football II su Sega, era appassionato di football americano, e si chiedeva come mai non ci fossero giocatori neri nel primo Madden's football. E cosi' nacque il primo videogioco con giocatori di colore, se ho ben capito (ma credo di sbagliarmi, nella fretta di fare un riassunto - perche' ricordo sul Commodore 64 c'erano giochi di atletica leggera e sono abbastanza sicuro ci fossero atleti neri).
Questa spiegazione mi ha soddisfatto molto di piu' che pagine e pagine su BGG, perche' vedevo in faccia la persona che la raccontava e la sua passione, e me lo immaginavo da bambino/ragazzino con le sue emozioni - cosa che fatico a immaginare per gli adulti incazzati su BGG.
Altro punto, sempre da profano: credo l'identificazione sia piu' importante per i bambini, classico esempio i bambolotti di tutti i colori; suppongo sia importante quando il bambino cresce per costruire la propria identita'.
Altri documentari, su "Babies" su Netflix e "Babies: their wonderful world" su BBC, che sto guardando (diventero' padre a marzo!) mostrano le reazioni dei bambini quando messi a contatto con persone che non fanno parte della loro etnia (ancora, passatemi per favore l'imprecisione di linguaggio) (PS: esperimento incompleto perche' non hanno mostrato bambini figli di coppie miste) Non che i bambini siano razzisti, ma suppongo siano meccanismi innati e antichi con i quali il bambino, per pura sopravvivenza, stabilisce di chi puo' fidarsi.
Noi da adulti dovremmo riuscire a superare questi punti. E in fondo stiamo parlando solo di giocattoli. La mia identita' non dovrebbe sentirsi minacciata dal fatto che io possa giocare con un personaggio bianco o nero. Quando ero adolescente e giocavo a "Dr. J vs. Larry Bird", ovviamente preferivo controllare Dr. J, perche' volevo schiacciare a canestro, non volevo tenere Larry Bird! Ripeto: per me il gioco, sia da tavolo, sia videogame, sia GDR, ha alla base essere quello che non si e' nella vita reale.
Scusate ho perso il filo e non ho una conclusione per questo post....la vecchiaia avanza
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