Drako Vs Unmatched

Abbiamo messo a confronto questi due (in realtà tre) giochi. Come sarà andata?

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Con un anno esatto di ritardo, neanche fosse un kickstarter, vede finalmente la luce la ristampa di Drako: Drago e Nani e di Drako(2): Troll e Cavalieri. Il gioco originale è del 2011 e potete trovare qui la recensione, ma nonostante ciò è subito tornato di moda e il web ci si è buttato sopra a capofitto. Tra recensioni, videotutorial, gameplay, e chi più ne ha più ne metta è uscita spesso la domanda: “Meglio Drako o Unmatched?”. Come potete immaginare le risposte sono state varie e discordanti ma soprattutto la maggior parte di esse forniva una risposta secca senza un briciolo di spiegazione che potesse far capire a chiunque il perché si preferiva uno dei due, non essendo quindi di alcun aiuto.

Per questo motivo ho deciso di provare a fare un confronto tra i due titoli, ben conscio del fatto che non posseggo la verità assoluta, ma speranzoso di poter essere di aiuto per chi deve scegliere ed è indeciso su quale prendere.

Prima di iniziare mi sembra giusto dire che posseggo entrambi i Drako mentre di Unmatched (qui la recensione) ho solamente le scatole attualmente edite in italiano, cioè il Volume I e Bigfoot Vs Robin Hood: le mie analisi si baseranno pertanto solo su di essi.

Materiali e grafica

Drako si presenta con le sue miniature rinnovate rispetto al passato e decisamente migliorate. La plastica è tendenzialmente dura, a esclusione delle ali del drago e delle armi, come spade e asce, che sono più morbide e potrebbero piegarsi se maneggiate con ruvidità; i dettagli ci sono e si prestano bene a essere pitturate anche se non corrispondono esattamente alle immagini riportate sulla plancia del giocatore (ad esempio un nano è disegnato con i sandali ma la miniatura ha le scarpe).

La mappa di entrambi i Drako è solo fronte e presenta il disegno di una radura anonima suddivisa in esagoni, le plance dei giocatori riportano i personaggi con i loro spazi ferita e le abilità uniche, le carte sono di buona fattura in formato mini e i segnalini ferita e abilità di cartone resistente. A livello grafico si poteva osare di più soprattutto con le carte i cui disegni sembrano un pochino “datati” (perché il troll verde somiglia a un goblin e ha una escrescenza strana sulla schiena??).

La scatola presenta un comodo divisorio interno dove riporre tutto il materiale, in quella del drago entrano perfettamente anche le carte imbustate, in quella del troll invece fuoriescono un po’ a dimostrazione del fatto che lo scomparto per le carte è leggermente meno profondo. Visto che il numero di carte è lo stesso non capisco quindi l’esigenza di averlo dovuto modificare in peggio.

Unmatched ha anch’esso delle ottime miniature per i personaggi principali, dettagliate e direttamente fornite con una sorta di sundrop che accentua le ombre e le rende meno piatte e più gradevoli per coloro che non si dilettano con la pittura. Leggermente meno dettagliate ma comunque con una ottima resa una volta dipinte. Anche in questo caso lievemente morbida la platica di alcune armi, come le spade di Sinbad.

Le mappe sono fronte-retro (sia quelle piccole per due giocatori sia quelle grandi per giocare fino in quattro) con disegnati diversi paesaggi riferiti ai personaggi anche se, purtroppo, i cerchi colorati che le suddividono in zone coprono la maggior parte del disegno sullo sfondo; i token sono di plastica resistente e rappresentano i compagni, dei dischi di ottimo cartone vengono utilizzati per tener traccia dei punti vita e, infine, le carte sono di buona fattura di formato standard. Personalmente trovo lo stile grafico delle carte molto evocativo.

La scatola presenta un comodo divisorio interno dove riporre tutto il materiale comprese le carte imbustate che entrano perfettamente.

Ambientazione

Drako vive nel più classico dei fantasy medievali dove un gruppo di avventurosi nani si imbatte in un drago rosso, probabilmente in prossimità della propria caverna, e tenta di ucciderlo per poi dedicarsi con calma alla ricerca del tesoro gelosamente custodito; oppure dove dei troll terrorizzano le terre di un nobile che invia dei coraggiosi cavalieri a fermarli. Rende bene il tema anche la meccanica dei punti ferita che disabilitano certe abilità: infatti è facile immaginare come il troll ferito non abbia più la forza necessaria per lanciare massi o come un drago colpito ripetutamente alle ali non possa più librarsi in volo. Un pochino stona la modalità di vittoria più facile da raggiungere per il drago (vedi paragrafo Skirmish Vs Survival) che nell’immaginario collettivo non ci penserebbe più di un secondo a fare un bel barbecue dei tre impavidi nani, e invece tende a scappare fin troppo dai panciuti avversari.

 

Unmatched al contrario non ha una vera ambientazione, fatico infatti a immaginare perché Sinbad si trovi a combattere contro Medusa nel castello della regina di Alice o nella foresta di Sherwood. Quindi più che una visuale generale dobbiamo scendere nel particolare, cioè prendere il singolo personaggio e il suo mazzo di carte. Qui sicuramente la caratterizzazione si sente e ogni personaggio vive nelle proprie carte, così Sinbad avrà i suoi viaggi, Alice il crescere e il rimpicciolire grazie alle pozioni, Bigfoot quell’alone di mistero che quando pensi di averlo avvistato invece stai fissando un albero.

Dipendenza linguistica

Drako è completamente indipendente dalla lingua, non troverete nessuna parola sui materiali da gioco. Se conoscete le regole potete anche comprarvi la scatola in giapponese.

Unmatched invece ha una leggera dipendenza dalla lingua, infatti ogni carta presenta del testo che ne descrive gli effetti. Una conoscenza base dell’inglese supera il problema ma in questo caso vi consiglio di lasciare dove si trova la scatola in giapponese.

Scalabilità

Su Drako c'è ben poco da dire. È semplicemente un 1vs1 secco. Due persone che si scontrano e stop.

Unmatched offre invece la possibilità di giocare da uno a quattro persone. La modalità solitario l’ho provata solamente una volta e non la consiglio, credo esistano moltissimi giochi migliori per poter giocare in solo. Può aver senso per testare i fan-deck mentre si sviluppano (vedi paragrafo Longevità e varietà). In due è possibile utilizzare tutte le mappe presenti ed è la modalità principale per cui è pensato il gioco, sicuramente buona anche se con qualche problema (vedi paragrafo Bilanciamento).

In tre è possibile giocare utilizzando una mappa grande e delle piccole modifiche al primo turno di gioco, diciamo che si può fare se un amico vi ha dato buca all’ultimo e volete comunque giocare. Semplicemente non è stato pensato per questa configurazione e soffre enormemente di kingmaking oltre a offrire la possibilità che un giocatore eviti lo scontro - mentre gli altri due si scannano e finiscono le risorse - per poi andare a vincere in scioltezza. Se proverete a sedervi su questo sgabello con tre zampe sappiate che vi ritroverete con il sedere per terra.

In quattro è invece la configurazione che più mi ha divertito. Il modo di giocare cambia, i personaggi tendono a equilibrarsi maggiormente e sono risultate tutte belle partite. Credo sia giusto però menzionare due aspetti critici: l’eliminazione giocatore che colpisce i primi due personaggi uccisi, se appartenenti a fazioni opposte, che dovranno quindi aspettare che gli altri finiscano la partita e l’alpha player. Lo so che sembra strano, ma poiché il team ha tutte le informazioni condivise, comprese le carte in mano, può capitare che un membro della squadra giochi “da solo” con due personaggi dicendo semplicemente al compagno cosa fare in ogni occasione.

Bilanciamento

Drako è un asimmetrico e come tale è giusto soffermarsi sulla possibilità di essere avvantaggiati in partenza solo per aver scelto una fazione piuttosto che un’altra. Premesso che lo stesso autore ci tiene a sottolineare come i nani e i troll siano leggermente più facili da usare, soprattutto nelle prime partite, quindi teoricamente con una percentuale di vittoria maggiore, a mio avviso il gioco non è perfettamente equilibrato. Infatti una volta acquisita maggiore esperienza sarà ad esempio il drago ad avere un vantaggio sui nani. Attenzione, non sto dicendo che sia squilibrato, ma solamente che in partenza non è un 50/50 se giocato tra persone allo stesso livello. Vi sono poi ben sei possibili combinazioni (vedi paragrafo Longevità e varietà) e qui apprezzo molto il lavoro che è stato fatto: ogni variante, infatti, prevede un setup, delle variazioni alle regole e alle condizioni di fine partita uniche, segno che sono state testate e che sono stati fatti gli aggiustamenti necessari a garantire un livello di sfida equo. Non avendo effettuato un numero adeguato di partite per tutte le combinazioni possibili non saprei dire se qualcuna di esse risulti sbilanciata sul lungo periodo verso una fazione, però, a giudicare dalla particolarità di alcune variazioni delle regole, sembra esserci stato un lavoro di playtest serio alle spalle che mi fa ben sperare in partite sempre tese ed equilibrate.

Unmatched è anch’esso fortemente asimmetrico quindi il lavoro di bilanciamento...
Scusa, bilancia...che?”

Rimane piuttosto chiaro da subito che il gioco non ha alcun tipo di bilanciamento e che ciò non ha mai interessato, ne interessa tuttora, chi lo produce. Capisco che sfornare personaggi a rotta di collo renda impossibile bilanciarli tutti fra di loro, le combinazioni sono troppe per poterle testare e prevedere delle variazioni che permettano di equilibrare la partita (ad oggi sono possibili già 210 combinazioni diverse), però mi sarei aspettato almeno una situazione equilibrata all’interno della stessa scatola, e invece no. Scordatevelo. Ci sono personaggi semplicemente più forti di altri e bisogna accettarlo. Senza dubbio l’esperienza attenua i dislivelli, quindi imparare a giocare bene Artù lo renderà un personaggio valido da giocare, ma ci sono delle differenze oggettive che non possono non far storcere il naso. Per rimanere su Artù, è impietoso il confronto che emerge con un altro personaggio votato all’attacco come Bigfoot. Il re ha una sola carta con attacco "6", muove due spazi, ha sette carte esclusive del compagno e tre carte che cancellano gli effetti avversari. Bigfoot di contro ha tre carte con attacco "6", muove di tre spazi, ha solamente tre carte esclusive del compagno e ben cinque carte che cancellano gli effetti avversari. Inoltre Artù fa svantaggio carte con la propria abilità mentre Bigfoot fa esattamente l’opposto.

Ovviamente l’analisi fatta vale esclusivamente per il gioco in due, infatti in quattro giocatori il discorso è diverso e bisognerebbe ragionare sulle varie coppie possibili e su come si compensano tra loro, cambiando talvolta le opinioni che si hanno di alcuni personaggi. Sempre per fare un esempio con Artù, credo che in coppia con Medusa siano veramente molto complessi da sconfiggere.

Semplicità e profondità

Drako permette, vista la semplicità delle regole e la chiarezza del manuale, di giocare praticamente dopo cinque minuti, lo stesso tempo che ci metterete ad “apparecchiarlo” e spiegarlo a qualcuno. Si presta bene anche ai neofiti e ai casual gamers e bastano poche partite per capire come ottimizzare la propria fazione andando quindi a compensare ben presto un eventuale svantaggio dovuto alla maggiore esperienza dell’avversario. Di contro, il gioco non offre chissà quale profondità, le scelte da fare sia all’inizio che durante la partita restano comunque limitate (vedi anche il paragrafo Tattica e Strategia).

Unmatched si comporta praticamente allo stesso modo, regole semplici e facili da spiegare e da apprendere anche se ogni tanto il testo presente sulle carte genera delle situazioni particolari che non sono contemplate nel manuale. Probabilmente l’esperienza ha un peso maggiore in questo caso poiché ogni personaggio ha un proprio modo peculiare di giocare quindi, oltre a conoscere le proprie carte, risulta avvantaggiato chi conosce anche lo stile di gioco e il mazzetto dell’avversario. Ciò non toglie che sia godibilissimo anche con neofiti e casual gamers, ma per chi, come me, viene dal mondo torneistico di Magic, verrà a galla l’attitudine a conoscere il mazzo dell’avversario quasi meglio del proprio e a cercare di leggergli la mano in base al modo di giocare. Attenzione che ciò, a differenza di Magic, non è indice di maggiore profondità perché le scelte, come per Drako, restano limitate, semmai è indice di maggiore complessità qualora si volesse optare per una qualche sorte di attività torneistica (che sconsiglio fortemente soprattutto per quanto detto nel paragrafo Bilanciamento).

Tattica e strategia

Drako è un gioco prevalentemente tattico dove regna l’ottimizzazione del turno in corso, una parte più strategica è presente nella disposizione iniziale dei nani e nella pianificazione per cercare di sfruttare al massimo alcune carte in mano, come, ad esempio, provare ad allineare gli avversari per una palla di fuoco, ma nulla che vada oltre i tre, quattro turni successivi. Ad esempio la palla di fuoco conservata per massimizzarne gli effetti potrebbe essere usata per uccidere un solo avversario se la situazione lo permette, oppure utilizzare carte in modo subottimale perché il troll è già ferito e potrebbe perdere la propria abilità.

La parte più strategica del gioco è quindi da rivolgersi a come impostare l’intera partita; infatti l’asimmetria, che non riguarda solo le carte e i poteri ma anche le condizioni di vittoria, permette di stabilire il piano a lungo termine per portare a casa la partita, o quantomeno provarci. (vedi paragrafo Skirmish Vs Survival).

Unmatched, come il collega, vive di una parte tattica molto spinta, la configurazione del tabellone con le posizioni relative di tutti personaggi, le carte tattica che permettono di cambiare le regole del gioco (ad esempio passare attraverso le miniature nemiche), tutti gli effetti presenti sulle carte stesse lasciano poco spazio a dei veri piani strategici poiché risulta quasi impossibile capire come sarà la situazione già solamente un paio di turni in avanti, soprattutto ad inizio partita. Una buona conoscenza del proprio mazzo e di quello dell’avversario permette al massimo di tracciare una sorta di linea guida da seguire, come ad esempio puntare forte ad abbattere Merlino se vi trovate a dover fronteggiare Re Artù.

In quattro una piccola pianificazione strategica può starci, più sul come cercare di coprire il campo di battaglia e come dividersi il lavoro, ma anche qui ogni turno vi sono talmente tante variazioni che una vera strategia non è possibile.

Skirmish vs survival

Drako ha una mappa abbastanza stretta quindi risulta facile immaginare scontri epici a suon di spade, frecce, morsi, palle di fuoco, pugni e pietre: per me invece non è uno skirmish puro. In base alla fazione cambia anche la “tipologia” di gioco. Continuo infatti a pensare che il personaggio che gioca il drago debba giocare un survival e pensare a scappare e difendersi, magari con qualche attacco quasi a colpo sicuro o solo per far utilizzare carte al nano che così sarà costretto a pescare. Cioè l’esatto opposto di quello che una persona si aspetta (vedi anche il paragrafo Ambientazione). Questa sua anima particolare fa sì che utilizzare una fazione piuttosto che un’altra dia esperienze di gioco abbastanza diverse ed è una caratteristica che personalmente apprezzo.

L’utilizzo delle varianti smuove un po’ quanto appena detto, infatti la combinazione troll Vs nani, ad esempio, è puro skirmish.

Unmatched ha dalla sua una mappa tendenzialmente più grande ma nonostante questo è uno skirmish duro e puro. Ci sono personaggi che tendono a rimanere a distanza o a utilizzare tattiche “colpisci e scappa” (Robin Hood) ma essendoci un'unica possibilità di vincere la partita, cioè per morte dell’avversario, non ho mai trovato ottimale una strategia troppo attendista rispetto a una più aggressiva.

Longevità e varietà

Drako, come ho detto all’inizio, è un gioco del 2011 e solo nel 2019 è uscita la seconda scatola. Ribadisco ciò perché la scatola drago vs nani offre in effetti una scarsa longevità. Due sole fazioni che si scontrano sempre sulla stessa mappa con l’unica variante di poter modificare il posizionamento dei nani a inizio partita non permettono certo di poter fare cinquanta partite senza avere in bocca un sapore di già visto, già vissuto. Fortunatamente arrivano in soccorso troll e cavalieri, non tanto per la mappa aggiuntiva, poiché il numero e la disposizione degli esagoni è la medesima il che la rende un semplice duplicato con una immagine diversa, ma quanto al fatto che ci permette sia di giocare con la seconda scatola stand alone sia, soprattutto, di poter incrociare tra di loro tutte le fazioni arrivando quindi a un totale di sei possibili varianti di gioco. A questo bisogna poi aggiungere quattro tiles promo che inseriscono delle piccole modifiche ad alcuni esagoni del tabellone aggiungendo ulteriore variabilità. In sostanza, con una singola scatola la longevità e la varietà sono piuttosto limitate ma se le avete entrambe non avrete di che preoccuparvi, augurandoci magari di avere una terza scatola prima che siano trascorsi altri otto anni.

Unmatched è un gioco del 2019 e vanta già ventuno personaggi ufficiali usciti e numerosi altri già annunciati. Ogni scatola stand alone ha all’interno una mappa fronte-retro diversa ma compatibile con tutte le altre scatole così come tutti i personaggi sono perfettamente incrociabili fra di loro. Già solo questo basterebbe per capire l’enorme varietà a disposizione e la conseguente longevità se una persona volesse imparare a utilizzare bene ogni personaggio (attualmente sono possibili 210 combinazioni di differenti di personaggi 1vs1 senza considerare le diverse mappe).

Ma a tutto ciò si aggiunge una miriade di fan deck sui personaggi più disparati, oltre a mappe che addirittura arrivano fino a otto giocatori. Una community molto viva che sforna idee ogni giorno e sicuramente qualcosa di interessante da prendere e stampare c’è nell’ipotesi in cui vi venisse voglia di provare ancora qualcosa di nuovo.

Conclusioni

Vabbè Alessà... ma quindi che mi consigli?

Boh! Dipende dai gusti personali. Questo articolo è stato scritto per confrontare i due titoli in modo da permettere a ognuno di scegliere ciò che più si confà alle proprie necessità o ai propri gusti. Io personalmente li ho entrambi e credo che meritino di essere presenti in libreria poiché, a mio avviso, uno non esclude l’altro. Attualmente preferisco Drako per le sfide 1vs1 e Unmatched da giocare in quattro, ma non significa che non possa cambiare idea con il tempo. Sono contento del lavoro della community di Unmatched perché magari potrei decidere di utilizzare qualche mappa nuova che mi permetta di giocare anche in più di quattro, anche se non credo che stamperò i mazzi perché i personaggi sono già tanti e non sento la necessità di averne altri.

Ribadisco che, a mio avviso, sono abbastanza diversi da offrire esperienze che non si sovrappongono totalmente, motivo per cui possono tranquillamente condividere lo scaffale.

P.S. In nessuna foto sono mostrati i cavalieri semplicemente perché non sono riuscito ancora a dipingerli.

Commenti

Ottimo articolo. Ho giocato cinque/sei partite al primo drako e non mi ha mai convinto del tutto (sarà anche che le ho perse tutte "XD), sebbene ambientazione e meccaniche sulla carta mi andassero a genio; stavo pensando di provare anche questo unmatched, ma dopo averti letto credo che passerò - quindi grazie, non c'è funzione più preziosa per un articolo che dissuadere un lettore dallo sprecar tempo e soldi. :*

Ottimo confronto, solo un appunto: francamente dire che Unmatched è leggermente dipendente dalla lingua secondo me non è corretto. Il gioco ha molto testo su moltissime carte, giocarlo senza conoscere la lingua dell'edizione posseduta secondo me è praticamente impossibile.

Per il resto ottimo articolo :-)

Bell'articolo. Tra i due, io scelgo Unmatched 

Grazie a tutti. 

pennuto77 scrive:

Ottimo confronto, solo un appunto: francamente dire che Unmatched è leggermente dipendente dalla lingua secondo me non è corretto. Il gioco ha molto testo su moltissime carte, giocarlo senza conoscere la lingua dell'edizione posseduta secondo me è praticamente impossibile.

Per il resto ottimo articolo :-)

Hai ragione avrei dovuto sottolineare meglio la dipendenza dalla lingua. Ho ragionato principalmente basandomi su una conoscenza base dell'inglese, però non sarei in grado di giocarlo in tedesco.

Bello e utile, stavo puntado Drako per mio figlio.

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