Intervengo perché il gioco lo possiedo e l'ho giocato abbastanza per poter dare un giudizio.
Non voglio sembrare altezzoso e nenache "con la puzza sotto il naso". Questa premessa nasce da un presupposto che secondo me non va escluso nel giudicare e recensire un gioco: il proprio CV di giocatore. Bazzico nel mondo dei gdt dal 1999 e ho visto produrre e stampare giochi del calibro di Puerto Rico e Caylus, nonché, naturalmente, messi sul tavolo e giocati. Posso affermare con certezza che certe scatole, al di là del mero ricordo affettivo, hanno ancora oggi pregi che difficilmente le novità attuali raggiungono: ci sono dei parametri che io reputo oggettivi e a cui non si può "sorvolare" quando, da gamer, ci si avvicina a dover giudicare un titolo. L'originalità, di cui mi rendo perfettamente conto che al giorno d'oggi è di difficile attuazione, e la capacità di sintesi (intesa nel saper riuscire ad amalgamare diverse meccaniche e rendere il gioco "fruibile"), sono due qualità che pongo alla base del mio giudizio.
Veniamo a Wingspan e torniamo in topic. Wingspan ha un pregio che non rientra in quelli da me enunciati in precedenza, ma che devo, per obbligo morale e con la consapevolezza di essere un goblin, rendere atto essere su un'altra categoria dei giochi usciti fin'ora:
è un prodotto superlativo. Attenzione, non parlo dell'anima ludica, ma parlo del prodotto, inteso dell'oggetto: il manuale è una libidine per il tatto; le uova, la torre lanciadadi, i contenitori, i disegni delle carte, sono tutti degli oggetti del desiderio di qualsiasi giocatore (eccetto i masochisti a cui piace Antiquity :grin: ). Nulla da eccepire, nulla da criticare, anzi, cari signori editori, imparate da Wingspan e dateci piacere fisico oltre che mentale.
Bene fine, stop, non ci sono altri lati positivi. Wingspan, dal punti di vista delle meccaniche di gioco è di una mediocrità allarmante: pesco carte a caso, che devo giocare se riesco a pescare i mangimi a caso, e che mi fanno fare punti a caso. Niente, non riesco a vederci né tattica né strategia. Ma è un problema forse, come diceva qualcuno "animatamente" in qualche post qui sopra, del mio essere. Negli stessi giorni di Wingspan, con la mia compagna babbana (il suo targer è Patchwork e Orleans), abbiamo intavolato Terraforming Mars (che forse ha un po' di elementi in comune anche se il peso è diverso) e Tryoes. Ok, i giochi sono diversi, ma guarda caso, anche lei, esente dal mio "appannaggio storico", oggi si rifiuta di intavolare Wingspan e mi chiede Terraforming Mars.
Ora, io traggo conclusioni da uomo della strada
- non è sui mercatini:mi piacerebbe vedere la ludoteca di queste persone, ma anche quanti giochi ha giocato nella sua vita. Occhio, non è una critica, ma è un dato oggettivo. Io, se devo perdere 1 oretta a Wingspan, preferisco altro dove ho più senso di appagamento. Se in casa uno ha solo Wingspan, normale che gioca a quello.
- quando sento parlare di ambientazione in giochi del genere, un dubbio di chi enuncia tale affermazione mi assale: ma avete mai giocato a giochi ambientati? Giochi in cui l'ambientazione trasuda, ti abbraccia e a fine partita ti senti davvero calato nei panni del tuo avatar o alter ego? Avete mai giocato di ruolo? No perché se Wingspan è ambientato io devo assumere sostanze per sentirmi un ornitologo
Io, visto che mi reputo un giocatore da tavolo, posso affermare, con gli elementi che il mio background mi ha donato, che putroppo viviamo in un momento di mediocrità assoluta: politica, intellettuale e, ad oggi, anche ludica. Di chi è la colpa? Di nessuno, è il naturale passaggio della storia. Wingspan, a mio parare, rientra in questa mediocrità e affermare che sia il gioco che "mancava?" "il capolavoro?" "il miglior gioco del 2019?" purtroppo è, ai miei occhi, un non sapere cosa siano davvero i giochi da giocare e rigiocare perché non stancano mai.