C'è secondo me una questione molto interessante accennata da
@Aluccio e che riguarda il legare il voto personale all'esperienza ludica percepita soggettivamente.
Giochiamo per divertirci, con tutte le sfumature che questa parola può avere: farci ridere, vivere un'esperienza, appagarci intellettualmente, regalarci una sfida, ecc...: da questo punto di vista è certo al 100% che l'obiettivo ludico di un gioco sia stato raggiunto quando è riuscito a toccare personalmente una o più di queste corde.
Ergo, se gioco una partita a Fantascatti e rido come un matto dall'inizio alla fine della partita (non è il mio caso ma è per fare un esempio) ludicamente il gioco ha raggiunto il suo obiettivo al 100%: formalmente per l'esperienza che mi dà, il gioco ha tutte le carte in regola per raggiungere il 10 in pagella.
D'altro canto potrei avere giocato Fantascatti con un altro gruppo che lo ha schifato malamente rendendo l'esperienza un disastro e assolutamente insufficiente.
Ho diversi gruppi di gioco, con amici più o meno dal palato sopraffino o più o meno inclini a determinate categorie: gli stessi giochi che mi regalano serate bellissime da una parte, falliscono dall'altra.
Ecco perché sono d'accordissimo con Ale che se una persona da voti per se stesso, per fare una classifica a proprio uso e consumo, ecc.., la soggettività ha totalmente un senso, e consapevolmente so anche che è fortemente legata alle dinamiche dei giocanti.
Il problema è quando invece il voto e la recensione sono indirizzati ad un fruitore esterno e devo considerare che le sue dinamiche di gruppo di gioco possono essere molto lontane dalla mia esperienza.
Li interviene il tentativo di oggettività, sicuramente imperfetto e discutibile, che può basarsi su alcuni fattori come ad esempio la qualità del design (assenza di difetti noti, originalità e freschezza delle meccaniche, fluidità del gioco, immersività, ecc...) e il confronto ludico con altri titoli della stessa categoria.
Se recensisco un gioco di costruzione rete, avrò certamente bisogno di confrontarne il design con Brass, Alta Tensione, Hansa Teutonica e tutti quei titoli che nel 99% dei casi piacciono a chi ama quello specifico genere, dopo aver interiorizzato quali sono i motivi per cui quei giochi piacciono più di altri nella stessa categoria.
Per regola personale se scelgo di scrivere una recensione voglio assicurarmi di aver provato il titolo con almeno 3/4 dei miei gruppi per poter capire quali differenze dinamiche possono crearsi e porre l'attenzione particolarmente su quelli più indirizzati sul genere specifico.
Tutto questo pippone per dire: viva le esperienze soggettive, perché di questo è fatto il nostro hobby, ma una recensione forse non può essere semplicemente questo