Falcon":3r4dmmkq ha scritto:
Per rispondere a Khana: se al master quel tiro non va bene, ma alla maggior parte dei giocatori si, allora qual tiro si fa (almeno per me). Se il master s'impunta non arrivando a capire che è solo un giocatore al tavolo (seppur con un ruolo diverso), allora si che può essere un cattivo uso della Regola 0.
Perfetto. Questo è il punto.
Il discorso completo (anche se dovrebbe essere messo nell'altro thread parallelo, ma ormai seguiamo il corso degli eventi) è che dalla seconda edizione del WoD, per tutti gli anni 90, questo uso cattivo della R-0 è diventato -regola scritta-.
Questo è innegabile, c'è nei manuali.
L'utilizzo della R-0 nei giochi precedenti è, come ho ripetuto spesso e volentieri, una -conseguenza- dell'ingenuità con cui venivano fatti i regolamenti e una necessità che sorgeva dall'esigenza di spostare il gioco da un miniature skirmish a qualcosa di più "raccontato" e più narrativo.
All'interno della categoria di master che conducevano partite di questi giochi, c'è chi abusava della R-0, chi la usava senza rendersene conto (ingenuamente e a fin di bene), chi la ignorava del tutto, chi una buona percentuale di tutte queste cose equamente distribuite (un'applicazione della R-0 a discrezione del master ^^ una R-0 al quadrato
![Big Grin :D :D](data:image/gif;base64,R0lGODlhAQABAIAAAAAAAP///yH5BAEAAAAALAAAAAABAAEAAAIBRAA7)
)
MA
Con il WoD Second Edition, la R-0 diventa "strumento ufficiale del master" per ricondurre la storia dove vuole lui. E' scritta e descritta così, nei manuali.
Qualsiasi master del WoD vi dirà che le storie funzionano perché LUI le sa rendere bene; che le persone si divertono quando giocano perché LUI le fa divertire e che se qualcuno non si diverte è perché vuole giocare in un modo diverso da quello che promuove LUI.
Se ci fate caso, chi per qualsiasi motivo ha saltato l'esperienza WoD, non ha problemi con la R-0 e nemmeno con la necessità di far coincidere giocatore e personaggio in una sorta di unità cosmico-psicologica.
Per quanto mi riguarda, il fatto che al master un tiro possa o non possa andare bene -deve- avere lo stesso peso che ha il giudizio di uno qualsiasi degli altri giocatori al tavolo.
O per meglio dire, chiunque voglia invocare il sistema in un dato momento, deve avere il diritto di farlo.
Il "voto" del master sulla decisione del eseguirlo o meno deve valere 1 come il voto di tutti gli altri.
Esattamente come chiunque al tavolo ha il diritto di alzare la mano e chiedere "sì, ma nel contesto della scena, questo tiro a cosa ti serve?"
Concedetemi che questo approccio non è propriamente "tradizionale", dato che nelle più rosee situazioni, il voto del master vale come la somma di tutti gli altri e spesso è una concezione benevola del master.
Questa situazione pone comunque, anche in tradizionali pre WW (che io tempo fa ho definito "di prima generazione"), il Master in un ruolo che -assomiglia- a quello della "mamma buona" che concede tutto ai figli.
Socialmente equivale a dire al Master che "sta al di sopra", anche se non fa pesare la cosa.
Esempio direi lampante per tutti: chiunque abbia giocato di ruolo avrà sicuramente almeno una volta contrattato col Master per avere quell'oggetto magico figo che aveva letto nel romanzo figo.
Questa richiesta non viene fatta al gruppo, viene fatta al Master, privatamente.
Qualsiasi risposta il Master dia, è applicazione di R-0.
In un NW "ho Excalibur con me" è un tratto che nel sistema vale allo stesso modo di "puzzo come un cane bagnato" e non c'è bisogno di chiedere al GM la possibilità di averlo (a meno che tra i ruoli del GM non ci sia quello di garantire la coerenza del Color e "Excalibur" sia fuori luogo in questo Setting, per esempio nel villaggio dei Puffi).