Galandil":1wce95tz ha scritto:
Protos":1wce95tz ha scritto:
niente affatto.
in primis le donne hanno un spirito competitivo, proprio come gli uomini, la differenza sta nel fatto che la loro competitività non si configura come un mettersi alla prova, un misurare se stessi, ma si trasforma in un semplice vincere e basta, schiacciare l'altro. le donne odiano perdere ed amano entrare in competizione soltanto quando hanno la certezza di vincere. inoltre va considerato che sono portate a competere quasi esclusivamente se vedono un fine utile alla competizione, e cioè se possono ottenere qualcosa di pratico.
A parte il discorso sul fine utile alla competizione, che potrebbe anche starci, tutto il resto è un delirio maschilist-sciovinist-fascista agghiacciante.
Le donne non si mettono alla prova o competono se non sono in grado di vincere. Vallo a raccontare a tutte le suffragette/femministe (non di bassa lega), che hanno lottato duramente senza avere nessuna garanzia di riuscita, in tempi in cui la donna era sostanzialmente vista ancora come proprietà.
Quello che hai scritto è di un offensivo incredibile. :roll:
il mio discorso ti sembra maschilista/fascista probabilmente perché non hai capito una fava di quello che intendessi (senza offesa eh).
senza dover sempre essere banali per mettersi in luce e tirare in ballo i soliti cliché, per quanto condivisibili essi siano, basterebbe cominciare a smettere di vedere il mondo o bianco o nero e provare a dare alle cose il peso che hanno.
il mio discorso non è maschilista, né tantomeno offensivo perché:
1) ho soltanto sottolineato quelle che secondo me sono delle differenze di genere (di genere, non che valgono per tutti ovviamente) che potevano essere relazionate all'argomento del topic e quindi non facendo di queste un discorso universale che sentenziasse la superiorità dell'uomo nei confronti della donna
2) ho illustrato quello che per me è un fatto, senza ALCUN giudizio di sorta, che potesse far intendere la mia preferenza per una o l'altra sponda. dal mio discorso non trapela affatto che io consideri l'uomo superiore alla donna o maggiormente meritevole di chissà cosa.
3) quando si evidenziano dei punti, per cercare di spiegare un fenomeno (in questo caso la minoranza delle donne sul tavolo da gioco), non necessariamente si tende a dimostrare la superiorità di qualcuno. i confronti non devono per forza avere un vincitore. impostare sempre una chiave di lettura di questo tipo è alquanto superficiale.
in determinati contesti l'uomo può essere in un modo e la donna in un altro, c'è qualcosa di male nel farlo notare per spiegare dei comportamenti?
ora, i commenti offensivi sei stato soltanto tu a proporli in questo forum. in primis quando hai fatto un discorso femminista, sui maschi ugauga...e la cosa è parimenti grave rispetto a chi fa discorsi maschilisti; anche se oggi va di moda prendere le difese del gentil sesso e fare guerra al mondo maschile ad oltranza ed anche laddove non ce n'è affatto bisogno.
tu hai proposto una guerra, io un confronto costruttivo che aveva come obbiettivo quello di illustrare alcune caratteristiche dell'una e dell'altra sponda.
in secondo luogo ti sei posto di nuovo in maniera offensiva nei confronti del mio post, palesando un processo di mistificazione davvero ammirevole.
Le donne che hanno lottato per i loro ideali senza garanzie di successo qui non c'entrano niente per due motivi:
1) hanno lottato appunto per un ideale! non per vincere a puerto rico. la spinta/motivazione noterai che è ben diversa. il mio discorso si basava su competizioni che hanno come unica ragion d'essere quella di mettere alla prova se stessi. non ho detto che le donne sono incapaci di lottare per un ideale, ma soltanto che l'uomo e la donna, in condizioni normali (e non quelle che generano un ideale quindi, che portano sempre con sé un elemento di tensione) hanno una visione ben diversa della competizione in sé e per sé.
2) se non hanno lottato per un ideale l'hanno fatto comunque per un fine che ritenevano estremamente importante e che quindi giustificasse quel tipo di sacrificio. QUI si sta parlando di competizione senza secondi fini, se non quelli di mettersi alla prova e misurarsi con gli altri per il semplice gusto di farlo. stai implicitamente dando ragione a me. la donna tende a competere soprattutto se ha un buon motivo per farlo e quindi un fine utile e generalmente anche ottime probabilità di successo. se il fine comunque si configura come quasi necessario è ovvio che le garanzie di successo passano in secondo piano.
quello che cerco di dire è che la donna è stata storicamente e naturalmente portata ad ottimizzare ed a ponderare meglio le situazioni in cui sarebbe dovuta entrare in competizione, proprio per le difficoltà che ha dovuto affrontare. mentre l'uomo tende più a vedere nella competizione un motivo di crescità anche laddove non genera risultati utili nell'immediato.
tutti i discorsi maschilisti e femministi non hanno alcuna ragion d'essere, in quanto l'uomo e la donna sono due facce della stessa medaglia e francamente pensavo che nel duemiladodici fossero passati di moda i vari paladini del gentil sesso...i don chischiotte che caricano i mulini a vento...