Ieri sera gasatissimo, mi sono approcciato a Honey Buzz, gioco che mi ha deluso le mie alte aspettative, lasciandomi freddo.
Si apprezza di certo la bella meccanica di selezione azioni.
Si piazzano l' a-pedine, per recuperare le tessere azione, da inserire nel proprio alveare, attivando tutte le azioni attorno alla cella.
Le celle ospitano, le tessere nettare, selezionate da una zona della mappa, che devono combaciare con i colori di contorno della cella stessa.
Il nettare serve a produrre miele che, poi, viene venduto al mercato.
Tutto appariva ben collegato: le azioni sono quelle tipiche di un gestionale: prendi risorse, produci, vendi, vai alla banca e hanno una certa coerenza con la meccanica di costruzione del proprio alveare.
L'interazione non manca: ci si contendono tessere, risorse, si può condizionare il mercato, facendo scendere il prezzo, si concorre per obiettivi di velocità.
I componenti sono molto belli e l'inserto interno è comodo e ospita tutto con cura.
Purtroppo, nonostante le buone intenzioni, la riuscita del gioco ha risentito, a mio avviso, di una notevole lentezza del flusso di gioco.
Ogni turno si compone di tante sotto fasi che richiedono una certa dose di riflessione e fanno rallentare il ritmo.
I pensatori saranno incastonati tra tre _quattro scelte diverse e tutte significative, con grande giubilo (si fa per dire!) degli altri giocatori.
Questo spezzettamento, soprattutto in 4, ha reso la partita molto faticosa e tediosa per tutti.
Inoltre, il fine partita viene attivato dal mercato che si evolve molto lentamente, soprattutto per quanto attiene agli ordini che, a un tratto, sono divenuti difficili da evadere.
La riflessione è quindi maggiore dell'azione sul tavolo.
Un'occasione sprecata, a mio avviso, anche per una notevole dose di alea che deriva proprio dalla pesca "al buio" degli ordini che impedisce una programmazione strategica.
Serata conclusa con Cat in the box che, grazie alla sua semplicità e immediatezza, è diventato il gioco del fine sera.