Generale Tornerà di moda la rigiocabilità?

Lorenzo7

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Ciao a tutti :)

In questi giorni stavo facendo una riflessione filosofica, e ho deciso di provare a scriverla qui in modo da riflettere insieme a voi :)

Sono un giocatore di vecchia data, e nel corso degli anni ho visto cambiare il mondo dell'hobby ludico completamente: da quando ho iniziato io ad oggi i cambiamenti sono stati radicali, profondi, giganteschi e diffusi

E in questi giorni stavo riflettendo su una caratteristica in particolare dei giochi da tavolo: la RIGIOCABILITA'

Quando iniziai io, tanti anni fa, la rigiocabilità era una delle caratteristiche più importanti ed apprezzate che un gioco doveva avere
Mi ricordo i primi recensori, nelle loro recensioni, la indicavano sempre come cosa molto importante: se un gioco aveva questa caratteristica i recensori ci tenevano a rimarcarla fra le prime cose in ordine di importanza.

Poi, nel tempo, con l'allargamento della base di pubblico (quindi aumento del numero di giocatori) e la sovrapproduzione di titoli (il numero di giochi pubblicati all'anno è più che raddoppiato) si è verificato il fenomeno dei superacquisti: molte persone hanno cominciato a comprare quantità smodate di giochi, con l'evidente risultato di non riuscire a giocare abbastanza partite ad uno stesso titolo

Negli ultimi 5-6 anni ho visto un numero enorme di persone comprare 8 giochi al mese, fare 2 partite a un paio di essi, fare 1 partita a 4 di essi e lasciare gli altri 2 chiusi nel cellophane... e poi comprare altri 8 giochi il mese dopo (ovviamente i numeretti tipo "8" "2" ecc... li metto io come esempio, per rendere l'idea, ma l'andazzo è quello), alla spasmodica ricerca dell'ultima novità.

Chiaramente in un mondo in cui la moda è questa, la caratteristica della rigiocabilità di un gioco perde di importanza: se tanto ci si fa una sola partita, massimo due, non ha importanza se il gioco in questione è molto rigiocabile.
Al giorno d'oggi ci sono addirittura alcuni recensori che, nelle loro recensioni, neanche la nominano più.

Ora però, nel mondo, è cambiato un fattore importantissimo: l'economia.
Oggi, purtroppo, ci ritroviamo a fare i conti con prezzi cresciuti del 30-40% in ogni cosa: riscaldamento, benzina, bollette, cibi al supermercato, pezzi di ricambio dell'automobile, e anche i giochi sono cresciuti di prezzo.
Fino a un paio di anni fa un german medio peso poteva costare 40-50 euro, oggi può costare 75 euro.
Oggi molte famiglie non arrivano alla fine del mese...

Per cui quello che mi sto chiedendo è: in una situazione in cui sempre più persone hanno pochi soldi in tasca, la rigiocabilità tornerà ad essere una caratteristica importante per un gioco?
Intendo sia importante per un acquirente per decidere se comprarlo o no, sia importante per l'opinione della community e dei recensori.

Nel senso: se un tizio ha pochi soldi in tasca a causa di bollette, benzina e quant'altro, se proprio deve spendere 75 euro per un gioco da tavolo, allora questo tizio deve sperare che a quel gioco ci farà decine di partite, e che con esso coprirà un arco temporale piuttosto lungo
Ed ecco qui che la caratteristica dell'alta rigiocabilità può ritornare ad essere importante

Voi cosa ne pensate?
 

LordBalod

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Per me la rigiocabilità è fondamentale, anche se de facto non ho opportunità di fruirne: l'idea di avere un gioco senza questa caratteristica mi spaventa
 

selvalabelva

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selvalabelva
Penso che anche se come dici i recensori non ne parlano più tanto come facevano un tempo, i giochi di oggi non sono peggiorati in fatto di rigiocabilità: anzi, secondo me con il boom di giochi "asimmetrici" e con setup variabile (ormai quasi un must!) i giochi sono ancora rigiocabili.
Certamente, sta a noi impegnarci ad approfondirli, ma i designer ci dedicano il giusto tempo di sviluppo per renderli longevi a mio avviso.
Anche perchè come giustamente fai notare il discorso sui prezzi, va aggiunta la rinnovata responsabilità di inquinare meno che esiste oggi. Quindi un gioco che rende nel tempo è più green e tutti sono più contenti.
 

mistake89

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Penso che anche se come dici i recensori non ne parlano più tanto come facevano un tempo, i giochi di oggi non sono peggiorati in fatto di rigiocabilità: anzi, secondo me con il boom di giochi "asimmetrici" e con setup variabile (ormai quasi un must!) i giochi sono ancora rigiocabili.
Certamente, sta a noi impegnarci ad approfondirli, ma i designer ci dedicano il giusto tempo di sviluppo per renderli longevi a mio avviso.
Anche perchè come giustamente fai notare il discorso sui prezzi, va aggiunta la rinnovata responsabilità di inquinare meno che esiste oggi. Quindi un gioco che rende nel tempo è più green e tutti sono più contenti.
Attenzione, però: setup variabile e asimmetria son spesso specchietto per le allodole per un "more of the same" che con la rigiocabilità non è detto abbia molto a che fare.

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LordBalod

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Attenzione, però: setup variabile e asimmetria son spesso specchietto per le allodole per un "more of the same" che con la rigiocabilità non è detto abbia molto a che fare.

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Mi viene in mente The Red Cathedral: ho letto una critica che in sostanza diceva che pur avendo variabilità nella preparazione, un setup diverso non cambia il modo di approcciarsi alla partita
 

Ichi87

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Ciao a tutti :)

In questi giorni stavo facendo una riflessione filosofica, e ho deciso di provare a scriverla qui in modo da riflettere insieme a voi :)

Sono un giocatore di vecchia data, e nel corso degli anni ho visto cambiare il mondo dell'hobby ludico completamente: da quando ho iniziato io ad oggi i cambiamenti sono stati radicali, profondi, giganteschi e diffusi

E in questi giorni stavo riflettendo su una caratteristica in particolare dei giochi da tavolo: la RIGIOCABILITA'

Quando iniziai io, tanti anni fa, la rigiocabilità era una delle caratteristiche più importanti ed apprezzate che un gioco doveva avere
Mi ricordo i primi recensori, nelle loro recensioni, la indicavano sempre come cosa molto importante: se un gioco aveva questa caratteristica i recensori ci tenevano a rimarcarla fra le prime cose in ordine di importanza.

Poi, nel tempo, con l'allargamento della base di pubblico (quindi aumento del numero di giocatori) e la sovrapproduzione di titoli (il numero di giochi pubblicati all'anno è più che raddoppiato) si è verificato il fenomeno dei superacquisti: molte persone hanno cominciato a comprare quantità smodate di giochi, con l'evidente risultato di non riuscire a giocare abbastanza partite ad uno stesso titolo

Negli ultimi 5-6 anni ho visto un numero enorme di persone comprare 8 giochi al mese, fare 2 partite a un paio di essi, fare 1 partita a 4 di essi e lasciare gli altri 2 chiusi nel cellophane... e poi comprare altri 8 giochi il mese dopo (ovviamente i numeretti tipo "8" "2" ecc... li metto io come esempio, per rendere l'idea, ma l'andazzo è quello), alla spasmodica ricerca dell'ultima novità.

Chiaramente in un mondo in cui la moda è questa, la caratteristica della rigiocabilità di un gioco perde di importanza: se tanto ci si fa una sola partita, massimo due, non ha importanza se il gioco in questione è molto rigiocabile.
Al giorno d'oggi ci sono addirittura alcuni recensori che, nelle loro recensioni, neanche la nominano più.

Ora però, nel mondo, è cambiato un fattore importantissimo: l'economia.
Oggi, purtroppo, ci ritroviamo a fare i conti con prezzi cresciuti del 30-40% in ogni cosa: riscaldamento, benzina, bollette, cibi al supermercato, pezzi di ricambio dell'automobile, e anche i giochi sono cresciuti di prezzo.
Fino a un paio di anni fa un german medio peso poteva costare 40-50 euro, oggi può costare 75 euro.
Oggi molte famiglie non arrivano alla fine del mese...

Per cui quello che mi sto chiedendo è: in una situazione in cui sempre più persone hanno pochi soldi in tasca, la rigiocabilità tornerà ad essere una caratteristica importante per un gioco?
Intendo sia importante per un acquirente per decidere se comprarlo o no, sia importante per l'opinione della community e dei recensori.

Nel senso: se un tizio ha pochi soldi in tasca a causa di bollette, benzina e quant'altro, se proprio deve spendere 75 euro per un gioco da tavolo, allora questo tizio deve sperare che a quel gioco ci farà decine di partite, e che con esso coprirà un arco temporale piuttosto lungo
Ed ecco qui che la caratteristica dell'alta rigiocabilità può ritornare ad essere importante

Voi cosa ne pensate?

Se la gente compra un gioco al giorno non è che per forza questi titoli sono poco rigiocabili eh :D Sono i giocatori che non li rigiocano. Almeno per il momento.
Non sono d'accordo nemmeno sul fatto dei recensori. Se ci fai degli esempi di chi non citerebbe la rigiocabilità magari possiamo discuterne.

Più corretto invece è il discorso sui prezzi, spero vivamente che la smettano di produrre schifezze costose e che esista ancora la possibilità di avere sempre dei potenziali nuovi classici, diciamo così
 

Ichi87

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Mi viene in mente The Red Cathedral: ho letto una critica che in sostanza diceva che pur avendo variabilità nella preparazione, un setup diverso non cambia il modo di approcciarsi alla partita

Questo è un trucco comune ultimamente, fare dei setup lunghissimi che danno l'impressione di una variabilità incredibile. In realtà un giocone bello strategico e profondo non ha bisogno per forza di questo, anzi (qualcuno ha detto scacchi? :))

Ma ammetto che io sono il primo che ci casca. Se non ci sono mappe diverse o personalizzabili o altre cosette simili mi subentra un po' di noia.
 

traico7

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Attenzione, però: setup variabile e asimmetria son spesso specchietto per le allodole per un "more of the same" che con la rigiocabilità non è detto abbia molto a che fare.

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Quanta verità in un'unica frase... Oggi vedo sempre più spesso uscire giochi che hanno una rigiocabilità SCARSISSIMA dove è evidente ad un primo sguardo che sono stati inseriti poteri variabili, obiettivi o altro solo per poter dire che il gioco ha una buona rigiocabilità derivata dall'uscita di queste cose.

Il problema è che sono ENORMI specchietti per le allodole.. Il gioco rigiocabile è quello che quando lo giochi ti apre davanti un ventaglio di possibilità ampio in base a determinate condizioni INDIPENDENTEMENTE da carte uscite casualmente o inutili poteri variabili (99% delle volte mal bilanciati).

Tornando alla domanda iniziale, io sono quelle che compra 8, gioca 2 volte 1 titolo, 1 volta 4 titoli e gli altri li lascia nel cellophane. Difatti quando valuto un gioco prima di comprarlo, me ne frego altamente della longevità. Ciò non toglie che ancora oggi c'è gente a cui piace approfondire i titoli e, giustamente, la cercano. Il mercato offre ancora entrambe le cose.

È cmq evidente che, in generale, oggi ci sia una tendenza ad ignorare questo aspetto del gioco. Tant'è che si buttano fuori recensioni dopo aver giocato il gioco 2, forse 3 volte. E, per come la vedo io, quelle sono prime impressioni. Per recensire un gioco bisognerebbe ALMENO andare in doppia cifra. Almeno.
 
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Ghost.Writer

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Alberto74

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Per recensire un gioco bisognerebbe ALMENO andare in doppia cifra. Almeno.
Pienamente d’accordo, prima di recensire Imperium Classics ho giocato una marea di partite.
Aggiungo che a prescindere dalla recensione per giudicare un gioco bisognerebbe concedere allo stesso almeno una decina di partite magari ravvicinate.
Io faccio così anche a costo di allungare lo scaffale della vergogna
 

LudicoPedro

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È cmq evidente che, in generale, oggi ci sia una tendenza ad ignorare questo aspetto del gioco. Tant'è che si buttano fuori recensioni dopo aver giocato il gioco 2, forse 3 volte. E, per come la vedo io, quelle sono prime impressioni. Per recensire un gioco bisognerebbe ALMENO andare in doppia cifra. Almeno.
 

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Calma ad applaudire: lui si ferma apposta prima per non dover recensire.
Mi permetto elaborare:

Apprezzo e trovo utili anche articoli riguardo le prime impressioni.
Sulla TdG lo standard è altissimo, nessun riferimento velato o frecciatina da parte mia.
La maggior parte degli scivoloni li ho visti su canali youtube, perlopiù non italiani.
 

Agodd

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Considerando anche che si sono diffuse (perchè apprezzate) "nuove" modalità di gioco tipo Legacy e a Campagna.

E, a tal proposito, ha senso parlare di Rigiocabilità per i giochi a Campagna? O il fatto stesso di essere a Campagna implica che già si rigioca il gioco... 🤔
 

Lorenzo7

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non ho mai detto che i giochi moderni non siano rigiocabili
so che ancora oggi ne vengono prodotti molti con questa caratteristica e che gli autori, sviluppatori e editori ci stanno attenti

quello che ho notato negli ultimi anni è che la rigiocabilità interessa poco agli acquirenti, e questo in parte si riflette anche sull'opinione generale della community e in alcune recensioni

la domanda che mi sto facendo è se, con la crisi economica attuale, anche gli acquirenti ritorneranno a dare importanza alla rigiocabilità di un titolo come criterio per decidere se acquistarlo o non acquistarlo

intanto voglio ringraziare tutti quelli che hanno scritto la loro opinione: vi ho letti tutti con molto interesse e ho cercato di pormi nel vostro punto di vista, è importante il contributo di ciascuno :)
 

Cristiano

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Trigaranus
interessante spunto di riflessione.
Io però vedo la cosa in maniera diversa.
Una volta il gioco da tavolo era in generale impostato per essere eternamente rigiocabile.
Era un settore più di nicchia, era molto delineato.
Adesso non è più così.
Ora un gioco da tavolo è diventato una "forma di intrattenimento":
-Può essere il gioco da tavolo classico;
-Può essere una specie di escape room (tutte le serie di giochi tipo Exit e affini...);
-Può essere un enorme e mostruoso librogame (Tainted Grail, Sleeping gods, ecc.);
-Può essere una esperienza trans-mediale (giochi con app invasiva, come U boot o Le Case della Follia, e affini...)
-Può essere una esperienza unica e irripetibile (i giochi legacy)
Quindi il mondo del gioco da tavolo si è espanso come forma di intrattenimento.
La rigiocabilità diventa solo una componente.
Se compro un Pandemic Legacy da 80 euro, ho garantite almeno 10 serate irripetibili con gli amici, al costo di 8 euro a serata per tutto il gruppo.
Meno di una serata al cinema e con la stessa durata.
Il gioco non è longevo, dopo 10 partite (o un paio in più) è da buttare.
Però ha svolto il suo ruolo.
Ti ha dato una "forma di intrattenimento" di prezzo paragonabile al cinema o ad altro.
Esiste poi l'aspetto della bulimia ludica, che porta a comprare, stimolati dalla quantità abnorme di offerta presente sul mercato.

Quella è una altra faccenda, ma secondo me è legato a chi compra e non alla tipologia di giochi.

I giochi come ho scritto sopra sono ora di tipologia differente, spaziano in varie forme di intrattenimento, alcune per forza di cose si scontrano con la longevità.
 

odlos

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odlos
Discorso interessante, ci sarebbe tanto da dire, per me la rigiocabilità è un elemento molto importante per decidere se tenere un gioco o non in collezione, ma è anche vero che nel mio percorso ludico si è modificato più volte il valore che attribuisco a questo aspetto. Gioco da 15 anni o poco più e nei primi 5-6 si riproponevano sempre le stesse cose, giocavamo 50-60 ma anche 80 o 100 partite allo stesso titolo (Agricola, Le Havre, Caylus, Alta Tensione, The Castles of Burgundy, Ora et Labora, Tzolk'in, Terra Mystica,...). Poi c'è stata una fase di scoperta nella quale avevo il piacere a provare molte cose nuove e la collezione è aumentata. Negli ultimi 5 anni ho venduto molto e ho fatto acquisti mirati, tutte cose che volevo e voglio approfondire, ho sugli scaffali un solo gioco ingiocato (Game of Thrones, perché serve il numero giusto di giocatori) e forse una ventina di altri con meno di 5 partite all'attivo. In ogni caso, a me oggi un gioco deve garantire 10-20 partite, se non è così lo vendo prima e il resto li tengo solo perché intendo giocarli con una certa costanza in futuro, mi ritengo più un giocatore che un collezionista.
La mancanza d'interesse verso la rigiocabilità non è detto sia una moda (o non sempre è solo quello), ci sono persone che prediligono la scoperta e si divertono di più a giocare a molti giochi differenti, altre perdono l'entusiasmo dopo un certo numero di partite, altre ancora giocherebbero all'infinito ad un solo gioco (ho un amico che è ben oltre le 1000 partite a Terra Mystica) e anche lo stesso individuo può cambiare inclinazioni nel tempo.
Poi chiaro, con il boom del mercato, il sitema kickstarter e tutto il resto, è evidente ci siano anche molte persone che invece sono principlamente collezionisti e in alcuni casi addirittura comprano senza l'interesse primario di utilizzare il gioco. Ho qualche dubbio che la situazione economica influirà sul comportamento di quest'ultimi, insomma per spendere mensilmente certe cifre... immagino stiano molto bene. Personalmente potrei spendere molto di più per i giochi, ma non ne vedo l'utilità e non ne trarrei particolare piacere.
Con la collezione che ho a casa, potrei smettere di comprare oggi stesso e non mi mancherebbe il materiale per divertirmi fino alla pensione e oltre (e credo che quest valga per molti nel forum), ma il gusto della scoperta rimane forte.
 

spe1979

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Penso che per allungare la rigiocabiltà le case editrici sfruttano la possibilità di far uscire espansioni. Un po' come i videogame.
 
P

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Chi di noi non ha visto un film dieci, venti, o anche sessanta volte. E che significa? Quanti di noi conoscono le battute a memoria, gli attacchi della colonna sonora e le micro espressioni delle attrici e attori. Eppure, se capita, quel dannato film lo vedremmo ancora un'altra volta e sai perché? Perché ci piace. Siamo affezionati, continua a emozionarci, vogliamo rassicurarci.
È rigiocabile un film? È longevo? Balle.
Lo stesso discorso vale per i giochi da tavolo.
Opinione mia.
 

SGart68

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SGart68
Sono qui a commentare che, come altri di noi, alcuni giochi sono stati semplicemente acquistati solo per "NON PERDERLI", tenuto conto che solo se ha successo viene ristampato, altrimenti devi poi piangere per trovare una copia....per averli in collezione (a trionfo solo per il possesso!)
E così ti ritrovi un paio di librerie (ma anche quattro, ormai) con una marea di titoli, dei quali almeno un buon 40% solo aperti per valutare il contenuto.
Anche perchè poi, quando ti ritrovi col gruppetto a giocare, molto spesso ti "incapronisci" in un paio di titoli che continuano a girare (Blood Rage, Nemesis, Kick-Ass, War of Wispher e Eclipse, passando magari per Dune Imperium.....per esempio) continuando a giocarci e rigiocarci, anche se la mattina siamo concordi nel dire, oggi proviamo questo....o quello, e il classico "UNA partita sola, come va, va....".
La rigiocabilità è un elemento che considero importante, tanto che titoli "Legacy" non sono pressochè presenti nella mia collezione, forse giusto un paio di titoli acquistati per il sopracitato motivo....
Rigiocabilità che spesso inserisco nei commenti al gioco che faccio appena ho la possibilità di valutarlo....
Altro problema (ma più specifico del mio gruppo) è che spesse volte salta la giornata ludica, e quindi possono passare anche 3-4 settimane senza riuscire a intavolare neanche un titolo, motivo che mi spinge anche a cercare titoli (sempre che non siano nella casistica "collezione") che siano giocabili in modalità SOLO....
Ultima considerazione, c'è una ORMAI CONSOLIDATA strategia di mercato che "invoglia" ad acquistare, sia per non perdere l'uscita (sempre per il primo motivo sopracitato) sia perchè il "scimmia ludens" acquirente, viene stimolato con una marea di "espansioni" o "edizioni lusso", o "limited edition" o, per dirla alla Marchese del Grillo "...con tutti i ca...i che te se fregano!".
Poi alla fine ti rispondi da solo (acquistandolo, ovviamente e guardando il negoziante o il carrello della spesa) ... "ME DISPIACE....MA IO SO IO....E VOI NON SIETE UN C....O"!
 
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