eriadan
Illuminato
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First reaction SHOCK!
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- eriadan
Provato anche io, in 3.
Guardi, ho qui un ottimo tartufo, glielo preparo con 2 litri di panna, e dei gamberetti, e perché non delle patatine fritte sopra? Con maionese, ovviamente.
Ecco, questa la mia recensione stringatissima di On mars.
Il solito Lacerda, insomma, che ha consolidato la mia scarsa opinione dell'autore e, anzi, se possibile l'ha peggiorata.
Gioco a mio avviso inutilmente complicato. E la cosa che mi fa girare le scatole è che alcune trovate mi son proprio piaciute: il razzo che va avanti e indietro sulle due parti di mappa e il modo in cui gli omini avversari ti rompono l'anima nei settori dove rimangono. E' il contorno che mi ha fatto cascare le braccia, rovinando la sfida di una decente pianificazione nel gestire il timing con fuffa: primo su tutti il Rover (di cui mi par di capire che la funzione sia mettere una pezza per quei giocatori che, tagliati fuori dalle altre opzioni di posizionamento lavoratori, hanno la possibilità di ravanare qualche risorsa in giro per la mappa). Anche Numero 5, wall-e... il robottino, insomma, da par suo, aggiunge un ulteriore livello di computazione di cui non sentivo assolutamente la necessità, capace solo di distogliere concentrazione da quella che avevo trovato veramente la scelta sifdante del gioco (capire il timing del razzo e valutare quanto lasciare i propri omini a infestare le azioni sui cui sono). E questi sono solo due degli orpelli a mio avviso migliorabili. La sensazione è che si aveva talmente tante variabili da tenere in conto, tutte molto onerose da analizzare e tutte apparentemente così simili, che, alla fine, si andava a caso. Anche la lettura della mappa, da metà partita in poi, mi infastidiva. Troppi meeple sagomati non così tanto diversi che coprono troppa roba. Peccato. Davvero un peccato. Poteva essere un bel gioco e, come Bora Bora di Feld, ha buttato il suo potenziale. Valuterò di provare un Lacerda in un futuro solo se nel KS è stato inserito e raggiunto lo stretch goal "pagare un editor coi contromaroni che mi obblighi a tagliare ciò che è troppo".
Guardi, ho qui un ottimo tartufo, glielo preparo con 2 litri di panna, e dei gamberetti, e perché non delle patatine fritte sopra? Con maionese, ovviamente.
Ecco, questa la mia recensione stringatissima di On mars.
Il solito Lacerda, insomma, che ha consolidato la mia scarsa opinione dell'autore e, anzi, se possibile l'ha peggiorata.
Gioco a mio avviso inutilmente complicato. E la cosa che mi fa girare le scatole è che alcune trovate mi son proprio piaciute: il razzo che va avanti e indietro sulle due parti di mappa e il modo in cui gli omini avversari ti rompono l'anima nei settori dove rimangono. E' il contorno che mi ha fatto cascare le braccia, rovinando la sfida di una decente pianificazione nel gestire il timing con fuffa: primo su tutti il Rover (di cui mi par di capire che la funzione sia mettere una pezza per quei giocatori che, tagliati fuori dalle altre opzioni di posizionamento lavoratori, hanno la possibilità di ravanare qualche risorsa in giro per la mappa). Anche Numero 5, wall-e... il robottino, insomma, da par suo, aggiunge un ulteriore livello di computazione di cui non sentivo assolutamente la necessità, capace solo di distogliere concentrazione da quella che avevo trovato veramente la scelta sifdante del gioco (capire il timing del razzo e valutare quanto lasciare i propri omini a infestare le azioni sui cui sono). E questi sono solo due degli orpelli a mio avviso migliorabili. La sensazione è che si aveva talmente tante variabili da tenere in conto, tutte molto onerose da analizzare e tutte apparentemente così simili, che, alla fine, si andava a caso. Anche la lettura della mappa, da metà partita in poi, mi infastidiva. Troppi meeple sagomati non così tanto diversi che coprono troppa roba. Peccato. Davvero un peccato. Poteva essere un bel gioco e, come Bora Bora di Feld, ha buttato il suo potenziale. Valuterò di provare un Lacerda in un futuro solo se nel KS è stato inserito e raggiunto lo stretch goal "pagare un editor coi contromaroni che mi obblighi a tagliare ciò che è troppo".
