Biografia apocrifa del signor Darcy
Vital Lacerda nasce a Lisbona, capitale del Portogallo, estremo occidente della massa continentale europea – quella a nord dell’Africa, per capirci – nel 1967, che è l’anno dopo il 1966 e prima del 1968, quindi nella seconda metà del settimo decennio del ventesimo secolo.
Lacerda si laurea in marketing e advertising – vabbe’, in pubblicità – e lavora per quindici anni come direttore artistico di un’agenzia del settore (segno che, se vuole, riesce a essere sintetico), per poi fondarne una propria. Tramite kickstarter.
La passione di Lacerda per il gioco da tavolo si manifesta nel 2009, quando giochicchiando con Paint crea casualmente l’espansione Portogallo per Age of Steam. L’anno successivo esce Vinhos, gioco sulla produzione vinicola portoghese che rivela al mondo la natura contorta, sovrabbondante e talvolta leziosa dei giochi di Lacerda, che si ispira a quello della nazionale lusitana.
Si può dire bene o male lo stesso dei giochi successivi, molto ambientati: CO2 è asfissiante; Kanban: Automotive revolution a molti fa rivalutare il tempo passato in fabbrica; The Gallerist, da molti considerato il suo capolavoro, è considerato un’ottima alternativa a una giornata di agosto passata al Louvre.
Nel 2015 esce l’edizione deluxe di Vinhos, ottenuta facendo invecchiare le scatole invendute in legno di rovere; mentre nel 2017 è il turno di Lisboa, ambientato ai tempi della ricostruzione della città dopo il terremoto del 1755 – è tipo L’Aquila, ma più elegante e lineare.
Del 2020 è invece On Mars, che sfrutta un’ambientazione classica come quella dell’uomo pioniere in un ambiente ostile declinandola in maniera molto originale. Un po’ come Al Bano coi dinosauri, insomma.
I giochi di Lacerda travalicano la dimensione classica dei titoli alla tedesca, essendo sovente arzigogolati, un po’ barocchi e con molti orpelli – tipo questa frase, insomma. L’autore portoghese vanta però un pubblico di appassionati che accoglie con gioia ogni sua nuova uscita – del resto si può dire lo stesso di Luca Giurato.
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La produzione di Vital Lacerda è tutt’altro che vasta. Se escludiamo una serie di titoli rieditati e qualche espansione di giochi altrui, non arriviamo alla decina.
Questo, probabilmente, è anche dovuto al certosino bilanciamento richiesto dai suoi giochi, in quanto il suo stile, esageratamente barocco e orpelloso, necessita di continue limature.
L’autore portoghese è uno dei più divisivi all’interno del panorama Euro/German, il suo stile di game design è molto peculiare e negli anni è riuscito a ritagliarsi una fan base davvero molto grande ed affezionata, destinata ad aumentare grazie ad alcuni lavori futuri (alcuni già pubblicati) sicuramente più “snelli” ed accessibili rispetto ai suoi standard.
I tratti distintivi dell’autore sono chiari:
- regolamento corposo, eccezion fatta per 2 titoli (di cui uno in arrivo a breve da kickstarter ma già giocabile su Tabletop Simulator), siamo abbondantemente sopra i 3.80 (su un massimo di 5) sulla scala complexity rating di boardgamegeek;
- sottogiochi, ogni azione comporta l’attivazione di un settore del tabellone che ha comportamenti indipendenti dal resto del gioco;
- innesco di azioni a catena, ogni azione innesca un sottogioco, che può avere come bonus quello di fare un’altra azione che può, a sua volta, fornire altre azioni. Inoltre, non di rado, usufruiremo di un’azione durante il turno degli avversari innescati proprio da quest’ultimi;
- attivazione di bonus, all’interno di ogni singola azione e tra un’azione e l’altra, possono esserci bonus da riscattare;
- ambientazione, sentita sopra la media dei tradizionali eurogame in quanto ogni azione è concepita per simulare ciò che accadrebbe realmente (talvolta, alcune astrazioni sono comunque necessarie).
Nonostante l’insieme dei bonus e dei sottogiochi non contribuiscano a rendere i suoi giochi eleganti, dopo una partita il tutto diventa sempre più fluido e, ad ogni scelta del giocatore, non si ha l’impressione di muovere una singola rotella, bensì un intero ingranaggio.
Come anticipato, la produzione non è vasta e gli stilemi sopra descritti vengono rappresentati in tutti i suoi giochi principali. Questo comporta un giudizio abbastanza simile per ogni suo gioco e l’unica discriminante diventa il gusto personale o l’ambientazione. Brevemente, abbiamo Vinhos un gioco sulla produzione vinicola portoghese con un movimento dell’unico lavoratore su una griglia 3x3; stessa meccanica di base, ma implementata in modo molto diverso la troviamo in Kanban e The Gallerist. Lisboa è un hand management, Escape Plan un movimento punto a punto, On Mars un piazzamento lavoratori.
A questo punto, effettuare una scelta netta e insindacabile su quali sarebbero i 3 migliori, specie se si parla tra fan dell’autore, sarebbe come sparare ad un branco di bufali: qualunque prendo va bene. In pratica, sono tutti ottimi titoli e la selezione è stata fatta cercando di diversificare il più possibile sia per quanto concerne le meccaniche, sia per le dinamiche al tavolo, sia per feeling di gioco.
The Gallerist
Tra i giochi della cosiddetta “produzione principale”, The Gallerist è sicuramente tra i più riusciti. Noi siamo dei galleristi, ovvero dei gestori di una galleria per l’esposizione e la vendita di opere d’arte, impegnati a scovare nuovi talenti in varie tipologie di arte, promuoverli, esporre i loro lavori aumentandone il valore iniziale, attirare visitatori e gestire contratti vari. Al termine della partita, il vincitore sarà il gallerista più ricco.
Perché dovreste giocarlo
Perché ha una profondità notevole ed ogni azione si riflette sulle scelte future, perché è un’attenta simulazione del lavoro del gallerista (al netto di poche necessarie astrazioni), perché le opere d’arte rappresentate nel gioco sono vere opere d’arte, perché ci sono pochi tempi morti e perché, al di là della solita mole di regole, c’è una coerenza di fondo che lo rende fluido già dopo 2-3 turni. Il nostro gallerista si sposta in una delle 4 zone a scelta (non quella di partenza) e sceglie una delle due azioni connesse. Almeno due i twist di gioco degni di nota: in primis la riproduzione nel gioco della differenza del valore di un artista al momento in cui viene “scoperto” e quando poi è famoso (il suo “cartellino firma” aumenta sulla track del valore a seguito dell’opportuna pubblicità che gli viene fatta). In secondo luogo, quando un gallerista avversario visita il luogo in cui siamo già presenti noi, otteniamo due vantaggi: 1. Eseguiamo, se possibile, un’azione, sebbene depotenziata, nel turno dell’avversario, facendoci guadagnare potenzialmente molto tempo (il timing delle scelte nel gioco è cruciale); 2. Quando ritoccherà a noi, potremmo scegliere uno dei 4 luoghi senza restrizioni.
Perché potrebbe non fare per voi
The Gallerist, pur non essendo l’estremizzazione del design targato Lacerda (qualcuno ha detto Lisboa?), ci mette davanti agli occhi tutto il suo stile barocco con pioggia di bonus, regole e sottoregole che può risultare indigesto. Inoltre, l’unica risorsa del gioco è rappresentata dai soldi, che sarebbero poi i punti vittoria, e, pur non essendo affatto un gioco stretto, le scelte spesso sono sofferte e gli errori si pagano, in quanto non esiste nessun meccanismo di catch up.
On Mars
Gioco del 2020, ultimo in ordine cronologico della sua produzione principale (Kanban EV è una riedizione, sebbene limata in alcune regole). A seguito del successo delle missioni di esplorazione di alcuni rover, le Nazioni Unite hanno creato il Dipartimento per l’Esplorazione di Marte. In qualità di capo-astronauti di aziende leader nel settore esplorativo e con mezzi idonei alla colonizzazione dobbiamo cercare di realizzare una colonia sul pianeta rosso, cercando di sfruttare al meglio le risorse portate dalla terra, compresi scienziati e specialisti, rispettando le limitazioni imposte sia dal “nuovo” territorio, sia dalla navetta che fa da spola tra la Terra e Marte.
Perché dovreste giocarlo
Perché è una delle migliori simulazioni mai fatte in ambito di colonizzazione spaziale. Qui la meccanica di worker placement viene implementata dal twist davvero intrigante della navetta che fa la spola: a turni prestabiliti, la navetta parte dalla terra e va su Marte e i giocatori decidono se prenderla o meno. In base alla loro decisione giocheranno il turno in un ambiente diverso, con azioni diverse e il numero di lavoratori portati in quell’ambiente. Inoltre la colonia deve crescere in modo uniforme e coerente e più cresce, più la navetta farà viaggi con meno frequenza, mettendo i giocatori di fronte a scelte che, se sbagliate, peseranno sempre maggiormente sull’andamento della partita. Ottima l’interazione tra i giocatori dove (quasi) tutto ciò che viene costruito in plancia è comune e le risorse scoperte su Marte possono essere distrutte se ritenute inutili per un giocatore.
Perché potrebbe non fare per voi
Come per The Gallerist, il gioco è un Lacerda al 100% ed anzi, ha un complexity rating addirittura maggiore (si arriva ai 4.63/5). Costruire rifugi per i coloni richiede ossigeno; i generatori di ossigeno richiedono piante; le piante richiedono acqua; gli estrattori di acqua richiedono energia; le centrali elettriche richiedono l’estrazione di minerali e l’estrazione di minerale richiede il lavoro dei coloni nelle miniere. Appare subito chiaro che il regolamento, più che uno scoglio da superare è una scogliera che può scoraggiare anche gamer piuttosto scafati.
CO2 – Second Chance
CO2, nella sua seconda edizione, unisce in un’unica scatola sia il gioco del 2012 sia una nuova versione. Noi siamo degli industriali che devono ingrandire la propria azienda costruendo nuove fabbriche e aumentando gli introiti ma facendo molta attenzione alla quantità di inquinamento che si viene a creare. Sì perché se durante il gioco viene superata una certa soglia di inquinamento tutti i giocatori perdono la partita; in caso contrario, uno solo dei giocatori al tavolo verrà dichiarato vincitore. Il gioco originale 2012 prevedeva un’unica modalità semi cooperativa, la versione “second chance” contiene anche una full coop con una plancia e regole dedicate.
Perché dovreste giocarlo
CO2 è un gioco molto particolare, mischia meccaniche di draft, maggioranze e piazzamento tessere. A livello regolistico il gioco risulta comunque più complesso della media ma molto meno dei suoi giochi principali. L’ambientazione è molto sentita e le mosse al tavolo devono essere ben calibrate per evitare che i giocatori soccombano per via dell’inquinamento. L’interazione, sebbene non distruttiva, è molto presente; questo determina una continua lotta contro gli altri giocatori e tutti contro il gioco, creando sempre una tensione tangibile al tavolo.
Perché potrebbe non fare per voi
Semplicemente perché è un gioco dipendente dal tipo di comitiva. Se al tavolo sono presenti persone molto competitive e/o molto banalmente persone che non sanno perdere, faranno mosse “scellerate” che manderanno l’inquinamento alle stelle facendo perire tutti (per la serie “se non vinco io, che muoiano tutti). Naturalmente questo manda a ramengo tutta la partita portando il gioco ad essere “mal digerito”.
Elenco ludografico
2009 – Age of Steam Expansion: Portugal
2010 – Vinhos
2012 – CO2
2014 – Kanban
2015 – The Gallerist
2016 – Vinhos Deluxe
2017 – Lisboa
2018 – CO2 Second Chance
2019 – Escape Plan§
2019 – Dragon Keepers
2019 – Railways of Portugal (Expansion)
2020 – On Mars
2020 – Kanban EV
2021 – Mercado de Lisboa