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La differenza fra questa gente e me è che loro hanno finito l'università e io no (loro non sono stati piantati da Charlie e io sì); di conseguenza fanno dei lavori brillanti, e io ne faccio uno pidocchioso, loro sono ricchi e io sono povero, loro sono sicuri di sé e io sono insicuro, loro non fumano e io sì, loro hanno delle opinioni e io ho delle classifiche.
(da Alta Fedeltà, di Nick Hornby)
Al grido di “giocare è bello, te lo dice Fedellow” (la W è muta), lasciamo da parte tutti i soliti approfondimenti da intellettuali snob della Tana (cit.) e distogliamo lo sguardo dal tavolo da gioco: oggi ci occupiamo invece di chi sta seduto sopra le sedie, a fianco del tavolo stesso. Dopo anni di raffinati esperimenti socio-antropologici, sono giunto a compilare questa classifica (sicuramente non esauriente) di persone che sono in grado di rovinarti la tanto agognata serata ludica, di farti odiare anche Caylus e di rimpiangere di non essere dal dentista a farti estrarre il dente del giudizio, senza anestesia ovviamente.
Iniziamo quindi questa discesa nell’inferno del giocatore, partendo dai peccatori veniali fino agli acerrimi nemici dell’umanità ludica.14 - Un vostro amico ha letto tutte le recensioni possibili, visto tutorial online, ha sposato la sua scimmia e alla fine vi presenta, tutto contento, il suo ultimo acquisto. C’è un problema: dopo averlo intavolato, il gioco non vi piace e, garbatamente, a fine partita glielo fate notare. L’amico si trasforma quindi in Fiero Proprietario dell’Agnognato Giuoco e usa su di voi l’Attacco Permaloso, illustrandovi tutti i pregi nascosti di questa perla ludica nel giro di un paio d’ore. Sfiniti, lo comprate anche voi.
13 - Prima partita con un buon titolo, magari uno di quei gestionali german che tanto vi piacciono. Eccolo là, il giocatore con la partita storta che, dopo qualche mossa poco ispirata, inizia a dire “è un gioco rotto, vedi? ho provato questa strategia, ma non funziona, il gioco è buggato”. Purtroppo, il bug è dentro di lui, ma non riesce a vederlo.
12 - Vi sembrerà strano, ma finiscono in classifica anche gli autori di giochi. Ogni partita, anche se nata a fine ricreativo, diventa per loro una sorta di playtest: spingono il gioco al limite, usano strategie assurde, iniziano a dire “ah, è come quel gioco coreano che ho provato in un bagno di Essen nel 2009 insieme a quell'altro autore uzbeco mentre avevo un attacco di diarrea”. Ecco, torna là che ho sentito dire che adesso stanno provando ottimi giochi cingalesi.
10 - Quelli che arrivano in ritardo mostruoso (senza avvertire, non sia mai che nel mentre intavoliate qualcosa per ingannare l’attesa, che poi magari arrivano e devono aspettare, poveri piccini) o peggio ancora danno buca, mandando all’aria ore di studio del regolamento e di masturbazione cerebrale. Ci sono giocatori che ancora stanno cercando di riprendersi dopo partite a Twilight Imperium saltate.
9 - “Sono intorno a noi, in mezzo a noi, in molti casi siamo noi”: parlo delle persone sedute - spesso in senso orario - dopo di noi, quelle che ti accusano tutta la partita di rubare le loro mosse, che cercano di far leva sul senso di colpa cattolico, che prima o poi arrivano a minacciarti fisicamente se finisci per occupare quello spazio azione che serve loro (e se serve a te, beh, arrangiati, prendi due legni e zitto).
7 - Arriviamo ai traditori della patria: quelli che barano. Ne esistono due razze, entrambe vergognose: quelli che lo fanno pensando di essere simpatici (magari nei party game, facendo l’occhiolino all’amico compiacente) e quelli che barano per riuscire a portare a casa un piazzamento. Riguardo come comportarsi nei riguardi di questi meschini, cito l’ammonimento nel regolamento di Love Letter: “vi suggeriamo di non giocare insieme a chi bara in divertenti giochi di carte”.
6 - Poche cose complicano la vita come l’amore: purtroppo per noi, a volte succede anche nel nostro ambito giocoso. Pensiamo al nostro partner che si arrabbia se viene attaccato e ai mugugni dei due giorni successivi, o alle coppie rodate che non si danno un minimo di fastidio per tutta la partita. Attenzione: cedere a certi comportamenti apre le porte ai giochi cooperativi, una blasfemia purtroppo già troppo accettata al giorno d’oggi.
5 - L’umanità sta covando una serpe in grembo, ovvero la tecnologia. In attesa di venire sterminati dai robot, per ora siamo infastiditi dall’onnipresenza dei cellulari. Abbiamo quindi quello che sta tutto il tempo al telefono, cui dovremo fare riassunti tra un turno e l’altro, e la sua digievoluzione, ovvero quello che sta sempre al telefono perché aspetta La Chiamata (quella che tira più di un carro di buoi, insomma) e che metterà un’ansia incredibile al tavolo perché, prima o poi, potrebbe scappar via. O almeno vorrebbe.
3 - Ci sta che una volta si giochi male, che il gioco non piaccia, che la fortuna sia girata dall’altra parte e che al lavoro sia stata una giornataccia. A volte capita anche anche tutto insieme, ma niente può giustificare il ragequit! Irrispettosi dei miei stivali, piuttosto che alzarvi stizziti e fuggendo via, al più date buca che finite in un girone migliore.
1 e ½ - Signore e signori, abbiamo già parlato degli autori al tavolo (posizione 12), ma questo autore in particolare merita una menzione a parte. Ebbene, una persona da non voler al tavolo è Mac Gerdts! E perché mai, mi direte? È presto detto: arriva a casa tua senza far tanti complimenti, ti batte personalmente (ai suoi giochi, graziearcà) o ti fa battere dal figlio (perculandoti allegramente in tedesco), beve tutta la tua aranciata e poi ti devasta il bagno. Che potrebbe fare di più? Che so... sbagliare tutte le dediche sugli autografi? Fa anche quello!
Dopo questa carrellata di peccati e peccatori, l’invito che faccio a tutti è solo uno: siate i giocatori che vi meritate e pledgiate a modino! Ah no, quella è un'altra rubrica!