Quando si incontrano i Goblin

Un weekend con Mage wars, Android Netrunner, The Gallerist
nakedape

Il cuore Goblin che ci unisce tutti batte forte, così forte da far fare ad alcuni di noi centinaia di chilometri solo per potersi incontrare e giocare. È ciò che ha fatto askatasuna pur di giocare con nakedape, che ci regala questo report.

Ho giocato a...
Giochi

In questa sorta di spettacolare gemellaggio ludico sull'asse Roma - Bologna il buon Askatasuna valica gli appennini e giunge nella profonda provincia felsinea...

Dopo una tragica serata dedicata a far divertire i bambini partecipando ad una caccia al tesoro a tema Harry Potter, ci concediamo due minutini di gioco per un capolavoro del 1973.

Parliamo di Buffalo edizione Piatnik, con i bufali ciccioni che adoro. Un gioco smart, velocissimo, eppure ricco di implicazioni. Una prima partita a questo titolo prende circa quindici minuti compreso uno spiegone di tre minuti e i trenta secondi per setuppare e il riporre via il gioco.

E niente: ogni volta intravedo delle finezze che me lo fanno amare sempre di più. Nell'olimpo dei superfiller per me.

Esattamente come il secondo gioco, straordinario, di quel geniaccio sottovalutatissimo di Colovini. Autore snobbato dagli hardgamers, forse a causa di regolamenti troppo semplici e ambientazioni posticce come il sorriso di un ballerino di tip tap, in realtà produce giochi di una profondità spaventosa e con una quantità di implicazioni incredibili.

Nello specifico abbiamo intavolato Clans. Altro superfiller della durata di 15-20 minuti, gestione dei materiali compresa.

Partita tesa fino all'ultimo dove con una mossa finale riesco a portare a casa ben 8 punti, ma che purtroppo non bastano e perdo clamorosamente per un punto.

Gioco che probabilmente dà il suo meglio in 2 o 3 giocatori. Must have in ogni ludoteca per quanto mi riguarda.

A seguire e per il divertimento di grandi e piccini arriva il classico Il Signore degli Anelli. Uno dei primi cooperativi della storia, se non vado errato.

Che dire? Il gioco mi ha sorpreso per eleganza e tutto sommato anche più ambientato di quanto pensassi. Splendido sentire le urla di tripudio del piccolo di casa mentre pescava "carte fortissssssime, papà, guarda che robaaaa!!!!"

E per il divertimento di noi gamers la partita finiva con la vittoria di Sauron che ci ha tritato come fossimo macinato di prima scelta dimostrando quanto il gioco (pure giocato in modalità facilitata) sia difficile e tosto.

Piaciuto al punto che mi sono messo immediatamente a scandagliare i mercatini alla ricerca di una copia.

Alla sera i bambini escono di scena e possiamo darci alle portate principali.

Partiamo con Mage Wars, per il quale dovevo una rivincita ad Askatasuna. Gioco sempre divertente e coinvolgente. Parto aggressivo con un buon mix di creature da mischia, ma il mio avversario si chiude a riccio e mi bersaglia con armi a distanza come se non ci fosse un domani. Troppo tardi evoco una cintura del rigenero, mentre il mio grizzly cade addormentato.

Orrenda fine per il mio Signore delle bestie.

Mage wars: partita in corso
Mage wars

A ruota vengo in contatto con una potente droga. Il Maestro indiscusso dei giochi di carte è senza dubbio Richard Garfield. E con Netrunner prosegue ed affina le sue straordinarie doti già evidenziate dal capostipite Magic e dal mai abbastanza osannato Vampire The Eternal Struggle (miglior gdc multiplayer per me).

Bellissimo ed accattivante, mi ha stupito per l'uso sapiente del bluff e la semplicità di gioco. Riuscirò a resistere al desiderio di tuffarmici a capofitto?

Sarà durissima.

Partita in corso di Android: Netrunner
Android: Netrunner

Andiamo a letto a notte fonda... E la mattina ci risvegliamo provati.

Accidenti, davanti a noi si apre una prova ardua ed impegnativa: Combat Commander: Europe.

Cominciamo con il ripasso/spiegone magistrale da parte di Askatasuna; per conto mio avevo in memoria una partita fatta tre anni fa...

Con nostra grandissima sorpresa il gioco risulta, invece, estremamente fluido ed intuitivo e il regolamento riesce a dipanare tutti i nostri dubbi con una grazia disarmante per un prodotto di questo livello.

Adesso, terminato il cappello introduttivo devo fermarmi per cercare le parole che descrivono questa opera d'arte che ci ostiniamo a chiamare gioco da tavolo.

Combat Commander sul tavolo da gioco
Combat Commander
In un momento ci siamo trovati catapultati dentro uno scenario di campagna della seconda guerra mondiale, qualche abitazione sparsa, due strade, campi, steccati e un po' di foresta. Sembrava davvero di trovarsi lì, di sentire la paura palpabile, e tutte le incognite di chi vive l'esperienza bellica in prima persona. Truppe tedesche asserragliate nelle case, i russi che si muovono al riparo delle fronde boschive per cercare di tenere il punto e riprendersi gli obiettivi.

Capolavoro assoluto di simulazione, il gioco ci ha rapiti ed è assurto immediatamente al rango di divinità. Probabilmente il miglior gioco/esperienza degli ultimi mesi.

Ma ecco che nel pmeriggio fa capolino il buon @bruces pronto per intavolare insieme a noi il lacerdiano The Gallerist.

The Gallerist: partita in corso
The Gallerist
Che dire? Partiamo dai difetti che, pur essendo pronto e preparato, ho comunque trovato fastidiosetti: 
  • setup lungo, qualche momento di downtime un pelo fastidioso;
  • interazione indiretta quasi sempre involontaria;
  • è un Lacerda ovvero troppe regole (alcune delle quali assolutamente slegate dall'ambientazione);
  • hanno usato un buon illustratore e un pessimo grafico, in sostanza le icone aiutano la metà di quello che avrebbero dovuto fare;
  • soprattutto alla prima partita è un gioco di difficile decifrazione.

Mi hanno invece colpito e sorpreso notevolmente i pregi:

  • Molto aperto, direi quasi sandbox. Le possibilità sono parecchie e molto ampie.
  • Il gioco si basa sulla gestione di risorse e due valute (soldi ed influenza). Entrambe sono strette e molte azioni sono sofferte.
  • Si fa veramente fatica a capire chi sta vincendo e questo, insieme alla voglia di perseguire obiettivi a medio e lungo termine, mantiene i giocatori estremamente coinvolti e "in flusso" rispetto al gioco.
  • C'è veramente il desiderio di provare diversi approcci (strategie mi sembra un termine eccessivo anche perché il gioco non sembra premiare modus ludendi estremi).

Ma più di tutto mi ha colpito la possibilità di pareggiare! Infatti alla fine della partita io e Bruce portiamo a casa 124 monete. Bene, regolamento alla mano passiamo in rassegna TUTTI e tre i tie breaker con viva trepidazione, mentre si sprecavano gli auguri scaramantici del tipo "hai vinto tu, è palese".

Niente da fare: pareggio su tutta la linea, un evento che, credo, statisticamente rasenti l'impossibile.

Comunque è sicuramente un gioco che mi piacerebbe riprovare il prima possibile e questo nonostante i suoi difetti.

Chiudiamo la serata con un defatigante classico: Tutankhamen di Knizia. Simpatico gioco del 1993 a cui Egizia deve probabilmente il suo aspetto più interessante: il motore di gioco.

Si tratta infatti di spostare le pedine attraverso un percorso raccogliendo oggetti vari, avanzando di quanto si vuole, ma senza la possibilità di tornare indietro. Una piccola gemma utilissima per le situazioni di fine giornata e sempre piacevole e rapido da mettere in tavola ma mai scontato.

Un weekend ricco e sontuoso speso esplorando giochi classici e meno noti, non alla ricerca dell'ultima novità ma per celebrare i livelli più alti del panorama ludico. Non vedo l'ora che arrivi il prossimo!!!