Perché ho odiato Brass

by BGG

Ero indeciso su come intitolare questo articolo, dato che non ha a che fare solo con Brass. Ho avuto sensazioni simili con altri giochi, ma Brass è stato quello che per primo mi ha fatto riflettere profondamente su quali fossero i motivi del mio fastidio, razionalizzarli e metterli per iscritto. Poi con un titolo del genere mi aspetto caterve di commenti ed insulti, un valore aggiunto non da poco!

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Brass: Birmingham

Nota dell'autore: la versione provata è Brass: Birmingham

Perché ho odiato Brass?

Per rispondere ad una domanda tanto semplice occorre partire da un mucchio di premesse: chi sono, qual è il mio background, quali giochi mi piacciono, che sensazioni ricerco in un gioco.

Sono un ex giocatore competitivo di Magic, da sempre interessato ad approfondire i giochi, a rivelarne la ossatura e a tentare di romperli il più efficacemente possibile.

Ho iniziato ad approcciarmi ai giochi in scatola una decina di anni fa, ma è stato solo negli ultimi 5-6 anni che mi sono lanciato con tutto me stesso in questo fantastico mondo. Per questo motivo sono meno propenso di altri giocatori qui in Tana, veterani di lunga data, a incensare i grandi classici a discapito del presente. 

Non dico questo per inimicarmi buona parte dei lettori, ma per spiegare che avendo una sensibilità più moderna riesco meno a passare sopra a certi tratti che mi paiono difetti, che spesso sono però in parte dovuti allo stato del game design del periodo di concepimento.

I giochi che mi piacciono di più sono german profondi e pesanti, dalla durata superiore alle 2 ore ma inferiore alle 4, con scelte significative e combattute, engine building e una preponderanza della strategia sulla tattica. Mi piace molto quando l’interazione riesce a essere spinta senza diventare diretta, e non amo le maggioranze.

In un gioco ricerco principalmente tre piaceri diversi:

  • sensazione di crescita: creare e far crescere un engine, possibilmente combattendo con gli altri giocatori per i “pezzi”;
  • esplorazione della profondità: il gioco deve resistere bene a 20+ partite, dato che tendo a cercare di distruggerli;
  • competizione: il mio scopo finale rimane sempre la vittoria, nonostante cerchi di esplorare più vie possibili per raggiungerla;

Ora che mi sono spogliato di fronte ai vostri occhi increduli, vediamo quali sono gli aspetti di Brass che mi han fatto saltare la mosca al naso.

Ergonomia discutibile

Come ho spiegato, sono un giocatore relativamente moderno. Ho sicuramente bisogni più sofisticati di chi ha iniziato anni fa con cubetti di legno, simbologia poco chiara e altre amenità. 

Ma credo che alcune caratteristiche di Brass vadano proprio categorizzate come difetti, anche se buona parte dei giocatori assidui ci si sono ormai abituati e neanche ci fanno caso.

Innanzitutto l’elefante nella stanza: sul tabellone sono stampati 25 nomi di città, di cui 21 sono quelli costruibili.

Questi nomi vengono riproposti su alcune carte della nostra mano, che sono 8, non due o tre.

Ogni turno ci si aspetta che io, adattandomi a quello che hanno fatto gli altri, riesca a districarmi tra 4+ carte con nomi diversi che riproducono alcuni dei 21 nomi presenti sulla mappa.

Tralasciando il fatto che sono tutti nomi di città inglesi, non facilmente memorizzabili e in alcuni casi anche simili, risulta in ogni caso davvero fastidioso operare una scelta in simili condizioni.

Continuando poi con la plancia giocatore, io sono d’accordo nel non incensare le scatole sovraprodotte di tanti nuovi giochi. Ma la plancia personale è davvero piccola, strutturata in maniera non esattamente logica (all’inizio pensavamo che le botti fossero un prerequisito per andare a costruire le casse), e i simboli che spiegano quando qualcosa si può costruire solo in un’era sono minuscoli.

Un problema di gran lunga minore rispetto a quello delle carte e delle città, senza dubbio, ma mi chiedo se la plancia giocatore non potesse essere strutturata in maniera più logica.

Funziona sicuramente per i giocatori esperti, ormai abituaticisi, ma non era possibile segnalare più chiaramente, con degli aloni intorno, quello che è costruibile solo in alcuni momenti? Strutturare la disposizione su plancia in maniera più sensata? Capisco che cerchi di riprodurre una stazione portuale sul fiume, ma credo che l’usabilità abbia la precedenza sul flavour.

Più tattico che strategico

Non ho dubbi che delle strategie di fondo vengano fuori dopo ripetute partite. Io ne ho giocate quattro (sì, solo quattro, non le mie solite venti. Non sono riuscito a costringermi a farne di più), e
penso di aver individuato quattro percorsi base: focalizzarsi su Cotone, focalizzarsi su Ceramica, focalizzarsi sui Goods o stringere il mercato piazzando tanto acciaio, carbone e birra. A tutto questo si aggiunge il poter piazzare Barche da subito e far tanti punti già a fine prima era o cercare di esplodere nella seconda con doppie Rails.

Mi sembra una buona profondità, e capisco perchè il gioco piaccia moltissimo. Ma per me che amo una visione a lungo termine preponderante sulle scelte singole, il gioco risulta troppo tattico.

L’interazione data dallo sviluppo delle reti è altissima, caratteristica encomiabile, però porta ad una serie di tatticismi che non sono quello che io, personalmente, ricerco in un german.

La creazione di un motore è quasi inesistente, la sensazione di crescita bloccata da un reset di midgame che sembra (sembra) riportare tutto ad una tabula rasa.

Sono tutte caratteristiche che possono essere viste come ininfluenti o addirittura positive da tanti giocatori, ma sono tra i motivi per cui non sono proprio riuscito ad innamorarmi di questo gioco come “avrei dovuto”.

Lo sforzo “sbagliato”

Arrivo infine al vero motivo per cui ho odiato giocare a Brass. Quanto viene prima ha contribuito a generare fastidio, ma il sunto di tutte le cattive emozioni è racchiuso in questa sezione.

Quando ho affrontato Brass, durante ogni turno il gioco mi costringeva a pormi le domande sbagliate. Non “come posso fare A per poi fare B e C?”, non “come posso fare ora X approfittando della mossa Y del giocatore Z?”, ma “come posso FARE A?” oppure proprio “Ma posso fare X? Aspetta che ci penso un po’ forse sì, forse no”.L’aspetto ergonomico discutibile dei mille nomi di città riprodotti sulle carte, unito a carte che in aggiunta non hanno nomi di città ma due “cose” che posso farci, va a sposarsi a un sistema di gestione della mappa che definire Fiddly è dire poco.

In ordine:

  • posso costruire utilizzando carbone solo se è collegato da Barche o Rails di qualsiasi giocatore. Devo per forza utilizzare il più vicino;
  • posso utilizzare acciaio ovunque, senza vincoli di collegamento né di prossimità;
  • posso utilizzare la mia birra ovunque e senza vincoli, ma quella degli avversari deve essere collegata, però in questo caso non ci sono vincoli di prossimità;
  • posso costruire in una città se ho in mano la carta con il suo nome e se le risorse richieste sono disponibili; se invece non ho una carta con il suo nome posso costruirci solo se è collegata a mie Barche o Rails, non posso usare quelle di altri.
Stiamo scherzando? Io capisco che per giocatori esperti questo diventi automatico dopo diverse partite, ma se rileggete quanto sopra è facile accorgersi di come il sistema, per funzionare e restituire una partita profonda ed interessante, deve avere mille micro eccezioni e varianti.

In quasi tutti i cinghiali c’è il problema del frontload, del carico di informazioni che il giocatore deve immagazzinare ad inizio partita per poter capire come giocare. 

Non è uno scoglio facile da superare, ma tanti giochi riescono ad utilizzare vari escamotage per renderlo più sopportabile. Spesso interviene il flavour per suggerire il corso d’azione più intuitivo al giocatore, oppure la struttura del turno guida in qualche modo le scelte, limitandole.

In Brass il frontload non finisce con la spiegazione: durante ogni turno ho 8 carte tra cui scegliere, una mappa amplissima in cui posso fare pressochè tutto, eppure spesso e volentieri le mie opzioni sono limitate non dalla situazione contingente, ma dal fatto che non posso materialmente vagliare tutte le opzioni fattibili.

La possibilità stessa di scelta è estremamente opaca, tale da rendere difficile operare scelte sensate senza numerose partite alle spalle.

Le scelte nei german devono sempre essere significative e sofferte. Questo di solito avviene fornendo al giocatore un ventaglio di scelte relativamente limitato, i cui esiti non sono facilmente calcolabili e in cui molteplici scelte possono rivelarsi corrette o meno, a seconda del flusso di gioco e delle scelte degli altri giocatori.

Ma se le conseguenze delle scelte non sempre sono chiare, e grazie a dio, altrimenti sarebbe tutto deterministico, almeno il ventaglio di scelte DEVE essere chiaro o perlomeno contemplabile.

Ecco, qui è proprio dove a mio parere Brass fallisce.

Durante i miei turni mi son trovato a chiedermi nel 90% del tempo “cosa posso fare”, anziché “cosa mi conviene fare”.

A questo si aggiunge poi la tempesta perfetta generata dall’infelice (per me, almeno) sposalizio tra le già citate Difficile ergonomia e Fiddliness nella gestione della mappa con il carattere marcatamente tattico del gioco: non solo è difficile capire cosa fare, ma la situazione si stravolge completamente da un turno all’altro, perché l’alta interazione tra i giocatori genera capovolgimenti continui delle possibilità di gioco.

Se fosse difficile capire cosa fare, ma potessi costruirmi parte dei piani in anticipo, parte del carico informativo a monte potrebbe essere delegato alle pause tra un mio turno e l’altro, nel turno degli altri giocatori. Ma in Brass questo è impossibile, dato che le singole scelte degli altri giocatori informano enormemente quello che mi conviene o non conviene fare. 

Conclusione

Questo articolo non si intitola “Brass: un fallimento di gioco”.

Il motivo è semplice: accetto che il gioco possa essere considerato un capolavoro, che sia profondo, cattivo e premiante.

Lo accetto non solo perchè vedo alcune caratteristiche geniali nel suo design e sviluppo o perchè su BGG e in Tana viene ritenuto tale, ma anche perchè ottimi giocatori da tutto il mondo che stimo molto lo adorano e lo posizionano nella loro top X di sempre. Brass non è piaciuto a me, per tutti i motivi descritti sopra. E non credo ci sia un modo di salvarlo ai miei occhi, perchè davvero la quarta partita mi son costretto a giocarla e le sensazioni erano completamente negative.

La speranza è che questo articolo, oltre a generare i giusti commenti (e proteste) di chi non è d’accordo con diverse delle mie spiegazioni, per non dire conclusioni, possa portare anche gli esperti amanti del gioco a riflettere. È possibile che un tale capolavoro abbia dei difetti? Sarebbe stato possibile migliorarli o evitarli del tutto?

Ai posteri l’ardua sentenza. Per ora mi limito ad ergere uno stendardo: germanisti accaniti, avete il diritto di odiare Brass se lo ritenete opportuno! Il tempo di nascondersi è finito: uscite dalle vostre tane, palesatevi e tornate a godere della luce del sole senza colpa!

Commenti

Guarda... In maniera MOLTO ma MOLTO meno dettagliata ho esposto quanto detto da te in una chat di amici iscritti in Tana e sono letterlmente stato MASSACRATO per quello che ho detto. Quindi si, aspettati valangate di "Ma a cosa hai giocato?", "Brass è un capolavoro!", ecc. ecc..

Ciò non toglie la cosa più importante, a fronte della mia UNICA PARTITA fatta, le impressioni che ho avuto sono le stesse IDENTICHE tue.. Ma identiche... Se l'articolo avesse il mio nome, non cambierei una virgola.

Io credo che questo gioco, ancora di più di un Puerto Rico o di un Agricola, si porti dietro una schiera di estimatori che hanno un po' dimenticato che nel 2021, quelle che tanti anni fa erano consuetudini, oggi siano difetti.

Ma come te capisco perchè piaccia e perchè molti lo ritengano un capolavoro. Ciò non toglie che i difetti da te evidenziati ci sono ai miei occhi (e anche a quelli che hanno giocato quella partita con me in realtà).

Complimenti garbato, sintetico e chiaro! Ho molto gradito le premesse hanno reso il tuo articolo più oggettivo. Ad oggi mi pare che in molti preferiscano gli american per mancanza di originalità nel mondo German e l'interazione diretta sta diventando sempre più ciò che rende interessante un gioco (non riuscendo a creare nulla di nuovo si fa si che lo scontro sia più vivo e acceso possibile). Penso che per iniziare nuovi germanisti ci potresti parlare con qualche articolo anche dei giochi che ti piacciono. Ancora bravo! 

Concordo al 100% con quanto da te esposto. Ho fatto due partite al Lancashire ma ho passato tutto il tempo a cercare di ricordarmi cosa potevo o non potevo fare, con la frustrazione delle programmazioni errate date dal ricordare male una regola o l'altra.

Pensare che per caratteristiche (alta interazione e caratteristiche) dovrebbe rientrare in pieno nei miei gusti.

Purtroppo non mi ha divertito

Articolo coraggioso, scritto bene, mi aveva quasi convinto, ma a pensarci bene neanche troppo...
Su tutte la scusa delle città inglesi non memorizzabili, che mi sembra veramente poca cosa come difetto, suvvia!
Cosa dire allora delle 200 e passa carte di miglioramenti di Agricola, che nelle mie 4-5 partite ad Agricola con giocatori che le conoscevano a memoria hanno reso frustrante la mia esperienza?
Alla fine apprezzo il coraggio ma non concordo su nulla, parere personale, e continuo a pensare che sia un capolavoro (che può non piacere)

Caro Mario, io e te siamo così agli antipodi per quanto riguarda i gusti ludici che quasi quasi mi viene voglia di comprare questo gioco oggi stesso... 

Scherzi a parte: mi ero interessato a questo gioco in passato proprio per via della sua forte interazione, ma alla fine avevo rinunciato per la sua ineleganza di fondo. 

A questo punto mi interessa sapere cosa pensi di The Great Zimbabwe, visto che so che lo hai provato.

 

Alcune opinioni sono condivisibili, ma molto soggettive. Certo che però, appena ho letto che si fa tabula rasa midgame unito a "più tattico che strategico", mi son proprio detto che hai compreso proprio superficialmente il gioco. La prima era è tutta metagame, si svulppa a nastro deflazionando l'acciaio e si costruiscono solo edifici da II liv. in su, preparando gli spot per l'era delle ferrovie e dei big points. Quando vendi, puoi farlo con una sola azione, in tutti i posti che lo consentono e per fare vendite da 3-4 edifici, devi creare quel motore che tu dici mancare nel gioco, ipotizzando le mosse avversarie senza troppe certezze. Per non parlare di quanto sia fondamentale pianificare in anticipo l'ordine di turno per giocare 2 volte di fila facendo 4 azioni.

Credo che, a aparte quelli grafici ed ergonomici che sono soggettivi e in parte condivisi, i difetti da te elencati siano i pregi del gioco che lo hanno portato nell'olimpo dei german. La creazione di mini motori che si esauriscono alla vendita, le tante possibilità che non portano apparentemente a scelte obbligate e la parvenza di una tabula rasa a  mid game, rendono un cinghiale german come Brass digeribile e non frustrante anche ai giocatori alla prima esperienza, limitando l'effetto punitivo e lasciandogli sempre l'impressione (fasulla) di essere in partita, come non succede invece in giochi come barrage o age of steam dove i risultati di un errore stanno li a bloccarti per turni nel primo o farti inseguire impietosamente dalle retrovie annaspando pagando dividendi nel secondo. 

Premessa: Brass è uno dei miei giochi preferiti. Concordo con buona parte dell'articolo soprattutto sull'aspetto fiddly delle regole, e pensare che molti si ostinano a definirlo un gioco "elegante"

Non provare nemmeno Pandemic alta marea, se ti hanno messo in difficoltà le città inglesi! Scherzi a parte, capisco la frustrazione delle prime partite. Certi difetti ci sono e basta... vedi la complicazione di alcune regole. D'altronde non ricordo capolavori esenti da difetti (bookkeping di Through the ages, seat order di Puerto, ...). Sulla parte tattica e l'impossibilità di impostare una strategia invece non concordo proprio... ci sono turni in cui approfitti dell'occasione (per sviluppare/bruciare tessere, per fare una acciaieria) ma se non hai una strategia di fondo non vai da nessuna parte, e il parziale reset di metà partita (con la possibilità di tenere le tiles 2+) a mio modo di vedere è spesso il cuore della strategia, per non parlare della gestione della mano...

Rispetto però il tuo punto di vista, che peraltro hai espresso molto bene!

Fai la 5 partita e capirai.

L'unica cosa su cui sono d'accordo è l'ergonomia, è molto scuro e si legge poco. A me il gioco piace da matti proprio per come si sfruttano le reti e si gioca sul mercato (semplificato). Ritengo però ingiusto in generale giudicare un gioco dopo 4 partite, soprattutto se parliamo di un german che premia molto l'esperienza. Puoi farti un opinione personale senza dubbio ma un giudizio non lo si può dare, ed hai fatto bene a non mettere voti. Ultimamente comunque sto vedendo molti che si ritengono germanisti apprezzare e divertirsi di più con gli american. Sarebbe una buona idea fare un articolo per far uscire fuori il lato caciarone di tanti che si ritengono freddi calcolatori :)

Premesso che ho giocato (molto) solo a Lancashire versione Khole, che ho dovuto integrare all'epoca con le plance giocatori scaricate da BGG, condivido a pieno la prima parte del commento di Andrenn87 (per la seconda non posso dire nulla perché ho troppe poche partite alle spalle di Barrage o Age of Steam). Se di Brass si percepisce solo (o come assolutamente preponderante) l'approccio tattico per me non si è approfondito a sufficienza il titolo. Poi si ci sono varie regole decisamente forzate che si assimilano con difficoltà ma una volta superato questo sforzo, casuato della poca intuitività delle stesse, il gioco è appagante.

Brass è un gioco assolutamente imperfetto (come molti altri di Wallace), per molti motivi (ergonomia, regole, chiarezza, ineleganza,...). Eppure ogni volta che termino una partita, sento proprio quel qualcosa che mi fa dire "che capolavoro di gioco!".

Quello che descrivi è tutto vero... infatti servono diverse partite per entrarci dentro fino in fondo e per giocare in maniera del tutto consapevole. Ma quando ci arrivi, ti ritrovi tra le mani un gioco originale, interattivo, tattico fino al midollo (strategia ce n'è poca a mio avviso) e profondissimo. Il fatto che dopo 4 partite tu non senta questo feeling può voler dire due cose: non ti sono bastate 4 partite, il gioco non è decisamente nelle tue corde (e ci sta, soprattutto con un gioco così particolare e poco immediato).

potresti provare lancashire, che dovrebbe essere meno complicato a livello di regole/eccezioni.

poi certo, se si adora pfister qui siamo su un altro mondo: ad esempio, personalmente credo che maracaibo, in termini di profondità, non valga un'unghia di lancashire.. e nemmeno great western trail, che io reputo un ottimo gioco (contrariamente a maracaibo)

 

La premessa non è esattamente un esempio di umiltà - "avendo una sensibilità più moderna riesco meno a passare sopra a certi tratti che mi paiono difetti" = "abbiate pure la vostra opinione da vecchi rimbambiti, ma io sono più avanti e ho ragione".

Detto questo, dall'articolo (quantunque ben scritto) si evince molto semplicemente che non sia il tuo genere. Mi sembra evidente. Questo tipo di interazione ti disturba ed è la ragione per la quale non puoi mai davvero avere il controllo della situazione: ma di sicuro non è un difetto.

Altre obiezioni o presunti difetti evidenziati sono altamente opinabili: la questione dei nomi delle città è ridicola, così come la critica alle plance; il reset di metà partita è informazione nota e si sa con assoluta previsione deterministica cosa succederà e come rimarrà il tabellone dopo (mentre ad esempio in altri giochi pur apprezzati tipo Lorenzo i reset del tableau sono fortemente aleatori). Il regolamento non è fiddly: se lo è, lo è quello del 90% dei german di quel peso. Poi per carità, è un Wallace e la perfezione non esiste, ma la rece poteva concludersi un una riga: Non è il mio genere, grazie, ciao.
...tutto ciò lo dico da non fanatico di Brass, che mi è piaciuto ma non mi ha conquistato, per purissima questione di pelle.

Premessa necessaria, non sono un fan di Brass che non ho mai giocato, preferendogli altre esperienza ludiche. 

Però fa strano leggere di un "ex giocatore competitivo di Magic" che si lagna di 25 "nomi di città inglesi, non facilmente memorizzabili e in alcuni casi anche simili".

Un ex giocatore di Magic? che minimo minimo avrà in testa qualche migliaio di carte con nomi strampalati e relativi effetti.

Per curiosità sono andato a vedere i nomi sulla mappa, metà sono città a me conosciute e note, l'altra metà sono effettivamente località di cui non ho mai sentito parlare, ma che immagino dopo la prima partita si memorizzino facile. Per cui l'effetto al più può essere un po' di spaesamento nelle prime partite poi facilmente superato, oppure preferivi "città rossa" "città n°1"? Se è ambientato in Inghilterrà il "prezzo" da pagare sarà imparare dove sono le città. Mica poteva ambientarlo in Italia per far piacere a te. Dovendo ambiantarlo da qualche parte doveva pur farlo a meno di non fare un astratto. 

 

Che poi non si sa mai quando certe cose possono tornare utili.

Un mio amico fraterno ha impressionato la sua attuale moglie quando al loro primo incontro ha dichiarato di conoscere (e poi, sfidato, ha saputo individuare su mappa muta) la città di provenienza della bella ragazza.  Si trattava di Char'kov, che per un wargamer è come dire Venezia.

Vuoi mettere quindi il gusto di poter individuare di primo acchito Burton-Upon-Trent durante una bevuta al pub, per non parlare poi delle conseguenze.

Che poi qualcuno sia più interessato a "rompere" i giochi che non a stare in compagnia per una bella serata in cui la sfida intellettuale sia presente questo proprio non lo capisco, anche se noto spesso il gusto di certi giocatori a demolire un titolo noto e famoso.    

Complimenti per il coraggio e per l'esposizione chiara e completa del tuo pensiero. Completezza che comunque alcuni non hanno colto, dai commenti. E' normale. La gente non è abituata a cercare le risposte alle loro contestazioni in ciò che hanno già letto (e non asimilato).

Anche io credo che nei giochi dove l'interazione è tanta è necessario che la leggibilità del gioco debba essere estremamente chiara, cosa che Brass non ha. Infatti passo tutta la partita a guardare e riguardare le mie carte nell'incertezza e compio scelte spesso estorcendomele senza aver veramente considerato tutto ciò che andrebbe considerato. L'alternativa è la paralisi da analisi.

Brass è apprezzato per la sua profondità ed interazione. Ma è altrettanto vero che queste due qualità non sono veramente apprezzabili nella loro interezza se non dopo tante partite, quando parte dei problemi di leggibilità del gioco vengono meno per abitudine ai posti e per strategie consolidate nel tempo che portano a cercare fra le carte e sul tabellone solo alcune delle informazioni che forniscono, ignorando tutte le altre, rendendo quindi il tutto più digeribile. Un sacco di scelte insomma sono fumo negli occhi.

Personalmente ho apprezzato Brass perché l'ho conosciuto in un periodo dove la concorrenza non era così ampia e ne ho potuto scarninare i segreti tramite tante partite in una scarnissima versione online. Ma ho sempre detto che basta non giocarci per un annetto o due e ti dimentichi parte degli assiomi strategici utili per rigiocarci con efficacia senza affogare nella scarsa leggibilità. Diventando così un gioco inutile nel panorama attuale, dove giocare tanto allo stesso gioco è quasi una pazzia.

Concordo in pieno con la tua analisi. E capisco quindi anche perché come me sei rimasto deluso da Founders of gloomhaven, The Great Zimbawe e altri giochi simili.

Ok, mi hai convinto...giochero' all'altro che ha un amico. Questo non lo prendero'. Seppur siam simili ma diversi nel background.. adoro German, meglio se sotto 2ore. Il resto mi piace molto, ma non 21 città inglesi con quattromila cose da memorizzare :)

Sulla legittimità di avere un proprio parere su un certo gioco o sull’impressione che questo ti lascia non si discute, ci mancherebbe.

Sull’opportunità di scriverne avendone una conoscenza superficiale o senza averne compreso bene il funzionamento (leggasi dove l’autore si interroga sull’utilità della mano di carte ad ogni turno o dove sostiene che “la possibilità stessa di scelta è estremamente opaca” ed altro ancora candidamente riportato nell’articolo) non saprei..

(Consiglio per l’autore: non giocare Splotter)

Il motivo per cui hai odiato Brass è uno ed è molto semplice: quando uno fa fatica in qualcosa, avrà di norma la tendenza a farla meno volentieri e tenderà inconsciamente a evitarla in futuro.

Questo capita nell'ambito dell'educazione (se non riesco in matematica, inizierò a farla meno volentieri e infine a evitarla; se faccio fatica con l'inglese, inizierò a studiarlo meno volentieri e infine a trattarlo il meno possibile; se non nasco con il talento nel calcio, inizierò a giocarlo meno volentieri e infine proverò altri sport, forse più in linea con i miei talenti), come anche nell'ambito degli hobby (danza, canto, scacchi, go, magic).

La cosa più difficile è andare oltre a questi primi ostacoli. C'è chi si abbatte facilmente, chi invece è in grado di tirare fuori energie e motivazioni inaspettate, superando i primi ostacoli, e arrivando al punto di essere competente in una materia/un'attività/un gioco/un passatempo, anche se all'inizio faceva fatica nell'approccio.

Io stimo sempre chi raggiunge grandi risultati, senza il talento, ma con la determinazione e la forza di volontà.

Quanti sono disposti a fare 20 partite e perderle tutte e 20, senza capirci molto? Pochi.

Ecco, il motivo per cui hai odiato Brass penso sia questo: non l'hai capito. E non capendolo, hai iniziato a trovare tante scuse per non giocarlo più. Cosa normalissima.

P.S.: Tutto questo lo dico da persona neutra nei confronti di Brass.

Dopo tanti anni, ancora non mi sentirei in grado di scrivere una guida strategica su Brass (come invece ho fatto per altri giochi). Paradossalmente, tra i giochi classici, penso sia uno dei più "moderni", nel senso che ha sopra tante cose che spesso potremmo giudicare come ridondanti. La differenza sta nel fatto che Wallace le inserisce per motivi storici e di background. 
Al di là di questo aspetto regolistico, Brass non è un gioco moderno dal punto di vista estetico, nemmeno nella sua riedizione. 
Probabilmente è, a livello di profondità, uno dei giochi più ostici a cui ho giocato. 
Mi piacerebbe sapere il parere di Peppe74, che ricordo lo ha macinato parecchio.

Come mi scrisse una volta agzaroth, su un mio commento sulla questione ferro/carbone, lo spostamento differente delle due risorse, fatto x motivazioni storiche, era cmq una scelta inelegante.. in effetti, alcune scelte possono essere ineleganti, ma si parla di un gioco che è un giocone.. Anche la questione tattica/strategica, secondo me, è più una questione di esperienza.. probabilmente le prime partite, vista la difficoltà di familiarizzare con regole e meccanismi, uno tende a giocarlo più tatticamente.. col passare delle partite, si prende familiarità col "tutto", e si passa ad un secondo livello, maggiormente strategico.. Ma senza abbandonare la componente tattica che rimane cmq presente.

Non me ne voglia l'autore dell'articolo, ma non concordo su nulla. Brass ancora oggi è uno dei miei giochi preferiti, con regole semplici, facilmente assimilabili, alta interazione ed estrema leggibilità. non mi pare assolutamente opaco, tutt'altro; la mappa (quella originale non quella, pur belissima esteticamente, ma "obrobriosa quanto alla sua intelleggibilità) è chiara, così come evidente, al contrario di quanto espone chi scrive, che un motore di gioco si possa e si debba fare per poter gestire la partita al meglio. Lo si può fare investendo sui prestiti, cercando di ottimizzare da subito le industrie per girare le tessere, oppure spedendo coi cotonifici. L'unico difetto, dopo tantissime partite, che trovo in questo gioco è un'effettiva limitatezza strategica di fondo. credo di poter dire che sviluppare cotonifici da subito e puntare a costruire il gioco per ottimizzare alla fine della seconda fase una maxi spedizione sia la strategia migliore, unita al massiccio sviluppo di collegamenti e che sia difficilmente, anche se non è impossibile ovvio, contrastabile. i cotonifici di 4 livello danno molti punti.

senz'altro un giocone senza se e senza ma. 

Grazie a tutti per i commenti, chi a sostegno e chi fortemente critico delle mie tesi. Se inizio a rispondere a tutti faccio notte, e poi mi si alza la pressione :)

Rispondo solo a due considerazioni, peraltro dello stesso autore, per chiarire un paio di cose

Badger28 scrive:

La premessa non è esattamente un esempio di umiltà - "avendo una sensibilità più moderna riesco meno a passare sopra a certi tratti che mi paiono difetti" = "abbiate pure la vostra opinione da vecchi rimbambiti, ma io sono più avanti e ho ragione".

Vero. Ho scritto, cancellato e riscritto questa frase più volte. Ho anche pensato di toglierla perchè non trovavo un modo di scriverla che non sembrasse spocchioso. 
Il messaggio che volevo passasse non è "io ho ragione, voi non capite niente", ma inquadrare la questione dal punto di vista di un giocatore moderno, abituato a diversi tipi di standard. Credo la maggior parte dei giocatori qui sulla Tana abbia un'esperienza profonda più che decennale; il mio punto di vista non può che essere diverso. Non volevo fare Mister "ok boomer", solo fare sentire una voce diversa. Che io sappia nessuno ha parlato di Brass in termini poco entusiastici qui in Tana prima.

Badger28 scrive:

[...] la rece poteva concludersi un una riga: Non è il mio genere, grazie, ciao.

Se trovi irrispettoso quanto ho scritto nella recensione, la tua frase qui sopra come la trovi?
Rispondo a te per rispondere anche ad altri che hanno liquidato il tutto come un "non fa per te, non ti piace, il resto son scuse".

Mi sono preso del tempo per riflettere sui motivi per cui il gioco non mi fosse piaciuto. Ho lasciato passare settimane tra le prime due sessioni di gioco e le seconde due, e settimane ancora prima di scrivere, per cercare di affrontare tutto in maniera quanto meno di pancia possibile. Ho espresso i miei pensieri in maniera circostanziata, adducendo le ragioni di ogni opinione espressa.

Le opinioni sono contestabili, ma liquidare il tutto con una frase così superficiale non mi sembra davvero necessario.

Credo che le "micro eccezioni" di norma esistono proprio per conferire più profondità al gioco, che stando a quanto dici è ciò che cerchi. Anche io mal.sopporto quando c'è ne sono troppe o quando vengono inserite a solo scopo tematico, ma non direi che è questo il caso. Se carbone e acciaio funzionassero allo stesso modo il gioco sarebbe più immediato ma meno profondo. IO non l'ho mai trovato "fiddly", e le città sono divise in gruppi di dolore , quindi se non sei daltonico le trovi in mezzo secondo e non è certo un dramma.

Ognuno ha i suoi gusti ma è poco sensato "odiare, anche con le virgolette, un gioco perché non è del tipo che tu preferisci. Brass vuole.essere un gioco molto tattico, quindi è assurdo dire che sarebbe meglio se fosse più strategico e permettesse maggiore pianificazione. Io non apprezzo terraforming Mars perché ha molti elementi che personalmente non mi piacciono (card driven, poca interazione, ripetitività degli ultimi turni), ma questo non mi impedisce di riconoscere che è un capolavoro della sua categoria. Dire " lo odio perché vorrei fosse più interattivo " non vedo che senso possa avere, perché non è mai stata intenzione dell'autore renderlo tale. 

Comunque penso che le cause di alcune sensazioni possano essere molteplici. A volte giocare con qualcuno già bravo e che spiega le cose, compresi gli errori,  sia un grosso vantaggio. 

Io ad esempio,  per citare uni dei giochi preferiti da chi scrive, ho trovato molto più controintuitivo e con una barriera alta Great Western Trail.:

Ci sono 10 edifici iniziali con effetti molto diversi e spesso molteplici; ci sono un sacco di bonus sbloccabili sulla plancia personale; il gioco dà obiettivi di fine partita ma non è con quelli che si fa la maggior parte dei punti; c'è un mazzo personale e il deck-building,  ma solo 1 strategia su 3 sfrutta questa meccanica base; c'è un tabellone "aperto" in cui occorrono diverse partite per capire le implicazioni dei luoghi in cui costruire. 

Rimettendoci d'impegno e giocandolo con chi lo conosce bene, l'ho apprezzato, pur rimanendo un gioco fiddly in certi aspetti.  Forse con Brass potrebbe essere lo stesso.

MarioRossi scrive:

Grazie a tutti per i commenti, chi a sostegno e chi fortemente critico delle mie tesi. Se inizio a rispondere a tutti faccio notte, e poi mi si alza la pressione :)

Rispondo solo a due considerazioni, peraltro dello stesso autore, per chiarire un paio di cose

...omissis...

Le opinioni sono contestabili, ma liquidare il tutto con una frase così superficiale non mi sembra davvero necessario.

La tua recensione/critica è ben scritta, come ti ho subito riconosciuto. Il problema è che le obiezioni che muovi sono tutt'altro che oggettive, mentre le premesse dichiarano in modo neanche tanto indiretto che in qualche modo lo siano. Se scrivi "ho bisogni più sofisticati di chi ha iniziato anni fa con cubetti di legno, simbologia poco chiara e altre amenità" e non ti rendi conto che ti stai ponendo automaticamente al di sopra di una certa categoria di giocatori che hai in mente, c'è un problema di fondo. Quella è solo una delle varie frasi peraltro.

Ribadisco che nessuno dei difetti da te elencati è oggettivo: rimane un tuo diritto la critica, il voto e quant'altro, ma personalmente, pur avendo letto ogni parola, mi rimane come sintesi un "non fa per me", senza alcun reale spunto di riflessione interessante (se non relativo alla legittima differenza di gusto tra persone diverse). Ovviamente questa è solo la mia umilissima opinione, niente di personale.

Rimango curioso di sapere quali sono secondo te i capolavori assoluti, così pour parler.

Articolo interessante ed in parte condivisibile. Io ho fatto solo tre partite a Brass, tra l'altro con molto tempo passato tra l'una e l'altra. Hai ragione su molti punti della tua analisi, il gioco non è assolutamente immediato, a meno che tu non sia un giocatore super scafato. Per tre quarti della prima partita non ho fatto altro che chiedere agli altri giocatori se potevo fare questo, se quello era possibile, facevo un'azione e la metà delle volte sbagliavo. Quindi hai ragione, richiede uno sforzo non indifferente e passi metà del tempo a scervellarti, eppure.... Eppure a fine partita ero soddisfatto, pure se ero ultimo. Il senso di crescita io l'ho avuto ed avevo una gran voglia di rigiocarlo per fare meglio. Credo che quelli che per te sono difetti, per altri siano pregi ed , a mio modo e vedere, entrambe le visioni siano valide. Ognuno ha i suoi gusti personali, ognuno cerca una certa esperienza di gioco, in base alle sue preferenze, quindi è logico che non a tutti piaccia il GIOCONE INCENSATO DA CHIUNQUE. Alla fine lo reputo un gran gioco, probabilmente un po' troppo al di là della mia portata, che merita tutto il successo che ha avuto.

Argomentazioni come le tue, espresse senza arroganza e supponenza, sono sempre bene accette. Trovo invece  molto fastidiose le prese di posizione oltranziste di chi detiene la verità assolute.

Quando ho letto questo articolo due cose mi sono sembrate subito evidenti, di cui la seconda dipendente dalla prima: 1) all'autore non è piaciuto Brass, nonostante tenti di far trasparire il contrario arrampicandosi sugli specchi. 2) I giudizi, del tutto soggettivi, sono palesemente forzati e dipendenti dalla prima condizione.

Che ergonomicamente Brass non sia il massimo è fuori discussione, ma neanche mia moglie, quasi completamente a digiuno di giochi da tavolo, si è mai lamentata nelle 4/5 partite fatte delle otto carte in mano e di come gestirle. Per non parlare delle città la cui posizione sulla mappa è ben indicata dai diversi colori riportati sia sul tabellone che sulla carta stessa. 
Non si capisce come i difetti ergonomici, in questo caso, possano influire cosi tanto nell'esperienza di un giocatore esperto. Potrei capirlo nel caso di un neofita, ma i neofiti difficilmente giocano a Brass. 

Altra cosa che stona e si fa fatica a condividere è come l'esperienza personale dell'autore, riportata per esempio nella frase "Durante i miei turni mi son trovato a chiedermi nel 90% del tempo “cosa posso fare”, anziché “cosa mi conviene fare”, possa essere fatta passare come un difetto o uno spunto di riflessione. Su cosa dovremmo riflettere? Sul fatto che l'autore dell'articolo non ha capito come si gioca a Brass? 

In conclusione, per rispondere alle domande poste dall'autore: 

Si, è possibile che un capolavoro abbia dei difetti, ma non sono ascrivibili alle proprie esperienze soggettive né ai propri gusti personali (del tutto legittimi).

Articolo che ha poco senso: difetti che non sono difetti (si chiamano "caratteristiche") con aggiunte soggettive e superficiali, con un pizzico di saccenza.

Spiaze. 

MarioRossi scrive:
Rispondo a te per rispondere anche ad altri che hanno liquidato il tutto come un "non fa per te, non ti piace, il resto son scuse".

Mi sono preso del tempo per riflettere sui motivi per cui il gioco non mi fosse piaciuto. Ho lasciato passare settimane tra le prime due sessioni di gioco e le seconde due, e settimane ancora prima di scrivere, per cercare di affrontare tutto in maniera quanto meno di pancia possibile. Ho espresso i miei pensieri in maniera circostanziata, adducendo le ragioni di ogni opinione espressa.

Le opinioni sono contestabili, ma liquidare il tutto con una frase così superficiale non mi sembra davvero necessario.

Il rispondere a tutti in modo generico può creare qualche problema di dialogo.

Personalmente sono il primo che in passato trovava scuse ad esempio quando giocavo a giochi di carte con combo da fare (Race for the Galaxy, Seasons, Agricola). Il motivo? Le mie prime partite a Race for the Galaxy le avevo fatte contro persone esperte, e io subivo e basta. La mia voglia di approfondire il tutto era scarsa e quindi in me è nato il sentimento di opposizione nei confronti di titoli del genere. Tra il mio livello e il livello delle persone che arrivavano dal mondo di Magic (dove le combo e le sinergie tra carte sono la base di tutto) c'era un abisso. E volente o nolente ho iniziato a fare il ragionamento che segue...

«Una volpe affamata, come vide dei grappoli d'uva che pendevano da una vite, desiderò afferrarli ma non ne fu in grado. Allontanandosi però disse fra sé: «Sono acerbi». Così anche alcuni tra gli uomini, che per incapacità non riescono a superare le difficoltà, accusano le circostanze.»

Con il tempo ho deciso di lavorare su questo aspetto, su questa reazione umana normalissima, sforzandomi in un primo momento a giocare titoli di carte con combo, anche se i risultati rimanevano deludenti. Adesso, dopo 10 anni, apprezzo maggiormente giochi simili, perché ho svolto tutto un percorso che mi ha permesso di diventare più competente in circostanze del genere. Essere più competenti permette di entrare più facilmente nello "stato di flow", essenziale per provare piacere quando si svolge un'attività.

Avrei potuto continuare a trovare scuse, facendo analisi molto dettagliate sul perché un certo prodotto non era valido, come fece la volpe, ma ho deciso di insistere, allenarmi comunque, fino a quando la mia sensazione di inadeguatezza è venuta a meno. Un percorso non facile, che in pochi decidono di fare, soprattutto se parliamo di attività da svolgere nel proprio tempo libero.

Leggendo il tuo pezzo su Brass, ecco, ho rivisto in parte il mio percorso, in una sfera simile ma diversa. Mi dispiace se hai avuto la sensazione di essere aggredito. Brass l'ho giocato ma non l'ho mai approfondito (che tu lo lodi o lo critichi, mi è abbastanza indifferente), quindi il mio discorso era da intendere più in generale. E sì, alla fine la questione è e rimane banale: se non riusciamo a fare qualcosa, proviamo poco piacere e cercheremo dei motivi razionali per evitare di ritrovarci in una situazione che potrebbe intaccare la nostra autostima, quindi cercheremo delle giustificazioni. Processi interessanti, a mio avviso, che sarebbe bello approfondire maggiormente.

comunque le accuse di saccenza mi paiono francamente eccessive: una persona ha detto la sua su un gioco.

doveva forse cospargersi il capo di cenere prima di ogni frase? mah.. 

Se scrivi "ho bisogni più sofisticati di chi ha iniziato anni fa con cubetti di legno, simbologia poco chiara e altre amenità" e non ti rendi conto che ti stai ponendo automaticamente al di sopra di una certa categoria di giocatori che hai in mente, c'è un problema di fondo

Perchè mai al di sopra? Al massimo in un'altra categoria. Bisogni più sofisticati non vuol mica dire che sono superiore, anzi. Spesso vieni definito "fighetto" invece che duro e puro. 
Vedo spesso dire "un gioco per pochi" per lasciare intendere che giocatori più moderni e fighetti non possono comprenderli, ma non me ne prendo a male. A ognuno il suo background.

Rimango curioso di sapere quali sono secondo te i capolavori assoluti, così pour parler.

Non so se sono capolavori ma sono i giochi che senza dubbio intavolo più spesso di qualsiasi altro: Terra Mystica, Agricola, Great Western Trail, Barrage, così su due piedi.

Altra cosa che stona e si fa fatica a condividere è come l'esperienza personale dell'autore, riportata per esempio nella frase "Durante i miei turni mi son trovato a chiedermi nel 90% del tempo “cosa posso fare”, anziché “cosa mi conviene fare”, possa essere fatta passare come un difetto o uno spunto di riflessione. Su cosa dovremmo riflettere? Sul fatto che l'autore dell'articolo non ha capito come si gioca a Brass? 

No, sul fatto che il gioco sia molto poco intuitivo, guidi poco le scelte dei giocatori e che sia opaco nella fase decisionale. Ma sono cose che ho scritto cercando di motivarle nell'articolo, e se non ti va di riflettere non posso aggiungere altro. Qualcuno si è detto d'accordo e è stato contento di vederlo messo nero su bianco, tanto mi basta.

Articolo che ha poco senso: difetti che non sono difetti (si chiamano "caratteristiche") con aggiunte soggettive e superficiali, con un pizzico di saccenza.

Spiaze. 

Non mi lasci molto spazio per rispondere. La tua spiegazione sui miei errori poi non ha proprio nulla di saccente: è un dato di fatto si possa liquidare l'articolo in due righe lapidarie.

E sì, alla fine la questione è e rimane banale: se non riusciamo a fare qualcosa, proviamo poco piacere e cercheremo dei motivi razionali per evitare di ritrovarci in una situazione che potrebbe intaccare la nostra autostima, quindi cercheremo delle giustificazioni. Processi interessanti, a mio avviso, che sarebbe bello approfondire maggiormente.

È vero, è naturale farlo. Capisci però che delegittimi qualsiasi risposta si possa dare alla tua argomentazione. "Se qualcosa non piace si cercano poi le motivazioni per autogiustificarsi" vuol dire che se aggiungo qualsiasi argomentazione contraria continuo a giustificarmi. Non c'è uscita nè possibilità di confronto dialettico.

Tra l'altro son proprio il tipo di giocatore che ama essere bastonato per capire dai propri errori e non mollare :)

niconiglio scrive:

comunque le accuse di saccenza mi paiono francamente eccessive: una persona ha detto la sua su un gioco.

doveva forse cospargersi il capo di cenere prima di ogni frase? mah.. 

Aggiungo una cosa:
la frase circa l'estetica non è saccenza.
Da nuovo giocatore ("giocatore di ritorno" è più giusto, con gioco da tavolo nella mia infanzia, gdr successivamente e ritorno ad altro gioco da tavolo successivamente) mi ricordo quando misero davanti Caverna la prima volta.
Vidi i componenti e non ne fui affatto impressionato, in particolare feci qualche battuta sui meeples che trovavo difficile distinguere 
(forse gli animaletti? non ricordo più).
Ora Caverna per la sua data di uscita era un gioiellino nel genere per i suoi materiali, per me aveva l'aspetto quasi di un gioco cheap.
Un gioco cheap che tra l'altro mi piacque molto, ma che mancava di una serie di requisiti che mi sarei atteso da un gioco di livello in particolare nella componentistica.

C'è stato negli ultimi anni un miglioramento costante di componenti e quanto pesi per le nuove leve (in un certo senso anche per me) è importante notarlo.

Questo, aggiungo, non è nè un bene nè un male, è solo che le circostanze di oggi sono cambiate rispetto a qualche anno fa e sono cambiati naturalmente i giusti e le sensibilità dei giocatori che gradiscono anche la parte dell'occhio seduto al tavolo e, se possibile, che tutto sia estremamente chiaro.
La precedente generazione forse era più impervia a questo tipo di valutazioni perché provenivano da esperienze e formazione ludica del tutto diversa e (ed ecco l'elefante nel post) non influenzata dalle dinamiche di marketing dettate da piattaforme come kickstarter, che piaccia o meno, ha modificato il rapporto tra gioco e giocatori anche negli ambiti di non diretta interazione.

In senso negativo tutto ciò ha portato a essere meno pazienti verso lo studio del gioco, dei difetti di produzione e in generale più parchi di tempo da dedicare al nostro hobby?  Probabilmente è così, sarebbe bello parlarne in un articolo condiviso con diversi tipi di  giocatore, ma tant'è.

P.S
Il tipo gi giocatore che scrive il post:
Ok german (proprio ieri ho giocato a barrage); non riesco a intavolare un ferroviario senza regolare contratto di lavoro, non ho mai giocato a Brass e non intendo farlo (e infatti di Brass qui nel post non si parla XD )

L'accusa sul fatto che il gioco non piace perché non si vince la trovo molto dipendente dalla persona. Io ad Hansa Teutonica ad esempio perdo SEMPRE ma mi diverte un sacco, idem tanti altri giochi, a Brass ho giocato un paio di partite e la voglia di rigiocarci è nulla a prescindere dal risultato. Bisogna accettare anche pareri diversi dai propri, anche perché noi pochi fuori dal coro riconosciamo tutti che Brass sia un ottimo gioco, semplicemente i difetti che ha (secondo me abbastanza oggettivi) pesano sul nostro divertimento più che sul vostro. Sono anche ragionevolmente certo che sia un gioco che cresce molto con l'aumentare delle partite, purtroppo la mia limitata esperienza non mi ha lasciato gran voglia di proseguire oltre (lo stesso dicasi per altri titoli, come ad esempio Mage Knight, al quale ad esempio ho vinto due delle quattro partite giocate, ma lo gioco solo sotto costrizione😅)

MarioRossi scrive:

Badger28 scrive:

Se scrivi "ho bisogni più sofisticati di chi ha iniziato anni fa con cubetti di legno, simbologia poco chiara e altre amenità" e non ti rendi conto che ti stai ponendo automaticamente al di sopra di una certa categoria di giocatori che hai in mente, c'è un problema di fondo

Perchè mai al di sopra? Al massimo in un'altra categoria. Bisogni più sofisticati non vuol mica dire che sono superiore, anzi. Spesso vieni definito "fighetto" invece che duro e puro. 

Vedo spesso dire "un gioco per pochi" per lasciare intendere che giocatori più moderni e fighetti non possono comprenderli, ma non me ne prendo a male. A ognuno il suo background.

Mario però dai, c'è un limite alle trollate. "Più sofisticati" in italiano indica senza alcuna ombra di dubbio una presunzione di superiorità. Se non lo pensavi, dovevi usare un'altra perifrasi.
"Gioco per pochi" invece è, quella sì, una frase di per sè neutra. Non implica affatto superiorità o presunta incapacità di comprensione, ma una combinazione di caratteristiche che possono rendere un titolo poco fruibile alla gran parte dei giocatori. Chessò: FEUDUM.
Insisti nel categorizzare i "giocatori moderni" (tu) e quelli "della prima ora" e, consapevolmente o inconsapevolmente, continui a sottolineare dove stia "il giusto". Ecco perchè più di uno rileva una certa saccenza e non bastano frasi di circostanza come "a ognuno il suo background" per cambiare la sostanza di tutto il resto.
E tutto ciò depotenzia un articolo che, ripeto, è anche ben scritto (seppur povero di contenuti realmente costruttivi). Sempre mia umile opinione. Non solo mia, a quanto pare.

Ultima considerazione: i titoli che hai fornito come esempi di capolavoro confermano al 100% la mia prima impressione - senza perdersi in grandi elucubrazioni anche pindariche (vedi questione nomi delle città), non sei compatibile con il tipo di interazione che producono giochi come Brass - che ti irrita perchè ti può togliere facilmente il controllo del flusso. L'interazione presente in tutti i "tuoi" titoli è molto meno sfacciata e distruttiva, virando evidentemente più sullo strategico che sul tattico. Non c'è niente di male in questo, ma trovo utile riconoscerlo. Sempre mia umile opinione.

Badger28 scrive:

Mario però dai, c'è un limite alle trollate. "Più sofisticati" in italiano indica senza alcuna ombra di dubbio una presunzione di superiorità. Se non lo pensavi, dovevi usare un'altra perifrasi.
"Gioco per pochi" invece è, quella sì, una frase di per sè neutra. Non implica affatto superiorità o presunta incapacità di comprensione, ma una combinazione di caratteristiche che possono rendere un titolo poco fruibile alla gran parte dei giocatori. Chessò: FEUDUM.
Insisti nel categorizzare i "giocatori moderni" (tu) e quelli "della prima ora" e, consapevolmente o inconsapevolmente, continui a sottolineare dove stia "il giusto". Ecco perchè più di uno rileva una certa saccenza e non bastano frasi di circostanza come "a ognuno il suo background" per cambiare la sostanza di tutto il resto.
E tutto ciò depotenzia un articolo che, ripeto, è anche ben scritto (seppur povero di contenuti realmente costruttivi). Sempre mia umile opinione. Non solo mia, a quanto pare.

Ultima considerazione: i titoli che hai fornito come esempi di capolavoro confermano al 100% la mia prima impressione - senza perdersi in grandi elucubrazioni anche pindariche (vedi questione nomi delle città), non sei compatibile con il tipo di interazione che producono giochi come Brass - che ti irrita perchè ti può togliere facilmente il controllo del flusso. L'interazione presente in tutti i "tuoi" titoli è molto meno sfacciata e distruttiva, virando evidentemente più sullo strategico che sul tattico. Non c'è niente di male in questo, ma trovo utile riconoscerlo. Sempre mia umile opinione.

Anche "sempre mia umile opinione" è una frase di circostanza, che di solito significa che si teme che quanto scritto possa suonare arrogante.

Non sto trollando: credo ci siano tipi diversi di giocatori, e la categoria temporale ha la sua rilevanza: chi è partito da prima vede le cose in luce diversa. E se nell'articolo traspare una vena di superiorità, è tutta colpa mia. 

Ma questa categoria di giocatori moderni che vede difetti nei mostri sacri esiste e non è necessariamente dotata di minori strumenti di quella passata. Se ho esagerato a esaltare il giocatore moderno è perchè spesso mi sembra che nella Tana non si possano toccare i "capolavori delle origini". Brass ne rappresenta un esempio.

E certo che ho riconosciuto che amo più gli strategici che i tattici: lo dico proprio tra le premesse iniziali, quando mi presento. Ma detto questo, sempre per rispondere a una domanda (mi sembra) tua, ho provato The Great Zimbabwe e mi è piaciuto molto. Non è sicuramente un gioco che intavolerei spesso, proprio perchè come dici tu ha fin troppa interazione; ma sicuramente ci giocherei volentieri, al contrario di Brass. Per tutti i motivi che ho elencato, con cui alcuni sono d'accordo e altri no.

Ho giocato a Brass solo due volte. Due brutte esperienze che mi hanno lasciata molto molto confusa. Ciononostante non ho mai pensato di criticarlo (questo o altri giochi) per il semplice fatto che è troppo difficile per me (o per meglio dire, che non possiedo sufficiente pazienza e tempo per imparare a giocarlo bene). 

Onestamente mi pare pure ridicola la critica ai nomi delle città (al massimo allunga un pochino i tempi). 

Il fatto poi che il gioco non ti prenda per mano, imboccandoti quelle due o tre scelte possibili, ma offrendoti invece un ampio ventaglio dai risultati incerti è stata la cosa che maggiormente mi aveva coinvolto e credo che sia un enorme punto a favore del titolo. 

 

X MarioRossi: lo avevi anticipato che questo articolo avrebbe portato con sé un bel polverone.. hehe.. però devo dire che tutto quello che hai esposto lo hai esposto argomentando ogni aspetto in maniera dettagliata e in maniera educata.. inoltre non si può dire che tu il gioco non lo abbia provato, avendo cmq fatto 5 partite (non sono 50, ma non è nemmeno 1.. oggigiorno, con la quantità di giochi in commercio (e sui nostri scaffali), sfido chiunque a dire quanti giochi, nell'arco di 6 mesi, siano stati intavolati più di 5 volte.. io, almeno, cerco settimanalmente di ruotare tutti i miei giochi.. e ne ho una trentina.. con quelli anche dei miei amici (un'altra 70ina almeno), difficile rigiocare spesso allo stesso gioco), perciò non capisco questo putiferio.. non gli piace questo gioco.. Amen.. il mondo è bello perché vario (se no tutti a giocare quei 15/20 titoli coi designer che non venderebbero più un gioco XD 🤣)

Cmq, x quel che può valere, prova Brass Lancashire.. ha una "complicazione" in meno poiché non ha la birra 🍺.. e ha meno edifici.. infatti, nonostante molti consiglino Birmingham, io, proprio x questo motivo ho preferito Lancashire.. x quel che vale la mia parola, una chance gliela darei.. se lo fai magari mandami un MP 🙃

StefaniaRaven scrive:

Ho giocato a Brass solo due volte. Due brutte esperienze che mi hanno lasciata molto molto confusa. Ciononostante non ho mai pensato di criticarlo (questo o altri giochi) per il semplice fatto che è troppo difficile per me (o per meglio dire, che non possiedo sufficiente pazienza e tempo per imparare a giocarlo bene). 

Onestamente mi pare pure ridicola la critica ai nomi delle città (al massimo allunga un pochino i tempi). 

Il fatto poi che il gioco non ti prenda per mano, imboccandoti quelle due o tre scelte possibili, ma offrendoti invece un ampio ventaglio dai risultati incerti è stata la cosa che maggiormente mi aveva coinvolto e credo che sia un enorme punto a favore del titolo. 

 

se è troppo difficile e non l'hai approfondito come fai a sapere se le critiche di mario sono fondate?

in ogni caso (quindi quello che segue non è in risposta a stefania raven) chi ha scritto questo articolo ha motivato le sue posizioni, e tutti questi attacchi sono perlomeno eccessivi: non ha scritto solo brass fa cagare e voi che ci giocate siete degli sfigati.

stiamo parlando di giochi da tavolo, quindi non credo ci siano spazi per dogmi (per quello c'è la teologia) ma per opinioni motivate su cui si può piu o meno essere d'accordo.

io non sono per nulla d'accordo con questo articolo, ma preferisco di gran lunga queste analisi ai soliti refrain "quanto è figo puerto rico, quanto è classico puerto rico" e via dicendo.

ne uscissero di più, non che a volte se critichi certi giochi pare di stare a discutere con dei timorati che manco le comari fuori dalla Chiesa la domenica mattina

 

Grazie Mario per l'analisi, molto interessante. Vorrei chiederti, potresti dettagliare un po' di più quali difficoltà hai trovato nell'uso della plancia giocatore? Ci sono altri elementi, oltre a quelli indicati, che hanno reso difficile comprenderne l'utilizzo? Questo dell'ergonomia è un aspetto che nei giochi mi interessa molto.

Io non credo che la questione riguardi tanto il merito di ciò che è stato scritto, quanto piuttosto il metodo.

Siamo tutti abituati ormai alla qualità dei contenuti di quello che viene pubblicato in Tana: articoli e recensioni puntuali, approfondite e scritte da persone esperte dei giochi di cui scrivono.

Se al contrario cominciassero a pubblicare cose tutti quelli che sono rimasti frustrati da una prima esperienza con un gioco di cui non hanno nemmeno compreso il funzionamento e che non hanno per nulla approfondito, credo che la qualità del sito si abbasserebbe drasticamente. Per lo meno questo è quello che percepirei io..

Prova Brass Lancashire che è decisamente più accessibile di Birmingham e meno tattico.

aleaiacta scrive:

Siamo tutti abituati ormai alla qualità dei contenuti di quello che viene pubblicato in Tana: articoli e recensioni puntuali, approfondite e scritte da persone esperte dei giochi di cui scrivono.

Se al contrario cominciassero a pubblicare cose tutti quelli che sono rimasti frustrati da una prima esperienza con un gioco di cui non hanno nemmeno compreso il funzionamento e che non hanno per nulla approfondito, credo che la qualità del sito si abbasserebbe drasticamente. Per lo meno questo è quello che percepirei io..

Beh, qui rispondo io. Ho ovviamente autorizzato io il contenuto (laddove ad esempio ci sono 4 recensioni ferme da tempo immemore perché non adeguate e con gli autori che non hanno risposto alla richiesta di integrazione). 
L'ho autorizzato per tre motivi:
MarioRossi, che io conosco di persona, è preparato e conosce il mondo del gioco, sebbene, come tutti abbia gusti e preferenze. 
Ha motivato le sue obiezioni (con molte delle quali io stesso non concordo) in modo esauriente. 
L'articolo  - com'è stato - poteva essere fonte di dibattito. 

La maggior parte di voi, pro o contro, ha contribuito al dibattito. Qualcuno ha alzato un po' i toni, ma è fisiologico di un forum e di internet in generale. 
Ho chiesto anche a due persone che Brass lo conoscono bene e che sono in generale due il cui parere è pesante, di intervenire  con la loro esperienza, ma ancora non l'hanno fatto. 

In ogni caso qualsiasi parere, se ben scritto e ben motivato, è permesso. 

ricord oltre a peppe anche odlos che non so se scriva ancora sul forum come discreto estimatore di brass.

aleaiacta scrive:
Se al contrario cominciassero a pubblicare cose tutti quelli che sono rimasti frustrati da una prima esperienza con un gioco di cui non hanno nemmeno compreso il funzionamento e che non hanno per nulla approfondito, credo che la qualità del sito si abbasserebbe drasticamente. Per lo meno questo è quello che percepirei io.

Personalmente ho apprezzato l'articolo scritto da Mario Rossi, nonostante le mie osservazioni possano far credere il contrario. È uno dei pochi che leggo sulla Tana, in realtà. :D

Le prime impressioni che un gioco dà sono tanto importanti quanto le impressioni che un gioco può dare dopo 30 partite. E il motivo è molto semplice: non tutti giocano 30 partite a un gioco, anzi, molti ne fanno poche, poi passano ad altro, quindi in realtà le prime impressioni sotto molti punti di vista sono più interessanti e vicine alle esigenze di molti giocatori che non il contrario.

Un discorso analogo vale per l'esperienza di gioco passata (come accennato giustamente da Mario nel suo articolo). Se uno gioca da 30 anni, ha una percezione delle nuove uscite diversa rispetto a chi ha iniziato a giocare da 3 anni. Queste cose un recensore bravo le tiene in considerazione. Agzaroth spesso valuta i giochi con una cognizione di causa che in pochi hanno. Quindi non sempre le sue valutazioni le reputo centrate e adatte a chi è nuovo nell'ambiente. Mario sotto questo punto di vista ha dato in passato contributi molto validi nella Tana, parlando dei giochi di Pfister in modo diverso rispetto ad Agzaroth.

Trovo pure molto interessante questo "esperimento" di far valutare un gioco vecchio a chi è relativamente nuovo nel settore, con tutte le osservazioni del caso.

Spero che in futuro Mario continuerà a proporci dei pezzi, come ha fatto finora. Poi si può condividere o meno quanto dice, ma della qualità dei suoi testi, personalmente non dubito.

A questo punto mi sento di aggiungere i miei 2 centesimi.

Ho letto l’articolo 2 volte e l’ho davvero apprezzato, pur non condividendo quasi nulla nel merito (scusa Mario). 

L’ho apprezzato perché ha aperto un dibattito, come si vede dal numero e dalla qualità degli interventi qui sopra. 

Questo per me è il punto principale. Mi sono avvicinato a questo mondo da relativamente poco e in questo periodo ho speso tempo (e denaro) per recuperare pressoché tutti i “mostri sacri” (lato german, ché gli americani li lascio alla prossima decade ...).  Devo ammettere che anche se mi sono sempre informato prima, grande peso hanno avuto nella scelta di acquisto tutti i pareri, le recensioni, i commenti positivi letti qui come altrove. 

Col risultato che, una volta arrivato il gioco, non poteva non piacere. Come fa a non piacerti, è un “mostro sacro”, osannato dagli esperti mondiali come il capolavoro del design  etc etc etc. ...

E invece, a volte, poche ma c’è ne sono state, qualche intoccabile mi è parso non così eccelso (solo soggettivamente?). E quindi mi sono chiesto quanta parte del mio giudizio fosse rimasta autonoma. 

Ora leggendo in giro, siamo sommersi da recensioni normalmente molto positive, tanto che bisogna un po’ leggere tra le righe per capire se il titolo ha oggettivamente difetti di un certo rilievo (ricordo una famosa rivista di auto che se leggevi “bagagliaio abbastanza spazioso” significava che ci stava un beauty-case.....).

L’articolo di Mario fa quello che pochi mi pare facciano e denota la maturità di questo sito, dei suoi gestori, e direi della grandissima maggioranza dei suoi frequentatori. Rivede in spirito critico, argomentando, un così detto capolavoro, spiegando i motivi della sua valutazione negativa. 

E infatti ha stimolato una discussione come pochi altri articoli. 

 

Personalmente vorrei leggere sempre più “controrecensioni” (non è il termine corretto ma spero si capisca), tanto quanto pregevolissimi sono gli articoli che descrivono i “flop” non necessariamente di un brutto gioco. 

Questi contributi alimentano in modo sano la discussione  e la crescita dell’approfondimento di questo mondo, così ludico ma così serio..

Chiudo dicendo che un simile percorso dovrebbe portare a mettere in discussione nostre convinzioni per poi vederle nella maggior parte dei casi confermate. E infatti, caro Mario, ti ho letto due volte ma mi spiace, continuo a considerare ancor più fermamente che I Brass (entrambi) vadano di diritto nell’Olimpo dei Capo Lavori ;) ;).  Ma grazie per il tuo contributo!

MarioRossi scrive:

Le opinioni sono contestabili, ma liquidare il tutto con una frase così superficiale non mi sembra davvero necessario.

La frase sarà superficiale ma - con tutto il rispetto - lo è anche l'articolo. La difficoltà a memorizzare 21 città inglesi?

Più tattico che strategico col reset prima era, quando l'intera prima era serve principalmente a porre le basi per poter sfondare nella seconda era?

L'hai giocato poco, e l'hai capito male. Non è il tuo genere? Ci sta, de gustibus etc. etc.

Liquidarlo con quattro fesserie per giustificarti, ci sta meno.

Sono un grande estimatore degli articoli di MarioRossi, dato che riesce ad entrare nel cuore delle strategie di molti giochi. Sono anche uno storico ammiratore di Brass,e comunque l'ho letto con piacere

Quest'articolo mi fa capire come l'ergonomia e la realizzazione di un prodotto può cambiare radicalmente l'approccio che si ha. Sinceramente non ho trovato seccenza, ho capito quanto voleva dire. È stato inutile? Almeno per me no.

Brass appartiene a una generazione precedente e per molti giocatori moderni è indigeribile. Non penso che i giochi che facciano oggi siamo superiori a Brass, semplicemente sono più tagliati per loro.

Mi sarei aspettato molte risposte di grandissimi estimatori di Brass, gamers che lo mettevano quantomeno nella loro top 3.....invece, anche quando leggo di qualche critica all'articolo, noto come spessisimo chi scrive tende a sottolineare che brass non rientra tra i suoi giochi preferiti o che l'ha giocato e non lo trova tra i migliori del suo genere o che dopo qualche partita lo abbia abbandonato per svariati motivi. 

Così, da non giocatore di Brass, le risposte più ancora dell'articolo mi fanno pensare che l'autore abbia interpretato i "sentimenti occulti" di buona parte di chi Brass lo ha giocato ed è poi venuto qui a commentare.

E se pensi questo di Brass non oso immaginare cosa scriveresti di altri giochi considerati comunque capolavori (o quasi) tipo fcm o tramways (l'elenco è lungo)

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