Founders of Gloomhaven: le ragioni di un insuccesso

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Founders of Gloomhaven

Founders of Gloomhaven esce nel 2018, un anno esatto dopo il successo di Gloomhaven. Sebbene ne porti all'interno il nome, il gioco è di tutt'altro genere, rifacendosi ai giochi di tipo euro con cui l'autore aveva iniziato il suo percorso di game design. Non tutti sanno infatti che il primo gioco di Isaac Childres è stato Forge War (2015), un gestionale in cui i giocatori impersonano degli armaioli col compito di forgiare armi per degli avventurieri.

Forge War non ha ottenuto un gran successo e con Founders of Gloomhaven Childres ci riprova, stavolta forte dell'esplosione del suo gioco precedente, già numero uno nella classifica di BGG.
Tuttavia, a fronte di un'ottima campagna Kickstarter, il gioco non raccoglie poi il consenso sperato. 
Qui provo ad analizzarne i possibili motivi.
Founders of Gloomhaven: plancia di gioco
Founders of Gloomhaven: plancia di gioco

Stesso nome, altro genere

Sebbene l'autore sia stato ben esplicito a riguardo, tanto da modificare anche l'aspetto e il carattere del nome del gioco, in corso d'opera, con Founders bello grosso e Gloomhaven sotto, più piccolo, è indubbio che, da molti commenti letti, alcuni finanziatori non avessero ben compreso che il gioco era di tutt'altro genere.
Ma come – direte – non era tutto ben chiaro nella pagina del Kickstarter? Certamente, in un mondo perfetto tutti comprendono esattamente quello che finanziano, ma ricordatevi anche che la vostra vicina di casa laureata si cura con l'omeopatia e ci crede forte.

Il gioco è sicuramente intriso di background, ma rimane un freddo e calcoloso euro, distante dall'avventura e dalle botte di Gloomhaven. 
In ogni caso, penso che quelli rimasti “fregati” da tale aspetto siano comunque una minoranza e i motivi più importanti siano quelli a seguire.

Bellezza vs ergonomia

Vi siete mai seduti su una di quelle poltrone di design che costano un occhio della testa, sono bellissime ma anche scomode come il puff di Fantozzi
Founders of Gloomhaven è ricco di materiali e con una grafica molto bella e curata. Le texture del terreno sono dettagliate e non solo macchie di colore, gli edifici tutti differenti, addirittura c'è un colore per ciascuna delle otto fazioni in gioco, anche se poi si può giocare massimo in quattro. 
Il problema è che, a livello di facilità di lettura, tutti questi dettagli ostacolano la fruizione immediata, aspetto aggravato dal fatto che sia un gioco di costruzione rete, in cui i collegamenti devono essere subito ben chiari. 
In questo caso, l'opulenza di Kickstarter ha arrecato un danno ergonomico al prodotto. Non dico occorra rimanere a livello di Faiyum, ma ci sono certamente vie di mezzo.
Founders: consiglieri e edifici di prestigio
Founders: consiglieri e edifici di prestigio

Qual è il focus del gioco?

Come evidenziato in recensione, il gioco è un mix complesso di molte meccaniche di pari importanza, affiancato da altre accessorie.
Molti giochi hanno una meccanica centrale ben definita, attorno alla quale ruota il resto del sistema. Questo dà in qualche modo “carattere” al gioco e una direzione certa al giocatore. 
Founders rimane piuttosto opaco in questo, perché la costruzione rete è importante quanto il deck-building, la gestione mano quanto le azioni condivise. Al contempo ci sono meccaniche come il piazzamento lavoratori che sono invece assolutamente accessorie e facoltative, ma anche questo non è immediatamente percepibile. 
In sostanza Founders ha un gameplay opaco e sfumato che non lo rende un gioco accattivante alla prima partita, probabilmente nemmeno alla seconda.

Troppo simile ad altri?

Si è fatto spesso il paragone con The Great Zimbabwe. In effetti il gioco della Splotter Spellen ha diversi aspetti in comune con Founders ed è anche indubbiamente qualche spanna sopra, sulla scala delle valutazioni. 
Però Founders ha anche molto di più (prende cose anche da Concordia e Puerto Rico, per dire) e sicuramente un carattere proprio, come vedremo nel paragrafo successivo). 
In ogni caso, la prima sensazione è quella ed è comprensibile che molti lo abbiano accantonato subito dopo un approccio superficiale.
Founders: partita in 3
Founders: partita in 3

Un flusso di gioco anomalo

Ho già parlato di quanto Founders sia opaco nel gameplay. Ritorno su questa parola perché è quella che definisce meglio il suo flusso di gioco. Si parte lentamente, con l'impressione che le azioni siano tutte costose e che la partita proceda a stenti, preventivando ore di gioco. Poi qualcosa scatta molto rapidamente e la conclusione può arrivare rapida ed inaspettata. 
Questo andamento iperbolico dà una strana sensazione al giocatore, che non sente di avere il pieno controllo della situazione, cosa enfatizzata anche della forte interazione indiretta che c'è sul tabellone.
In realtà, con l'esperienza, si riesce a controllare, ma soprattutto a prevedere questo flusso e si capisce che tutto ciò che succede nella seconda metà della partita dipende strettamente da come si è impostata la prima. Però occorre tempo per padroneggiare questo aspetto che, inizialmente immagino abbia disturbato più di un giocatore.

Conclusione

Non sostengo che Founders sia un capolavoro di gioco, anche se nelle mie valutazioni è molto alto. Ma secondo me il suo essere apparentemente un collage di altri giochi e, al contempo, essere così strano nel suo gameplay, lo ha penalizzato oltre il dovuto, assieme alle errate aspettative di chi pensava a Gloomhaven più che a Founders.

Commenti

 Oh, sarà quello che sarà, ma adoro Founders (con laWife ci abbiamo fatto tantissime partite) e ho apprezzato anche Forge Wars (giocato in 3 svariate volte anche se questo mi pare sia stato apprezzato meno dal gruppo).

😅

Come gira in 2?

Giauz scrive:

Come gira in 2?

sicuramente non sarà la configurazione ideale. Purtroppo non ho mai avuto modo di provarlo in 3/4. La mappa scala e comunque ci sono i vincoli di piazzamento. La vera differenza è che la fase di income viene gestita diversamente con una specifica carta del mazzo. 
 

comunque ci abbiamo fatto decine di partite (cosa che non posso dire di altri euro) e abbiamo iniziato ad apprezzarlo dalla 3a in su. Ormai chiudevamo una partita in 1h (le prime duravano anche 2/3h) 😅

ma ricordatevi anche che la vostra vicina di casa laureata si cura con l'omeopatia e ci crede forte.

Forse ti salvi perché sei Agzaroth, ma con una frase come questa rischi i forconi sotto casa... 😅

Io ho giocato prima a questo e poi a the great zimbawe.

Hanno molto in comune... Ma ho preferito questo. Sicuramente non é immediato. Ma come dici merita valutazioni migliori di quelle date su bgg

A me non e dispiaciuto per niente. 

Noi rientriamo a pienissimo titolo tra quelli che hanno bocciato il gioco alla prima impressione. Tutti, nessuno escluso. 

La prima partita nemmeno terminata proprio perchè era venuto tardi e, come dice bene Agz nell'articolo, non vedevamo la luce in fondo al tunnel. Forse avremmo dovuto terminarla. Ma era stato talmente bocciato da tutti che nessuno ha più voluto riprovarlo.

Per noi l'aspetto peggiore è stata certamente l'ergonomia.

TGZ, per quel poco che abbiamo potuto vedere, 100 spanne avanti.

traico7 scrive:

Noi rientriamo a pienissimo titolo tra quelli che hanno bocciato il gioco alla prima impressione. Tutti, nessuno escluso. 

La prima partita nemmeno terminata proprio perchè era venuto tardi e, come dice bene Agz nell'articolo, non vedevamo la luce in fondo al tunnel. Forse avremmo dovuto terminarla. Ma era stato talmente bocciato da tutti che nessuno ha più voluto riprovarlo.

Per noi l'aspetto peggiore è stata certamente l'ergonomia.

TGZ, per quel poco che abbiamo potuto vedere, 100 spanne avanti.

il bello del gioco, quando lo impari a conoscere, è che quando sembra che si stia trascinando senza fine, uno fa la mossa giusta e si innescano tante di quelle cascate che la partita finisce di botto 😂

Io lo gioco sempre molto ma molto volentieri. Ogni volta mi stupisce il boost con il quale si chiude dopo una prima fase che appare (e forse è) molto lenta.

Lo gioco in solitario e lo trovo sempre molto gradevole e soddisfacente. Il mio giudizio è però sporcato dal fatto che in solitario è un puzzle-game che come tipologia di gioco mi piace. Inoltre, l'aspetto "pessima ergonomia" risulta meno un difetto giocando in solitaria. Confermo però come il gioco risulti ostico a molti anche solo al pensiero di provarlo dato che nessuno nella mia cerchia ha mai mostrato interesse nel dargli una possibilità. 

Gioco che amo.. letteralmente.. il mio german preferito.. solo che richiede dedizione.. a livello componenti x me è stupendo (sacrifico un po' di ergonomia sull'altare del design.. le razze di gloomhaven mi piacciono molto).. e questo mix di tantissime meccaniche mi permette di unire in un unico gioco tanti giochi che adoro..

X me l'unica pecca (tanto che mi sono stampato uno specchietto x avere sott'occhio tutte le regolette) la complicazione nel posizionamento edificio sul tabellone.. connesso ma non adiacente, con l'eccezione di ponti e cancelli, con le case sul verde, ecc ecc.. questa è l'unica cosa che gli critico.. troppi cavilli sul posizionamento.. che poi se giocato con frequenza vengono automatici.. però al primo contatto ti lasciano spaesato..

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