Tesoro, mi si sono ristretti i mercenari. Gloomhaven: Buttons & Bugs

Cephalofair

È possibile ridurre un monster game del calibro di Gloomhaven in un gioco portatile e giocabile in una mezz'oretta, senza snaturarlo?

Giochi collegati: 
Gloomhaven: Buttons & Bugs
Voto recensore:
8,5

Cos’è Gloomhaven: Buttons & Bugs

Avete presente il film Disney del 1989 in cui un maldestro inventore rimpicciolisce per sbaglio i suoi figli e questi dovranno affrontare numerose peripezie cercando di tornare alle loro dimensioni usuali? Bene! Gloomhaven: Buttons & Bugs è più o meno questo. Seguendo alcune voci circa una Aesther in grado di donare grandi poteri a chiunque si presenti alla sua porta, il nostro malcapitato mercenario cadrà vittima di una trappola che lo ridurrà alle dimensioni di… un bottone! Il nostro compito sarà guidarlo attraverso numerose battaglie sconfiggendo insetti, rospi, ratti e nemici di ogni tipo ai quali è toccata la stessa sorte, cercando di capire cosa si nasconda dietro questi avvenimenti. Riusciremo ad aiutarlo a tornare nella sua forma originale?

In Buttons & Bugs l’atmosfera cupa e minacciosa tipica del mondo di Gloomhaven lascia il posto a una ambientazione più leggera, colorata e ironica che ritroviamo nell’artwork dei personaggi (i sei mercenari iniziali di Gloomhaven) e dei nemici, nelle plance degli scenari occupate da candele, torsoli di mela o matasse di filo per cucire e negli equipaggiamenti di cui potremo servirci rappresentati da tappi di bottiglia, bottoni, aghi o ami da pesca riciclati in armi o armature di fortuna.

Gloomhaven: Buttons & Bugs è un gioco esclusivamente solitario a firma di Joe Klipfel e Nikki Valens basato sul celeberrimo sistema di gioco di Gloomhaven e che è stato lanciato nell’estate 2023 durante il Gloomhaven Grand Festival, la campagna BackerKit con cui la Cephalofair ha finanziato diverse nuove uscite, tra cui il gioco di ruolo, la seconda edizione di Gloomhaven e la ristampa di Frosthaven. Klipfel è un game designer con il pallino per la creazione di riedizioni micro di giochi già pubblicati e nel 2021 aveva lanciato Gloomholdin’, un riadattamento non ufficiale di Gloomhaven giocabile nel palmo di una mano in stile Palm Island. Esperimento che evidentemente ha attirato l’attenzione della casa editrice di Isaac Childres che ha deciso di affiancargli Nikki Valens (Eldritch Horror, Le Case della Follia Seconda Edzione, Arkham Horror Terza Edizione) per lo sviluppo di una versione miniaturizzata ufficiale del dungeon crawler più acclamato di sempre.

Il gioco è arrivato da poco nelle mani dei finanziatori italiani ed è attualmente disponibile solo in inglese. Al momento della stesura di queste righe non è stata ancora annunciata una localizzazione italiana.

Come si gioca

Buttons & Bugs si gioca allo stesso modo di Gloomhaven, se non conoscete il sistema di gioco (dubito) vi raccomando di andare a leggere nella miriade di articoli presenti in Tana che ne parlano. Qui credo sia sufficiente andare a evidenziare le differenze principali e come alcuni aspetti sono stati ristretti rispetto al capostipite:
  • la mano di carte è ridotta a sole quattro carte a doppia faccia inizialmente girate sul loro lato A; una volta giocate, non vanno subito negli scarti, ma vengono prima girate sul lato B; le carte sul lato B, una volta giocate vanno negli scarti e non sono più utilizzabili prima di aver effettuato un riposo lungo o breve alla maniera di Gloomhaven;
  • il mazzo modificatori che in Gloomhaven modulava l’esito degli attacchi nostri e dei mostri è stato sostituito da un lancio di dado che può decretare un esito neutro, potenziato o depotenziato dell’attacco confrontandone il risultato su una tabella apposita;
  • l’intelligenza artificiale dei mostri, in base alla quale viene determinato quali azioni compiranno e con quale valore di iniziativa, non è più gestita con un mazzetto di carte, ma viene anche questa determinata da un lancio di dado che gli permetterà di eseguire una tra tre azioni disponibili riportate sulla carta di riepilogo del mostro stesso;
  • la plancia di gioco è riportata su una singola carta: sul fronte abbiamo l’introduzione e la conclusione narrativa dello scenario, gli obiettivi e la tipologia di nemici da affrontare, mentre sul retro troviamo la mappa a esagoni sulla quale avverrà lo scontro completa di posizione di partenza dei personaggi e terreni particolari (ostacoli, pericoli, punti di spawn, eccetera);
  • gli equipaggiamenti di cui possiamo avvalerci per affrontare ogni scenario sono riportati ai margini delle carte scenario già superate e all’inizio di ogni nuova sfida possiamo scegliere quali portare con noi; Anche qui come in Gloomhaven alcuni danno bonus permanenti, alcuni vanno attivati e sono riutilizzabili dopo un riposo lungo, mentre altri sono one-shot;
  • deck building e crescita del personaggio, tra i punti forti del sistema di gioco di Gloomhaven, sono stati semplificati senza tuttavia svilirli; ogni personaggio ha otto carte in tutto: quattro base e quattro avanzate (livello 1 e 2), ogni scenario riporta un livello che va da 1 a 5: quando giochiamo uno scenario di livello 1 useremo solamente le quattro carte base, mentre per ogni livello successivo al primo potremo sostituire una carta base con la rispettiva versione avanzata indicata sul retro della scheda personaggio, quindi in uno scenario di secondo livello introdurremo una sola carta avanzata, mentre al livello 5 avremo in mano solo carte avanzate; infine, al salire del livello dello scenario diventeremo più forti migliorando anche i nostri modificatori di attacco (solo upgrade senza nessuna personalizzazione possibile qui);
  • è possibile modulare a piacimento la difficoltà dello scenario su ben cinque diversi livelli di difficoltà agendo sui valori dei modificatori di attacco dei nemici che saranno incrementati o ridotti rispetto al valore standard semplicemente grazie a una carta;
  • il sistema degli elementi magici è stato mantenuto, sebbene un po' modificato: se le azioni che i nemici svolgeranno nel turno o una delle nostre carte in mano o attive riportano il simbolo di un elemento, significa che quell’elemento è infuso nell’aria, pertanto è possibile utilizzarlo per potenziare attacchi o altri effetti di gioco; una volta usato, indipendentemente se siamo stati noi o un avversario a farlo, il simbolo viene coperto con un segnalino qualsiasi fino a fine turno per ricordarci che è stato consumato e non è più disponibile per altri utilizzi.

Considerazioni

Buttons & Bugs è Gloomhaven

Non sono avvezzo al mondo del crowdfunding, personalmente preferisco investire su titoli la cui qualità è nota quando questi sono effettivamente disponibili e, perché no, reperibili di seconda mano. Tuttavia, quando Buttons & Bugs è stato annunciato sono rimasto incredulo. Conoscevo di nome Gloomholdin’ e, sebbene lo trovassi un’idea geniale, mi sembrava anche sufficientemente goffo e macchinoso da starne alla larga. La campagna di Jaws of the Lion del mio gruppo si stava arenando causa ferie estive, per cui mi consolavo giocando in solitario l’ottima versione digitale su Steam. Scoprire che quell’esperimento visionario sarebbe diventato un gioco vero e proprio sotto la supervisione dell’autore e che avrei potuto giocare in solo a Gloomhaven con tempi ridotti e setup agevoli senza dovermi mettere davanti a uno schermo anche nel tempo libero non mi sembrava vero. Quindi, nonostante un po' di dubbi sulla buona riuscita di un così ambizioso progetto di miniaturizzazione, mi sono lasciato tentare dai soli quindici dollari richiesti dal pledge curioso di scoprire come sarebbe stato il prodotto finito.
Bene, credo che l’obiettivo sia stato raggiunto in pieno: Buttons & Bugs è Gloomhaven in tutto e per tutto, ma sul palmo di una mano! La riduzione operata nel design di Buttons & Bugs ha riguardato il formato e l’ergonomia dei componenti, ma non ha intaccato ciò che caratterizza maggiormente Gloomhaven: un sistema di gioco tecnico e sfidante in cui bisogna effettuare costantemente scelte significative e sofferte, dove calibrare al massimo il tempismo delle proprie azioni riadattando i propri piani di continuo in base al comportamento degli avversari. La durata di gioco è stata ridotta nell’ordine dei venti/trenta minuti a scenario e i tempi di setup e riordino sono molto limitati. L’epicità per forza di cose ne risente: i singoli scenari e la campagna non hanno lo stesso ampio respiro di Gloomhaven (si perdono per strada anche tutte le classi sbloccabili), tuttavia la soddisfazione di gioco è rimasta inalterata.
Il nuovo sistema di gestione delle carte a doppia faccia (con lato A e B), benché rappresenti una soluzione utile a dimezzare il numero di componenti e l’ingombro dato dalle carte azione, aggiunge, nel bene e nel male, un ulteriore strato di tecnicismo e complessità alla gestione della propria mano. Il ventaglio di azioni è ridotto, dato che gli effetti presenti sul lato B saranno disponibili solo dopo aver giocato la carta dal lato A, potremmo dunque non averli a disposizione nel momento del bisogno oppure dovremo pianificare con maggiore attenzione anche i turni successivi. Inoltre, per massimizzare la resistenza del nostro personaggio nel tempo dovremo evitare, quando possibile, di rimanere con un numero di carte dispari in mano, soprattutto se girate sul lato A.  Dovremo quindi frequentemente soppesare le nostre scelte tra giocare le combinazioni di azioni più performanti o privilegiare la resistenza nel tempo del nostro eroe.

Il gioco è stretto in tutti i sensi, anche nel numero di round/azioni che potremo svolgere: al netto delle carte a perdere (quelle con la “X” rossa che dopo l’uso vanno direttamente nella pila “lost”) e di alcuni effetti di recupero delle carte disponibili per alcuni personaggi, avremo massimo nove turni giocati (se la matematica non mi inganna) e fino a undici se faremo solo riposi lunghi (difficile perché le mappe sono piccole e non è facile trovare il momento o la posizione giusti per un riposo lungo ragionevolmente al sicuro). Questo, unito alla ridotta dimensione degli scenari e al fatto che il gioco prevede un solo mercenario non permettendo di generare e sfruttare le sinergie tra compagni di squadra, mi hanno trasmesso, ancor più che in Gloomhaven, la sensazione di trovarmi di fronte a un puzzle-game in cui si deve trovare la giusta soluzione per salvare la pelle dalle grinfie dei mostri. Sempre che questa incontri il favore della dea bendata…

Alea

Come anticipato, l'intelligenza artificiale dei mostri e i modificatori, originariamente gestiti tramite dei mazzetti di carte, sono ora regolati da uno spietato tiro di dado a tre facce, “-“, “0”, “+”. Reputo che anche questa soluzione sia efficace e intelligente; tuttavia, dove in Gloomhaven avevamo una certa prevedibilità dei possibili esiti e, salvo qualche "rinfrescata" le carte modificatore uscivano più o meno tutte prima o poi, qui saremo maggiormente in balia dei capricci del fato. L’impressione che ho avuto in certi scenari è che, se si lancia male qualche dado di troppo, sia impossibile vincere la partita.
Va comunque detto che in un minuto si può azzerare e in un'altra ventina si ripete lo scenario, quindi credo si possa tollerare anche un po' di fato avverso. Comunque, in caso di scenari piuttosto ostici, si può sempre ridurre la difficoltà in modo da non doverci dedicare troppi tentativi.

Personaggi

Nella scatola di Buttons & Bugs sono presenti gli stessi sei mercenari iniziali di Gloomhaven, ognuno dei quali molto fedele al suo caratteristico stile di gioco. Le carte azione hanno gli stessi nomi di quelle presenti nel gioco originale, alcune addirittura con i medesimi effetti, mentre altre sono state modificate per ragioni  meccaniche o di bilanciamento (ad esempio le evocazioni o le trappole non esistono in Buttons & Bugs). Comunque, il feeling e lo stile di gioco delle sei classi sono ottimamente resi anche in formato mignon. La carta riepilogo di ciascun personaggio ne indica la complessità di gioco: ne troviamo tre più semplici (Bruiser, Cragheart e Silent Knife) uno intermedio (Mindthief) e due più complessi (Spellweaver e Tinkerer). Percui se siamo un po' arrugginiti o non conosciamo bene il sistema di gioco possiamo partire con personaggi più immediati e passare a quelli più complessi in un secondo momento. Personalmente non ho trovato la Mindthief più complessa di altri personaggi, forse solo più fragile, mentre l’inventore e l’incantatrice in effetti richiedono un impegno maggiore per essere gestiti bene.

Scenari, nemici e rigiocabilità

Il gioco contiene ben venti diversi scenari, sei dei quali da giocare solo se si sta utilizzando uno specifico personaggio. Ciascuna campagna dura quindici scenari in tutto. Già con quindici partite il gioco si potrebbe rivelare più longevo di molti titoli che compriamo e non intavoliamo più dopo tre o quattro volte, ad ogni modo con sei campagne la durata complessiva è di novanta partite (al netto delle sconfitte). Come detto, gli scenari sono piuttosto rapidi quindi si riesce a giocarne diversi di fila senza problemi. All’interno della campagna affronteremo venti tipi di mostri diversi caratterizzati da comportamenti e abilità molto vari, per cui un’ottima diversificazione tra uno scenario e il successivo tale da non rendere ripetitivo l’avanzamento del gioco.
In gran parte degli scenari l’obiettivo sarà l’eliminazione di tutti i mostri; tuttavia, ce ne sono diversi con regole speciali o obiettivi diversi dal semplice far piazza pulita.

Ho trovato alcuni scenari molto sfidanti e difficili da superare al primo tentativo, immagino non possa esserci un bilanciamento perfetto al millesimo di ogni scenario con ogni mercenario, ma progredendo di scenario in scenario impareremo a studiare il comportamento dei mostri approfittando dei loro punti deboli, equipaggiandoci con gli oggetti giusti o sfruttando le carte di livello 2 più efficaci per lo scenario corrente. Da questo punto di vista i sistemi di deck-building ed equipaggiamento, seppur semplificati, sono più flessibili e consentono di variare stile di gioco, provare diverse strategie e adattarsi maggiormente alle avversità che dovremo affrontare di partita in partita

È anche molto importante sfruttare danni e malus conferiti dai terreni pericolosi ai nostri avversari (veleno e ferita su tutti) e ricordarsi che non c’è disonore nel ridurre la difficoltà dello scenario al bisogno (dico bene?).

La rigiocabilità c’è tutta, se poi la rapportiamo al prezzo e alle dimensioni del gioco direi che siamo a livelli molto alti.

Regolamento

Per ovvie ragioni di spazio (stiamo parlando di una scatola che vista dall’alto è molto probabilmente più piccola del vostro smartphone) la scatola contiene un piccolo e scomodo regolamento introduttivo che riporta le meccaniche principali, la versione completa è disponibile on-line sul sito dell’editore. Questo con tutti i pregi e i difetti che può avere un documento digitale rispetto al cartaceo. Un'apprezzabile risorsa messa a disposizione dei giocatori è il tutorial interattivo realizzato in collaborazione con Dized disponibile sempre online. Anche questo, come il regolamento cartaceo, si limita a introdurre le meccaniche principali e necessita poi di una lettura del regolamento completo per poter padroneggiare il gioco.

Meglio o peggio di un classico approccio non saprei. Trovo un po' scomodo cercare sul telefono le info quando necessito di chiarire alcune regole e sul forum di BGG dove ad oggi sono già presenti 77 discussioni di chiarimento delle regole, quindi qualche dubbio pare sia rimasto a molti giocatori. Di certo è stato fatto uno sforzo apprezzabile cercando di conciliare le dimensioni ridotte della scatola con la completezza di informazione e l’agevolazione dell’approccio al gioco.

Questo o Jaws of the Lion?

Quindi, si chiederanno in molti, comincio da questo o da Jaws of the Lion? Credo che la risposta giusta, per la maggior parte dei giocatori, resti Jaws of the Lion in quanto è un gioco ottimamente realizzato, appositamente pensato per introdurre al sistema di Gloomhaven grazie agli scenari introduttivi che fungono anche da tutorial ed è giocabile fino in quattro giocatori. Credo Buttons & Bugs possa spiazzare più del predecessore, alle prime partite, se non si ha nessuna conoscenza del sistema di gioco e l’impressione che mi ha dato è di essere principalmente rivolto ai fan di Gloomhaven.

Ad ogni modo, se si pensa di giocare esclusivamente in solitario e/o si predilige un gioco più veloce e facile da intavolare, Buttons & Bugs può comunque rappresentare la scelta giusta al netto di un piccolo sforzo in più nelle prime partite. In questo senso il tutorial interattivo di cui sopra rappresenta un valido aiuto.

Materiali

Devo ammettere che pochi giochi mi hanno entusiasmato quanto Buttons & Bugs alla prima apertura della scatola. Le dimensioni sono davvero ridotte e la scatola, che sta nel palmo di una mano, sembra un piccolo forziere. Se poi pensiamo che non abbiamo in mano un filler qualsiasi, ma niente popò di meno che Gloomhaven, la cosa ha dell’incredibile.

Mantenendo lo standard rispetto agli altri giochi della serie, la scatola di Buttons & Bugs è piena zeppa di carte, token, indicatori dei punti ferita girevoli, segnalini, plance e miniature.

I personaggi hanno ciascuno la propria miniatura di un centimetro circa: nonostante la dimensione, il livello di dettaglio è notevole. I nemici sono invece rappresentati da cubetti colorati. I modificatori di attacco e la priorità dei mostri sono gestiti su plance dual layer molto comode. La vita di personaggi e mostri è riportata su indicatori rotanti semplici e funzionali.

Unico neo in una produzione altrimenti impeccabile sono le carte sottili e non telate che, nella mia copia, già all’apertura risultavano imbarcate. Di solito non è un aspetto a cui do molto peso, le carte infatti sembrano analoghe a quelle di Jaws of the Lion e in quel caso le avevo trovate nella media (o solo leggermente al di sotto). In questo caso invece le carte scenario rappresentano anche la plancia di gioco, devono quindi ospitare sopra di sé diversi componenti e se imbarcate sono più inclini a disastri come il tocco accidentale o l’immancabile folata di vento che ribalta tutto quanto (siete avvisati). Dovendo gestire diversi componenti in uno spazio molto ridotto, una maggiore stabilità del tabellone sarebbe utile e gradita, almeno le carte scenario avrebbero necessitato di più cura (e spessore).

Le altre carte non sono da meno, e quelle che vanno inserite sulle plance dual-layer non si adagiano molto bene nella loro sede se imbarcate. Non proprio una gioia per gli occhi, ma su questo si può anche passare sopra.

Potrebbe essere utile imbustare almeno le carte del personaggio di turno, comunque ad occhio e croce direi che la scatola possa ospitare anche tutte le carte imbustate.

Conclusioni

Con le dovute differenze, siamo di fronte a un gioco assolutamente degno di rientrare nella famiglia degli X-Haven. L’operazione di radicale rimpicciolimento presentava un alto rischio di creare una chimera non all’altezza delle aspettative e della reputazione del gioco; invece, è stato realizzato un prodotto interessante e di alto livello.

Credo che dopo Jaws of the Lion (di cui spero arrivino altri capitoli in futuro) in pochi avrebbero scommesso sul fatto che fosse possibile ridurre ulteriormente un monster game del calibro di Gloomhaven mantenendone pressoché inalterato il gameplay, la profondità e la soddisfazione per il giocatore. Klipfel e Valens ci sono riusciti, realizzando un grande gioco dentro una piccola scatola.

PS: riguardo al voto (chi sono mai io per dare il voto a un gioco?) ritengo che il gioco sia da 9, ma ad oggi, sebbene abbia provato tutti i personaggi, ho concluso la campagna solo con la Mindthief. Per cui indico un più cautelativo 8.5 riservandomi di confermare o meno il voto nella sezione commenti in futuro.

Pro:
  • Gloomhaven nel palmo di una mano giocabile in una mezz'ora.
Contro:
  • più aleatorio del normale Gloomhaven;
  • il sistema di carte double-face e la ridotta dimensione della mano possono limitare le opzioni di gioco;
  • scarsa qualità delle carte.
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Commenti

Molto interessante, però io non sono un giocatore da solitario...

Bellissima recensione, grazie!

Questo finisce senza dubbio tra quelli che prima o poi vorrei recuperare.

Piccolo grande gioco. Per quello che é riuscito a proporre meriterebbe pure 10. 

Molto interessante, però io non sono un giocatore da solitario...

non ho ancora approfondito l'argomento, ma su bgg (ovviamente) già si parla di giocarlo in 2 giocatori. credo vada al di là dei presupposti del gioco, però potrebbe rivelarsi una variante molto interessante x es da giocare in vacanza vista la portabilità della scatola. vediamo se qualche utente sarà ingrado di strutturare la cosa in maniera degna

Piccolo grande gioco. Per quello che é riuscito a proporre meriterebbe pure 10. 

sono d'accordo, la riduzione che è stata fatta del gioco originale ha dell'incredibile. credo che però qualcosina rispetto ai predecessori lo perda per la sua natura di solitario.

spero che dalla recensone e dal voto riportato sia comunque chiaro ai lettori che è un gioco molto valido che merita di essere giocato

Si hanno notizie su una possibile localizzazione italiana?

Non fosse solo per giocare in solitario lo avrei già preso. Adoro quando lo sviluppo raggiunge certi livelli di ottimizzazione!

Anche ae le carte son giunte un po' imbarcate , non troppo ma un po' si. Il tutorial anche online è chiaro ma ci sono delle cose che non ho capito es: ogni missione superata ha 2 equipaggiamenti ...ne devo scegliere uno dei due? Via via si somma tutto con le varie missioni o posso averne uno solo? Ancora . Dopo 2 missioni il gioco riporta liv.2 , vuol dire che già da lì cambio le carte del personaggio, mi pare presto... Al netto di questi dubbi ho già fatto 3_4 missioni e provato 3 PG ed è molto Gloomhaven!

Non credo Asmodee se lo lasci scappare. Bisogna solo capire quando...

@kurta per ogni livello dello scenario successivo al primo puoi migliorare una carta abilità (anche variandole da scenario a scenario). Quindi scenario di livello 1: solo carte iniziali; scenario di liv 2: 3 carte iniziali più 1 con upgrade; scenario di liv 3: 2 carte iniziali più 2 carte con upgrade ecc...

Per gli oggetti deciderai di missione in missione quali equipaggiare. Di ogni carta potrai usarne solo uno dei due. hai sempre 2 slot x oggetti mano singola, o uno slot x oggetti mano doppia. Gli oggetti tascabili puoi portarne in numero pari al livello dello scenario diviso per due arrotondato per eccesso.

A volte in battaglia è meglio brandire un'imponente bipenne. In altre occasioni può bastare una piccola daga. E questa è veramente una daga ben forgiata, efficace e degna d'attenzione. Benvenuto a questo nuovo piccolo erede del casato di Gloomhaven e lode all'autore di questo scritto recensorio.

Non mi attirava in KS e non mi attira nemmeno adesso che è arrivato sui tavoli. Posso elogiare l'ottima "conversione" per quel che leggo dall'appassionata recensione, ma credo che la riduzione perfetta sia stata già raggiunta con JoL, stringere ancora di più lo trovo innecessario ed eccessivo per i miei gusti :)

Per me, che ho finito gloomhaven "il grosso", questa "riduzione" é un gioco fenomenale, ieri l'ho giocato sul telo mare.
Se fosse anche stato 2p sarebbe stato un 9 per via della portabilita, immagino che qualche fan possa far uscire degli scenari PnP per sopperire, ma come gioco single player rasenta la perfezione:
unica pecca un po troppa alea per i miei gusti.
Il rapporto qualita prezzo é praticamente ridicolo, e vince a mani basse su tutti i solitari che ho provato (warps edge , friday, falling skies).

Confermo, è un piccolo gioiellino che non sminuisce minimamente la complessita del fratellone. Se si fanno errori li si paga a caro prezzo.

 

in realtà a inizio Aprile ho chiesto loro quando sarebbe uscito in Italiano e mi hanno detto che non era nei loro piani al momento. :-( 

Trovato su vinted ad un prezzo "umano" e preso immediatamente.... La irreperibilità ne ha fatto alzare il prezzo a dismisura.... Su eBay, costo più spedizione, sta Easy intorno ai 60€ e più.... Io l'ho trovato a 33 da uno che lo vendeva in Portogallo.... Non vedo l'ora di provarlo!!!

Gioco clamoroso.... Alla fine non inventa nulla (è gloomhaven), ma essere riusciti a condensare una esperienza di gioco così profonda in una scatola così piccola, con materiali di assoluto pregio, che richiede un setup di 2' e una longevità così elevata (6 PG completamente asimmetrici e tutti quegli scenari, alcuni esclusivi x classe) merita un 10, senza se e senza ma. È il secondo 10 che do in vita mia.... Ma lo merita tutto!

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