Provato una sola volta, l'ho trovato anche io superiore ad Ares. Bella rece
È il 2016, un semisconosciuto autore pubblica un gioco con un mazzo di duecento carte uniche, cubetti effetto metallico che si scoloriscono a guardarli e plance personali dello spessore della carta velina. Non proprio delle premesse esaltanti, no? Eppure quell'autore è Jacob Fryxelius e il gioco era Terraforming Mars, un gioco capace di imporsi nei cuori di molti appassionati capace dopo quasi dieci anni dalla propria uscita di rimanere saldamente nei primi dieci giochi della classifica di BGG, sintomo se non di qualità del gioco, quantomeno di popolarità.

Purtroppo la versione Ares non mi ha convinto, più simile a Race for the Galaxy che a Terraforming Mars, e non così breve da poter essere un'alternativa snella al predecessore, mentre in questa sede andremo a vedere l'ultimo della cucciolata.
Terraforming Mars: The Dice Game è un gioco di Jacob Fryxelius per 1-4 giocatori della durata di circa 45 minuti a partita, edito da FryxGames e portato – come tutto il materiale TM – nel nostro paese da Ghenos Games. Mentre scrivo ho sulla scrivania la copia italiana del gioco.
Ambientazione
Marte è il pianeta più famoso del sistema solare. Perfino Saturno, nonostante la bellezza unica dei suoi anelli, non è altrettanto popolare.
Andrea Bernagozzi
L'idea di fondo è sempre la stessa: guidando delle mega-corporazioni futuristiche dovremo rendere Marte un pianeta abitabile adattandolo alle nostre necessità, portando acqua, ossigeno nell'atmosfera e rendendo la temperatura adatta alla nostra sopravvivenza.
Il gioco in breve
La fortuna ama le persone non troppo sensate; ama gli audaci e quelli che non hanno paura di dire “Il dado è tratto”.
Erasmo da Rotterdam
Aprendo la scatola del gioco troviamo un tabellone di gioco a doppia faccia, un po' di segnalini esagonali (foreste, città, oceani e siti speciali) un mazzo di carte e soprattutto un sacco di dadi personalizzati, che attirano l'occhio.
Una partita a Terraforming Mars: The Dice Game ha un numero di turni variabile, la partita termina nel momento in cui due dei tre indicatori di terraformazione – ossigeno, temperatura e oceani – sono stati portati al massimo.
Al proprio turno un giocatore potrà scegliere se eseguire un turno di produzione o un turno delle azioni.
Un turno delle azioni prevede un'azione ausiliaria e un'azione principale, mentre nel turno di produzione si pescherà fino ad avere cinque carte in mano e si lanceranno tutti i dadi che la nostra corporazione è in grado di produrre.

Ogni volta che si contribuisce alla terraformazione di Marte si ottengono due punti vittoria, e al raggiungimento di cinque e dodici punti si otterranno delle carte bonus che forniranno benefici vari, da giocare immediatamente un secondo turno, ad un aumento di produzione o la possibilità di piazzare un nuovo elemento in mappa.
Ad inizio partita saranno estratti casualmente tre milestone casuali che saranno assegnate direttamente al primo giocatore a raggiungere le condizioni richieste. Come detto la partita terminerà nel momento in cui due dei tre indicatori saranno portati al massimo, si giocherà un ultimo turno, e ai punti vittoria guadagnati nel corso del gioco ne verranno assegnati quattro per ogni milestone reclamata e si verificheranno le maggioranze di tre simboli – estratti anch'essi casualmente ad inizio partita – sulle carte giocate, fornendo così cinque punti a chi ne ha di più e tre al secondo, a questi si aggiungeranno eventuali punti sulle carte giocate.
Esiste anche la possibilità di giocare in solitario, modalità che non ho giocato ma riporto per amor di completezza, dove il giocatore dispone di cinquanta turni per completare la terraformazione innalzando tutti e tre i parametri.
Considerazioni
Sii sempre la versione migliore di te stesso e non la brutta copia di qualcun altro.
Judy Garland
Il gioco di dadi di Terraforming Mars è un gioco che mi ha saputo sorprendere, ma andiamo con ordine.
I materiali sono di buona qualità: come già detto i dadi personalizzati fanno la parte del leone, ma anche il restante materiale è più che sufficiente.
Il gioco riesce ad essere quello che promette, un gioco relativamente semplice che anche con il massimo numero di giocatori si conclude in poco meno di un'ora.
I dadi hanno il loro elemento di casualità, il peso della fortuna c'è, nonostante una delle tre azioni ausiliarie previste sia scartare un dado per girarne un altro sulla faccia desiderata si capisce che dei tiri ottimali saranno sempre preferibili al dover manipolare i dadi, manipolazione ottenibile, oltre che con l'azione ausiliaria, con i bonus di piazzamento in mappa e come effetto di alcune carte blu.

Le milestone sono degli obbiettivi che è importante perseguire e possono dare un indirizzo alla partita nelle fasi iniziali, perché è bene non dimenticarsi di quei punti, che alle volte si rivelano significativi.
Meno riusciti sono i riconoscimenti che premiano la maggioranza di determinati simboli sulle carte, ma qui, nuovamente torniamo ad avere a che fare con la fortuna della pesca, con simboli che semplicemente non peschiamo.
Il conseguimento dei punti vittoria è molto interessante, perché nelle prime fasi della partita risulta essere decisamente utile realizzare i primi dodici punti vittoria il prima possibile, così da avere il diritto di scelta sulle carte bonus più utili a quello che stiamo facendo.
Il tabellone è sfruttato come fonte di bonus al piazzamento delle tessere oceano, piantagione e città, anche se alcune – molto poche in realtà – carte hanno un'interazione diretta con la situazione sul tabellone.
Nonostante la rapidità del gioco alle volte il downtime si può avvertire a pieno numero di giocatori, perché svolgerete dei turni velocissimi, spesso acquisendo due nuovi dadi o scartandone due per manipolarne altri due, per poi aspettare i turni dei vostri tre avversari.
Cosa resta di Terraforming Mars
Continua a piantare i tuoi semi, perché non saprai mai quali cresceranno, forse lo faranno tutti.
Albert Einstein.

Le differenze sono tali, per complessità, target, durata e meccaniche che non è praticamente possibile fare un confronto tra i due titoli, nonostante ciò ho pensato di dedicare qualche riga per rivolgermi ai giocatori di Terraforming Mars e vedere insieme quali elementi del gioco potranno ritrovare in questa versione di dadi (al netto di quanto detto qui sopra).
Oltre alla terminologia – milestone, riconoscimenti ecc. - e all'utilizzo di nomi uguali per carte e corporazioni, si ritroveranno qui vecchi amici come Thorgate e Helion, che altro non sono che simpatiche strizzate d'occhio data poi la natura decisamente diversa.
Ma quello che accomuna i due titoli sono le sensazioni che il gioco suscita, soprattutto nella gestione del tempo. Infatti, anche qui ci ritroveremo a dover capire la tempistica giusta con cui fare le azioni: chiamo la milestone o gioco prima questa carta che mi impenna la produzione? Alzo adesso il calore o aspetto che lo faccia tizio e provo a prendere il doppio bonus? Ovviamente il tutto condensato in un titolo più rapido, tattico e fortunoso.
- Condensato
- Tattico
- Ottimi materiali
- Fortunoso
- Alle volte si avverte il downtime
Nasco come giocatore di ruolo per poi passare al Larp, laureato in storia militare, appassionato di fantasy, arrivo nel tunnel del gioco moderno con Last Night on Earth scoperto per caso grazie alla passione per i B movie e gli zombie, il background del perfetto giocatore American, ma poi ho scoperto Feld.
Sono un giocatore onnivoro, ma la preferenza va agli euro di medio peso, l'eleganza è uno degli aspetti che mi colpisce di più in un gioco, cosa che mi porta a diffidare dei titoli eccessivamente barocchi, soprattutto quando le sovrastrutture sono complicazioni inutili.
Per i giochi tematici invece la narrativa emergente è tutto, esigo che le meccaniche e le dinamiche raccontino una storia.