Ahahahah, bravo Fede, ottima recensione
Nimble è un gioco di destrezza e - soprattutto - rapidità, in cui da 2 a 4 giocatori sfoglieranno il “più velocemente possibile i più amati classici della letteratura mondiale”. Ma succederà davvero?
Antefatto
È passato ormai un po’ di tempo da quando, alla GobCon Deluxe di Bologna, il grande capo Agzaroth mi si è avvicinato, mi ha consegnato la scatoletta di Nimble e m’ha domandato: “Questo me lo recensisci tu?”, dandomi un bacino su una guancia. Eccolo, il Bacio di Giuda: inizio a guardare con sospetto la bella copertina di Nimble, edito in italiano da Cranio Creations, cercando di capire dove fosse l’inghippo.
Voto previsto dai presupposti: 3,1
Capitolo 1 - Alla scoperta del gioco
“Fico!”, penso. Vado a guardare i due mazzi di carte in cerca di fantastiche illustrazioni e… bam, delusione fortissima e cocente. Le carte altro non fanno che rappresentare due colori, uno presente in un cerchio al centro della carta stessa ed un altro che gli fa da cornice nel resto della carta. I sei libri sono rappresentati dai sei colori presenti nel gioco e da disegni “di sottofondo” alla carta stessa, non eccessivamente caratterizzanti e presenti. Nonostante la presenza dei disegni, non penso sia un gioco adatto a dei daltonici.
Voto previsto dal primo impatto: 4,5
Capitolo 2 - Giù nell'abisso delle regole
Ogni giocatore prende una carta dalla propria mano e, se ha il bordo dello stesso colore del cerchio al centro di una delle tre carte in cima ai mazzetti centrali, può giocarla là sopra (dopo aver almeno toccato con la carta in mano la pila degli scarti); se invece non c’è corrispondenza di colori, la carta deve essere scartata nella propria pila di scarto personale.
Una volta finito il mazzetto di pesca, ovviamente si girano gli scarti e si ricomincia a piazzare carte. L’incredibile twist del gioco: si può riprendere la carta in cima alla pila degli scarti per giocarla o rimetterla nel mazzetto di pesca così da raggiungere quella sottostante, e così via.
Voto previsto dalla lettura del regolamento: 5,3
Capitolo 3: Stress test
Siamo stati tutti abbastanza concordi nel ritenere che non ci sia niente di particolarmente originale, ma che il fatto che riesca ad ingarbugliare il cervello porta Nimble a dare una sorta di dipendenza, nel tentativo di essere il più veloce nella partita dopo, e quella dopo, e quella dopo ancora. Il fatto che ci si mettano cinque minuti d’orologio tra spiegazione e partita lo rende perfetto anche nella gestione della pausa merda (cit.) altrui. Ormai le carte sono bel che consumate e mi sento in grado di poter dire la mia.
Voto finale: 6,4
Conclusioni
Ha dalla sua una durata contenutissima, un minimo di creazione di fomento durante le partite, una discreta frenesia di fondo una volta che si è preso il via (ci vogliono circa quindici secondi) e un’ottima scalabilità da 2 a 4 giocatori. All’aumentare dei giocatori aumenta il rischio che un’altra mano metta una carta proprio dove l’avresti voluta mettere tu, ma ce se ne può fare una ragione.
Ho trovato invece che il regolamento potesse essere un pelo più chiaro (ebbene sì), che due colori delle carte siano troppo simili tra loro (il celestino e quel verde P. Veronese di lontanissima memoria scolastica), che il controllo degli errori a fine partita sia doveroso ma un po’ macchinoso.
In particolare, ho trovato l’”ambientazione” posticcia ed inutile, per come son fatto io avrei preferito che la grafica del gioco fosse spinta del tutto verso l’astratto, senza un briciolo di illustrazioni e con colori che non dessero adito a confusione.
Concludendo, mi trovo a consigliarlo a chi cerca un gioco che fa del colpo d'occhio il suo cavallo di battaglia, specialmente se ha ormai imparato a memoria tutte le carte di Dobble e va a dormire insieme al fantasmino di Fantascatti.