Pianeti Sconosciuti: recensione

Pianeti Sconosciuti: ma se nessuno li conosce allora come han fatto a trovarli? Questa e altre risposte su Rieducational Tana!

Giochi collegati: 
Planet Unknown
Voto recensore:
6,8

Pianeti sconosciuti è un gioco astratto, competitivo creato da Ryan Lambert e Adam Rehberg, per 1-6 partecipanti, della durata tra i 60 e gli 80 minuti, basato sul piazzamento polimini per terraformare la plancia pianeta.

Edito in italia da Pendragon nel 2024 per giocatori di almeno 10 anni di età, è disponibile anche online sul sito di BoardGameArena.

Come si gioca

Il setup del gioco è breve e consiste nel piazzare al centro del tavolo la stazione spaziale rotante (denominata S.U.S.A.N.) che contiene tutti i polimini che andremo a utilizzare durante la partita. Dopodiché ogni giocatore andrà a posizionare davanti a se una plancia pianeta e una plancia corporazione, scegliendo di comune accordo se usare la combinazione uguale per tutti oppure se usare pianeti e corporazioni asimmetriche.

Si posizionano poi le sei capsule di salvataggio sui rispettivi pianeti e i cubetti colorati in fondo ai rispettivi tracciati. Infine, si conclude con la preparazione dei quattro livelli delle carte Civiltà (che saranno pari al numero di giocatori +1) e vengono distribuite le carte Obiettivo Vicini tra ciascuna coppia di giocatori.

Ogni turno di Pianeti Sconosciuti è piuttosto semplice: il giocatore attivo, in possesso della Mostrina Comandante, decide come ruotare la Stazione Spaziale, fermandola in modo che tutte le tessere Deposito dei partecipanti si trovino di fronte a un settore ben preciso. Qui troviamo il twist del gioco, ossia tutti i giocatori giocano simultaneamente il turno andando a prendere una delle due tessere che si trovano di fronte al loro Deposito e la piazzano sul pianeta, facendo attenzione che la prima tocchi una casella al bordo della plancia pianeta e che tutte quelle successive abbiano almeno un lato adiacente ortogonalmente a un’altra tessera già in campo. Ovviamente non è permesso sovrapporre le tessere o farle uscire dalla griglia.

Indipendentemente dalla loro forma i polimini hanno sempre una combinazione di due elementi tra i sei disponibili e fanno avanzare di un passo lungo il tracciato corrispondente:

  • Civilizzare (nero): prendete tutte le carte Civiltà rimanenti del rango raggiunto e sceglietene una da tenere (contiene bonus immediati o a fine partita);
  • Acqua (blu): questo tracciato presenta il doppio delle medaglie rispetto agli altri, ma avanza solo se la tessera è posizionata sopra un elemento acqua o ghiaccio del pianeta;
  • Biomassa (verde): fornisce caselle 1×1 di biomassa che aiutano a riempire gli spazi sul tabellone;
  • Rover (rosso): consente di piazzare sul pianeta una o due miniature che poi potranno muoversi per andare a raccogliere le capsule di salvataggio o i Meteoriti (questi ultimi sono deleteri perché impediscono di fare punti con le righe o le colonne in cui si trovano, quindi eliminarli è una priorità). Il numero indica i passi a disposizione, divisibili tra i Rover già piazzati sul pianeta;
  • Tecnologia (bianco): consentono l’accesso a cinque livelli di tecnologie che permetteranno azioni più importanti e maggiore libertà nel piazzamento delle tessere;
  • Energia (giallo): unica tipologia di risorsa che non ha un proprio tracciato nella plancia corporazione, viene utilizzata come un jolly, potendosi trasformare in una delle altre risorse sulla tessera appena posata o tutte quelle a cui è adiacente.

Lo scopo da raggiungere a Pianeti Sconosciuti è quello di fare il maggior numero di punti (qui rappresentati come medaglie): si trovano lungo i cinque tracciati appena citati, nelle righe e nelle colonne completate del pianeta e sulle carte (obiettivo e civiltà).

La partita termina quando un giocatore non riesce a piazzare nessuna delle due tessere nel suo Deposito attuale o quando entrambi i tipi di un Deposito sono esauriti.

Materiali

Il gioco viene venduto in due versioni: normale e deluxe. La seconda versione presenta un upgrade delle risorse da legno a piccole miniature di plastica, sei plance pianeta, due plance corporazione aggiuntive e dei comodi game trayz per contenere il materiale. La grafica è chiara anche se lievemente datata. La parte del leone al tavolo la fa sicuramente la stazione rotante che contiene le tessere che è decisamente funzionale, ma anche grande, e fa lievitare le dimensioni (e il costo) della scatola.

Ambientazione

Il regolamento ci spiega in poche righe che la Terra ha esaurito le risorse e noi siamo delle compagnie commerciali mandate alla ricerca di nuovi pianeti da terraformare e sfruttare. Una simpatica descrizione che però non nasconde la natura prettamente astratta del titolo, così come, ad esempio, non è particolarmente presente, a mio avviso, l’ambientazione in un altro caposaldo del genere come A Feast for Odin.

Considerazioni

Fresco vincitore de “il gioco dell’anno” italiano assegnato a Lucca C&G 2024 e candidato al Kennerspiel des Jahres del 2022, Pianeti Sconosciuti è un gioco dal target family che prova a strizzare l’occhio anche ai giocatori più esperti. Nella sua forma base risulta ovviamente troppo semplice per quest’ultimi, ma l’aggiunta del modulo Eventi (una serie di carte più o meno negative che impatta ogni turno su tutti i giocatori), il giocare asimmetrici e l’aggiunta di obiettivi privati rende il gioco decisamente più interessante.

Il flusso di gioco è rapido grazie alla stazione spaziale che rende i turni simultanei riducendo i tempi di attesa al giocatore più lento al tavolo, questo garantisce una buona scalabilità del titolo, anche se ritengo che la sua configurazione migliore sia in tre o quattro giocatori.

Il regolamento prevede una variante facoltativa nelle partite a due giocatori dove è più semplice alzare gli occhi dal proprio pianeta per cercare di capire quali elementi risultano più interessanti all’avversario e di conseguenza ruotando la stazione per sfavorirlo il più possibile. La variante prevede (come per il gioco in solitario) che la stazione ruoti di uno step in senso orario ogni turno, togliendone quindi il controllo totale ai giocatori, ma favorendo un approccio più strategico che tattico.

Non nascondo che il piazzamento tessere/polimini sia in assoluto la mia meccanica preferita e per questo il titolo, pur piazzandosi come complessità circa a metà strada tra Patchwork e il già citato Feast for Odin, è sicuramente uno dei miei preferiti nel suo genere. Il puzzle che si cerca di ricomporre con gli elementi a disposizione mentre si cerca al contempo di progredire il più possibile su almeno un paio di tracciati lo rende un gioco a mio parere interessante e teso quanto basta per un ampio pubblico che va dal giocatore novizio all’esperto.

Sicuramente il gioco pecca di interazione e la sensazione principale al tavolo è quella di giocare a un multisolitario, ma onestamente lo trovo un titolo decisamente valido per una serata in compagnia con gli amici, dove durante il gioco si possono fare anche quattro chiacchiere.

Conclusione, ossia le mie figlie dicono cose

A casa gioco principalmente con le mie figlie di sei e otto anni, eccovi quindi qualche esempio di come si svolgono le partite…

Figlia (sei): “Papà posso girare la ruota al posto tuo?”

Io: “Ma certo cara, ho bisogno di quella tessera lì a forma di S, ok ?”

Figlia (sei): “La faccio girare a caso e vediamo cosa esce così è più divertente!”

Altro esempio…

Figlia (otto): “Papà anche se tocca a te, giri la ruota così posso prendere quella tessera ?”

Io faccio ovviamente il contrario perché quando si gioca siamo a Tana delle Tigri mica sulle colline dei Teletubbies…

Figlia (otto): “Basta! E’ sempre così con te! Non mi lasci mai vincere!” (e se ne va arrabbiata…)

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Commenti

Provato ad un evento della Garfaludica e riprovato ad un altra fiera, titolo molto carino e ben fatto , tra mappa, polimini e Stazione girevole , tuttavia resta un simpatico multisolitario e per un target family francamente a 70€ mi sembra troppo caro, per non parlare della Deluxe che costa il centone. Decisamente troppo per giocarlo 2-3 volte e poi metterlo lì.  

Kurta scrive:

Provato ad un evento della Garfaludica e riprovato ad un altra fiera, titolo molto carino e ben fatto , tra mappa, polimini e Stazione girevole , tuttavia resta un simpatico multisolitario e per un target family francamente a 70€ mi sembra troppo caro, per non parlare della Deluxe che costa il centone. Decisamente troppo per giocarlo 2-3 volte e poi metterlo lì.  

Costa così tanto????? Azz.... Non essendo il mio target non l'ho mai cercato e non ne conoscevo il prezzo..... Ormai è brutto dirlo, ma compro solo cose in offerta o usate....

Tra l'altro il principio del piazzamento (ossia il primo che tocca il bordo e poi quelli a seguire ortogonali rispetto ad un pezzo già sul tableau) è identico a quello di Sagrada....

Gioco piatto, ripetitivo e che stufa subito. Gradevole alla prima partita, noioso alla seconda, e visto il prezzo...

5 tracciati di cui uno che dà punti secchi e un altro che fa avanzare sugli altri 4. Carte tecnologia con sto set collection che è piu un push your luck che altro e vantaggi che vanno dall inutile alla blasfemia. Però ci son le plance asimmetriche! Che danno poteri uguali alle richieste delle carte obiettivo...boh, vedo in molti troppa escandescenza per un design raffazzonato.

Ohhh ma come sei ! :) :) :)

E invece, come tu puoi ben prevedere, io l'ho apprezzato. Ed ho giocato per ora solo alla versione base liscia. Trovo che sia un bel fillerone che tiene bene fino a 6.

Unica pecca non indifferente è il prezzo. Infatti io l'ho preso scontato. Taaac.

Poldeold scrive:

Ohhh ...

Prima o poi qualcuno aprirà il thread del party game con le parole sugli esagoni, E ALLORA SÌ CHE SARÒ!! 🤣🤣🤣❤️🫡

Attenzione perché nella versione retail mancano i tracciati double layer (nella retail inglese ci sono!!!).
Manovra alquanto squallida dell'editore italiano per risparmiare sui costi.

Per ora giocato in due(solo con polimini) e in solitario( anche con mazzo eventi).Devo dire che con il mazzo eventi e obiettivi privati,il gioco è molto sfidante e complesso nella sua semplicità.ben fatto.

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