Come già successo in qualche mio thread passato, ho acceso una piccola miccia poi la discussione si è espansa e spostata anche su altri argomenti

. La prendo come una cosa positiva, ci tengo però a precisare che personalmente mai ho suggerito una svolta elitaria, ne un consiglio degli eletti che filtri i voti o i testi delle recensioni ne altro, semplicemente perché sono il primo ad essere in totale disaccordo con queste cose.
Ho solo chiesto se fosse necessario utilizzare una scala di voti condivisa per evitare che il mio e di altri "7=buono" vada in confusione con il "9=buono" di altri utenti, con l'obiettivo di dare la miglior informazione possibile ad un fruitore esterno. La redazione propende per un deciso no, e ha le sue solide motivazioni, personalmente me ne farò una ragione senza problemi.
L'altro nodo da sciogliere è quello di capire cosa vorrebbe essere una recensione: appurato che stiamo parlando di opere d'ingegno e perché no, d'arte, ed è impossibile e controproducente cercare un'asettica ed impossibile oggettività, io continuo ad avere il dubbio che il rischio della soggettività totale possa produrre storture. Perché ve lo confesso, se dovessi parlare delle mie esperienze con alcuni "capolavori" secondo la mia totale soggettività, verrebbero fuori cose come un bel 4 a Food Chain Magnate per dire, un'esperienza ludica che ho vissuto (per fortuna solo due volte) come orribile.
La Tana sceglie la strada della grande libertà anche nell'impostazione dei contenuti, ed io che ho grande fiducia e riconoscenza per queste pagine, e pure una natura discretamente anarchica, mi adeguo senza problemi.
Per me stai andando su binari utopici - detto col sorriso, eh.
Discipline in cui la recensione e la critica sono pane quotidiano, ma anche oggetto stesso di studio da secoli ormai (penso alla letteratura e alla musica, ad esempio), non concordano ancora né sulla forma né sugli strumenti da operare.
Figurarsi una materia recentissima come quella del gioco da tavolo...
A livello ideale, la conoscenza tecnica è imprescindibile, così come una approfondita conoscenza del corpus delle opere di un genere, ma poi ogni opera è maggiore (o minore) della somma delle sue parti. E un'analisi tecnica (che pure è tutt'altro che oggettiva), è sempre una interpretazione di chi la scrive; lo è non solo nelle impostazioni generali, ma anche negli strumenti che si decide di adoperare (e di cui si è a conoscenza), nel peso da attribuire a singoli elementi all'interno di una valutazione globale, nel caso della critica anche di quale sia l'impatto in un dato contesto.
Questo significa che chiunque possa scrivere quello che vuole? Beh, ovviamente no.
Ma che due studiosi possano arrivare a risultati di critica/analisi drammaticamente diversi, pur partendo entrambi da una solidissima preparazione, è normale e, anzi, auspicabile.
Ma la domanda che ti pongo è: è un male?
Personalmente non credo.
La recensione e l'analisi non sono per forza dirimenti, quanto più un punto di vista (più o meno informato) e permettono di farmi valutare in maniera critica molti aspetti.
Il tuo 4 a FCM non modifica direttamente il mio giudizio sul gioco, ma mi permette di focalizzarmi su criticità che magari non avevo notato, che possono essermi sfuggite, che in base ai miei preconcetti (kantiani) avevo dato per scontato. E questo affina la mia capacità critica.
Ovviamente chi scrive si espone al giudizio degli altri e se scrive una panzana se ne assume la responsabilità e il suo grado di affidabilità può crescere o decrescere ai miei occhi di lettore, ma fa parte dei giochi.
I giochi, che per la maggior parte di noi sono un hobby, hanno per ciascuno di noi funzioni diverse che si riflettono in giudizi molto diversi. L'idea che possa esserci una qualche forma di uniformità non credo che rientri nei presupposti di una buona critica.
Di sicuro, una recensione non è dirimente rispetto all'acquisto o meno di qualcosa, di sicuro non risparmia da cocenti delusioni, di sicuro non è l'unica interpretazione possibile degli elementi di un gioco stesso.
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