RosenMcStern":1tb6c644 ha scritto:
Di che stiamo discutendo allora?
Io stavo discutendo di "ma esiste un realismo obiettivo a cui può corrispondere un gusto estetico" e di "può essere considerato obiettivo anche in Fantasy e sci-fi".
Ma messo così è un discorso "teorico" nel senso più deteriore del termine!
Se qualcuno mi mette in gioco un elefante che vola agitando le orecchie, e non siamo nel gdr di "Dumbo", chiaro che non lo considero realistico (ma non userei quel termine, direi direttamente "fregnaccia"), e non si pone nemmeno il problema di una realtà oggettiva.
Poi magari nello stesso gdr c'è una situazione in cui si deve stabilire la percentuale esatta di donne nei raid vichinghi, e allora al tavolo si inizia discutere ciascuno con il suo numeretto, e la "realtà oggettiva" in quel caso è semplicemente... che la realtà oggettiva non la conosce,
non la può conoscere nessuno, perchè al massimo si possono fare solo ipotesi, supposizioni, ciascuna suffragata da indizi o prove e smentita da altri indizi o prove che puntano a cifre diverse. (ho fatto l'esempio proprio perché è una questione su cui recentemente si sono rivisti tutti i numeri, e quindi tutti i libri precedenti sono falsi. Quello che credi se li hai letti è stato smentito. Forse. Si discute ancora)
La... "realtà", è che la... "realtà" nei gdr non esiste.
È la solita illusione: il gioco di prestigio dei gdr, ci diciamo cose facciamo affermazioni, e ci pare (ci immaginiamo) una realtà. Ma il gdr non lo giochi "creando una realtà", lo giochi
parlando (e più in generale comunicando) e facendo affermazioni.
Quando giochi, non è che estrai la bacchetta e dici "creo Camelot", dici frasi, parole, fai affermazioni "vedete in lontananza le torri di Camelot", un giocatore ti chiede "di che colore sono?" e tu rispondi con una affermazione. E come tutte le affermazioni, può essere "vera" o "falsa" (nel caso di Camelot, in base alle fonti: se si gioca nel mondo di un certo film sarà del colore che c'è nel film. Altrimenti te lo inventi) ma può essere irrazionale, ridicola, profonda, brillante, appassionante, noiosa, banale, etc. (quindi anche se non segui un canone di riferimento, se dici che Camelot ha i tetti rosa a pallini verdi, l'affermazione non è nè vera nè falsa, è ridicola. Ma può essere vera se stai giocando un gdr satirico in cui fai affermazioni ridicole)
Quindi in un dato contesto ci saranno affermazioni chiaramente vere, chiaramente false, o in dubbio, o contrastate, o polemiche, etc.
Se al tavolo nasce la discussione sugli scudi, non è perché "il mondo di gioco non è realistico", ma perché qualcuno ha fatto un affermazione con cui qualcun altro non è d'accordo.
L'idea alla base dei tomi di regole sulla fisica del mondo è di [prevedere e prevenire queste discussioni fornendo in anticipo le risposte[/i], che è palesemente assurdo. E infatti l'esperienza comune è che SEMPRE, in tutti i gdr, ci sarà il momento in cui si discute qualche affermazione al tavolo. Magari non è di "realismo storico" come quella dello scudo, ma è di vita quotidiana (nella mia ultima partita di Annalise, ho "spostato" con un dettaglio di narrazione una high school da un paesino che era stato descritto come avente meno di 200 abitanti. È bastato descrivere i pochi studenti del paese prendere il pullman per andare a scuola nella città vicina. La cosa non è stata contestata da nessuno perchè era ovvia, non ci avevano semplicemente pensato. Ma anche se era gestita dalle regole di narrazione del gioco, in quel caso ho contestato un affermazione precedente sulla base di considerazioni logiche. Notare che non si può parlare di "realtà" o di "realismo" - la scuola poteva benissimo essere decentrata, un istituto privato risalente a periodi di maggiore attività e potevano essere gli studenti della città vicina ad andare lì. Semplicemente tutto questo avrebbe complicato la spiegazione molto più di "prendono l'autobus". Esiste una realtà oggettiva che dice dov'era la scuola?)
L'idea che ci possa essere una "realtà oggettiva" corrisponde all'idea che ci sia sempre modo di dire se un affermazione è "giusta" o "sbagliata", mentre invece è esperienza quotidiana nei gdr che non è così. Perché non tutto è nel manuale, non tutto è nelle fonti, non tutto è noto a tutti al tavolo, non tutto è condiviso da tutti al tavolo.
L'idea che, quando nasce una discussione ci sia sempre qualcuno che ha oggettivamente ragione, è.. ingenua. Presuppone che la scienza e la storia sappiano tutto, di tutti, e che la risposta ad ogni domanda sia stata determinata. Presuppone che non ci siano discussioni fra gli storici (mentre invece ci sono discussioni persino tra i fisici...). Ma ogni volta che lo dici, qualcuno ti risponde che gli elefanti oggettivamente non volano sbattendo le orecchie.
È una fallacy logica: "visto che esistono affermazioni oggettivamente vere, è falso dire che non tutte le affermazioni hanno oggettivamente una risposta vera", che è come dire "visto che mio cugino si chiama Filippo, è falso che esistano persone che non si chiamano Filippo". Cioè visto che elefanti non volano, sarebbe falso che gli storici non siano d'accordo su qualche milione di dettagli....
In realtà, visto che un gdr con crea la realtà con la bacchetta magica, si ha che nei gdr (TUTTI i gdr) c'è semplicemente uno o più sistemi per determinare se un affermazione è "credibile" (e quindi entra nella fiction) o no (cioè viene rifiutata)
I gdr moderni, riconoscendo l'esistenza di questo processo di validazione, tendono a metterlo direttamente nelle regole: "l'affemazione viene accettata se... e viene rifiutata se..."
Quelli che dicono che questo comporta il non avere una realtà oggettiva, confondono la realtà con le tabelle di un manuale. Una regola come quella che ho citato su cani della vigna, "l'affermazione viene rifiutata se uno qualunque al tavolo non la trova credibile" su cosa si potrebbe basare, se non sulla percezione al tavolo di cosa è credibile, e la percezione al tavolo su cosa è credibile, su cosa si basa se non sull'osservazione, l'esperienza e la conoscenza della realtà?
SENZA regole esplicite come queste, il processo AVVIENE LO STESSO, ma in maniera più "prepotente", più di forza. Un gruppo di totali ignoranti può importi, di prepotenza ("sennò vai a giocare altrove") che gli scudi dei cavalieri normanni si potessero lanciare rimbalzando come lo scudo di Capitan America, perchè l'hanno letto in un manga, e a te tocca abbozzare, anche se magari sei il gm, perchè trovami un manual;e di un gdr che specifici, esplicitamente, nelle regole "lo scudo di un cavaliere non si può lanciare come quello di capitan america e non rimbalza indietro come un boomerang"
Ma anche se il manuale dice esplicitamente qualcosa... dai, lo sai anche tu cosa succede... "il manuale dice questo, ma visto che per me GM è una puttanata, lo ignoro totalmente" (e nella maggior parte dei casi è davvero il manuale quello con la puttanata, ma in ogni caso.... NESSUN MANUALE TI PUÒ COSTRINGERE A FARE NULLA.
Il "manuale" non ha più "potere" di qualunque altro libro nella tua biblioteca. A "far fede", a dire se un affermazione entra nella fiction o no, è
sempre, in tutti i gdr, la credibilità che viene data dai giocatori all'affermazione.
Quindi, il famigerato "reality check" di cui si parla in questo thread...
si fa SEMPRE, in ogni gdr, per ogni singola affermazione!
Spesso è banale e automatico ("mi giro a sinistra", e visto che nessuno dice che la sinistra non esiste, è un rapidissimo e automatico "check" "check" "check" e l'affermazione passa in giudicato), a volte non e le persone rimangono in dubbio una frazione di secondo prima di convalidare, e a volte invece si discute (o si accetta per quieto vivere una puttanata madornale, se sai che in assenza di procedure chiare non hai speranza di cassarla o non vuoi fare sempre il rompicoglioni)
Quindi, è falso (questo, sì, oggettivamente falso) che esistano giochi senza un "reality check": esistono semplicemente un mucchio di giochi in cui non è regolamentato, e quindi si va di prepotenza, o di discussioni infinite, o di pressioni sociali, o si tira a stressare gli altri, o ci si adatta nell'impotenza. E il fatto che qualcuno al tavolo pensa di avere in tasca "la realtà oggettiva" in questa situazione porta solo ad esasperare questo scontro, e a rendere oggettivamente... meno oggettiva, la realtà di gioco (perché chi abbozza senza convinzione, non sarà convinto davvero che nel gioco avvenga quello che viene descritto)
Quello che chiami "gusto estetico" verso il realismo, in realtà non è che, appunto... un gusto estetico.
Esempio: c'è gente che è sopravvissuta lanciandosi da un aereo, anche se il paracadute non si è aperto. Puoi dire che "a te pare impossibile", ma è un fatto comprovato da nomi, date, testimonianze, etc.
E c'è gente che morta inciampando nel tappeto di casa e sbattendo la testa contro un tavolino.
Prendi uno ciascuno di questi fatti, e decidi se "sono in linea" con il tuo gusto estetico. Sono
entrambi fatti reali, entrambi effettivamente avvenuti, ma uno ti sembra "più realistico". Perchè?
Perchè uno è più frequente e comune, e l'altro un caso eccezionale? OK, ma allora perchè non parli di un "gusto estetico che privilegia una realtà comune e quotidiana rispetto a casi eccezionali e straordinari" invece che di "realtà"?
Perchè in queste discussioni si tira sempre fuori la magia? Non è perchè "se la magia esiste, gli asini volano": è perchè una certa estetica, deve essere coerente. Se ci metti Gandalf in una storia... hai gia detto "mi interessa parlare di avvenimenti straordinari, eccezionali, meravigliosi, non mi interessa la vita comune e quotidiana". Vedi che poi se scrivi che ti interessqa "l'assoluto realismo", è una evidente contraddizione? E si vede che in realtà quello che (9 volte su 10) si vuole dire con quell'affermazione è "voglio giocare con i colpi critici e pochi hp"?
È il motivo per cui se vuoi un ambientazione "grim and gritty", la magia la depotenzi, o gli associ costi altissimi: non è "realismo", è gusto estetico.
È il motivo per cui quando voglio giocare a qualcosa di "realistico"... gioco una storia ambientata a Berlino nel 1984 con protagonista una segretaria che passa informazioni al KGB in cambio di denaro, con il terrore di essere scoperta e se accade non scappa usando il kung fu o un elipack, ma al massimo scappa nella sua utilitaria con documenti falsi. E non ci metto Gandalf.
Insomma, hai detto bene, "gusto estetico".
Chiamarlo "realismo obiettivo" non è un termine esatto, è semplicemente parte dell'estetica. Esattamente come chiamare il signore dei doni "Sauron" invece che "Gennaro Esposito": usi un nome evocativo. E "realismo" per una certa estetica, è un nome evocativo. Anche se non rendere il gioco più realistico che se l'avessi chiamato "Gennaro Esposito".