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Perché mai? Sulla base di cosa esce questa affermazione? Sono forse delle ONLUS? Hanno bisogno del 5 x mille? Non glie l'ha detto il medico di fare gli youtuber, a parte che comunque generalmente hanno (anche) altre occupazioni.
Ciao a tutti!
Intervengo in questa discussione (e ringrazio en passant tutti quelli che mi hanno dedicato belle parole) perché il punto qui sopra mi sta molto a cuore e credo che in molti fatichino a mettere a fuoco qual è davvero il nucleo della questione.
Quando si mette in piedi una attività che richiede tempo, esperienza, competenza ed energie non si ha il diritto, si ha il dovere di monetizzarla, ovvero di renderla un piccolo o grande business. E questo a prescindere dalle altre fonti di reddito a disposizione di chi se ne occupa.
Io non avrei alcun bisogno 'personale' di monetizzare la mia attività su La maschera riposta, perché ho un lavoro che mi piace e che mi mette a disposizione un reddito con cui posso togliermi tutti gli sfizi o quasi (compro molti più giochi di quelli che poi riesco a giocare, tanto per dirne una). Ma il punto non è questo: il punto è che ogni attività si muove all'interno di un mercato e deve rispettarne le regole: deve farlo per ragioni tecniche e di convenienza, ma anche per ragioni squisitamente etiche. Se uno può permettersi di lavorare gratis e lo fa, sta danneggiando tutti i suoi competitor. Perché non tutti possono permettersi il lusso di lavorare gratis: se un privilegiato lo fa, sta inquinando il mercato per tutti.
Se continuo a chiedere supporto al mio pubblico è anzitutto per far passare questo concetto: non esistono pasti gratis. Se volete la critica indipendente, dovete pagarla: perché se non la pagate voi, la pagheranno gli editori, e quindi non sarà più indipendente.
Quel che ricevo dai miei sostenitori va in realtà solo a coprire le spese e poco altro: la mia attività sul canale è, dal punto di vista imprenditoriale, in netta perdita. Io posso permettermi di sostenere questa perdita: ma è importante far passare l'idea che questa cosa non è normale, anzi che è una anomalia e che se la mia morale fosse più forte e rigorosa di quella che è io dovrei chiudere la mia attività critica immediatamente e prendere atto del fatto che in Italia la critica indipendente non è economicamente sostenibile. Non lo faccio, per il momento: ma almeno voglio che il concetto sia chiaro.
Mosè