Quando l'influencer disinfluenza

LaMascheraRiposta

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Perché mai? Sulla base di cosa esce questa affermazione? Sono forse delle ONLUS? Hanno bisogno del 5 x mille? Non glie l'ha detto il medico di fare gli youtuber, a parte che comunque generalmente hanno (anche) altre occupazioni.

Ciao a tutti!

Intervengo in questa discussione (e ringrazio en passant tutti quelli che mi hanno dedicato belle parole) perché il punto qui sopra mi sta molto a cuore e credo che in molti fatichino a mettere a fuoco qual è davvero il nucleo della questione.

Quando si mette in piedi una attività che richiede tempo, esperienza, competenza ed energie non si ha il diritto, si ha il dovere di monetizzarla, ovvero di renderla un piccolo o grande business. E questo a prescindere dalle altre fonti di reddito a disposizione di chi se ne occupa.
Io non avrei alcun bisogno 'personale' di monetizzare la mia attività su La maschera riposta, perché ho un lavoro che mi piace e che mi mette a disposizione un reddito con cui posso togliermi tutti gli sfizi o quasi (compro molti più giochi di quelli che poi riesco a giocare, tanto per dirne una). Ma il punto non è questo: il punto è che ogni attività si muove all'interno di un mercato e deve rispettarne le regole: deve farlo per ragioni tecniche e di convenienza, ma anche per ragioni squisitamente etiche. Se uno può permettersi di lavorare gratis e lo fa, sta danneggiando tutti i suoi competitor. Perché non tutti possono permettersi il lusso di lavorare gratis: se un privilegiato lo fa, sta inquinando il mercato per tutti.
Se continuo a chiedere supporto al mio pubblico è anzitutto per far passare questo concetto: non esistono pasti gratis. Se volete la critica indipendente, dovete pagarla: perché se non la pagate voi, la pagheranno gli editori, e quindi non sarà più indipendente.
Quel che ricevo dai miei sostenitori va in realtà solo a coprire le spese e poco altro: la mia attività sul canale è, dal punto di vista imprenditoriale, in netta perdita. Io posso permettermi di sostenere questa perdita: ma è importante far passare l'idea che questa cosa non è normale, anzi che è una anomalia e che se la mia morale fosse più forte e rigorosa di quella che è io dovrei chiudere la mia attività critica immediatamente e prendere atto del fatto che in Italia la critica indipendente non è economicamente sostenibile. Non lo faccio, per il momento: ma almeno voglio che il concetto sia chiaro.

Mosè
 

Winter

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io dovrei chiudere la mia attività critica immediatamente e prendere atto del fatto che in Italia la critica indipendente non è economicamente sostenibile.
Porta pazienza ma resta il fatto che chiunque apra un’attività può farlo o per passione (e in quel caso non vedo perché debba farsi pagare se non vuole, solo perché qualcun altro ha deciso di camparci) o per appunto guadagnarci. Peccato che nel secondo caso o trovi il mercato per vendere il tuo prodotto o competenze, o chiudi, come qualsiasi impresa. Fare il content creator in Italia non è un diritto, se c’è il mercato si fa, se non c’è si fa un canale per passione o si chiude, non mi pare una tragedia. Comunque nessuno ha detto che non sia giusto farsi pagare, ci mancherebbe. Però SE un content creator ha collaborazioni più o meno retribuite con gli editori se ne mette in dubbio l’imparzialità, tutto lì.
 

LaMascheraRiposta

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Porta pazienza ma resta il fatto che chiunque apra un’attività può farlo o per passione (e in quel caso non vedo perché debba farsi pagare se non vuole, solo perché qualcun altro ha deciso di camparci) o per appunto guadagnarci.

Non è così semplice. Se qualcun altro campa con l'attività che tu fai gratis, stai attivamente danneggiando i lavoratori di quel settore.
È un problema molto presente in vari ambiti: forse mi tocca molto perché io lavoro proprio in uno di quegli ambiti. Sono una guida turistica, ed è pieno di pseudo-guide "appassionate" che danneggiano il nostro settore, spesso anche sotto la protezione di enti e società prestigiose. Non va bene: se quel che fai ha un valore, devi farti pagare. Che tu sia appassionato o no è irrilevante.

Peccato che nel secondo caso o trovi il mercato per vendere il tuo prodotto o competenze, o chiudi, come qualsiasi impresa. Fare il content creator in Italia non è un diritto, se c’è il mercato si fa, se non c’è si fa un canale per passione o si chiude, non mi pare una tragedia. Comunque nessuno ha detto che non sia giusto farsi pagare, ci mancherebbe. Però SE un content creator ha collaborazioni più o meno retribuite con gli editori se ne mette in dubbio l’imparzialità, tutto lì.

È verissimo: nessun lavoro è un diritto, checché se ne dica. Infatti come ho scritto sopra io dovrei semplicemente prendere atto del fatto che in Italia la critica indipendente non ha mercato.
D'altro canto però poi ad ascoltare gli appassionati sembra che tutti la vogliano. Il problema è che la vogliono gratis: e gratis non può arrivare se non tramite il sacrificio del singolo. Che però resta ingiusto anche se quel singolo può sostenerlo.
Mosè
 

Winter

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Il problema è che la vogliono gratis: e gratis non può arrivare se non tramite il sacrificio del singolo.
su questo sono d'accordissimo, infatti io sostengo mensilmente dei content creator che mi hanno fatto passare molte ore con contenuti interessanti.. come detto, il punto non credo sia se è giusto farsi pagare o meno, anche quello come tante cose dipende dalla legge del mercato: se ci sono pochi content creator seri che trattano un settore, chiaramente hanno più potere contrattuale nei confronti degli utenti.
Non è così semplice. Se qualcun altro campa con l'attività che tu fai gratis, stai attivamente danneggiando i lavoratori di quel settore.
È un problema molto presente in vari ambiti: forse mi tocca molto perché io lavoro proprio in uno di quegli ambiti. Sono una guida turistica, ed è pieno di pseudo-guide "appassionate" che danneggiano il nostro settore, spesso anche sotto la protezione di enti e società prestigiose. Non va bene: se quel che fai ha un valore, devi farti pagare. Che tu sia appassionato o no è irrilevante.
Capisco il tuo punto di vista, e non posso negarne le ragioni. Però torniamo al discorso di prima, un conto è se ti pagano solo i turisti, diverso se parte del tuo stipendio arriva dal museo xyz, avrai tutto l'interesse a descrivere le opere di quel museo evidenziandone i pregi e non dico omettendo ma magari annacquandone i difetti. O comunque farebbero così quasi tutti. Identico discorso per i content creator con collaborazioni con questo o quell'editore (e in Italia le hanno quasi tutti). Come detto qualche post fa, per quel che mi riguarda l'ideale è un content creator che dichiara che non ha rapporti di nessun genere con gli editori, se fa contenuti interessanti è giusto che riceva il suo compenso mensile da chi lo segue regolarmente. Io mi sentirei in debito con lui, quantomeno.
 

Francesco Rimini

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. Fare il content creator in Italia non è un diritto, se c’è il mercato si fa, se non c’è si fa un canale per passione o si chiude, non mi pare una tragedia
Amen.

Aggiungo che in Italia c'è un aggregatore di contenuti sui giochi che si muove gratuitamente e per pura passione, indipendente da pressioni esterne. È qui, sotto i nostri occhi, in tutte le sue imperfezioni. Lo vogliamo considerare dunque eticamente scorretto nei confronti dei competitors @LaMascheraRiposta ?

E ribadisco, io capisco che uno lo faccia per soldi, buon per lui.
Ho difficoltà a capire invece chi segue un creatore di contenuti non indipendente: è il focus che cambia totalmente il nocciolo della situazione. Sei il creatore o il fruitore? Fa tutta la differenza del mondo.

Detto questo, sono totalmente d'accordo con l'eventuale contributo diretto dei fruitori: pagherei volentieri un buon content creator indipendente piuttosto che sorbirmelo gratis "al soldo" (sto estremizzando) degli editori
 

Winter

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E ribadisco, io capisco che uno lo faccia per soldi, buon per lui.
Per me uno ne ha tutto il diritto, ci mancherebbe.. però ormai ho imparato a riconoscere abbastanza bene chi fa essenzialmente pubblicità, e chi fa un servizio di divulgazione diverso (che non deve per forza essere gratis eh, se uno pensa che il suo impegno e i suoi contenuti meritino di essere monetizzati ha tutto il diritto di chiederli, e smettere di farlo se non ne riceve la soddisfazione economica che pensa di meritare).

Ho difficoltà a capire invece chi segue un creatore di contenuti non indipendente: è il focus che cambia totalmente il nocciolo della situazione. Sei il creatore o il fruitore? Fa tutta la differenza del mondo.
La differenza è sapere cosa si sta guardando.. un tutorial lo seguo sempre volentieri, mi importa che sia corretto e chiaro (con magari un comporto audio - video degno). Se invece devo guardare pareri o impressioni, all'inizio li seguo per capire chi sto ascoltando, se mi accorgo che sento a mio parere troppe castronerie o so dei rapporti con gli editori allora comincio a non seguire più quella parte di contenuti. Però non è detto che tutti abbiano la voglia o le basi (soprattutto all'inizio dell'hobby, come è capitato a tutti noi) per capire la differenza
 

LaMascheraRiposta

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Amen.

Aggiungo che in Italia c'è un aggregatore di contenuti sui giochi che si muove gratuitamente e per pura passione, indipendente da pressioni esterne. È qui, sotto i nostri occhi, in tutte le sue imperfezioni. Lo vogliamo considerare dunque eticamente scorretto nei confronti dei competitors @LaMascheraRiposta ?

Dipende. Come sono creati questi contenuti? C'è l'approccio amatoriale e c'è quello professionista.
Se si creano contenuti occasionalmente per discutere con altri appassionati non c'è nulla che non vada, eticamente.
Ma se tu:
- compri costosa attrezzatura;
- allestisci un piccolo studio;
- compri un dominio per un sito, Wordpress, un tema adeguatamente supportato, un grafico che ti faccia un brand;
- studi e ti documenti prima di parlare/scrivere;
- ti impegni a creare con regolarità, anche quando hai la testa su altro, anche quando odi doverlo fare, anche quando staccheresti volentieri.
Eccetera.
Ecco, se fai tutto questo GRATIS c'è qualcosa che non va. Io lo faccio, ma penso che non vada bene: e penso che sia mio dovere informare il pubblico che mi segue che si tratta di una anomalia, di qualcosa di inappropriato.
Ma è chiaro che mi riferisco a chi fa tutto questo, non a chi scrive su un forum quando gli gira.
Mosè
 

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Dipende. Come sono creati questi contenuti? C'è l'approccio amatoriale e c'è quello professionista.
Se si creano contenuti occasionalmente per discutere con altri appassionati non c'è nulla che non vada, eticamente.
Ma se tu:
- compri costosa attrezzatura;
- allestisci un piccolo studio;
- compri un dominio per un sito, Wordpress, un tema adeguatamente supportato, un grafico che ti faccia un brand;
- studi e ti documenti prima di parlare/scrivere;
- ti impegni a creare con regolarità, anche quando hai la testa su altro, anche quando odi doverlo fare, anche quando staccheresti volentieri.
Eccetera.
Ecco, se fai tutto questo GRATIS c'è qualcosa che non va. Io lo faccio, ma penso che non vada bene: e penso che sia mio dovere informare il pubblico che mi segue che si tratta di una anomalia, di qualcosa di inappropriato.
Ma è chiaro che mi riferisco a chi fa tutto questo, non a chi scrive su un forum quando gli gira.
Mosè
La Tana ha fatto, prima di ogni content creator, questo, senza contare l'enorme lavoro che fa a PLAY da nmila anni a questa parte. È quindi un'entità che fa danni al mondo dei content creator?! Really?

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lushipur

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La Tana ha fatto, prima di ogni content creator, questo, senza contare l'enorme lavoro che fa a PLAY da nmila anni a questa parte. È quindi un'entità che fa danni al mondo dei content creator?! Really?

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Spe, la tana ha comunque banner pubblicitari. Bastano per tenere in piedi il tutto? Non credo. Così come la maschera chiede ai suoi follower un aiutino economico.
Mi sembra che ci siano molti punti in comune.

Sicuramente c’è tanta passione e indipendenza in entrambi.
Non vedo sti grossi problemi.
 

Francesco Rimini

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Ma è chiaro che mi riferisco a chi fa tutto questo, non a chi scrive su un forum quando gli gira.
Pensare che su questo forum dove la gente scrive quando gli gira, trovo molte più informazioni utili e soprattutto pareri competenti rispetto a quelli che trovo dalla maggior parte degli YouTuber.

Lo specifico Mosè, non sto parlando di te: non potrei dato che ho visto solo un video tuo tempo fa, ricordo che era fatto con criterio ma poco altro sinceramente 😅

Ma mi è capitato di sentire e vedere castronerie da alcuni creator, che purtroppo vengono pure seguiti, ludicamente inaccettabili.
E non sto parlando di gusti, ma proprio di meccaniche citate a caso, di valutazioni fatte evidentemente dopo mezza partita, errori gravi regolamentari, ecc..

Ribadisco, non voglio fare alcuna crociata contro la categoria, ma prendo più le parti di un'ipotetica Associazione Consumatori ecco.
Per essere ancora più chiaro: w i creator indipendenti che usano eventuali forme di finanziamento diretto , lo trovo onesto. Tutti gli altri li trovo deleteri
 

s83m

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Spe, la tana ha comunque banner pubblicitari. Bastano per tenere in piedi il tutto? Non credo. Così come la maschera chiede ai suoi follower un aiutino economico.
Mi sembra che ci siano molti punti in comune.

Sicuramente c’è tanta passione e indipendenza in entrambi.
Non vedo sti grossi problemi.
Il grosso degli introiti vengono dalla visibility di play,dove volontari creano gadget durante l'anno e li rivendono nei 3 gg della fiera. Altro viene dai banner (spazio pubblicitario del sjto) e dalle donazioni. Gli introiti servono praticamente per la manutenzione del sito. Non vedo sti grossi punti di contatto. E io chiedevo del danno fatto dalla tana, visto che in molti casi fa un lavoro egregio ma senza retribuzione alcuna.

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s83m

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Pensare che su questo forum dove la gente scrive quando gli gira, trovo molte più informazioni utili e soprattutto pareri competenti rispetto a quelli che trovo dalla maggior parte degli YouTuber.

Lo specifico Mosè, non sto parlando di te: non potrei dato che ho visto solo un video tuo tempo fa, ricordo che era fatto con criterio ma poco altro sinceramente

Ma mi è capitato di sentire e vedere castronerie da alcuni creator, che purtroppo vengono pure seguiti, ludicamente inaccettabili.
E non sto parlando di gusti, ma proprio di meccaniche citate a caso, di valutazioni fatte evidentemente dopo mezza partita, errori gravi regolamentari, ecc..

Ribadisco, non voglio fare alcuna crociata contro la categoria, ma prendo più le parti di un'ipotetica Associazione Consumatori ecco.
Per essere ancora più chiaro: w i creator indipendenti che usano eventuali forme di finanziamento diretto , lo trovo onesto. Tutti gli altri li trovo deleteri
Se poi apriamo il discorso della preparazione tecnica di chi vuol fare il "mestiere" del content creator allora lì ci divertiamo, più volte mi son trovato a discutere con chi non conoscesse la differenza tra dinamica e meccanica, chi trovasse originale giochi che riprendevano idee di titoli più vecchi o fare strafalcioni sulle definizioni giustificandosi con un "per me è così".
Perché è vero che il lavoro va pagato, ma almeno che sia fatto con un minimo di preparazione.

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La Tana ha fatto, prima di ogni content creator, questo, senza contare l'enorme lavoro che fa a PLAY da nmila anni a questa parte. È quindi un'entità che fa danni al mondo dei content creator?! Really?
Il discorso Play è un po' OT, ma solo io trovo assurdo che ad un evento come Play, dove si paga per entrare, gli editori pagano per mettere gli stand, poi tutto il sistema è retto da tantissimi volontari che fanno funzionare la baracca? Pago per andare a giocare da dei volontari? Mi sembra una presa in giro. Anche per i volontari.
 

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Il discorso Play è un po' OT, ma solo io trovo assurdo che ad un evento come Play, dove si paga per entrare, gli editori pagano per mettere gli stand, poi tutto il sistema è retto da tantissimi volontari che fanno funzionare la baracca? Pago per andare a giocare da dei volontari? Mi sembra una presa in giro. Anche per i volontari.
È assurdo, concordo. Soprattutto quando nei comunicati di Play danno come indicazione 2900 e passa prestiti, quando in realtà sono quelli dell'area della TDG, a meno di essermi perso dei dimostratori di Play.

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Winter

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Ma è chiaro che mi riferisco a chi fa tutto questo, non a chi scrive su un forum quando gli gira.
Porta pazienza, ma l’utenza media di questo forum non è l’utenza media di Facebook, e nemmeno, perdonami, l’utenza media che scrive e commenta sotto i video dei content creator italiani più in voga. È di norma un’utenza che, nonostante sappia benissimo quanto tempo, impegno e in alcuni casi anche soldi costi tenere un canale decente, semplicemente non ha bisogno della marchettata (non mi riferisco a te) ne di avere l’impressione sul Finspan di turno. È benissimo in grado di informarsi da sola. Quindi torniamo al punto iniziale, non è che non capiamo il vostro impegno e lavoro, anzi capiamo benissimo dove c’è passione e poca competenza, o competenza mischiata alle marchettate. Semplicemente vorremmo qualcosa più di questo. Perché se è il meglio che il content creator italiano sa dare, non ci serve. Basta la Tana con i suoi contenuti.
 

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La Tana ha fatto, prima di ogni content creator, questo, senza contare l'enorme lavoro che fa a PLAY da nmila anni a questa parte. È quindi un'entità che fa danni al mondo dei content creator?! Really?

Ma no, devo essere stato poco chiaro. "La Tana" non è una persona, è un collettivo di appassionati. Il mio discorso è molto specifico. Se tu, persona dotata di nome e cognome, lavori tanto per divulgare e/o fare critica, non è normale né etico che lo faccia gratis.
Non lo è nemmeno se agisci a nome di un collettivo, a mio parere: ma riconosco che in quel caso scattano anche altre dinamiche, più relative alla vita sociale e di gruppo (appunto).

Porta pazienza, ma l’utenza media di questo forum non è l’utenza media di Facebook, e nemmeno, perdonami, l’utenza media che scrive e commenta sotto i video dei content creator italiani più in voga. È di norma un’utenza che, nonostante sappia benissimo quanto tempo, impegno e in alcuni casi anche soldi costi tenere un canale decente, semplicemente non ha bisogno della marchettata (non mi riferisco a te) ne di avere l’impressione sul Finspan di turno. È benissimo in grado di informarsi da sola. Quindi torniamo al punto iniziale, non è che non capiamo il vostro impegno e lavoro, anzi capiamo benissimo dove c’è passione e poca competenza, o competenza mischiata alle marchettate. Semplicemente vorremmo qualcosa più di questo. Perché se è il meglio che il content creator italiano sa dare, non ci serve. Basta la Tana con i suoi contenuti.

Ci mancherebbe, non riesco a darti torto sul livello molto rasoterra dei contenuti realizzati dai creator italiani.
Però mi sento anche di aggiungere che pensare che ciò che fa un collettivo di appassionati possa sostituire la critica autorevole e professionale è ingenuo. Ogni settore ha bisogno di una critica professionale: tanto più un settore in crescita come quello del gioco da tavolo.
Tante lodi a questo sito e a questo forum a cui anche io mi abbevero continuamente: ma non può e non deve bastarci. Dobbiamo pretendere che nasca una critica professionale di settore, ergo dobbiamo essere disposti a pagarla: sennò avremo solo e soltanto marchette.
Mosè
 

s83m

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Ma no, devo essere stato poco chiaro. "La Tana" non è una persona, è un collettivo di appassionati. Il mio discorso è molto specifico. Se tu, persona dotata di nome e cognome, lavori tanto per divulgare e/o fare critica, non è normale né etico che lo faccia gratis.
Non lo è nemmeno se agisci a nome di un collettivo, a mio parere: ma riconosco che in quel caso scattano anche altre dinamiche, più relative alla vita sociale e di gruppo (appunto).

Scusa ma sono limitato io: se tutto sto popò di lavoro di approfondimento e divulgazione lo fa una tana o un GSNT il discorso decade e rimane applicabile solo ad un content creator singolo? IGiullari o i DoubleLayer in che gruppo li mettiamo?

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Jason Myers

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Premetto la discussione mi appassiona, ma devo dire che pur apprezzando il lavoro di Mosè (che è notevolmente migliorato sia come capacità critica che contenutistica rispetto ai primi suoi video), non sono d'accordo con la tesi che chi fa cose gratis "annacqui" il mercato o distrugga il guadagno di qualcuno. Non concordo quindi con la sua visione talebana che uno "DEVE" farsi pagare se mette su un'attività, e questo pure se ci spende o sperpera miliardi (son cavoli suoi, del resto). E comunque, quand'anche ci volesse andare in perdita, tutti i soldi che ha speso per allestire lo studio e tutto il resto sono andati a remunerare il lavoro di qualcun altro, perché l'economia è circolare... quindi casomai il lavoro lo ha creato e non distrutto.

Poi c'è da disquisire su cosa si intenda per attività... un discorso addirittura semantico.
Ma non volendo addentrarmi in tale ginepraio, ricordo che esistono migliaia di enti benefici, esiste la filantropia, esiste la passione, il volontariato, etc. C'è chi ci va in perdita per tutte 'ste cose, ma secondo me non annacqua nulla. Se la mia attività è ripulire le spiagge gratis perché sono iscritto al WWF (e quindi pago in tempo e danaro), tolgo soldi agli spazzini? Non credo proprio.
Su BGG ho messo a disposizione di tutti DECINE di contenuti da me creati: traduzioni di regolamenti (alcune pure molto impegnative), specchietti riepilogativi, etc etc. Ho quindi levato il lavoro al mercato della traduzione?
Dovevo farmi pagare? Non scherziamo, pochi che "lavorano" gratis (perché percentualmente saranno sempre pochi) non incidono sulle dinamiche macroeconomiche manco per nulla. Non c'è bisogno di esser così tranchant.

Sono contento che i ragazzi della Tana - anche se spesso sono in disaccordo con loro - si sbattano per stare dietro al Forum e alle altre iniziative, e non credo proprio che ci diventino miliardari. Pur svolgendo un'attività. Non è la loro principale occupazione, ma è pur sempre un'attività. Ci "rimettono"? Forse da un punto di vista strettamente economico sì, ma esistono tante altre gratificazioni che il vil danaro non sempre può comprare: la passione, la soddisfazione intellettuale e tante altre cose... insomma ci siamo capiti.
 
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Nemmeno
Credo di aver compreso almeno in parte un aspetto che vuole trasmettere @LaMascheraRiposta : essere pagati dai giocatori (e non dalle case editrici) carica i critici di una maggiore responsabilità. Farlo gratuitamente, per questo ammirevole sotto molti aspetti, permette anche una maggiore libertà sui tempi e i modi senza temere nulla perché appunto, lo si fa gratis e quindi che nessuno rompa le balle se non sempre si ha voglia di essere "produttivi".
Se però diventa un servizio a pagamento ecco allora che la musica cambia e non ci sono più scuse: pago quindi voglio avere un servizio adeguato!
Il cortocircuito avviene quando si pretende la qualità senza voler pagare.
 

Jason Myers

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Non concordo, non credo proprio che li caricherebbe di maggiore responsabilità (poi perché "maggiore"? Si sentono responsabili già ora? Sulla base di cosa? I loro princìpi? E chi li conosce...). Nulla impedirebbe ai "critici" come li chiami tu di prendere SIA i contributi dei giocatori CHE quelli dei produttori (l'essere umano massimizza la propria utilità), i giocatori se ne accorgerebbero ma solo dopo un po' e ritirerebbero pian piano le iscrizioni a pagamento, a quel punto i "critici" giocoforza tornerebbero a dipendere dai produttori, e si tornerebbe alla situazione iniziale.
Questa è semplice teoria dei giochi (non da tavolo, quella "matematica").

Per questo ai "critici" conviene monetizzare da un lato e prendere giochi gratis e/o qualche mancetta dai produttori dall'altro: si fa meno fatica che a metter su un sistema di pagamento/abbonamento (tolti quelli tipo liberi o pagami un caffé etc) cui poi in qualche maniera tocca render conto. Con questi numeri bassissimi (siamo in Italia) la spesa non vale l'impresa.

Poi qui nessuno pretende qualità "senza voler pagare", semplicemente si parlava di obiettività. Quella non la "pretendo" (la qualità, intesa come qualità tecnica), magari pretenderei sincerità ma non è obbligatoria, so farmi un'idea da me come ho scritto sopra.
Che poi forse dimentichi che già PAGHIAMO con il nostro tempo che passiamo a visionare un contenuto (e la relativa pubblicità), quindi senza pagare... un corno.
 
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