La discussione è interessante ma mi pare che si ragioni solo per grandi sistemi, e molto soggettivi peraltro.
Fantasy vuol dire tutto e niente. E' un enorme scatolone che racchiude un po' di tutto, non esiste nulla che definisca il genere fantasy. Nemmeno Tolkien, che pure è considerato il padre di questo genere, viene universalmente riconosciuto come padre del genere perché è troppo sfaccettato e senza confini precisi. In effetti, in un altro forum un utente con una disanima molto articolata ed interessante definiva il SdA (che non contempla gli dei nella trilogia, mentre sono sì presenti nel Legendarium Tolkieniano) come "epica", qualcosa di molto più del fantasy. Dobbiamo definire i canoni del fantasy per avere una base di riflessione comune su cui confrontarsi.
Per me è fantasy l'Odissea e l'epopea di Gilgamesh, pur mancando di alcuni dei "canoni" che Normanno chiede a gran voce. Ed è fantasy pure il lavoro di Martin, pur senza i classici elfi, nani ed orchi. O le favole dei fratelli Grimm ed il mago di Oz. Per molti lo è anche il ritratto di Dorian Gray o La Metamorfosi di Kafka!
Quindi, accordiamoci di delineare di "quale fantasy" parliamo.
La letteratura è figlia del proprio tempo, non stupisce che le saghe odierne si differenzino tanto nel tono e nelle tematiche di quanto veniva scritto 50 o 3000 anni fa.
Il fantasy di oggi è diverso e si concentra su altro, sulla psicologia e sul sentimento se vogliamo, non sul nobile ideale. Non per questo è meno valido, semplicemente parte da presupposti diversi.
Oggi ci manca il senso dell'epico, la questione dei grandi ideali rimane schiacciata sotto logiche di matrice economica e di marketing. Paradossalmente rimane qualcosa in un altro medium - penso al mondo dei videogiochi - dove però l'epico rimane al servizio dell'attività ludica ed inevitabilmente è un'epica di tono minore (non per sminuire il gioco, che pure apprezzo, ma non darà mai il via ad una riflessione ed una ispirazione, anche dal punto di vista seminale, come invece può fare un'opera letteraria).
Quindi? Pur senza sminuire l'opera contemporanea, per cercare quello che tanto ci emoziona in un Signore degli Anelli dobbiamo per ora rivolgere lo sguardo indietro...