Sono un padre di due bambini (6 e 9 anni)...prima di avere la mia primogenita guardavo schifato i pargoli altrui scorrazzare nelle pizzerie urlando e pensavo "ah no! Io i miei li prenderò a sculaccioni se solo ci provano...". Poi è arrivata Linda e ho capito la differenza tra teoria e pratica. Ho capito che ti aspetti che le cose siano sempre chiare e le decisioni facili, ma che la realtà disattende regolarmente queste aspettative. Ho capito che ci sono dei giorni in cui non faresti altro che tenerli abbracciati a te e giorni (e notti) in cui vorresti trovarti nella solitudine silenziosa della tundra. Ho capito che i pediatri non sono affidabili come l'istinto di un genitore, e che parenti ed insegnanti non sono sempre i migliori possibili ma possono essere dei potenti alleati, se sei fortunato.
Ho affrontato il difficile compito di stabilire delle pratiche educative e per fare questo ho dovuto cambiare idea due o tre volte confrontandomi con amici, parenti e libri. Illuminante la lettura di questo libro:
http://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/ ... attive.php
Dove si descrive il genitore ideale, lontano come l'orizzonte e per me impossibile da seguire alla lettera, ma di fortissima ispirazione.
E poi niente. Il mestiere del genitore è un lavoro duro, fatto di sudore quotidiano, di operazioni ripetute tutti i santi giorni, fino all'ossessione. Un lavoro fatto di pazienza ma anche di creatività.
Devi avere in mente in che direzione vuoi andare, la mia l'ho trovata descritta ne:
http://www.ibs.it/code/9788833914756/zo ... oCMOjw_wcB
"Ettore vestito di elmo e corazza che, per non spaventare il figlio Astianatte, leva l’Elmo, si china a prendere in braccio il bambino ed elevandolo verso il cielo, rivolge agli dei la preghiera: "Zeus e voi altri dei, rendete forte questo mio figlio. E che un giorno, vedendolo tornare dal campo di battaglia, qualcuno dica "E’ molto più forte del padre"."
E quindi per fare tutto questo cerco di educarli ai miei valori: la cultura, il rispetto del prossimo, l'amore per i propri cari.
Cerco di insegnare loro l'autodisciplina senza sopraffarli ma cercando sempre la loro collaborazione.
E ovviamente cerco di filtrare in qualche modo gli spunti negativi che il mondo offre, anche se non sempre è possibile farlo.
Non posso fare previsioni su quello che faranno da adolescenti, i figli non sono macchine deterministiche: puoi seminare, ma la pianta cresce per conto suo.
E credo che il segreto sia continuare a fare il mestiere più bello che c'è affrontando i problemi e le questioni uno alla volta nel momento in cui si presentano, e sempre con le orecchie aperte e la disposizione all'ascolto.
E quando, come questa mattina, ti svegli e li vedi nel letto insieme con la grande intenta a leggere al piccolo un libro di Roald Dahl hai la sensazione che stai facendo un buon lavoro.