Da amante di Macao sono riuscito finalmente ad intavolare Amsterdam.
Il gioco ha fatto alcuni passi avanti e qualcuno indietro purtroppo, ma mi ha lasciato una buona impressione e la voglia di reintavolarlo.
Partiamo dalle cose positive: il viaggio adesso ha più senso e acquista un pochino di coerenza con l'ambientazione, eliminando l'effetto del teletrasporto delle merci. Oltretutto differenziare le rendite in base alla distanza ed incentivare le consegne anticipate sistemano in parte la problematica del mega tour degli ultimi due giri che c'era sistematicamente nell'edizione 2009. Trovo molto positiva anche la modifica del mercato nero, che ti dà flessibilità immediata e mitiga l'effetto forte di alea che si abbatteva sulle carte difficili da attivare. In questo senso ho gradito anche la possibilità di potersi portare dietro un cubetto dal giro precedente, variante forse un po' permissiva ma compensata da una maggiore severità nelle penalità che si possono ricevere.
Carte ne ho esplorate solo una piccola parte ed un paio mi sono sembrate sgravatissime ma ci può stare, in fondo essere i primi a scegliere è una cosa che bisogna conquistarsi durante la partita.
Può non piacere il cambiamento delle carte ufficio (ora mi pare abbiano un altro nome) che prima erano visibili e garantivano una certa programmazione di sicurezza mentre ora sono un po' alla cieca; a me non ha disturbato ma il mio avversario ha lamentato la cosa. Nulla vieta in fondo di usare come variante la regola vecchia.
Ora veniamo a quello che non mi ha convinto: innanzitutto il fatto che le cose garantiscano mediamente più punti non mi fa impazzire, probabilmente nell'economia generale cambia poco ma quei tributi da 15 punti l'uno a fine partita mi hanno fatto storcere il naso. Tra l'altro nella nostra per ora unica partita mi è parso che l'importanza degli uffici e di procurarsi rendite economiche in generale sia aumentata, ma chiaramente è una cosa da verificare.
Il secondo aspetto che non ho apprezzato è quello del trasporto dei lavoratori, un'aggiunta abbastanza posticcia che aggiunge punti ai punti senza regalare niente in più al gioco.
La terza e più importante problematica è rappresentata dall'ergonomia e dalla leggibilità. Certo Macao come da stile Alea non brillava per bellezza estetica ma il colpo d'occhio era chiarissimo e la simbologia facile da interpretare. Qua la mappa è troppo sgargiante e gli stessi confini dei quartieri non sono così semplici da individuare e la scelta dei colori generale quantomeno discutibile. La simbologia sulle carte è molto criptica, ma a fine partita eravamo riusciti ad entrare nel sistema, probabilmente ci vorrà qualche partita. Tra l'altro tutto è stato ingrandito, sia le carte che il tabellone che la scatola, e la cosa da un punto di vista dello spazio occupato sul tavolo e in libreria è una cosa secondo me solo negativa.
Delle espansioni aggiungibili l'unica che vorrei testare è quella delle missioni, ma ho paura che anche questa possa distrarre dal disegno generale, un po' come succede con i lavoratori.
Insomma per me Macao era un gioco da 8, e per ora Amsterdam probabilmente non si muove da quel voto. Ottimo per carità, ma dovrò decidere quale delle due edizioni tenere e per ora non saprei bene cosa scegliere