Frost82
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1 anno con i Goblins!
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Riprendendo il discorso da Grob, facciamo un altro esempio concreto.
In Italia non si può vendere sottocosto, perché è illegale, ma il supermercato chiude per reparti (es. frutta, verdura, giocattoli ecc.). Se io in un reparto compro le carote a 5 € e le mele a 3 € e rivendo le carote a 3 € (sotto il costo) ma le mele a 6 €, dopo aver venduto tutto lo stock di mele e carote (100 e 100) ottengo 300 € di incasso e 600 € di incasso = 900 € di incasso contro 800 € di costo. Il mio reparto chiude in positivo, +100 €, ma io ho venduto un prodotto sottocosto.
Ho commesso un illecito? No, perché ho trovato la gabola per sviscerare la cosa. Ho fatto una politica scorretta, CERTO. Dove si vede la politica scorretta? Nel seguito.
Il supermercato che ha tanti soldi continua a vendere le mele a 6 € (magari le alza a 6,50 € che 0,50 € non fanno troppo la differenza) e mette le carote a 3 €. Il negozio sotto casa, purtroppo, deve mettere le mele a 6 € e le carote a 7 € (eh si, lui mica vende per reparti). Nel giro di 6-7 mesi, la clientela compra le carote al supermercato e non più dal venditore locale (perché è un ladro) che stranamente chiude (perché non è economicamente forte come il supermercato). Dopodiché, il supermercato rialza il prezzo di 0,50 €/mese alle carote finché non torna a 7 € (ma tanto la gente non se ne accorge più, perché non ha più il termine di paragone) e magari, visto che il fruttivendolo a chiuso, alza anche le mele di 1 €. ;-)
Il supermercato in questo esempio, ha commesso un illecito? No. Ha portato avanti una politica scorretta? Si. Il cliente ci ha guadagnato a comprare dal supermercato? NI. I primi 6 mesi si, ma quando il supermercato ha sbaragliato la concorrenza?
Se ti riferisci all'altro post, no. Io ho bacchettato l'utente che ha preso un prezzo (da uplay) online di un prodotto e ha detto che il prezzo di quel prodotto è quello di Uplay, quando in realtà il prezzo è un altro (più basso).
Non solo, basandosi su quel dato ha consigliato altri clienti di comprare all'estero. ;-)
Il punto non è quello. La concorrenza sleale si fa nel momento in cui io posso aprire una seconda attività e devastare il mercato degli altri perché non miro alla pagnotta.
Facciamo un esempio pratico. Io ho una seconda attività e non mi interessa guadagnare per vivere, mi bastano quei 200 € al mese in più per poter andare, in fondo all'anno, in vacanza con tutti i comfort.
Un gioco come Super Farmer, che viene venduto a 25 € e (mettiamo caso, ma non è così) da 10 € di guadagno al negoziante, io decido di venderlo a 16 € perché mi faccio forte di un prezzo insostenibile dal negoziante (che deve guadagnare per mettersi la pagnotta in bocca, non come me che mi basta per andare in vacanza). Notare che questo prezzo al pubblico non viene tarato a caso dagli editori ma, almeno nel mio campo, viene tarato per dare un giusto margine a chi lo vende, in modo che chi lo vende possa campare.
Cmq, Puntando su questa cosa io faccio le mie vendite e le faccio, e le faccio anche bene (magari vendo 30 Super Farmer in un mese, marginando 30 €). Ora allargate la cosa a scala X centinaia di giochi.
Fin qui, nessuno direbbe niente, lui fa il suo mercato, lui ha i suoi clienti ecc. E nemmeno io avrei molto da dire.
Passiamo ora alla fase B. Quello che, con un po' di lungimiranza, accade è che:
A) Il cliente passa online e vede Super Farmer a 16 €. Siccome la metà degli shop online non riporta il prezzo di vendita reale (25 €) ma solo quello che decide lui, il cliente inizia a credere che Super Farmer costi 16 €.
B) Il cliente, quando incontra tutti i suoi amici che hanno Super Farmer e l'hanno comprato a 25 €, gli dice "cavolo ma siete dei cretini, costa 16 €"
C) Gli amici, fanno un salto sulla locale community e vedono che tutti comprano Super Farmer a 16 € e dicono "cavolo".
A questo punto, da C, trascendono 2 punti:
C1) Il cliente compra online alimentando 1 € al negoziante.
C2) Il cliente, schifato da quanto sono ladri i negozianti ma non avendo voglia di comprare online (e ce ne sono più di quanti possiate immaginare), smette di comprare e compra con i suoi soldi un Iphone. -> FINE del cliente.
Ora passiamo ancora oltre, ancora più lungimiranti.
D) I negozianti sulla "strada" che fanno la politica del 25 € (corretta) non riescono più a vendere il prodotto come prima, grazie al fatto che la voce (dei 16 €) si è sparsa e ne vendono meno.
E) Con questa fetta, purtroppo, il negozio non ce la fa, ed è costretto a chiudere (oppure ad alzare i prezzi).
F) Non c'è più un negozio in strada che generi nuovi acquirenti -> il mercato si restringe. -> l'editore vende meno copie -> l'editore aumenta il prezzo.
Ma andiamo ancora più avanti che c'è il passo successivo che rasenta la genialità!
G) Io con il mio shop online vedo che le vendite salgono. Ma cribbio! E' il mio secondo lavoro, mi sta portando via troppo tempo! E cavolo! Non ci guadagno nemmeno così tanto (ho scelto di guadagnarci pochissimo). Quindi ho davanti a me due strade:
G1) Abbandono il mio primo lavoro per buttarmi in questo (tanto di cappello, ma non lo fa nessuno).
G2) Vendo a qualcuno il mio shop online dicendogli che vende tanto (e dai numeri sembra) e qualcuno lo compra. Fantastico, ho fatto il mio.
Ora, facciamo un ulteriore passo avanti.
H) Mi hanno comprato il sito ma.... Purtroppo chi l'ha comprato pensava di poterci fare un'attività, ma non è vero. Nel giro di tre settimane, si accorge che i prezzi che tenevo io prima sono assolutamente ingestibili (e no, non ce la cava la pagnotta) e che faccio?
H1) Alzo i prezzi -> restringo ancora di più il mercato
H2) Chiudo.
Tutta questa situazione poi, posta più in generale, da origine ad altri scabrosi movimenti:
A) I miei competitor online fanno guerra al ribasso del prezzo con me, distruggendo ulteriormente il mercato (tanto ci devono andare ai caraibi).
B) Molti editori/produttori stranamente "saltano" perché il loro prodotto viene macinato come "prodotti civetta", venduti sottocosto, per convincere la gente a comprare dal negozio online di turno...
ecc. ecc. ecc.
Quindi, la politica del secondo lavoro è scorretta? Si. Non sarebbe scorretta se fosse gestita come secondo lavoro, ovvero: io mi trovo una nicchia, ci lavoro dentro alle marginalità corrette e, alla fine dell'anno, ho un guadagno in più. Invece viene gestita come "io sono il più furbo, margino 1 € a gioco e vado in vacanza".
Tutto ciò comunque in altri settori non accade perché altri settori hanno un sistema di vendita più furbo a monte.
Ma analizziamo questo punto. La politica dell'online sta portando alla ribalta il mercato tedesco? No, lo sta affossando. E questo lo sanno tutti gli editori tedeschi che piangono per la presenza degli shop online. Nella terra germanica però, si è innescato un gatto che si morde la coda: gli shop online fanno alti numeri e fanno chiudere i negozi di strada, ma gli editori non hanno la forza di non vendergli proprio a causa degli alti numeri che fanno. Infatti i numeri di giochi in scatola venduti scendono, non salgono. I poco lungimiranti danno colpa ai computer, al governo, al fatto che "ci sono più giornate di sole che una volta" ecc. I più lungimiranti sanno dov'è il problema e sta proprio li: in un mercato malato.
Chiudo con una piccola parentesi su Ristorante Italia. Ristorante Italia viene venduto a 50 € in Italia e 40 € in Germania.
Se vi chiedete perché, è presto detto:
1) 28% di pressione fiscale in più e 2% di IVA in più.
2) Il distributore tedesco ha scelto, di sua sponta, dopo aver comprato il gioco da noi, di tagliarsi parte del guadagno perché secondo lui "a 50 € non poteva vendere" (quando in realtà, da quando è uscito, nella sola Italia noi abbiamo già venduto più di 500 copie, che per un gioco da 50 €, è tanta roba).
Ora però, basta già solo il punto 1 a risolvere il tutto. Fate due conti. Un oggetto costa mediamente il 28% di più in Italia per via delle tasse (faccio conti a spanne, in realtà dovrebbe costare anche di più). Quindi: 40 € / 100 * 128 = 51,20 € E' logico che in un mercato dove la pressione fiscale è di più di 20 punti inferiore, il gioco costi meno.
Poi arriva a 33 € perché i "furbi" devono guadagnare un paio di € dal gioco per vivere.
Ora però vi chiedo:
A) Ristorante Italia ha il materiale dentro per valere 50 €? Secondo me, si. Ha circa 2 metri quadri di cartone fustellato più plastica varia oltre che un lavoro di più di 6 mesi sopra per la realizzazione e di più di un anno di playtest da parte degli autori.
B) Ristorante Italia vi ha permesso di giocare in santa pace per 3-4 serate? Secondo me, si è strapagato i 50 €, il suo valore l'ha raggiunto.
In Italia non si può vendere sottocosto, perché è illegale, ma il supermercato chiude per reparti (es. frutta, verdura, giocattoli ecc.). Se io in un reparto compro le carote a 5 € e le mele a 3 € e rivendo le carote a 3 € (sotto il costo) ma le mele a 6 €, dopo aver venduto tutto lo stock di mele e carote (100 e 100) ottengo 300 € di incasso e 600 € di incasso = 900 € di incasso contro 800 € di costo. Il mio reparto chiude in positivo, +100 €, ma io ho venduto un prodotto sottocosto.
Ho commesso un illecito? No, perché ho trovato la gabola per sviscerare la cosa. Ho fatto una politica scorretta, CERTO. Dove si vede la politica scorretta? Nel seguito.
Il supermercato che ha tanti soldi continua a vendere le mele a 6 € (magari le alza a 6,50 € che 0,50 € non fanno troppo la differenza) e mette le carote a 3 €. Il negozio sotto casa, purtroppo, deve mettere le mele a 6 € e le carote a 7 € (eh si, lui mica vende per reparti). Nel giro di 6-7 mesi, la clientela compra le carote al supermercato e non più dal venditore locale (perché è un ladro) che stranamente chiude (perché non è economicamente forte come il supermercato). Dopodiché, il supermercato rialza il prezzo di 0,50 €/mese alle carote finché non torna a 7 € (ma tanto la gente non se ne accorge più, perché non ha più il termine di paragone) e magari, visto che il fruttivendolo a chiuso, alza anche le mele di 1 €. ;-)
Il supermercato in questo esempio, ha commesso un illecito? No. Ha portato avanti una politica scorretta? Si. Il cliente ci ha guadagnato a comprare dal supermercato? NI. I primi 6 mesi si, ma quando il supermercato ha sbaragliato la concorrenza?
che di bustine
Se ti riferisci all'altro post, no. Io ho bacchettato l'utente che ha preso un prezzo (da uplay) online di un prodotto e ha detto che il prezzo di quel prodotto è quello di Uplay, quando in realtà il prezzo è un altro (più basso).
Non solo, basandosi su quel dato ha consigliato altri clienti di comprare all'estero. ;-)
Vogliamo parlare del negozio web che è sleale rispetto alla bottega di quaritere perché non ha costi di affitto, magazzino ecc. ecc.?
Il punto non è quello. La concorrenza sleale si fa nel momento in cui io posso aprire una seconda attività e devastare il mercato degli altri perché non miro alla pagnotta.
Facciamo un esempio pratico. Io ho una seconda attività e non mi interessa guadagnare per vivere, mi bastano quei 200 € al mese in più per poter andare, in fondo all'anno, in vacanza con tutti i comfort.
Un gioco come Super Farmer, che viene venduto a 25 € e (mettiamo caso, ma non è così) da 10 € di guadagno al negoziante, io decido di venderlo a 16 € perché mi faccio forte di un prezzo insostenibile dal negoziante (che deve guadagnare per mettersi la pagnotta in bocca, non come me che mi basta per andare in vacanza). Notare che questo prezzo al pubblico non viene tarato a caso dagli editori ma, almeno nel mio campo, viene tarato per dare un giusto margine a chi lo vende, in modo che chi lo vende possa campare.
Cmq, Puntando su questa cosa io faccio le mie vendite e le faccio, e le faccio anche bene (magari vendo 30 Super Farmer in un mese, marginando 30 €). Ora allargate la cosa a scala X centinaia di giochi.
Fin qui, nessuno direbbe niente, lui fa il suo mercato, lui ha i suoi clienti ecc. E nemmeno io avrei molto da dire.
Passiamo ora alla fase B. Quello che, con un po' di lungimiranza, accade è che:
A) Il cliente passa online e vede Super Farmer a 16 €. Siccome la metà degli shop online non riporta il prezzo di vendita reale (25 €) ma solo quello che decide lui, il cliente inizia a credere che Super Farmer costi 16 €.
B) Il cliente, quando incontra tutti i suoi amici che hanno Super Farmer e l'hanno comprato a 25 €, gli dice "cavolo ma siete dei cretini, costa 16 €"
C) Gli amici, fanno un salto sulla locale community e vedono che tutti comprano Super Farmer a 16 € e dicono "cavolo".
A questo punto, da C, trascendono 2 punti:
C1) Il cliente compra online alimentando 1 € al negoziante.
C2) Il cliente, schifato da quanto sono ladri i negozianti ma non avendo voglia di comprare online (e ce ne sono più di quanti possiate immaginare), smette di comprare e compra con i suoi soldi un Iphone. -> FINE del cliente.
Ora passiamo ancora oltre, ancora più lungimiranti.
D) I negozianti sulla "strada" che fanno la politica del 25 € (corretta) non riescono più a vendere il prodotto come prima, grazie al fatto che la voce (dei 16 €) si è sparsa e ne vendono meno.
E) Con questa fetta, purtroppo, il negozio non ce la fa, ed è costretto a chiudere (oppure ad alzare i prezzi).
F) Non c'è più un negozio in strada che generi nuovi acquirenti -> il mercato si restringe. -> l'editore vende meno copie -> l'editore aumenta il prezzo.
Ma andiamo ancora più avanti che c'è il passo successivo che rasenta la genialità!
G) Io con il mio shop online vedo che le vendite salgono. Ma cribbio! E' il mio secondo lavoro, mi sta portando via troppo tempo! E cavolo! Non ci guadagno nemmeno così tanto (ho scelto di guadagnarci pochissimo). Quindi ho davanti a me due strade:
G1) Abbandono il mio primo lavoro per buttarmi in questo (tanto di cappello, ma non lo fa nessuno).
G2) Vendo a qualcuno il mio shop online dicendogli che vende tanto (e dai numeri sembra) e qualcuno lo compra. Fantastico, ho fatto il mio.
Ora, facciamo un ulteriore passo avanti.
H) Mi hanno comprato il sito ma.... Purtroppo chi l'ha comprato pensava di poterci fare un'attività, ma non è vero. Nel giro di tre settimane, si accorge che i prezzi che tenevo io prima sono assolutamente ingestibili (e no, non ce la cava la pagnotta) e che faccio?
H1) Alzo i prezzi -> restringo ancora di più il mercato
H2) Chiudo.
Tutta questa situazione poi, posta più in generale, da origine ad altri scabrosi movimenti:
A) I miei competitor online fanno guerra al ribasso del prezzo con me, distruggendo ulteriormente il mercato (tanto ci devono andare ai caraibi).
B) Molti editori/produttori stranamente "saltano" perché il loro prodotto viene macinato come "prodotti civetta", venduti sottocosto, per convincere la gente a comprare dal negozio online di turno...
ecc. ecc. ecc.
Quindi, la politica del secondo lavoro è scorretta? Si. Non sarebbe scorretta se fosse gestita come secondo lavoro, ovvero: io mi trovo una nicchia, ci lavoro dentro alle marginalità corrette e, alla fine dell'anno, ho un guadagno in più. Invece viene gestita come "io sono il più furbo, margino 1 € a gioco e vado in vacanza".
Tutto ciò comunque in altri settori non accade perché altri settori hanno un sistema di vendita più furbo a monte.
Ma analizziamo questo punto. La politica dell'online sta portando alla ribalta il mercato tedesco? No, lo sta affossando. E questo lo sanno tutti gli editori tedeschi che piangono per la presenza degli shop online. Nella terra germanica però, si è innescato un gatto che si morde la coda: gli shop online fanno alti numeri e fanno chiudere i negozi di strada, ma gli editori non hanno la forza di non vendergli proprio a causa degli alti numeri che fanno. Infatti i numeri di giochi in scatola venduti scendono, non salgono. I poco lungimiranti danno colpa ai computer, al governo, al fatto che "ci sono più giornate di sole che una volta" ecc. I più lungimiranti sanno dov'è il problema e sta proprio li: in un mercato malato.
RISTORANTE ITALIA
Chiudo con una piccola parentesi su Ristorante Italia. Ristorante Italia viene venduto a 50 € in Italia e 40 € in Germania.
Se vi chiedete perché, è presto detto:
1) 28% di pressione fiscale in più e 2% di IVA in più.
2) Il distributore tedesco ha scelto, di sua sponta, dopo aver comprato il gioco da noi, di tagliarsi parte del guadagno perché secondo lui "a 50 € non poteva vendere" (quando in realtà, da quando è uscito, nella sola Italia noi abbiamo già venduto più di 500 copie, che per un gioco da 50 €, è tanta roba).
Ora però, basta già solo il punto 1 a risolvere il tutto. Fate due conti. Un oggetto costa mediamente il 28% di più in Italia per via delle tasse (faccio conti a spanne, in realtà dovrebbe costare anche di più). Quindi: 40 € / 100 * 128 = 51,20 € E' logico che in un mercato dove la pressione fiscale è di più di 20 punti inferiore, il gioco costi meno.
Poi arriva a 33 € perché i "furbi" devono guadagnare un paio di € dal gioco per vivere.
Ora però vi chiedo:
A) Ristorante Italia ha il materiale dentro per valere 50 €? Secondo me, si. Ha circa 2 metri quadri di cartone fustellato più plastica varia oltre che un lavoro di più di 6 mesi sopra per la realizzazione e di più di un anno di playtest da parte degli autori.
B) Ristorante Italia vi ha permesso di giocare in santa pace per 3-4 serate? Secondo me, si è strapagato i 50 €, il suo valore l'ha raggiunto.