12.spiele ha chiuso.......bene/male???? Parliamone

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francoletizia

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volevo dare una risposta articolata alle osservazioni che mi ha fatto Frost ieri, ma a parte tutti i discorsi (conti e conticini fatti con la propria convenienza) penso che i la risposta se la sia data da solo quì

Frost82":10nnv2m3 ha scritto:
1) Tutti gli store online che comprano da me conoscono bene la mia avversione per gli sconti e sono stati insultati più o meno velatamente in più di una circostanza (chi ovviamente fa un mercato di tipo scorretto). Lo sanno bene: glielo dico in faccia tutte le volte che comprano. :lol:
Così come lo scrivo qui, lo dico in faccia non appena chiedono il mio listino: le politiche scorrette, potete tenervele a casa vostra. :)

Questo secondo me si chiama "CARTELLO" vendiamo tutti allo stesso prezzo alto e chi vuole acquistare è costretto a farsi spennare!!!
questo è un mercato SCORRETTO perchè UCCIDE la libera concorrenza!!!
forse sarò io che mi sbaglio ma il mercato libero secondo me non funziona così!
Franco
 

Max_23

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francoletizia":d7egizs1 ha scritto:
Questo secondo me si chiama "CARTELLO" vendiamo tutti allo stesso prezzo alto e chi vuole acquistare è costretto a farsi spennare!!!
questo è un mercato SCORRETTO perchè UCCIDE la libera concorrenza!!!
forse sarò io che mi sbaglio ma il mercato libero secondo me non funziona così!
Franco

Segui questo discorso.

Un negozio online vende a prezzi bassi (per ragioni che non sto a discutere) -> Gli altri negozi, perlopiù fisici, vendono meno -> I negozi fisici diminuiscono e chiudono -> Con meno negozi fisici l'editore vende molte meno copie -> Gli editori chiudono.

Fine del sillogismo.

Non si tratta di "cartello", si tratta di un mercato che collassa su se stesso.

Max
 

Galandil

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Max_23":9ra5f362 ha scritto:
Segui questo discorso.

Un negozio online vende a prezzi bassi (per ragioni che non sto a discutere) -> Gli altri negozi, perlopiù fisici, vendono meno -> I negozi fisici diminuiscono e chiudono -> Con meno negozi fisici l'editore vende molte meno copie -> Gli editori chiudono.

Fine del sillogismo.

Non si tratta di "cartello", si tratta di un mercato che collassa su se stesso.

Max

Il discorso ci può stare, ma che tipo di dati avete alla mano per supportare questo ragionamento?

Te lo chiedo perché quello di BG è un mercato "particolare", NON assimilabile alla vendita di vestiti o alimentari, che come è stato detto pagine addietro è composto in media da persone un po' più "smart" della massa, che usano un pc+internet senza problemi, ecc.

Quindi la domanda mi sembra lecita: effettivamente la quota di mercato dei negozi fisici quando impatta sulle vendite totali? E di che TIPOLOGIA di titoli? Immagino che per i family games la cosa sia più preponderante che non per titoli come Eclipse (tanto per citare sempre lui lol) o Dominant Species.
 

Lobo

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paperoga":21wsfw62 ha scritto:
Siete una massa di ipocriti pronti a risparmiare pochi euro per avere un gioco in più a discaito di chi lavora, esattamente come chi gioca a calcio con palloni cuciti dai bambini o chi si compra prodotti di multinazionali che sfruttano apertamente popolazioni che non possono dire di no, o ditte che confezionno hanburger con carni di dubbia provenienza. Se fate così in tutti gli aspetti della Vostra vita, avete adottato una filosofia di vita di un certo tipo ed è giusto che compriate da chi vi pare, MA non dovete aprire bocca se poi non avete più negozi sotto casa (che hanno chiuso), se vostro cugino è disoccupato perché la sua azienda ha delocalizzato in romania e se vostra figli è precaria dopo 8 anni di lavoro perché non gli fanno un contratto e la pagano due lire.

sentirer dire certe cose fa' accapponare la pelle, equiparare qualcuno che compra in uno store online ad uno sfruttatore di lavoro minorile, affamatore di famiglie o addirittura di popolazioni, incentivatore del precariato e della disoccupazione etc. è molto più che ridicolo.

Assolutamente no. Se lo dici o lo pensi, non consci i meccanismi dell'economia.
Chiaramente parliamo di giochi contro drammisociali, ma è lo stesso meccanismo che puoi applicare alla drogheria sotto casa o all'automobile che acquisti.

La miopia di molti, o il guardare troppi reality show, ha portatao alla situazione di oggi nelle grandi città, molti supermercati, moltissimi centri commerciali, piccoli negozi che chiudono.
 

francoletizia

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Max_23":u864pt94 ha scritto:
francoletizia":u864pt94 ha scritto:
Questo secondo me si chiama "CARTELLO" vendiamo tutti allo stesso prezzo alto e chi vuole acquistare è costretto a farsi spennare!!!
questo è un mercato SCORRETTO perchè UCCIDE la libera concorrenza!!!
forse sarò io che mi sbaglio ma il mercato libero secondo me non funziona così!
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Un negozio online vende a prezzi bassi (per ragioni che non sto a discutere) -> Gli altri negozi, perlopiù fisici, vendono meno -> I negozi fisici diminuiscono e chiudono -> Con meno negozi fisici l'editore vende molte meno copie -> Gli editori chiudono.
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Fine del sillogismo.

Non si tratta di "cartello", si tratta di un mercato che collassa su se stesso.

Max
dal tuo punto di vista quello che dici è vero, ma purtroppo come in tutti i settori (anche se è triste) il mercato globale porta a questo. questo esiste in quasi tutti i settori e non penso che noi acquirenti possiamo fare "beneficenza", se un'attività non riesce ad adattarsi è destinata a fare una brutta fine.
con questo io sono contento se tutti i negozi virtuali e non e facciano dei buoni utili e che continuino la loro attività!
ho iniziato a scrivere perchè non ho sopportato il fatto che frost "godeva" del fallimento di 12spiel dicendo in pratica che tutti i negozi in germania era scorretti.
 

Max_23

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Galandil":1h3iuzer ha scritto:
Il discorso ci può stare, ma che tipo di dati avete alla mano per supportare questo ragionamento?

Te lo chiedo perché quello di BG è un mercato "particolare", NON assimilabile alla vendita di vestiti o alimentari, che come è stato detto pagine addietro è composto in media da persone un po' più "smart" della massa, che usano un pc+internet senza problemi, ecc.

Quindi la domanda mi sembra lecita: effettivamente la quota di mercato dei negozi fisici quando impatta sulle vendite totali? E di che TIPOLOGIA di titoli? Immagino che per i family games la cosa sia più preponderante che non per titoli come Eclipse (tanto per citare sempre lui lol) o Dominant Species.

Questo è un bel ragionamento.

Devo capovolgere la questione. Perché nessun editore di giochi non-family non l'ha ancora fatto? Non abbiamo dati, io per lo meno non ho dati alla mano, mi devo basare solo empiricamente su questo mercato, che bazzico dal 1997. In quindici anni il mercato è cambiato, e gli acquisti on-line non fanno più paura come prima (paura di truffe, paura di furti di numeri di carte di credito ecc. ecc.), e si tratta di una fetta di mercato da considerare. Però quanto vendo ai negozi on line rispetto al totale dei negozi fisici? Circa un decimo, forse meno. Quindi, con un decimo delle copie (peraltro, seguendo il ragionamento, vendute a un prezzo ribassato) un editore di giochi sopravvive oggi?

No.

Tra dieci anni? Chissà. Rimane che il gioco da tavolo, a differenza di altri prodotti digitali (come video e audio) è un prodotto analogico, e al momento nove clienti su dieci lo acquistano prendendolo in mano dallo scaffale e andando alla cassa. (E sto parlando di titoli da gamer... perché se nel contesto ci metto dentro Dixit & Co. il discorso aumenta esponenzialmente... il rapporto online/negozio fisico diventa 40 o 50 a 1... andando a naso...).

Max
 

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Max_23":qrcqknvn ha scritto:
Questo è un bel ragionamento.

Devo capovolgere la questione. Perché nessun editore di giochi non-family non l'ha ancora fatto? Non abbiamo dati, io per lo meno non ho dati alla mano, mi devo basare solo empiricamente su questo mercato, che bazzico dal 1997. In quindici anni il mercato è cambiato, e gli acquisti on-line non fanno più paura come prima (paura di truffe, paura di furti di numeri di carte di credito ecc. ecc.), e si tratta di una fetta di mercato da considerare. Però quanto vendo ai negozi on line rispetto al totale dei negozi fisici? Circa un decimo, forse meno. Quindi, con un decimo delle copie (peraltro, seguendo il ragionamento, vendute a un prezzo ribassato) un editore di giochi sopravvive oggi?

No.

Tra dieci anni? Chissà. Rimane che il gioco da tavolo, a differenza di altri prodotti digitali (come video e audio) è un prodotto analogico, e al momento nove clienti su dieci lo acquistano prendendolo in mano dallo scaffale e andando alla cassa. (E sto parlando di titoli da gamer... perché se nel contesto ci metto dentro Dixit & Co. il discorso aumenta esponenzialmente... il rapporto online/negozio fisico diventa 40 o 50 a 1... andando a naso...).

Max

Il problema è che, alla fine, mancano parecchi parametri da analizzare.

Ad esempio:

- Tu con Asterion ti rendi conto di vendere in rapporto di 10:1 fra fisico:eek:nline. Che rapporto hai nel tuo catalogo titoli fra le varie tipologie? Ad es., suddividendole in hardcore games/german games/family games/gdr cartacei? A spanne (è una mia deduzione, non ho ovviamente dati da portare a supporto di questo, solo una mia limitata esperienza), le ultime due categorie dovrebbero vendere più facilmente nel negozio fisico, la prima più facilmente nel negozio online, con i german games probabilmente in una via di mezzo. In sostanza il pubblico di riferimento di un gioco come World in Flames è diverso da quello di un Glen More, o il pubblico di riferimento di un gioco GMT è diverso dal pubblico di riferimento di un gioco Hans Im Gluck, e questo genera due (o addirittura più) realtà di mercato differenti.

- Abbiamo anche il problema relativo alla "confidence" del pubblico con le tipologie di negozi, che sono mostruosamente differenti da nazione a nazione. Ad es., in Italia in generale c'è ancora, nonostante tutto, una FORTE resistenza all'acquisto online (in generale dico) rispetto alla Germania, all'UK o agli USA. Una prova indiretta la si può notare facilmente guardando un po' la disponibilità dei prodotti sui vari Amazon europei, guardacaso il sito italiano è quello in realtà meno fornito "di tutto un po'", e primariamente di prodotti di un certo tipo, mentre quello tedesco, guardacaso, ha una selezione di boardgames notevole (che, soprattutto per i german games, non trovi sugli altri siti europei di Amazon). Allora la domanda qui diventa: quel rapporto di 10:1 si può modificare nel tempo (e in quanto tempo) al diminuire della diffidenza dell'acquisto online e allo sviluppo del mezzo tecnologico PC fra gli italiani (che sono oggettivamente una delle nazioni più arretrate mentalmente sotto questo aspetto)? E questo porta a:

- Diminuzione di un mercato rispetto ad un altro, non in rapporto di 1:1. Mi spiego: nel momento in cui l'acquisto online diventasse un'abitudine per gli italiani, siamo sicuri che quel rapporto di 10:1 rimanga uguale alla somma di 11? Questo perché, SE lo store online fa dei prezzi particolarmente bassi/scontati, può tranquillamente allargare la fetta di mercato, ad es. per ogni 1 che levo alla quota negozio fisico, può tranquillamente accadere che la quota negozio online aumenti di 1,2, quindi si può arrivare alla situazione in cui per ogni 5 copie vendute allo store fisico nel vendi in realtà poi in totale 7 al negozio online. E questo poi è un fattore ANCHE legato alla predisposizione di un certo pubblico verso un certo prodotto - sappiamo che in Italia la resistenza al boardgame è notevole, rispetto al mercato tedesco, e in realtà micro-locali come gli store fisici (che possono raggiungere solo una piccola parte di pubblico rispetto ad uno store online nazinale) non è detto che possano continuare a mantenere un certo volume di vendite a certi prezzi, perché il mercato col passare del tempo può saturarsi -> hai bisogno di nuovi sbocchi, cosa che uno store online può sempre raggiungere, certo, ma in tempi comunque molto più lunghi (e permettere cmq sconti per allungare ulteriormente in là a livello temporale una possibile saturazione del mercato che fa implodere poi le vendite).

Il problema, imo, di base è che tutta la faccenda è tremendamente complicata, soprattutto poi in virtù del fatto che il BG è un bene non di prima necessità, quindi dipende da infiniti fattori che, anche se vi metteste tutti voi editori ad analizzare i dati, potreste non capire mai a fondo perché il cosiddetto mercato globale porti nuovi elementi di valutazione che anche il gruppo locale degli "editori italiani" non potrà avere sottomano in modo completo.

Da cui deriva il problema che NON si può, tout-court, stabilire quello che stabilisce Frost. Lo si può valutare in LOCO e ADESSO, avete a disposizione una serie di dati e possibili soluzioni, ma altre variabili sono completamente a voi sconosciute, lasciando cmq la porta aperta alla possibilità dell'editore che NON muore anche se i negozi fisici iniziano a "cadere come mosche".

Fermo restando che la politica tipo quella che ti ho citato qualche pagina, e cioé "vendere" un prodotto sostanzialmente gratis come l'espansione Supernova per Eclipse a €8,99 è una porcheria cmq immensa, e mi ha spinto a comprare il gioco da S-O. Con buona pace di Frost, ovviamente. :)
 

paperoga

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Assolutamente no. Se lo dici o lo pensi, non consci i meccanismi dell'economia.
Chiaramente parliamo di giochi contro drammisociali, ma è lo stesso meccanismo che puoi applicare alla drogheria sotto casa o all'automobile che acquisti.

io non capisco di economia, ma non mi sembra di essere l'unico qua dentro, detto questo

1) i problemi dell'economia italiana non sono dati dal fatto che si comprino prodotti all'estero, ma dall'enorme pressione fiscale, che potrebbe essere diminuita solo grazie ad una massiccia caccia all'evasione fiscale ed a una eliminazione degli sprechi.
A sostegno di questo nella nuova manovra finanziaria non sono stati propoposti incentivi su acquisti di prodotti italiani, probabilmente perchè non necessari.

2) sentir dire che non comprare online da siti tedeschi aiuterebbe l'economia italiana, fa solo ridere, vi rendete conto di che cifre stiamo parlando, inoltre se compro un gioco di un editore italiano da un sito straniero, questi comunque intasca i suoi soldini (come detto da Frost)

3) sostenere l'economia italiana è un discorso che va bene fino ad un certo punto, se un sistema è malato bisogna curarlo o lasciarlo morire non accanirsi terapeuticamente

4) qualcuno potrebbe controbattere, volete sostenere l'Italia a discapito dell'Europa, del mondo, ma allora perchè non la Lombardia o addirittura Milano, perchè le regioni del nord devono sostenere quelle del sud....è un discorso che qualcuno ha già fatto, tu sei d'accordo? io NO

5) l'Italia si regge sui piccoli risparmiatori, la ricchezza delle famiglie italiane compensa l'enorme debito pubblico, l'economia e il risparmio della famiglia sono fatti anche dal risparmio di pochi euro su qualsiasi genere di prodotto, anche sui giochi, quindi se devo sostenere l'economia di qualcuno o qualcosa, la prima economia che io sostengo è quella della mia famiglia e la sostengo anche risparmiando sui beni "superflui"

La miopia di molti, o il guardare troppi reality show, ha portatao alla situazione di oggi nelle grandi città, molti supermercati, moltissimi centri commerciali, piccoli negozi che chiudono.

questo è un discorso che non sta in piedi, il negozio sotto casa non lo fa chiudere il piccolo consumatore, ma i poteri forti, ma il discorso è lungo è complesso bisognerebbe capire molte cose che a noi comuni mortali piccoli cittadini sono nascoste e sconosciute

il tuo discorso "siete una massa di ipocriti...............etc. etc.
lo posso accettare solo da un
Vegano che si veste con abiti da lui stesso confezionati in canapa da lui piantata e coltivata, che gira solo in bicicletta e che si scalda davanti ad un camino, chiaramente per ogni albero che finisce nel camino, sono due quelli che deve piantare
 

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Io non difendo il prodotto italico innanzitutto, difendo il piccolo commerciante, che è diverso, ovvero un sito on line tedesco che fa prezzi stracciati e colpevole quanto un sito o line italiano che fa la stessa cosa.

Il discorso della pressione fiscale non puoi ignorarlo esite. Amazon vendeva a prezzi molto inferiori perché non pagava l'IVA italiana con un escamotage, da quando è uscita la legge che impedisce il dumping dei prezzi sui libri la musica è cambiata.

Infine ognuno nel suo piccoo -a mio avviso- deve combattere le lotte per cui crede. Che c'entra essere vegano. Io credo nelleproteine della carne e mi mangio la bistecca, magari una volta al mese, ma di chianina, certificata, di buon sapore e comprata sotto casa.
Questo ovviamente se si può, ma parliamo di giochi quindi si può, altrimenti compri quello che devi per campare.

Ultima chiosa, è giusto qui dentro pochi capiscono di economia, perché magari hanno studiato altro, ma tutti mettono bocca su politiche economiche. Strano vero?
 

paperoga

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paperoga
Infine ognuno nel suo piccoo -a mio avviso- deve combattere le lotte per cui crede. Che c'entra essere vegano. Io credo nelleproteine della carne e mi mangio la bistecca, magari una volta al mese, ma di chianina, certificata, di buon sapore e comprata sotto casa.
Questo ovviamente se si può, ma parliamo di giochi quindi si può, altrimenti compri quello che devi per campare.

sto dicendo che per farmi la morale su lavoro minorile sfruttamento delle risorse etc. bisogna essere irreprensibili e chi di noi lo è, chi non ha qualcosa prodotto in china o un elettrodomestico inquinante e altre cose del genere

Ultima chiosa, è giusto qui dentro pochi capiscono di economia, perché magari hanno studiato altro, ma tutti mettono bocca su politiche economiche. Strano vero?

non più di tanto, in questo momento l'economia è uno degli argomenti più trattati da giornali televisione ed è l'argomento principale di discussione nei bar in palestra allo stadio è quindi normale che se ne parli anche qui anche senza cognizione di causa, ma a parer mio si può dire la propria anche se si conosce poco un argomento, basta dirla coi dovuti modi, nello stesso modo aprire un'attività commerciale/azienda non ti fa diventare automaticamente un esperto di economia mondiale
 

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Scusate, posso rigirare una domanda...

Su quali dati basate tutte le cose che dite?

Perché io ho una ditta che lavora nel campo da 6 anni, parlo e mi confronto con altre ditte mie partner che lavorano sul campo da oltre 20 anni, seguo, analizzo, guardo i dati delle mie vendite e, se posso, estrapolo i dati delle vendite di altri.

Invece, tutte le vostre idee, su quali dati le basate? Sono curioso, perché mi sono stancato di continuare a dovermi difendere da attacchi di questo tipo e vorrei sapere la vostra fonte di dati che vi fa credere che tutto quello che vi viene detto sono fregnacce.

Scusate, perché nei vostri post vedo un sacco di cose che, nella mia esperienza, non sono assolutamente vere (come per esempio che è più facile vendere un gioco per famiglie che uno per gamers) ma se voi le dite o avete un'esperienza diretta (e quindi mi farebbe piacere sapere qual'è) oppure lo dite basandovi su dati certi che possiamo guardare.
 

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Max_23":1v0ykq61 ha scritto:
francoletizia":1v0ykq61 ha scritto:
Questo secondo me si chiama "CARTELLO" vendiamo tutti allo stesso prezzo alto e chi vuole acquistare è costretto a farsi spennare!!!
questo è un mercato SCORRETTO perchè UCCIDE la libera concorrenza!!!
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Un negozio online vende a prezzi bassi (per ragioni che non sto a discutere) -> Gli altri negozi, perlopiù fisici, vendono meno -> I negozi fisici diminuiscono e chiudono -> Con meno negozi fisici l'editore vende molte meno copie -> Gli editori chiudono.

Fine del sillogismo.

Non si tratta di "cartello", si tratta di un mercato che collassa su se stesso.

Max

(cerchero di esprimere la calma con cui scrivo questo messaggio :grin: )

scusa max ma non concordo sul fatto che con meno negozi fisici si vendano molte meno copie. anzi. secondo me , infatti, magari il tizio estraneo al mondo dei bg, non avendo piu lo store sotto casa , potrà scegliere di coprare altro ... mettiamo un videogioco.
dall'altra parte, però, FORSE i gamers che acquistano on line riuscirebbero a comprare PIU giochi. (CREDO).

un altra considerazione.

scusate eh, ma a sto punto, risaliamo la catena di produzione. E quindi :

EVVIVA ,sì, IL CLIENTE CHE ACQUISTA IN ITALIA
ma
EVVIVA ,anche e soprattutto, L'EDITORE CHE NON DELOCALIZZA LA PRODUZIONE IN CINA !

o no ? ;)
 

Galandil

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Frost82":24lyp14d ha scritto:
Scusate, posso rigirare una domanda...

Su quali dati basate tutte le cose che dite?

Perché io ho una ditta che lavora nel campo da 6 anni, parlo e mi confronto con altre ditte mie partner che lavorano sul campo da oltre 20 anni, seguo, analizzo, guardo i dati delle mie vendite e, se posso, estrapolo i dati delle vendite di altri.

Invece, tutte le vostre idee, su quali dati le basate? Sono curioso, perché mi sono stancato di continuare a dovermi difendere da attacchi di questo tipo e vorrei sapere la vostra fonte di dati che vi fa credere che tutto quello che vi viene detto sono fregnacce.

Scusate, perché nei vostri post vedo un sacco di cose che, nella mia esperienza, non sono assolutamente vere (come per esempio che è più facile vendere un gioco per famiglie che uno per gamers) ma se voi le dite o avete un'esperienza diretta (e quindi mi farebbe piacere sapere qual'è) oppure lo dite basandovi su dati certi che possiamo guardare.

Io ho SOLO detto che *credo*, e di conseguenza chiedo conferma o smentita sulla base di dati da parte di chi ne ha, che un family game si possa vendere meglio in uno store fisico che in uno online, anche basandomi sul fatto che tu stesso hai ammesso che Red Glove lavora principalmente su family games e il suo punto di riferimento di vendita al dettaglio sono i negozi fisici e non online (o lo fai ESCLUSIVAMENTE per la questione "morale"?).

Quindi, se vuoi continuare a sostenere la tua tesi E contemporaneamente convincere gli altri che sia come dici tu, pls porta dati a supporto, altrimenti a me pare che sia semplicemente un tuo sfogo con susseguente ipotesi del fatto che negozi online -> morte del mercato dei BG.
 

Frost82

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Dal mio punto di vista la svendita online causa la morte del negoziante fisico per i seguenti motivi (è tutto semplificato perché, ovviamente, il panorama è molto più complesso e si potrebbe dibattere in due libri, credo).

Dobbiamo prima di tutto fare, secondo me, tre premesse:

Premessa A
Non tutti comprano online. Anzi, chi compra online è una bassa % di acquirenti. Questo in tutti gli stati, compresa la Germania. L'acquisto principale è eseguito in negozi fisici. I motivi, un po' li conosco, un po' no:
- scarsa fiducia nell'online
- volontà di toccare con mano ciò che si compra
- volontà di poter scegliere mentre si tocca con mano
- scarsa capacità di giudicare dimensioni/peso della scatola senza averla in mano
- ecc. ecc.

Sono tutti una serie di fattori per cui chi compra online è una bassa %. Alcuni credono che questa % aumenterà, altri credono che questa % rimarrà tale. Dal mio punto di vista, è un po' come chi compra al mercato: ad alcuni piace e ci vanno, ad altri no e vanno nel negozio fisico. Altri ancora aborrano entrambe le tipologie e vanno online. Ecc. Ogni tipologia di vendita, ha il suo acquirente. Non credo che la totalità delle persone potrà mai andare all'online, esattamente come non credo che la totalità delle persone potrà andare a comprare al mercato.

Fatta questa premessa (dal mio punto di vista, necessaria), ne dobbiamo fare una seconda.

Premessa B
Una grossa % di persone gira online, guarda siti, guarda cose, vede gente, usa facebook. Questa grossa % è molto maggiore a quella che compra online: molti usano internet MA non comprano online.

Premessa C
Le vendite online sono quasi tutte effettuate a clienti CHE CERCANO IL PRODOTTO. Ovvero, un cliente vuole un gioco da tavolo, cerca lo shop online e lo compra. Raramente (questo potranno dirvelo anche i nostri shop online) gente che gira a caso capita sullo shop online e decide di comprare un gioco.
Al contrario, nel negozio fisico la gente SCOPRE i prodotti: entra per comprare la Barbie, vede anche un Super Farmer ed esiste una % (seppur bassa) che si interessi al prodotto. Ma non solo. Nello store fisico la vendita può essere veicolata in gran parte dal negoziante (che propone, offre, fa vedere, ecc.). Nello shop online la vendita è veicolata in gran parte dal cliente (che sceglie) e in piccola parte dallo shop online (che con qualche trucco di comunicazione può mettere in evidenza alcuni prodotti).

Fine Premesse
Fatte queste premesse, che ripeto sono premesse personali basate però sulle mie esperienze, vediamo cosa succede solitamente.

A) Esce il gioco Pippo. Il gioco Pippo viene venduto in distribuzione ad un prezzo suggerito di 30 €. Il gioco viene comprato da un negozio fisico che lo mette in vendita a 30 € e da uno shop online che lo mette in vendita a 20 €.
B) L'editore inizia a fare promozione: fa giocare il gioco, fa pubblicità, fa tutte le belle cose che deve fare.
C) Inizia a scatenarsi l'interesse del pubblico e il pubblico si divide in due fasce: una prima fascia che va al negozio e se lo compra e una seconda fascia che, prima di comprare, va online ad interessarsi del gioco.
D) La prima fascia ci interessa un po' meno. Vediamo la seconda. Questi vanno online e vedono il gioco a 20 €. Alcuni comprano (pochi per le suddette premesse), alcuni decidono di non comprare (molti).
E) Quelli che non comprano ma sono comunque interessati vanno nello store sotto casa (quello fisico) e OMIODIO lo trovano a 30 €.

Questo punto E è il punto cruciale. Genera:
A) Perdite di vendite. Il cliente non lo compra li, ma nemmeno sullo shop online (e fin qui, avremmo perso solo quel cliente).
B) Malcontento. Il cliente dice al negoziante che l'ha visto a 20 € sullo shop online. Il negoziante cerca di spiegargli tutte le ragioni che sono spiegate in questo topic, ma tanto il cliente mica gli frega niente: sono 10 € di più! Nel suo cervello si forma l'idea SEI UN LADRO. Il negoziante ha perso un cliente.

Non solo però. Chi subisce una truffa (perché nel punto B si sente truffato, il cliente) deve chiaramente urlarlo a tutto il mondo (stranamente invece quando si riceve un bel servizio si tace, casomai gli altri lo sapessero, ma questa è un'altra storia :) ). In occasioni disparate, per situazioni varie e altre ragioni lo dirà ad altri e, a cascata, farà perdere altri clienti.

Il numero dei clienti si abbassa -> il negozio con l'abbassare dei clienti riduce le vendite -> il negozio chiude (o abbandona il gioco in scatola perché non può competere contro chi vende senza margine) -> gli occasionali vedono meno il prodotto -> il mercato si restringe.

Il mercato si restringe -> le vendite dei giochi diminuiscono -> le tirature diminuiscono -> i prezzi aumentano -> i giocatori si inalberano e comprano meno giochi -> il mercato si restringe -> le vendite dei giochi diminuiscono -> il mercato muore.

Ora come ci insegna la matematica:
Lo store online straccia i prezzi -> ... -> Il mercato muore.

Questo è comprovato da vari tentativi che abbiamo fatto, da situazioni che si sono create nei miei 6 anni di lavoro, da come le vendite immediatamente calano non appena il furbo di turno straccia il prezzo di un prodotto per l'ennesima "campagna sconto per il giocatore". Stranamente, a seguito delle campagne sconti, le vendite del periodo "campagna sconto" non aumentato sensibilmente, si ha una forte flessione negativa subito dopo, e poi, quando riprendono, non sono a livello di prima (perché tutti cercano il gioco al prezzo della "famosa campagna sconto").

Purtroppo, e questo lo sanno tutti gli shop online se sono onesti, gli shop online vendono agli appassionati e toccano una % bassissima di clienti occasionali. Al contrario, gli shop fisici toccano una % altissima di clienti occasionali e toccano pochi appassionati.

Ma gli shop fisici lavorano per crearsi i clienti (un po' come fanno tutti e come faccio io). Se vedono che una tipologia di prodotto non gli da continuità, verteranno su altre tipologie, e il cane si morde la coda, siamo al punto di prima: meno vendite -> morte del mercato.

Spero di aver spiegato il mio punto di vista.

Con questo, ripeto, io non sto assolutamente dicendo che un giocatore non è libero di comprare dove gli pare: per me può comprare anche su Marte. Però, siccome so che la svendita online è un danno al mio mercato, come Red Glove cerco di contenerla il più possibile e cerco di far si che i miei prodotti non ci vadano (o meglio, che non vengano svenduti). Questo credo sia un mio diritto, esattamente come è un vostro diritto comprare dove vi pare.

Questo significa che Red Glove non venderà ai gamers? Me ne farò una ragione (che, tra parentesi, mi sono già ampiamente fatto).

Sono assolutamente convinto che Ristorante Italia valga ogni singolo € dei suoi 50 €. Allo stesso tempo, sono assolutamente convinto che Jerusalem valga ogni singolo € dei suoi 40 €.

Se per voi non è così, non compratelo o cercatelo ad un prezzo più basso. Se lo troverete, lo comprerete, se non lo troverete, non lo comprerete.

Io non vedo assolutamente problemi in tutto ciò... Voi?
 

Frost82

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dall'altra parte, però, FORSE i gamers che acquistano on line riuscirebbero a comprare PIU giochi. (CREDO).

Volevo quotare questo commento perché lo ritengo emblematico.

Il gamer potrà comprare più giochi.... Ma serve?

Qualcuno mi ha detto che in un mese il suo gruppo di 7 giocatori ha speso per ordini online in Germania 1200 €. Questi 1200 € corrispondono a circa 170 € a testa. Questi 170 € corrispondono (contando una media di 30 € a gioco) a quasi 6 giochi a testa in un mese. Possiamo anche considerare che ci fossero dei regali di mezzo, ma serve? Sono utili? Servono veramente a qualcosa? I giocatori riescono veramente a fare più di una partita ad un gioco consecutivamente? Quanti giochi vengono giocati più di mmm 3 volte?

Non è che magari, semplicemente, per molti gamers il gioco è visto come un collezionismo sfrenato e, quindi, costa troppo perché ne comprano banalmente troppi?

Non voglio offendere nessuno con queste parole, è solo una domanda che mi sono sempre posto.
 

francoletizia

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Frost82":1se2u1uk ha scritto:
Qualcuno mi ha detto che in un mese il suo gruppo di 7 giocatori ha speso per ordini online in Germania 1200 €. Questi 1200 € corrispondono a circa 170 € a testa. Questi 170 € corrispondono (contando una media di 30 € a gioco) a quasi 6 giochi a testa in un mese. Possiamo anche considerare che ci fossero dei regali di mezzo, ma serve? Sono utili? Servono veramente a qualcosa? I giocatori riescono veramente a fare più di una partita ad un gioco consecutivamente? Quanti giochi vengono giocati più di mmm 3 volte.
io ti ho detto che questo mese abbiamo speso 1200 € non tutti i mesi, questo avviene un paio di volte all'anno, quindi rifai meglio i conti :lol:
Altra cosa, non mescolare le osservazioni di una persona con quello che fanno altri altrimenti si crea confusione!
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Galandil

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Frost82":8jqeexjz ha scritto:
dall'altra parte, però, FORSE i gamers che acquistano on line riuscirebbero a comprare PIU giochi. (CREDO).

Volevo quotare questo commento perché lo ritengo emblematico.

Il gamer potrà comprare più giochi.... Ma serve?

Qualcuno mi ha detto che in un mese il suo gruppo di 7 giocatori ha speso per ordini online in Germania 1200 €. Questi 1200 € corrispondono a circa 170 € a testa. Questi 170 € corrispondono (contando una media di 30 € a gioco) a quasi 6 giochi a testa in un mese. Possiamo anche considerare che ci fossero dei regali di mezzo, ma serve? Sono utili? Servono veramente a qualcosa? I giocatori riescono veramente a fare più di una partita ad un gioco consecutivamente? Quanti giochi vengono giocati più di mmm 3 volte?

Non è che magari, semplicemente, per molti gamers il gioco è visto come un collezionismo sfrenato e, quindi, costa troppo perché ne comprano banalmente troppi?

Non voglio offendere nessuno con queste parole, è solo una domanda che mi sono sempre posto.

Il post precedente me lo leggo con calma, ma riguardo a questo punto ti ricordo il principio di utilità marginale personale.

Posto che io son d'accordo con te, e tento di limitare il più possibile i miei acquisti a giochi che giocherò col mio gruppo N volte, non puoi farti sangue amaro per questo (o utilizzare questa cosa nelle analisi di mercato obv) perché ogni persona ha la sua utilità marginale per ogni prodotto, a te frega solo quant'è questa utilità, e se c'è qualcuno che è disposto a comprare ventordici giochi al mese, perché nn venderglieli?
 

Brandebard

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Faccio alcune domande, più rivolte agli editori e ai rivenditori, ma anche a chi ne sappia a riguardo.

1) Ci sono dati tangibili per valutare se il mercato dei giochi è in espansione, in contrazione o stabile? Personalmente credo che il numero di persone che si interessa a questo mondo aumenti di anno in anno grazie ad associazioni, eventi e passaparola, ma questo poi quanto si riflette nel mercato vero e proprio? Non credo in maniera speculare, però un minimo dovrebbe influenzarlo in positivo... (tengo a sottolineare che è una mia personalissima considerazione, eventualmente vi chiedo di smentirmi se avete delle fonti che possano spiegare il fenomeno in qualche maniera).

2) Ho notato che diversi giochi dopo uno o due anni dalla loro uscita tendono a calare di prezzo di un 10-20%. Da cosa dipende? Il gioco ha venduto troppo poco e lo si svende? oppure l'editore ha coperto i costi di produzione fissi (e quindi ha dei rischi in meno) e decide perciò di metterlo ad un prezzo più vantaggioso? Altre ipotesi possibili?

3) Alcuni store online praticano delle offerte, super offerte, offerte limitate, etc.. con sconti che possono variare dal 5% fino anche al 25% del valore del gioco. Di solito hanno una durata contenuta di uno o due mesi, alcune di queste sono fatte perché magari la scatola ha qualche ammaccatura, altre invece non hanno un motivo specifico. Per le varie discussioni fatte sulla contrazione/espansione del mercato, come valutate questo genere di iniziative?
 

paperoga

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paperoga
Ci sono dati tangibili per valutare se il mercato dei giochi è in espansione, in contrazione o stabile?

personalmente ritengo che in periodo di crisi il mercato dei giochi si espanda (il gioco costa poco e dura di più degli altri divertimenti canonici), ma non ho dati per affermare questo, se non una recente trasmissione radiofonica in cui si parlava appunto di un incremento della vendita di giochi da tavola negli ultimi 2 anni, ma non so a che dati si rifacessero, quindi prendi tutto questo con le molle
 
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