È tempo di
COIN sotto il pergolato di casa
@saintpumpkin, in compagnia di suo fratello e
@Pi_117. Sul tavolo ci sono i destini di Cuba, con tutti i suoi delicati equilibri geopolitici. Peraltro la serata, con il suo 200% di umidità, rievoca bene il clima sub-tropicale dell’isola.
Cuba Libre ha proprio una bella presenza una volta apparecchiato, ma bando alle ciance: il Paese chiede di essere liberato.
Anche io, riprovevole mafiosazzo del Syndacate, la voglio libera, ma a modo mio.
@Pi_117 e il Directorio pure la vogliono libera, ma hanno una visione diversa da Giovanni e il Movimento 26 Luglio, cuore pulsante della rivolta castrista. Dall’altra parte c’è
@saintpumpkin, il
counter-insurgent della partita, che vuole mantenere al potere il Governo appoggiato dagli USA.
Per motivi di tempo optiamo per lo scenario breve studiato da uno dei main playtester del gioco, Orjean, che prevede un setup avanzato e aggressivo, che lancia nel cuore del conflitto su mappa abbreviando il mazzo a sole 30 carte evento. Scegliamo in aggiunta la modalità ufficiale che prevede l’avvio del Propaganda Round non appena viene rivelata l’apposita carta: ho apprezzato particolarmente quest’ultima variante, che rende meno calcolato e più teso il gameplay.
Descrivere la partita è difficile, perché tanti sono stati i ribaltamenti di fronte di turno in turno, col Governo spesso vicino alle proprie condizioni di vittoria, pur mantenendo un approccio abbastanza conservativo: solo le regioni già molto popolate in partenza sono state al centro del conflitto. Havana è stata per certo una di quelle, dove i castristi hanno dimostrato di non apprezzare molto le mie offerte di negoziazione: quei musoni continuavano a far chiudere i miei frivoli casinò, invece di farsi ungere dai miei soldi e godersi la vita. Valli a capire, questi rivoluzionari.
Il finale mi vede accumulare quantità mostruose di risorse, ma si rivelano perfettamente inutili, perché l’ultima carta propaganda premia l’ampio consenso del Directorio di
@Pi_117, dopo circa 3 ore di partita.
Che dire di questo titolo? Un COIN “a misura d’uomo”, fattibile in tempi non biblici (una volta appreso a dovere), con una matassa d’interessi al tavolo veramente difficile da sbrogliare.
Certo si porta dietro alcune macchinosità proprie della serie (es: il bookkeeping legato ai tracciati, le eccezioni regolamentali), ma non al punto da rendere poi greve l’esperienza.
Inaspettatamente alto il margine potenziale per le negoziazioni, dovuto in primis alla presenza del Syndacate, e altissima l’interazione, indotta anche dalla strettezza della mappa.
Su tutto, confesso infine l’ammirazione per la matrice delle azioni COIN incrociate con l’uscita delle carte evento: un sistema veramente complesso, intrigante e che riesce nel compito non banale di trasmettere la storia sottesa al gioco.