Le ultime due settimane sono state un po’ pesanti, tra lavoro e qualche piccolo acciacco in famiglia, ma siamo comunque riusciti a intavolare un po’ di titoli…
Si comincia (anzi, comincio da solo…) con
Under Falling Skies, fresco di cellophane, che provo per una prima partita introduttiva, alla difficoltà pià bassa.
Il gioco si rivela un bel puzzle coi dadi, che nella fattispecie riesco a risolvere un turno prima che la nave madre cali sulla povera Roswell…
Conto di reintavolarlo a breve per un paio di partite più complesse e poi iniziare la campagna.
Passa una settimana e con mia moglie riusciamoa ritagliarci una serata per sfidarci a
Patchwork, uno dei nostri giochi preferiti.
Giochiamo due partite, la prima senza storia (io parto molto forte, lei ci mette un po’ a carburare) finisce 19 a -13.
La seconda è decisamente più tirata, io parto con pezze che hanno pochi bottoni e per la prima metà della partita soffro, poi però riesco a ingranare e prendere un po’ di pezze remunerative, le soffio anche il bonus 7x7 una mossa prima che lo prenda lei (al che la sento ringhiare…
) ma alla fine lascio troppi buchi nella mia coperta. Le invece la riempie molto meglio, pur non guadagnando troppi bottoni, e vince per 3 a 1.
Sia messo agli atti che non ha voluto fare la bella, sicuramente temeva la disfatta (a questo gioco può battermi una volta ogni tanto, ma due no…
).
Qualche giorno dopo, su BGA, faccio una partitina veloce con un utente sconosciuto, realizzando il mio record (sicuramente annuale, ma forse assoluto): 30 punti finali…
Il giorno dopo le sfide a Patchwork, la convinco a provare uno degli ultimi acquisti:
Boss Monster. Lei storce un po’ il naso quando vede che è un gioco di carte, ma alla fine il tema e le meccaniche originali la conquistano.
Riesce pure a battermi (10 a 8), grazie a una stanza che infligge un botto di ferite distruggendone un’altra…
Da riprovare per avere la mia vendetta!!!
Qualche giorno dopo è lei a chidermi di intavolare un altro dei nostri giochi preferiti, quello dove è decisamente più agguerrita e aggressiva:
7 Wonders Duel.
Ne vengono fuori due partite molto combattute, la prima vinta da me grazie a una grande III era, in cui ribalto il tracciato militare e prendo due gilde che mi vanno in combo alla grande con le carte. Sembravo spacciato dopo le prime due ere e invece vinco 64 a 50.
Nella rivincita io domino sulle carte commerciali, che riescono a tamponarmi (grazie anche al Faro di Alessandria) la scarsezza di edifici produttivi. La schiaccio militarmente nella III era, ma lei riesce a evitare il cappotto prendendo la carta giusta al momento giusto. Nel frattempo aveva accumulato un visibilio di carte azzurre, che le regalano una vittoria con gran bei punteggi: 80 a 73 il finale.
Anche in questo caso non ha voluto fare la bella…
Sabato scorso è quindi la volta di
Rumble Nation, anche questo arrivo recente.
Stavolta giochiamo tre partite, complici anche i tempi di setup rapidissimi (gran pregio questo…).
Nella prima capiamo poco di come sfruttare i rinforzi, dividendoci in maniera praticamente esclusiva i territori e senza sfruttare le carte tattica. Vince lei 43 a 25, fondamentalmente perché ha preso più territori “di peso”.
Le due partite successive capisco meglio come muovermi e la musica cambia: nella seconda riesco a piazzarmi un po’ ovunque e sfrutto bene i rinforzi e il vantaggio sui pareggi (elemento determinante, imho), che mi consentono di prendere un bel po’ di gettoni. Vinco 48 a 27.
Nella terza risulta determinante l’uso, quasi alla fine, della carta ”Rivolta”, che mi regala la maggioranza in un territorio chiave che poi grazie ai rinforzi me ne fa ribaltare altri due, permettendomi di vincere 45 a 32.
Gioco che mi è piaciuto, tra i pregi l’eleganza delle meccaniche e i twist delle carte tattica e dei rinforzi. Di contro c’è tanta alea, che è vero che si può gestire, però risulta determinante in tante occasioni. Il mio metro di paragone su giochi simili è 8 minuti per un impero, che questa estate mi ha regalato tante soddisfazioni. Per esprimere un giudizio compiuto devo riprovarlo in 3 e 4. E confrontarlo col The King is Dead, presto in arrivo su questi tavoli…
Chiudiamo stasera alla grande (è proprio il caso di dirlo) con
Barrage, titolo anche questo appena arrivato e che non vedevo l’ora di mettere in tavola.
Bellissima la tematica (io lavoro nell’idroelettrico) e ben legata alle meccaniche, con un regolamento affatto complicato, senza fronzoli e lineare. L’unico concetto da assimilare bene è quello della gestione dell’acqua e della conseguente produzione di energia. A me è venuto naturale, ma mia moglie ha avuto (comprensibilmente) qualche difficoltà.
L’ho aiutata un po’ (il gioco comunque ha un peso consistente, forse superiore a quello che lei apprezza) ma alla fine ha ingranato e nell’ultimo turno era messa decisamente meglio di me, riuscendo a collegare una diga a tre livelli a una centrale mediante una condotta da 5.
Fortunatamente avevo preso un buon vantaggio nei turni precedenti e ho chiuso, sebbene con qualche affanno, vincendo per 109 a 91.
Gioco davvero affascinante e che mi è sembrato già stretto in due, non oso immaginare in 3 o 4… Non sarà facile da proporre ad altri, mi sa che mi dovrò cercare qualche appassionato con cui giocarlo, sperando che mia moglie voglia comunque dargli ancora delle chance in futuro (magari evitando di giocarlo di sera…
).
Un piccolo appunto solo sulla nomenclatura usata per le condotte: tecnicamente, essendo i punti in cui si preleva l’acqua dalla diga per mandarla in centrale mediante le condotte vere e proprie - quelle disegnate sulla mappa - si dovrebbero chiamare “opere di presa”.
Comunque un giocone, originale e sfidante, che non vedo l’ora di reintavolare!