Elder_Dragon
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Sono a proporre un argomento che sono costretto a dibattere frequentemente on-line, perché viste le numerose opposizioni alle mie vedute vorrei confrontarmi con terzi non interessati per vedere se debba riconsiderarle.
Guardo frequentemente le offerte di usato nei mercatini virtuali, specialmente quelle riguardanti giochi da tavolo ma non solo, per cui quello che scrivo riguarda sì molte trattative fatte in questo ambiente, ma è più un discorso generale sull’argomento.
Questione principale: l’IVA.
Parto da altro ma non da lontano. Tutti sono sempre nei dubbi, quando devono cambiare l’auto, se affrontare l’acquisto di un nuovo; la ragione è chiara a tutti, la ‘svalutazione’ immediata dell’auto appena usciti dal concessionario. La causa? Sebbene anche questa dovrebbe essere evidente (l’imposta IVA che il venditore deve applicare, per poi eventualmente rigirarla allo stato nel conto della propria partita) ho sentito più volte ragioni arrampicate su disegni di mercato create ad esempio da Quattroruote che imporrebbe valutazioni basse per disincentivare la vendita privata et similia.
Sembra a me che la maggioranza dei cittadini non si renda proprio conto (o meglio, pur sapendolo, non ne vede le conseguenze) del nostro sistema economico nel quale ogni acquisto, da rivenditore certificato, sia soggetto ad un’imposta statale che ci obbliga a pagare ogni bene una cifra superiore al suo valore intrinseco. Semplicemente la cosa è evidente nel mercato auto perché si tratta normalmente della cifra più alta che un semplice cittadino si trova ad affrontare individualmente, ma lo stesso avviene per ogni bene acquistato.
Ora, quando vedo le offerte sui social di vendita di giochi (segito a parlare di questo genere, ma ripeto che l’argomento è generale), mi trovo spesso a dover discutere sui prezzi proposti. Per me, quando un gioco ha un prezzo da rivenditore di 100 euro, significa che è un bene da 82 euro su cui pago un’imposta di 18 (IVA al 22%, con minimo arrotondamento). Quindi se un privato offre un gioco, anche se nuovo incellophanato, deve partire da un massimo di 80, perché non può offrirmi le garanzie che lo scontrino di un negoziante mi da’ (sostituzione, reso, ecc..). Se poi si tratta di un usato, anche solo ‘aperto per verificare il contenuto’ (LOL) andiamo veramente a percentuali inferiori, e su queste entrano poi le valutazioni sull’usura del bene se il venditore le espone correttamente.
E invece si vede spesso annunci del tipo ‘sconto del 15% sul prezzo negozio’, dove mi faccio grasse ghignate innanzitutto sulla parola ‘sconto’ (non sei un rivenditore!) e su un prezzo, anche su usato, che risulta superiore al valore intrinseco del bene nuovo!
Anche facendo la tara su tante persone che comprano dai siti approfittando delle campagne di sconto e poi rimettere il tutto in vendita quando queste sono finite, creandosi una mole di lavoro, tempo speso ed impegno per pochi euro a pezzo (avete presente quelle liste di vendita di 30+ titoli…), raramente si vedono annunci con prezzi, sempre a mio parere, veramente adeguati.
Aggiungo, a sottolineare il tutto, che mettere in vendita un bene, anche nuovo, a livello dei prezzi negozio costituisce una vera tripla truffa ai danni di:
- l’acquirente, al quale viene chiesto un importo superiore al valore del bene
- lo stato, applicando in pratica anche io un’imposta di sua esclusiva pertinenza
- i negozianti, che sono obbligati ad applicare l’imposta e quindi ricavano dalla vendita un utile inferiore a quello che io mi creo
Chiaramente, concludo, stiamo parlando di beni disponibili sul mercato; nel caso di oggetti rari o fuori produzione il venditore propone il prezzo che vuole e l’acquirente valuta.
Questione secondaria: spese accessorie.
Aggiungo questo argomento a causa di una nuova ‘diatriba’ avuta recentemente, che mi ha davvero spiazzato e sul quale sono più curioso di un confronto con altre opinioni.
In pratica era stato messo in vendita un gioco proveniente da un KS, chiedendo 35 euro. Il gioco mi incuriosiva (poi ho saputo che un amico già l’aveva e l’interesse è finito, ma ho continuato la discussione con il venditore per capire come la pensava) per cui gli ho chiesto ragione del prezzo (avendo cercato io su KS). La risposta testuale è stata
‘Il gioco è costato 36 dollari canadesi + 12 dollari canadesi di spedizione, lo sta vendendo a prezzo di kickstarter praticamente.’.
Il dollaro canadese (CAD) sta a 2/3 di euro circa, per cui su KS era stato venduto a 24 euro + 8 di spedizione. Alla mia risposta
‘cioè mi stai dicendo che è un gioco da 24 euro, me lo vendi usato a 35 e non fai ricarico?’
ha scritto:
‘E le spedizioni non valgono il prezzo finale? La spedizione è un costo imprescindibile dal valore dell’oggetto, Ne fa parte non è una scelta.’.
Quindi io avrei dovuto pagare, oltre alle ovvie spese di spedizione per farmi inviare da lui il gioco, anche le spese di spedizione che lui aveva avuto per averlo a suo tempo!
Mi fa anche (..) questo esempio:
‘Se io compro un maglione online, la spedizione mica non la guardo perche tanto il maglione ha un buon prezzo. Fa parte del costo finale del prodotto.’,
al che io replico
‘per te che lo prendi si, ma se lo rivendi il valore del maglione è il valore del maglione.’ .
La sua chiosa finale.
‘Boh mi pare fantascienza’.
Esatto!
In pratica mi stava dicendo che se io ho preso, ad esempio, un pezzo di difficile reperimento, facendomi un viaggio in un negozietto sperduto nel molise che non fa spedizioni, se poi lo rivendo posso mettere in conto le spese avute per averlo.
Poi ha cambiato discorso dicendo che si trattava di un titolo non andato in retail (esclusiva KS) per cui il prezzo lo faceva lui, cosa perfettamente logica, se solo l’avesse detto subito.
A questo punto ditemi la vostra opinione, sono curioso
Guardo frequentemente le offerte di usato nei mercatini virtuali, specialmente quelle riguardanti giochi da tavolo ma non solo, per cui quello che scrivo riguarda sì molte trattative fatte in questo ambiente, ma è più un discorso generale sull’argomento.
Questione principale: l’IVA.
Parto da altro ma non da lontano. Tutti sono sempre nei dubbi, quando devono cambiare l’auto, se affrontare l’acquisto di un nuovo; la ragione è chiara a tutti, la ‘svalutazione’ immediata dell’auto appena usciti dal concessionario. La causa? Sebbene anche questa dovrebbe essere evidente (l’imposta IVA che il venditore deve applicare, per poi eventualmente rigirarla allo stato nel conto della propria partita) ho sentito più volte ragioni arrampicate su disegni di mercato create ad esempio da Quattroruote che imporrebbe valutazioni basse per disincentivare la vendita privata et similia.
Sembra a me che la maggioranza dei cittadini non si renda proprio conto (o meglio, pur sapendolo, non ne vede le conseguenze) del nostro sistema economico nel quale ogni acquisto, da rivenditore certificato, sia soggetto ad un’imposta statale che ci obbliga a pagare ogni bene una cifra superiore al suo valore intrinseco. Semplicemente la cosa è evidente nel mercato auto perché si tratta normalmente della cifra più alta che un semplice cittadino si trova ad affrontare individualmente, ma lo stesso avviene per ogni bene acquistato.
Ora, quando vedo le offerte sui social di vendita di giochi (segito a parlare di questo genere, ma ripeto che l’argomento è generale), mi trovo spesso a dover discutere sui prezzi proposti. Per me, quando un gioco ha un prezzo da rivenditore di 100 euro, significa che è un bene da 82 euro su cui pago un’imposta di 18 (IVA al 22%, con minimo arrotondamento). Quindi se un privato offre un gioco, anche se nuovo incellophanato, deve partire da un massimo di 80, perché non può offrirmi le garanzie che lo scontrino di un negoziante mi da’ (sostituzione, reso, ecc..). Se poi si tratta di un usato, anche solo ‘aperto per verificare il contenuto’ (LOL) andiamo veramente a percentuali inferiori, e su queste entrano poi le valutazioni sull’usura del bene se il venditore le espone correttamente.
E invece si vede spesso annunci del tipo ‘sconto del 15% sul prezzo negozio’, dove mi faccio grasse ghignate innanzitutto sulla parola ‘sconto’ (non sei un rivenditore!) e su un prezzo, anche su usato, che risulta superiore al valore intrinseco del bene nuovo!
Anche facendo la tara su tante persone che comprano dai siti approfittando delle campagne di sconto e poi rimettere il tutto in vendita quando queste sono finite, creandosi una mole di lavoro, tempo speso ed impegno per pochi euro a pezzo (avete presente quelle liste di vendita di 30+ titoli…), raramente si vedono annunci con prezzi, sempre a mio parere, veramente adeguati.
Aggiungo, a sottolineare il tutto, che mettere in vendita un bene, anche nuovo, a livello dei prezzi negozio costituisce una vera tripla truffa ai danni di:
- l’acquirente, al quale viene chiesto un importo superiore al valore del bene
- lo stato, applicando in pratica anche io un’imposta di sua esclusiva pertinenza
- i negozianti, che sono obbligati ad applicare l’imposta e quindi ricavano dalla vendita un utile inferiore a quello che io mi creo
Chiaramente, concludo, stiamo parlando di beni disponibili sul mercato; nel caso di oggetti rari o fuori produzione il venditore propone il prezzo che vuole e l’acquirente valuta.
Questione secondaria: spese accessorie.
Aggiungo questo argomento a causa di una nuova ‘diatriba’ avuta recentemente, che mi ha davvero spiazzato e sul quale sono più curioso di un confronto con altre opinioni.
In pratica era stato messo in vendita un gioco proveniente da un KS, chiedendo 35 euro. Il gioco mi incuriosiva (poi ho saputo che un amico già l’aveva e l’interesse è finito, ma ho continuato la discussione con il venditore per capire come la pensava) per cui gli ho chiesto ragione del prezzo (avendo cercato io su KS). La risposta testuale è stata
‘Il gioco è costato 36 dollari canadesi + 12 dollari canadesi di spedizione, lo sta vendendo a prezzo di kickstarter praticamente.’.
Il dollaro canadese (CAD) sta a 2/3 di euro circa, per cui su KS era stato venduto a 24 euro + 8 di spedizione. Alla mia risposta
‘cioè mi stai dicendo che è un gioco da 24 euro, me lo vendi usato a 35 e non fai ricarico?’
ha scritto:
‘E le spedizioni non valgono il prezzo finale? La spedizione è un costo imprescindibile dal valore dell’oggetto, Ne fa parte non è una scelta.’.
Quindi io avrei dovuto pagare, oltre alle ovvie spese di spedizione per farmi inviare da lui il gioco, anche le spese di spedizione che lui aveva avuto per averlo a suo tempo!
Mi fa anche (..) questo esempio:
‘Se io compro un maglione online, la spedizione mica non la guardo perche tanto il maglione ha un buon prezzo. Fa parte del costo finale del prodotto.’,
al che io replico
‘per te che lo prendi si, ma se lo rivendi il valore del maglione è il valore del maglione.’ .
La sua chiosa finale.
‘Boh mi pare fantascienza’.
Esatto!
In pratica mi stava dicendo che se io ho preso, ad esempio, un pezzo di difficile reperimento, facendomi un viaggio in un negozietto sperduto nel molise che non fa spedizioni, se poi lo rivendo posso mettere in conto le spese avute per averlo.
Poi ha cambiato discorso dicendo che si trattava di un titolo non andato in retail (esclusiva KS) per cui il prezzo lo faceva lui, cosa perfettamente logica, se solo l’avesse detto subito.
A questo punto ditemi la vostra opinione, sono curioso