Storie di Giochi da tavolo: Lewis & Clark

Copertina del gioco Lewis & Clark
Ludonaute, Asmodee

Ultima, per ora, puntata di questa serie. E siccome è l'ultima, parliamo di un gioco che ci spinge verso un traguardo.

Approfondimenti
Giochi

Nel 2013 esce Lewis & Clark, gioco inusuale per essere incentrato più degli altri gestionali sull'ottimizzazione delle risorse, siano esse carte, merci o lavoratori: non dobbiamo accumularle, ma sfuttarle subito al meglio.

Cédric Chaboussit, appassionato di giochi fin da bambino, rimane folgorato sulla via di Le Havre di Uwe Rosenberg.
Quello che lo entusiasma di Le Havre è soprattutto la versatilità dell'utilizzo delle carte-edificio che abbiamo a disposizione per ottenere effetti diversi, apportando una profondità e una ricchezza mai vista prima. Da questa dinamica interessante di innesco/effetto, ha voluto  sviluppare un gioco incentrato su "carta che viene usata per innescare un'altra carta".

Il risultato è appunto Lewis & Clark, dove il giocatore si trova a dover decidere se usare una carta per il suo effetto o se usarla per triggerarne un'altra: nasce  così uno dei migliori esempi di deckbuilding con doppio uso delle carte.
Dato l'esiguo numero di carte che riusciremo ad avere di mano, ogni scelta è sofferta e pesa sull'andamento della partita.

Il gioco in fase di prototipo si chiamava Le Village 1900, sullo sviluppo economico dei villaggi di campagna francesi dei primi del Novecento, e conteneva già la meccanica di gestione risorse in aggiunta al deckbuilding.
Il contratto con Ludonaute fa cambiare il tema del gioco, viene scelta la spedizione di Meriwether Lewis e William Clark, conferendo maggiore ambientazione: tutte le carte vengono illustrate coi personaggi della vera spedizione, compresa la mascotte Seaman, un cane Terranova. I disegni sono peraltro di Vincent Dutrait, uno dei migliori illustratori in circolazione.

Non solo: in un periodo in cui i giochi di tipo german premiavano chi accumulava più risorse, costruendo un motore forte in questo senso, Lewis & Clark premia invece chi riesce ad accumulare solo quello che è necessario, né di più, né di meno, altrimenti la zavorra ci fa rallentare sul tracciato per arrivare alla nostra destinazione, Fort Clatsop.

Come mai un eurogame stretto e cattivo come questo non ha il solito cornicione coi punti? A Chaboussit non piace l'insalata di punti, e così ha pensato a qualcosa di diverso, aggiungendo la spietata corsa di punti vittoria, spietata perché avanziamo solo se siamo riusciti a ottimizzare le risorse senza sprechi, altrimenti la zavorra del superfluo ci rallenterà. Tra l'altro, il tema storico dell'esplorazione degli Stati Uniti da Saint Louis al Pacifico è perfettamente coerente con il gioco di corse.

Due anni dopo, nel 2015, Chaboussit ha pubblicato sempre per Ludonaute Discoveries The Journals of Lewis & Clark, medesimo tema per un gioco diverso, un piazzamento dadi e collezione set che purtroppo vive all'ombra del fratello maggiore, ma è comunque solido e valido.

Commenti

Bellissimo, uno dei miei top 10.

Poi con la nuova edizione, che permette di modificare il percorso, guadagna variabilità.

Ottimo anche in solo.

anche il vecchio permette di modificare il percorso

@Alaitoc: Lewis&Clark è saldamente nella mia top 10 dei solitari.

bell'articolo e bel gioco ... lo intavolo troppo poco.

venduto senza alcun rimpianto.

una cosa che reputo sopravvalutata è la considerazione per cui ci sarebbe originalità nel doversi districare nel liberarsi di risorse piuttosto che guadagnarne.

ciò, in sè, non mi pare quel gran che: mi si riempie di roba della cui gran parte mi è inutile e di cui mi devo liberare... bah.

non ho mai provato alcun piacere nel giocarlo, forse anche perche per farci un partita fluida ti devi prima studiare i duemila effetti delle carte, con un'iconografia pessima peraltro..

niconiglio scrive:

venduto senza alcun rimpianto.

una cosa che reputo sopravvalutata è la considerazione per cui ci sarebbe originalità nel doversi districare nel liberarsi di risorse piuttosto che guadagnarne.

ciò, in sè, non mi pare quel gran che: mi si riempie di roba della cui gran parte mi è inutile e di cui mi devo liberare... bah.

non ho mai provato alcun piacere nel giocarlo, forse anche perche per farci un partita fluida ti devi prima studiare i duemila effetti delle carte, con un'iconografia pessima peraltro..

Sì, capire le carte dalle icone è impossibile, ma anche dalla descrizione del manuale e non lo dico io ma le innumerevoli discussioni di BGG sull'argomento.

In ogni caso, per me il gioco è ottimo, anche considerando la paralisi da analisi che implica una gestione delle risorse di questo tipo (...e comunque se le risorse non ti servono a nulla, non le devi prendere, il gioco sta proprio nell'ottimizzare raccolta e spesa).

Il gioco è bello, funziona, ha illustrazioni bellssime e le carte sono molto tematiche (e "logiche").
Però per una volta devo contestare la Somma Infinitejest :D

...lato AMBIENTAZIONE per me il gioco fallisce miseramente come contesto generale: la spedizione esplorativa di L&C (di cui per ragioni abbastanza casuali sono superappassionato fin da piccolo) non aveva NULLA a che fare col concetto di "corsa"... e non c'erano nemmeno spedizioni concorrenti. In ogni caso, volendo immaginare più spedizioni, non sarebbe mai stata una gara di velocità ma di sopravvivenza, di scelta del percorso (che qui invece è uno solo e comune a tutti) E SOPRATTUTTO di "raccolta informazioni", la vera ragione della spedizione, e questa cosa nel gioco è del tutto inesistente.. ci fosse stata una meccanica simile, tipo "accumulo punti esplorazione", il gioco poteva finire all'arrivo della prima spedizione forse, ma poi avrebbe vinto il più efficiente. Ma certo, sarebbe stato tutt'altro gioco. Che purtroppo non esiste (anche se in parte il "seguito" citato se ne occupa)

Il fratellino minore (Discoveries), dal punto di vista dell'ambientazione, è sicuramente più aderente; oltre ad essere un gioco divertente, seppur meno impegnativo.

Provato con alte aspettative e rivenduto dopo una sola partita. E' per me incomprensibile come questo gioco possa piacere, anche solo un po', a qualcuno. Se fosse un piatto, direi insipido.

Nella classifica dei giochi sopravvalutati è secondo solo a Brass, che però, nonostante i suoi innegabili difetti, ha il suo perchè. Questo no.

mbah.. non è molto motivata come critica però così :)

..la ragione per cui piace comunque te la do subito (secondo me): questo tipo di deck building + hand management è piuttosto originale e sfidante. Ti invoglia a esplorarlo.

..un gioco con componente "corsa", esplorazione e premio per la componente esplorativa appunto (ma ANCHE per quella "corsa"), fatto veramente bene (anche se forse vabbè, un filo troppo astratto magari) è Expedition: Northwest Passage. Corsa sì, MA... 
Ecco, L&C poteva essere simile ma con un deck building dietro (e un blando worker placement). Purtroppo invece no.

@Badger28: ma ben venga lo scambio di opinioni! Per essere un euro-game di qualche anno fa, a mio parere è stato fatto uno sforzo di ambientazione superiore alla norma. È anche vero, come sottolinea @Poldeold, che Discoveries ricrea meglio la natura di ricerca naturalistica e mappatura del territorio del viaggio di Lewis e Clark.

Può piacere o non piacere (a me piace parecchio), ma bisogna ammettere che almeno non è "un'altro german come tanti", visto che ha notevoli elementi di originalità non ancora ripresi da altri giochi successivi e ti costringe a pensare in modo diverso dal solito. Un'ottima scelta per chi di giochi simili ne ha visti fin troppi.

Gioco che a me piace anche in solo, meglio se nella versione con automa potenziato presente su BGG. 

@Badger28 sono d'accordo con te sulla non perfetta aderenza al tema, Discoveries in questo senso vi si avvicina di più.

Su Expedition: Northwest Passage con me sfondi una porta aperta. La misteriosa scomparsa dell'Erebus e della Terror mi affascinarono quando ero ancora bambino e dopo le partite su bga che abbiamo condiviso con te, Volmay e altri ho fatto di tutto finché non sono riuscito a procurarmene una copia

Gioco che ho apprezzato fin dalla prima prova nell'ormai lontana edizione 2013 dello Spiel ad Essen. Intavolato poco perché effettivamente il gap tra chi conosce già le carte e chi si avvicina per la prima volta a questo titolo può risultare frustrante per i novizi che vedono la spedizione avversaria scappar via veloce verso l'Ovest e l'oceano Pacifico.

linx scrive:

Può piacere o non piacere (a me piace parecchio), ma bisogna ammettere che almeno non è "un'altro german come tanti", visto che ha notevoli elementi di originalità non ancora ripresi da altri giochi successivi e ti costringe a pensare in modo diverso dal solito. Un'ottima scelta per chi di giochi simili ne ha visti fin troppi.

si quello si. pero bisogna anche riconoscere che se nessuno poi gli è andato dietro forse un motivo c'è :D

non ho mai provato alcun piacere nel giocarlo, forse anche perche per farci un partita fluida ti devi prima studiare i duemila effetti delle carte, con un'iconografia pessima peraltro..

 

Per scrivere un commento devi avere un account. Clicca qui per iscriverti o accedere al sito

Accedi al sito per commentare